Fare fragola
Baciare
Axel era un’esperienza particolarmente esotica per Roxas.
Già
baciare in generale era una novità assoluta, se contiamo pure i
simpatici brividi lo attraversavano, per non parlare del
fatto che continuava soffermarsi sul pensiero di essere baciato da un esemplare
di cotale grazia, il mix lo mandava direttamente al manicomio, con camicia di
forza omaggio.
Era
una sensazione del tutto aliena, in parte pure viscida, ma non sgradevole.
In
realtà non sapeva bene come definirla.
Il
divertente era che aveva passato ben due mesi a pensare a un possibile contatto
romantico con Axel, per poi ritrovarsi a pensare a certe baggianate in un
momento come quello!
Insomma,
doveva tentare, perlomeno, di impegnarsi! E se ad Axel non fosse piaciuto? Se
lui non fosse stato bravo?
Cosa
diceva Kairi per queste situazioni?
Istinto
naturale, bella roba. Che cosa se ne faceva dell’istinto naturale,
adesso?!
Forza,
ricordati, ce la puoi fare… ah, certo! Teoricamente, l’uomo ficcava
tutta la lingua da lui posseduta nella gola della donna, che( secondo Roxas
doveva concentrarsi per non soffocare, ma stava cercando di non divagare), eseguiva
dei cerchi con la sua.
Dio,
che cosa imbarazzante.
Axel
si staccò un attimo per guardarlo con cipiglio:” Non fare
ciò che altri ti hanno raccontato, per cortesia.”
Ok,
tutto ciò era troppo per la sua testa, figuriamoci per quella di Sora
che… ma dove diavolo era? Non lo sentiva più.
“Ok”
ma che voce tremolante che aveva usato. No, sul serio, era davvero la sua voce?
“Bravo
il mio ragazzo.” Sorridendogli, lo tirò di nuovo a se, ma
aspettando che fosse Roxas a prendere l’iniziativa e si fermò a un
soffio dalle sue labbra.
Oh,
che stronzo.
Roxas
lo guardò malissimo: lo vedeva che era in un imbarazzo praticamente mortale,
doveva sottoporlo anche a prove di coraggio, adesso?!
Sempre
guardandolo con odio, Roxas accettò la sfida, avvicinandosi tremante al
viso di Axel, che sorrideva ancora.
E
si lasciò guidare da il più puro istinto animale, ossia maniera
della belva affamata, facendo un’irruzione violenta nella bocca dell’altro,
senza tante cerimonie.
Mai
sfidarlo. Mai.
Non
che Axel fosse particolarmente dispiaciuto, dalla maniera con cui rispose
entusiasta.
A
Roxas sembrava di averci finalmente preso la mano, quando la porta si spalancò
sbattendo(quella porta si sarebbe rotta presto se continuava ad essere sbattuta
a quella maniera) lasciando entrare
un Riku a dir poco livido, e non per il suo colore bianchiccio naturale, ma per
la rabbia:”Piantatela immediatamente! Sora è crollato grazie ai
tuoi ormoni in festa! Altrimenti ne risponderai direttamente a me!”
Signori
e signore, ecco a voi il prototipo ultima generazione del cavaliere albino:
buttate il noioso e obsoleto principe azzurro e destriero, questo nuovo modello
è maggiormente accessoriato e…
“Ma
hai capito si o no?! Sora è praticamente collassato!”
Ah,
ecco spiegato il perché della sua assenza all’interno della sua
testa. Effettivamente era una spiegazione lampante.
“Scusa
se interrompo l’idillio, ma di cosa stai parlando?” un Axel con
fare incazzoso sedeva sul letto, uccidendo con lo sguardo il suo capo, che si divertiva
sempre un mondo a rompergli le cosiddette uova nel paniere. Non solo alla
riunioni! No, ora anche con Roxas!
“Dico
quello che ho detto, se tu non capisci sono fatti tuoi!””Ma quello
che dice non ha alcun senso! Roxas era qui con me, non è colpa sua se
Sora è svenuto! Sono entrambi deboli di costituzione, no? Per questo
stanno spesso male!”
“Gli
hai davvero detto così? Limonate allegramente senza che lui sappia qual
è il vostro problema?”
“Che
problema?” una serie di immagini di un Roxas all’ospedale con una
malattia incurabile, cominciò a farsi strada nel suo agitato cervello:”Che
problema?” richiese, stavolta guardando il diretto interessato.
Roxas
sentiva di essere in una di quelle classiche situazioni di merda: il suo
probabile ragazzo voleva sapere cose che lui non aveva la benché minima
voglia di spiegare, mentre il futuro morto per castrazione a mani nude che
portava il nome di Riku, non sapeva farsi i fatti suoi.
Per
non parlare del gemello svenuto in corridoio lasciato solo.
Cacca.
E
va bene, voleva sapere la storia, gliel’avrebbe raccontata, così
si sarebbe spaventato a morte e fuggito e… non Roxas, non pensare troppo,
che ti fa male.
Intanto,
respira che fa sempre abbastanza bene:”Non c’è nessun
problema di sorta! Semplicemente, Sora e io siamo simbionti, e conviviamo
mentalmente. E se uno di noi si carica troppo, l’energia in eccesso va a
scaricarsi sull’altro, che di solito sta male. Per non parlare di quando
ci agitiamo entrambi. Ma, tranquillo, al compimento dei quindi anni
passerà!”
Lo
lasciò senza parole, perché in fondo, o gli credeva o lo avrebbe
considerato un pazzo, grazie, a questo ci arrivava anche da solo.
“Siete…
simbionti? Come i pesci e il corallo che a quindici anni hanno la scadenza?”
“…
qualcosa di simile.”
“Ed
è per questo che quando ci siamo conosciuti siete svenuti entrambi? Per la
carica in eccesso?”
“…si.”
“Oh,
non vorrei disturbare i lorsignori, ma a due chilometri di distanza c’è
un Sora per terra praticamente morto, mi dareste una mano almeno per portare
qui il suo cadavere? Così almeno potrò piangerlo.”
“Vieni,
povera vedova, andiamo a prendere il tuo defunto consorte!” Axel si era
alzato e aveva trascinato via un Riku recalcitrante(“Non è mio
marito!”) cavaliere albino alla ricerca del giullare/principessa.
Roxas,
aspettando il loro ritorno, si chiese perché e soprattutto come era
riuscito a finire in tutto quel caos.
Sul
serio, era all’apice della sfiga, mai vista tanta, fino ad allora.
Raccolto
Sora e portato in camera, lo stesero sul letto nella speranza che riprendesse
conoscenza, prima o poi.
Sora, ti prego, svegliati, qui è
successo un casino, scusa, non ho pensato alle conseguenze e…
Ma lo sai che sei rumoroso a dir poco? Ci sono,
non preoccuparti.
Il
ragazzo aprì gli occhi, realizzando che si trovava in compagnia dei tre
moschettieri.
Esordì,
sbuffando sonoramente:”Spero veramente che ne sia valsa la pena, perché
la testa mi fa ancora male…”
“Scusa.””Scusa
un ciufolo d’insalata. O pensi prima o almeno non avere rimpianti. Altrimenti
risulti incoerente.”
Roxas
si zittì: quando Sora si arrabbiava non era di certo la persona
più simpatica del mondo, soprattutto quando aveva ragione e poteva
infierire a piacimento sulla preda.
“Lo
so che ho ragione, tranquillo.”
Ecco,
appunto.
“Sul
serio mi dispiace!””Oh, piantala! Come vendetta personalizzata
penso che analizzerò i tuoi ricordi uno per uno, immagine per immagine, proprio
come detesti, va bene?”
“Fa
di me ciò che vuoi.”
“Per
cui… è vero?” Axel, il re degli inopportuni.
“Certo
che è vero, signor cretinetti.” Riku, l’imperatore degli
inopportuni.
I
due ragazzini li lasciarono bisticciare fra loro facendo fluire la loro memoria
condivisa.
“Ma…
avete fatto fragola!”
I
due litiganti si ammutolirono seduta stante, Roxas diventò praticamente
cianotico e tentò di farsi piccolo piccolo.
‘Fare
fragola’ era un modo di dire
che aveva messo su Kairi da qualche tempo, e significava semplicemente baciarsi
per lo più alla francese.
Naturalmente,
Sora adorava questo strano modo di dire, che quasi nessun essere umano
conosceva, e questo dava adito a fraintendimenti che…
“Che
cosa avete fatto?!””Che cosa abbiamo fatto?!”
“Fragola!””Fragola?
Ma che dici ragazzino, ci siamo solo baciati e…”
“
E’ quello che intende. Il baciarsi. È tutta colpa di Kairi.”
“Intende,
limonare?”””Temo di si”
Ma
Sora era troppo occupato per analizzare sapientemente le memorie di Roxas per
accorgesi dello scompiglio da lui creato, e a memorizzare possibili perle si
saggezza per il futuro, nel caso ce ne fosse stato bisogno.
Per
che altro serviva una memoria condivisa, altrimenti?!
“Hai
finito? Sai, è imbarazzante vedere il replay.”
“Oh,
se ha tenuto quasi sempre gli occhi chiusi…”
“Non
c’entra!” l’afflusso sanguigno sulle sue guance avrebbe dato
energia a una centrale nucleare.
“Va
bene, ho finito!””Sei felice ora?””Più che
altro, visto che anche Axel ora sa della simbiosi, vorrei sperare di non
svenire più. Speranza vana, vero?”
“Non
capisco, Rox, hai detto che siete simbionti, e questo è ok, e che se vi sovraccaricate
state male. Ma non riuscite a gestire le emozioni? Vi leggete anche nel
pensiero?”
“E
credo che quando le barriere siano abbassate si possiedano, in un qualche modo.”
Intervenne Riku.
“Eh?!””E’
quello di cui dovevo parlarti! Mi pareva piuttosto urgente, che dici?”
“Che
cosa vuol dire?”
“Che
Roxas è talmente stonato che delle campane rotte risulterebbero una
sinfonia gradevole.”
“Ma
non è vero! Ha una bella voce, ieri sera ha…”
“Quella
era la voce di Sora.”
Roxas
guardò negli occhi il fratello:”In che senso?””Nel
senso che tu alla festa hai bevuto(Ah, grazie per il dopo sbornia, comunque), e
io stavo dormendo. Nessuno dei due aveva le barriere alzate, così tu hai
cantato con la mia voce, o meglio, credo di aver cantato attraverso di te.”
“Ed
è un grosso problema?”
“Si,
Axel, lo è.”
“Non
ci è mai capitata prima una cosa simile: se stiamo male per delle
emozioni, figuriamo se ci ferissimo.”
“Dobbiamo
chiamare la mamma, forse, lei e zio Ventus…”
“Sono
d’accordo, ma magari lo facciamo domani, ti va? Tanto adesso staranno
andando a dormire, sono le undici passate… e io sono stanco, visto che al
contrario di qualcuno no ho dormito per tutto il giorno.”
“…
va bene.”
“Tornate
in camera.””Si, mammina Riku! Ai suoi ordini!” Sora, con l’ultimo
residuo energetico rimastogli in corpo si avvicinò zampettando a Riku,
che lo guardava divertito.
“Mammina?””Mammina!
Sei così apprensivo…”
E,
battibeccando allegramente, si incamminarono per il corridoio.
Axel,
mise fuori la testa dalla stanza e gridò:”Capo! Reggi il
piccoletto, un attimo!” e chiuse la porta.
“Mi
dispiace, avrei dovuto dirtelo prima.” Roxas trovava che il pavimento
fosse particolarmente interessante,
così… pieno di vestiti.
Com’è
che non li aveva notati, prima?
Axel
gli prese il viso fra le sua grandi mani calde e lo costrinse a guardarlo negli
occhi, baciandolo per l’ennesima, sperata, volta.
Un
urlo isterico avvertì i due ragazzi che Sora doveva essere crollato di
nuovo.
“Ma
la volete piantare!” Riku era veramente irritato.
“Che
cosa divertente.” Axel guardava la porta ghignando.
“Sono
felice che tu ti diverta alle mie spalle.””No, non alle tua,
è fare arrabbiare Riku che è divertente.”
“Certo,
quanto giocare bendato a moscacieca su un’autostrada.”
“Roxas,
non preoccuparti.””E di cosa dovrei preoccuparmi, di grazia?”
“Ci
ho messo un sacco di tempo per riuscire a catturarti, ora che sei nella mia
trappola non ti lascerò fuggire velocemente. Per cui, finché non dichiari
la tua eterosessualità, crollasse il mondo, continuerò a
baciarti.”
Che
strana dichiarazione. Be’, meglio di nulla, vero?
“Ok.””Grazie.”
Poi,
siccome Axel era troppo alto per lui, gli tirò sadicamente in capelli,
causando un “Ahi” molto poco convito, in maniera da poterlo baciare
ancora.
Dio,
era come avere dell’energia elettrostatica nelle labbra.
“Roxas,
ti muovi? Guarda che Sora non è mica leggero! E sono certo che rimanere
svenuto tutto questo tempo non gli faccia bene al cervello!”
“Il
capo ti chiama.” Rise Axel ad un soffio dal viso di Roxas:”Non
è consigliabile far arrabbiare il capo, al primo giorno di servizio,
oltre tutto.”
Questo
accese un’inaspettata scintilla nella mente di Roxas a proposito del CCI:”Ma
noi alle tre avevamo la riunione!”
“E
chi l’ha indetta, scusa? Il capo è qui, e non mi sembra che sia
arrabbiato per la nostra mancata presenza, ma per la seconda perdita di
coscienza del suo bello…”
“No,
non con Riku. Con Larxen.”
“No,
ti prego, dimmi che non è vero, che sono in un programma di scherzi, che…”
“E’
pericolosa?”
“Sarà
meglio che ti saluti per bene, prima che tu te ne vada. Potrebbe essere l’ultima
occasione per vederci da vivi.”
Buon Giorno!!!
Ecco
a voi il capitolo!!!
Scusate
se non rispondo alle recensioni, ma devo andare!
Grazie
a Tutti!!
Bonza
Corrotta