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Autore: Liberty89    13/06/2010    5 recensioni
Fan Fiction vincitrice del 3° Gold Fiction Contest, indetto dal Fan Fiction World Forum.
Questa storia è stata catalogata come un "must", ed è pertanto consigliata a tutti i lettori.

Il Regno massimo
Chiamerà l’ultimo cuore prescelto.
Un cuore in costante pericolo
Perché il confine che lo separa dal buio
È fragile,
Come il cristallo.
La Via del Tramonto
Sarà accompagnata da una chiave oscura,
Creata dal Regno supremo stesso,
Poiché il tramonto conduce alle tenebre.

-Dal capitolo 24-
Un nuovo nemico minaccia la pace dei mondi e i prescelti del keyblade partiranno per una nuova avventura, in compagnia di un nuovo custode, un personaggio inventato (o quasi) dalla mia pazza mente!In questa fic s'incroceranno le trame di alcuni noti anime e film d'animazione, per cui saranno presenti spoiler su di essi, in ogni caso avviserò quando verrà l'occasione. Come generi ho messo i principali, ma qui dentro ci sarà di tutto: dalla drammaticità alla demenza pura xD nonché alcuni cenni di vita reale ^^ Spero vi piaccia!
Genere: Avventura, Drammatico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Sclero di una notte di mezza estate'
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Ma ciau a tutti :3 Finalmente la scuola è finita! Almeno per voi XD (yoho beviamoci su! NdJack Sparrow  non so che c'entri, ma.... Jack!!! *ç* NdFly) *si ripiglia* Per oggi pochi convenevoli inutili, non sono in condizioni ottimali, perciò non stupitevi se ci dovessero essere errori in giro... Dunque! Lo scontro con il Guardiano è finito e ha visto vincitori i nostri eroi, nuove domande sono nate con la rivelazione dell'identità di quelle due voci. Cosa avrà comportato tutto questo? Leggete e scoprite! Buona lettura ^^


Capitolo 55: Over rain


Si destò e tutto le apparve confuso e offuscato.
Sbatté le palpebre un paio di volte e l’ambiente divenne più nitido, ma era avvolto nella penombra. Lentamente cominciò a muoversi, riacquistando la sensibilità delle gambe e delle braccia per tirarsi a sedere. Sentì il suo corpo pesante e privo di energia, infatti, appena riuscì a sollevare il busto di qualche centimetro, la stanchezza e la debolezza si fecero notare con un violento capogiro che la costrinse a sdraiarsi nuovamente.
Con gli occhi ormai svegli e ben aperti si guardò intorno e riconobbe la sua stanza.
Le pesanti tende scure coprivano la grande portafinestra, facendo sì che solo un fievole raggio di luce entrasse nella stanza, passando dal punto in cui s’incontravano i due lembi. Voltò la testa a sinistra e vide una grande poltrona dalla stoffa azzurra decorata qua e là con delle margherite, che però non le permetteva di vedere oltre. Sospirò e portò lo sguardo al soffitto. Il silenzio la circondava, ma un suono impercettibile giunse alle sue orecchie. Pioggia.
Si chiese per quanto tempo fosse rimasta incosciente. I ricordi della battaglia e del dialogo tra Anike e Stefano riaffiorarono poco alla volta nella sua mente stanca e riversata nel caos.
Finalmente Jessie capì perché, quando la sua anima si era unita allo spirito della donna, le sembrò di ricevere una stretta materna e perché riponeva una fiducia incontrollata in quella che era solo una voce, nonostante non conoscesse ancora la sua identità o altro. Anike aveva avuto il suo potere, era stata la prima custode del Tramonto, e lei ne era l’erede. Le poche parole che i primi custodi si erano scambiati le vorticavano tra i pensieri, specialmente le ultime.
-Quali saranno le parole che dissero i saggi?- pensò.
Provò a contattare la donna, ma il silenzio le rispose e lo scrosciare dell’acqua le riempì le orecchie.
Persa nei suoi pensieri, sobbalzò quando avvertì la porta aprirsi, per poi chiudersi, e dei passi felpati avvicinarsi.
Una chioma argentea, due iridi color acquamarina, segnate dalla stanchezza e dalla mancanza di sonno, e un sorriso radioso entrarono nel suo campo visivo, quando si voltò verso la poltrona dalla tinta bizzarra.
-Ti sei svegliata.- disse il ragazzo sedendosi sulla poltrona. -Come ti senti?-
-Insomma…- rispose con la voce ridotta ad un sussurro, mentre l’altro poggiava una mano sulla sua fronte. -Prima ho provato a tirarmi su, ma sono crollata perché le braccia non mi reggono…-
-E’ stato uno sforzo immane quello che hai compiuto, unirti ad Anike quando eri già senza forze… Hai dormito due giorni di fila e hai avuto sempre la febbre altissima, per fortuna ora è scesa almeno un po’…-
-Vi ho fatti preoccupare, mi dispiace…-
L’argenteo scosse la testa. -Non devi scusarti, rilassati e goditi il riposo che ti meriti. Vado ad avvisare gli altri che sei sveglia, non vedono l’ora di salutarti.- asserì, alzandosi.
-Riku…- chiamò la ragazza, cercando di mettersi seduta, ma senza risultati.
-Cosa fai? Non sforzarti!- esclamò lui, scattando per aiutarla a stendersi di nuovo.
Approfittando della vicinanza tra i loro visi, la castana rubò un bacio al ragazzo, che arrossì.
-Mi sei stato accanto tutto il tempo, ho sentito la tua presenza vicino a me. Grazie.-
Il keyblader rispose al sorriso che la ragazza gli stava donando e ricambiò il bacio.
-Te l’ho detto che ti sarei rimasto vicino.-
Detto questo uscì per andare a chiamare gli amici.
Nell’attesa del ritorno del compagno, Jessie tentò di alzarsi più volte, ma il suo corpo non ne voleva sapere di collaborare, troppo provato dalla lunga ed estenuante battaglia che aveva avuto luogo ben due giorni addietro.
-Già due giorni e sono ancora in questo stato… sarà dura riprendersi se vado avanti così…- pensò seccata, emettendo uno sbuffo, dopodiché ricominciò a guardarsi intorno. Tuttavia, l’unica cosa che destava il suo interesse era la finestra e lo scrosciare della pioggia.
-Adesso mi alzo e tu, corpo, volente o nolente mi obbedirai!-
Concentrò le sue energie sulle gambe e riuscì a piegarle, tirandole a sé, poi toccò alle braccia e al busto. Con uno scatto veloce si portò a sedere, ma un capogiro la colse, facendola cadere dal letto.
-Ahi… ahi…- mormorò, massaggiandosi la nuca e scoprendosi seduta sulle ginocchia. Gattonò fino alla finestra e scostò una tenda per guardare all’esterno. Il cielo era coperto da uno spesso strato di nubi color piombo e l’acqua, sotto forma di fini gocce, cadeva copiosa sulla terra, come un incessante pianto. Nonostante tutto, la giornata era abbastanza illuminata e dedusse che doveva essere appena passato mezzogiorno.
All’improvviso, la stanchezza per aver percorso quel misero metro e mezzo si fece sentire e appoggiò la fronte ancora calda al vetro fresco, avvertendo un lieve sollievo.
Sollevò lo sguardo sul suo riflesso. -Mamma mia… faccio paura…- pensò, prima di spalancare gli occhi per la sorpresa.
Il suo riflesso era cambiato. Lunghe ciocche blu circondavano un viso che mostrava solamente un perfido ghigno. La custode indietreggiò come se si fosse scottata e il respiro si fece accelerato, mentre il cuore le martellava nel petto.

Come ogni giorno la bambina veniva derisa dai suoi compagni.
E lei come sempre li ignorava, finché questi non superavano il limite, alzando il livello delle offese, passando dal semplice scherno del suo nome, alle prese in giro su ogni aspetto che la riguardava, facendola sentire qualcosa di diverso.
Quel giorno però, nel cortile della scuola, la bambina dai capelli castani non reagì come le altre volte. Invece di rispondere per le rime, infatti, cadde in ginocchio distrutta dal dolore, che si manifestò con dei violenti singhiozzi.
A quel punto, qualche compagno si fermò per avvicinarsi e cercare di capire il perché di quel comportamento, mentre gli altri restavano a guardarla continuando a gettare frasi offensive.
La bambina non rispose a nessun richiamo, finché l’insegnante non la costrinse ad alzarsi per fare ritorno nell’edificio scolastico. Quando fu fatta sedere fuori dall’aula, con i suoi grandi occhi color nocciola, guardò ogni compagno con odio e disprezzo, senza smettere di versare lacrime. Mai in vita sua aveva provato realmente odio ma quel giorno un altro limite era stato oltrepassato.
La maestra s’inginocchiò davanti a lei, chiedendo spiegazioni, ma nuovamente i singhiozzi tornarono a toglierle il respiro, così con fatica espose il perché della sua sofferenza.
Nessuno di loro se n’è era ricordato. Nessuno di loro aveva fatto caso alla data che c’era scritta sui biglietti colorati che aveva distribuito appena il giorno prima. Nessuno di loro si era reso conto che, quel giorno, la bambina avrebbe solamente dovuto sorridere.
La donna entrò adirata in classe, interrompendo la lezione della collega. Nonostante la porta chiusa, la bambina udì chiaramente le sue parole.
-Come avete potuto offendere la vostra compagna nel giorno del suo compleanno?!-

Finalmente uscita da quell’incubo, Jessie urlò con quanto fiato aveva in gola e poi fu il buio.

***
Aprì gli occhi e le sembrò di vivere un de ja vù.
Stessa stanza, stesse tende scure a coprire la finestra e stessa poltrona con le margherite.
C’erano due elementi che differivano dal suo precedente risveglio: non sentiva lo scrosciare dell’acqua, quindi doveva aver smesso di piovere, e sulla poltrona accanto al letto, il custode dell’Alba dormiva della grossa, coperto fino al collo da una trapunta color giallo canarino.
La ragazza sorrise, ma s’incupì immediatamente ricordando cos’era accaduto. Il nemico aveva ricominciato a torturarla con i ricordi di quel passato che avrebbe solo voluto dimenticare, e il momento prescelto era stato quel triste giorno di tanti anni prima. Il dolore era stato così intenso da farla urlare e poi… Cos’era successo poi? Era svenuta, ma per quanto tempo lo era stato?
Spostò di nuovo lo sguardo sul compagno dormiente e decise di non disturbarlo.
-Dev’essere crollato…- pensò. -Mi dispiace Riku, te ne sto facendo passare troppe ultimamente…-
Provò a mettersi seduta e si stupì quando riuscì nel suo intento.
-Non avrò mica dormito altri due giorni?- si chiese allarmata.
Si voltò quando avvertì un fruscio.
La coperta che teneva al caldo il ragazzo era scivolata. Si avvicinò per rimetterla a posto, ma il suo movimento, per quanto leggero, aveva attirato i sensi dell’argenteo che si svegliò di colpo quando vide la custode sporta verso di lui.
-Jessie!- esclamò, stringendola a sé, mentre passava a sedersi sul letto. -Cos’è successo? Ti abbiamo sentita urlare e quando siamo entrati in camera ti abbiamo vista per terra con la testa tra le mani…-
-Mentre provavo ad alzarmi sono scivolata giù dal letto… mi sono avvicinata alla finestra perché volevo guardare fuori, poi…-
-Poi?-
-Non lo so… è tutto confuso finché non ho iniziato a vivere un ricordo… per quello ho urlato… Mi dispiace avervi fatti spaventare… E’ stato più forte di me…-
-Non preoccuparti, ora è tutto finito.- disse il giovane, passandole una mano sulla testa.
-Sì…- rispose, anche se con poca convinzione. -Quanto tempo è passato?-
-Bè…- iniziò, girandosi verso l’orologio appeso al muro. -Quasi un giorno… quando ti sei svegliata ieri era l’una di pomeriggio, ora sono le nove…-
-Capisco…-
Il silenzio scese tra i due come un soffice velo di seta, in cui godevano l’una dell’abbraccio dell’altro senza chiedere di più.
La custode del Tramonto, appoggiata al petto del compagno, poteva sentire i forti battiti del suo cuore e s’incantò sotto quel ritmo calmo e rilassato, che esprimeva tutta la serenità dell’argenteo. Chiuse gli occhi e rimase in ascolto.
Il ragazzo dagli occhi acquamarina posò la sua testa su quella della ragazza, mentre con la coda dell’occhio la vide abbassare le palpebre e avvertì le sue labbra stirarsi in un dolce sorriso. La strinse maggiormente a sé con il desiderio di non perderla mai.
Il cigolio della porta li risvegliò e una chioma castana sparata in tutte le direzioni fece capolino nella stanza.
-Jessie!- esclamò il ragazzo appena vide la compagna. -Finalmente sei sveglia, come stai?-
-Ciao Sora. Mi sento un po’ intontita, ma per il resto sto bene.-
-Mi fa piacere!- rispose l’altro con un sorriso a trentadue denti.
-Come mai da queste parti?- domandò invece Riku. -E’ successo qualcosa?-
-Nulla, sono venuto a vedere come stava Jessie e come stavi tu. Ti ho trovato ieri sera addormentato e volevo controllare che fosse tutto ok.- spiegò il castano.
-Gli altri?-
-Li ho lasciati finita la colazione, vado a chiamarli!- affermò, scattando all’esterno della camera, quasi travolgendo la porta al suo passaggio.
Pochi minuti dopo, la stanza della ragazza dai lunghi capelli castani fu invasa da tutto il gruppo della Luce, Ritornanti compresi. Un fiume di apprensione per le sue condizioni la investì e sorrise di gusto quando Riku e Re Topolino sedarono la curiosità dei compagni.
-Come ti senti?- le chiese il sovrano.
-Meglio di ieri, ma ho bisogno di riposare ancora oggi, prima di potermi alzare e riprendere a fare le mie solite cose.-
-Paperino ha provato a curarti con la sua magia, ma non ha sortito un grande effetto sulla tua febbre è riuscito solamente a guarire le tue ferite, sai dirci come mai?-
-Perché tutto era legato ai miei poteri e su quelli nessuna magia può intervenire, mentre sulle ferite il discorso è diverso, riguardano il mio corpo e quindi è possibile curarle. Grazie Paperino.-
-E’ stato un piacere!- esclamò il mago di corte.
-Jessie…- la chiamò il Soffio di Fiamme Danzanti. -…puoi parlarci della persona che si è unita a te durante lo scontro?- domandò, incrociando il suo sguardo smeraldino con quello color nocciola dell’amica.
La castana si voltò per guardare fuori, ma dal letto non riusciva a scorgere altro che uno spicchio di cielo, attraversato a tratti da qualche nuvola tinta di fuliggine.
Sospirò. -Non so dirvi molto…- cominciò. -So solo il suo nome e che è stata custode del Tramonto prima di me… Nemmeno lei conosceva nulla su di sé, finché il raggio non ha colpito la barriera.- fece una pausa, ma riprese quasi subito, voltandosi verso i compagni. -Ha cominciato a parlare con me mentre io e Kairi eravamo prigioniere del Guardiano, mi ha suggerito cosa fare, ma avevo paura di far del male a Kairi. Tuttavia, sono bastate le sue parole per dissipare i miei dubbi e mi sono fidata ciecamente di lei, una voce senza nome che mi faceva da guida in una battaglia difficile. Non so perché, ma la sentivo legata a me e mi sono fidata senza pensarci, poi quando ha unito il suo spirito alla mia anima…- si fermò e si portò le braccia attorno al corpo. -…mi sono sentita come tra le braccia di una madre, mi sono sentita avvolgere dal fuoco del Tramonto, mi sono sentita a casa…-
-Dov’è ora?- chiese timidamente Demyx, guardando negli occhi la keyblader.
-Non lo so… Il piccolo angolo che si era ritagliata nella mia mente è vuoto e silenzioso, ma è rimasto il calore della sua presenza, quindi so che si rifarà viva prima o poi…-
-E tu Riku?- domandò Axel. -Cosa puoi dirci?-
-Stefano sapeva cosa stava accadendo e per quanto gli è stato possibile mi ha dato istruzioni. Mi sono sentito strano quando ho avvertito la sua presenza dentro di me, ma non so definirla con chiarezza. Era come rivolgersi ad un altro me stesso… Ma c’è altro che mi impensierisce…-
-Cioè?- chiese Xemnas.
-Le parole dei saggi…- rispose Jessie, attirando l’attenzione su di sé.
-Esatto.- disse l’argenteo. -Non so perché, ma so che non sono state parole di buon auspicio…-
-Anch’io sono dello stesso avviso, ma finché non si faranno risentire dovremo restare con i nostri dubbi…-
Un teso silenzio colmò la stanza, interrotto solamente dal ticchettio dell’orologio appeso al muro, quando un lieve ma deciso bussare richiamò l’attenzione di tutti. Dato il permesso, un uomo vestito con una calzamaglia color cobalto, fece un inchino prima di parlare.
-La Regina mi manda a dire che il pranzo è pronto e che più tardi vorrebbe avere un colloquio con la signorina Jessie, in compagnia della principessa Fiona.- disse con un forte accento francese.
-Dove vuole incontrarmi la regina?- chiese la giovane.
-Sua Maestà ha detto che vi raggiungerà qui nella vostra stanza dopo pranzo.-
-Molto bene, riferite alla Regina che l’attendo con impazienza e che la ringrazio per il disturbo. E naturalmente grazie a voi per avermi riferito il messaggio.-
-Dovere signorina.- rispose, mentre s’inchinava per poi andarsene com’era venuto.
-Andate pure a pranzo, io voglio darmi una sistemata prima dell’arrivo della Regina.-
-Vuoi che resti qui con te?- domandò il custode dell’Alba con apprensione.
-No grazie, vai a mangiare, ne hai bisogno. Ci vediamo più tardi.-
Usciti tutti, la ragazza si alzò lentamente dal letto per dirigersi nel bagno adiacente alla camera, mentre una strana sensazione s’impossessava del suo cuore. Un presentimento sul prossimo futuro, che però era ancora un punto nero su un grande foglio bianco.



A me questo capitolo non sembra venuto molto bene, sarà perché è di passaggio, ma il giudizio è come sempre, vostro u.u
Sono nati nuovi enigmi: cosa vorrà dire la Regina Lilian a Jessie? Cosa si celerà dietro il presentimento avvertito dalla custode? Quali parole dissero i saggi? Questo e altro nel prossimo capitolo, che sarà diviso in due parti! Al prossimo week-end!
See ya!


L'angolino dedicato a voi u.u

masterof dark: Sono contenta che le nuove informazioni sulla gatta abbiano messo in moto i tuoi ragionamenti, ma non trarre conclusioni affrettate u.u Comunque non preoccuparti per la faccenda della forma dei keyblade, ogni cosa a suo tempo u.u Ho voluto mantenere la forma, ma qualcosina di diverso c'è, non temere ^^ Spero che questo capitolo di passaggio ti sia piaciuto ^^ A presto!!!

LightRoxas: Sono sadicissima, specialmente quando scrivo e vado fiera di questa mia caratteristica u.u Muahahahah!!!! *si ripiglia* Non leggo vocabolari prima di dormire, sinceramente preferisco altre letture XD Però il vocabolario lo uso sempre quando scrivo per non ripetere termini già usati in precedenza, ma l'aiuto più grande mi è dato dalla lettura. Leggo tantissimo e ad una velocità disarmante, mio padre tra un pò si rifiuterà di prendermi altri libri perché l'ultimo che mi ha preso l'ho letto in un giorno solo XD Fammi sapere cosa pensi del capitolo e cerca di resistere ù.ù Ciauuuu ^^

Deby92: Carissima ^^ non preoccuparti per il ritardo, anch'io sto aggiornando all'una di notte visto il poco tempo che ho XD Anike e Stefano hanno sempre suscitato un grande interesse nei lettori e mi fa piacere che anche qui è lo stesso. Sono contenta che il chap ti sia piaciuto e spero che questo non sia da meno ^^ Alla prossima <3






Anche per oggi abbiamo finito u.u Come sempre ringrazio tutti voi che commentate, ma anche quelli che leggono soltanto =3 siete sempre così tanti che mi commuovo ç.ç Vi adoVo tutti tutti :3 Al prossimo week-end! See ya!!! *sparisce in una nuvola di fumo, trascinandosi dietro il Banditore addormentato*
  
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