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Autore: Night Sins    05/06/2010    4 recensioni
"Anche tu hai regalato dei cioccolatini allo zio James?" domandò la piccola.
Rose la guardò stupita da quella domanda, poi si mise a ridere. "No. Non a James." specificò "Era già abbastanza egocentrico di suo."

[...]
"A chi li hai regalati?"
"Ad un Serpeverde che era dello stesso anno mio e dello zio Albus."
"E come hai fatto?"
"In realtà, avevo molta paura." cominciò a raccontare.
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Severus Potter, Nuovo personaggio, Rose Weasley, Scorpius Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Nota importante per chi ha commentato la mia fic "Prima dell'inizio".
Scusate, ho scordato il messaggio alla fine, ma risponderò alle recensioni alla fine del capitolo!
Scusate ancora! ^^;


Titolo: Il racconto di Rose 
Fandom: Harry Potter
Personaggi: Albus Severus Potter, OFC (Lyra), OMC (Cerdic), Rose Weasley. Citazione di Hugo Weasley, Peter Weasley (another OMC) e Scorpius Hyperion Malfoy
Pairing: Rose/Scorpius? Almeno ideologicalmente...XD
Rating: G
Genere: fluff (?)
Avvertimenti: oneshot
Timeline post epilogo (molto post)
Spoiler nessuno
Prompt: cioccolatini per la St. Valentine Challenge @ Hpf Challenges
Betareader: nessie_sun
Conteggio Parole: 1364 (FDP)
Disclaimer: "Io scherzo... forse." (cit. A.Costa) // I personaggi non sono miei, ma degli autori e di chiunque ne abbia diritto; tanto meno sono utilizzati a fini di lucro, ma solo per mero piacere personale.
Note: Non riesco a scrivere fanfic veramente adatte all'occasone, sorry. °-°
- Cerdic è l'esatta grafia del nome, non volevo scrivere Cedric. XD
- Chi è il padre di Cerdic e Lyra non l'ho deciso e non credo lo farò a breve tempo (anche se ho una mezza idea), per cui vedete voi chi vi aggrada di più... XD



Rose si svegliò grazie al chiacchiericcio dei suoi figli.
Guardò l'orologio chiedendosi cosa ci facessero di già in piedi così presto - non erano nemmeno le nove, per Morgana!

"Dai, ti prego!" la vocina acuta di Lyra si fece più insistente.
"Ho detto di no. Basta!" e, ovviamente, non mancò la pronta replica di Cerdic.
"Cherry, ti prego!"
"Non mi chiamare così!"

Rose nascose la testa sotto il cuscino. Sarebbero potuti andare avanti così per ore, lo sapeva. E suo marito era a lavorare. Lo invidiava, certe volte.
"Mamma!" un coro a due voci si levò celermente, prima che i due bambini la raggiungessero nella camera da letto.
La donna si voltò e si mise a sedere sul letto, attendendo che parlassero.
Mamma, dille di farla finita!" cominciò Cerdic.
"Cosa è successo?" domandò Rose, confusa.
"Voglio andare con lui!" esclamò Lyra.
"Non ci verrà!" urlò ancora il fratello.
"Ah!"
Rose si ricordò che Hugo le aveva detto che sarebbe venuto a prendere Cerdic per portare lui e Peter ad una partita di Quidditch.
"Tesoro," disse alla figlia, "perché vuoi andare con lui?"
"Andranno a Diagon Alley!"
La donna rise, "E cosa ci vuoi andare a fare, a Diagon Alley?"
"Devo... Devo comprare una cosa." rispose vaga la bimba.
"Una cosa?"
"Dei cioccolatini da regalare allo zio James." sbuffò Cerdic.
"Zitto, spione!" lo riprese Lyra, arrabbiata e imbarazzata, sull'orlo delle lacrime.
Rose si alzò dal letto e la raggiunse, abbracciandola e sorridendo dolcemente. La fece accomodare sul letto e le scostò i capelli ramati da davanti al volto. Quando la figlia si fu calmata, cominciò a parlare: "Ehi, vuoi davvero andare in giro con tuo fratello, Peter e quel pazzo di Hugo?"
La bambina la guardò dubbiosa, riflettendo sulle sue parole, poi si voltò verso Cerdic, scrutandolo attentamente. Tornò a rivolgersi alla madre e fece segno di no con la testa.
Rose sorrise.
"Bene, quindi lascia che tuo fratello vada via e poi, quando saremo sole, ci occuperemo di trovare qualcosa per lo zio James, d'accordo?"
"D'accordo." ripeté Lyra.
Rose guardò quindi Cerdic, "E tu vai a finire di prepararti, prima che arrivi tuo zio."
Il giovane ragazzo non se lo fece ripetere due volte e lasciò la camera dei genitori.
Pochi minuti dopo, infatti, Hugo arrivò.
Non si persero molto nei convenevoli e ben presto madre e figlia rimasero da sole.
"Allora, volevi fare un regalo allo zio James, eh?" disse la donna, dirigendosi in cucina.
"Sì..." fu l'imbarazzata risposta che seguì.
"Non c'è niente di male, tesoro. E' normale."
La bambina si mise a sedere, poggiò i gomiti contro il tavolo e poi il viso alle mani.
"Anche tu hai regalato dei cioccolatini allo zio James?" domandò la piccola.
Rose la guardò stupita da quella domanda, poi si mise a ridere.
"No. Non a James." specificò "Era già abbastanza egocentrico di suo."
"Egocertico? Che vuol dire?" chiese ancora.
"E-go-cen-tri-co." la corresse la madre "Vuol dire che si credeva il più bello del mondo."
La donna guardò la figlia -la cui espressione sembrava dire: "Lo è" a lettere cubitali- e riprese. "Per carità, è sempre stato un ragazzo con un suo fascino e nessuno ha mai avuto da ridire su questo, ma -a parte il fatto che è mio cugino- non c'è solo il bell'aspetto, nella vita."
Lyra continuava a guardarla poco convinta, ma decise di lasciare perdere quella questione per concentrarsi sulla cosa che le interessava di più: "A chi li hai regalati?"
"Ad un Serpeverde che era dello stesso anno mio e dello zio Albus."
"E come hai fatto?"
"In realtà, avevo molta paura." cominciò a raccontare.

"Quando andavo a scuola io, nonostante tutti i cambiamenti che erano avvenuti dalla vittoria dello zio Harry, c'era ancora un po' di quel pensiero vecchio stampo in cui i Serpeverde erano i cattivi per antonomasia e quindi, benché mio cugino fosse uno di loro e sapessi che era brava persona, non era facile superare quel pensiero.
Però mi ero presa lo stesso una cotta per quel ragazzo che vedevo sempre accanto ad Albus."

"Allora che hai fatto?" la interruppe Lyra.
Rose sorrise, abbassando lo sguardo.

"Passai le due settimane prima di San Valentino ad esercitarmi davanti allo specchio, per trovare il modo migliore per avvicinarlo; ed ovviamente speravo che la buona sorte fosse dalla mia e riuscissi a trovarlo da solo, a giro per il castello o nel parco. Bastava che non avessi dovuto avvicinarmi alla Sala Comune dei Serpeverde."

"Che fifona!" la prese in giro la figlia.
"Beh, ma in fondo io non sono una Grifondoro, potevo permettermelo!"
"Non sei cambiata molto..." insistette la bambina, ridendo.
"Bene, non finirò di raccontarti la storia." sentenziò Rose.
"Scherzo, scherzo! Che è successo poi?"
La donna guardò la figlia e pensò che stesse prendendo il tutto con troppo entusiasmo, come se le stesse raccontando chissà che cosa di fantastico o meraviglioso, ma decise di non disilluderla.

"Comunque, nonostante i miei 'esercizi', arrivai al quattordici febbraio piena di ansie e paure. A colazione non riuscii a mangiare nulla, anzi, dovetti perfino uscire dalla Sala Grande perché mi dava noia solo sentire l'odore del cibo.
Mi chiusi in camera mia pensando di rinunciare al mio progetto e passare lì tutta la giornata, così che non avrei dovuto vedere coppie e coppiette che in quel giorno erano più appariscenti che mai -senza contare le decorazioni!
Il mio proposito durò solo un paio d'ore, finché le mie amiche non mi 'scovarono' e trascinarono fuori di lì. Comunque, andò tutto bene; almeno finché una di loro non mi indicò una figura solitaria che passeggiava in giardino.
Benché incappucciato, c'erano pochi dubbi sulla sua identità. Non era il mantello della divisa scolastica, ma il suo personale, che avevo visto così tante volte da poterlo disegnare ad occhi chiusi.
Così, sotto insistenza delle mie amiche (una di loro aveva pure richiamato i miei cioccolatini, per non lasciarmi scuse), decisi di raggiungerlo. Quando fui a pochi metri da lui, lo chiamai, anche se la voce mi si strozzò in gola.
Però la sorpresa fu maggiore dell'imbarazzo."

"Perché?"
Rose approfittò di quell'interruzione per bere un bicchiere d'acqua mentre Lyra la guardava attendendo che le rispondesse.

"Perché mi ritrovai davanti Albus, invece del ragazzo che mi aspettavo."

«Rose? Perché mi hai chiamato Scorpius? Ah, il mantello... Perché lo cercavi?» mi chiese.
«Perché hai il suo mantello?» riuscii a domandare, invece di rispondergli, in parte innervosita da quella beffa.
Mio cugino mi squadrò, non ho mai capito cosa avrebbe voluto dirmi realmente, ma alzò le spalle e mi rispose: «Avevo scordato in camera il mio, e dato che lui rientrava, mi ha lasciato il suo.»
Non approfondii perché nel frattempo mi era venuta in mente un'idea che reputavo pressoché perfetta. In fondo, nel male, quello scambio di persone poteva essere la mia salvezza.
«Rose?» mi chiamò ancora Albus.
«Devi farmi un favore.» dissi «Ma non devi ridere.»
Mi guardò indeciso, ma alla fine annuì.
«Ti prego, non prendermi in giro.» implorai ancora, era una questione troppo importante per me.
Credo che fu quasi spaventato, ma annuì nuovamente. «Cosa devo fare?»
«Dovresti...» dirlo a voce alta era più difficile di quanto immaginassi, «Dovresti dare questi cioccolatini a Scorpius, da parte mia.» terminai, tutto d'un fiato e con gli occhi chiusi, porgendogli il pacchetto con i dolci che avevo comprato a Mielandia.
Quando riaprii gli occhi, vidi che si stava trattenendo dal ridere; benché apprezzassi lo sforzo, non potei evitare di sbuffare.
«Sei seria?» domandò quindi, al che mi sentii autorizzata a fare una della mia migliori faccia offese.
«Certo che sono seria!» sbottai. «Ti prego, Albus, sai che io non posso entrare nella tua Sala Comune, come faccio io? Figurati se lo ribecco in giro...»
Mio cugino continuò a guardarmi senza dire nulla.
«Okay, okay.» ripresi «E' che non riuscirai ad 'affrontarlo' un'altra volta... E dato che questa volta ci sei tu... devi farmi questo favore.» terminai.
«Per favore!» implorai ancora, ben cosciente che avrebbe potuto usare quella cose contro di me, in futuro.
Sospirò e poi tese la mano, dove posai velocemente i cioccolatini e poi gli sorrisi, contenta.
«Grazia mille, Albus!» dissi poi, saltandogli al collo per abbracciarlo.
«Sì, okay, ma ora basta!»


"E poi lo zio Albus glieli ha consegnati sul serio? "domandò Lyra.
"Certo!"
"E come fai ad esserne sicura?"
"Perché poi quel ragazzo venne a ringraziarmi." rispose lei "Anche se fu in effetti insolito... per lui, quanto meno." pensò tra sé e sé.
"Wow!" esclamò la bambina, entusiasta.
"Sì, beh, fu bello." ammise Rose, sorridendo.
"Allora, Lyra, che vogliamo fare per lo zio James, dei cioccolatini?" domandò poi.
La bambina si era tanto lasciata coinvolgere nel racconto della madre, che si era quasi scordata del suo proposito.
"Sì!" rispose dopo aver guardato, confusa per alcuni istanti, la madre.



N/A Per chi avesse il buon cuore di commentare la mia fic, risponderò qui sotto (con le precedenti avevo pensato di rispondere privatamente, ma non vorrei inondare più le email di chi è tanto gentile da commentarmi più di una fic ç^ç).
Quindi, qui sotto ci andranno le risposte alle recensioni. ;)

@kokylinda2 grazie mille, sono contenta che Cerdic e Lyra ti stiano simpatici! :D (E che la storia ti piaccia, ovviamente ^^)
Per l'html, l'ho usato, ed io vedo tutto per bene, con spazi e grassetti al posto giusto... O___O;; tu no?! ç__ç *preoccupata*

@PerfectConcert_ *blush* grazie mille, tutti questi complimenti mi daranno alla testa. XD Sono sul serio contenta che ti sia piaciuta così tanto! *__*

@babyme hihihi, beh, sì, immagino che per una bambina, James, possa aver una qualche attrattiva. XD Anche se io forse lo identifico pure troppo con il nonno... XD E per Rose, sì, non ha avuto molta fortuna...
Grazie mille, comunque, mi fa piacere che ti piaccia quello che scrivo! :D Spero tu abbia gradito anche le altre fic. ^_^

@flopi scusa se rispondo solo ora... ^^;
Grazie mille, comunque! :D Sono contenta di esser riuscita in qualcosa di originale. ^__^
   
 
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