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Autore: NakamuraNya    14/06/2010    3 recensioni
Allora questa FF è per il compleanno di Baekho che è stato 13 giugno. In sintesi per non rovinare a chi volesse leggere questa one-shot illustrerò sintetizzando il contenuto: America va a mangiare a casa di Giappone e non ostante il suo comportamento normale ma è bastato un niente per rendere l'atmosfera pesante e il primo pieno di malinconia. Leggete e recensite in molti!!!!!! ^^
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: America/Alfred F. Jones, Giappone/Kiku Honda, Inghilterra/Arthur Kirkland
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa “cosa” non è nata per essere scritta come one-shot ma è successo che è arrivato il compleanno di Baekho, e ho pensato le dedico questa storia. Non è affatto qualcosa di demenziale anzi è seria!!!!! O.O Sono arrivata alla triste consapevolezza che per crescere come scrittrice devo riuscire anche a far soffrire qualcuno nelle mie storie.
Se siete amanti della coppia GiapponexAlfred non è per voi.
Baekho tu che hai confessato che ti piacciono anche le FF tristi deprimenti ti becchi ciò al tuo compleanno.

L'ennesimo boccone di sushi venne ingoiato con voracia.
-B...buono. - Urlacchiò con la sua solita voce stridula America sputacchiando alcuni chicchi di riso.
-Sono contento che ti piaccia America-san – Disse Giappone tirando su un angolo della bocca mostrando così un timido sorriso.
-Molto più buono del cibo di Inghilterra. - Asserì l'americano prendendo con le mani un onigiri e pucciandolo nel wasabi.
-America-san è piccante! - Urlò Kiku per avvertire l'altro.
-Un eroe non può aver paura di un cibo. - E detto ciò mangiò in un sol boccone la pietanza facendo così sbiancare il giapponese.
La reazione di Alfred non si fece troppo attendere, incominciò a divenire paonazzo e poi si alzò di scatto incominciando a correre intorno al basso tavolo, urlando frasi senza senso.
-Questa è la tremenda vendetta di Inghilterra perché ho detto che il suo cibo non è buono!!!! Brucia! Brucia! BRUCIAAAAAA!!! -
L'idea di bere un po' di acqua, per coprire almeno un poco quel senso di bruciore alla gola, gli venne dopo cinque minuti di corsa e urla.
Prese dal tavolo quella specie di brocca bianca contenente di sicuro acqua.
-ACQUA!!!!!!- Urlò prima di far scendere la bevanda giù per la gola.
-America-san quella non è acqua è sakè! -
Troppo tardi l'americano aveva già svuotato la brocca e ora dondolava paurosamente.
-America-san? - Domandò Giappone in ansia.
TUMP, Alfred era caduto come un peso morto sul tavolo e si era addormentato.
Kiku sospirò rassegnato, quando si trattava di America gli sembrava di trattare con un bambino.
Spostò con delicatezza alcuni ciuffi dalla fronte del biondo mentre le guance gli si imporporavano leggermente.
-Arthur... - Sussurrò l'americano in quel frangente.
Giappone ritrasse di scatto la mano come se il corpo dell'altro fosse divenuto incandescente.
Cosa stava facendo? Perché l'aveva toccato? Che diavolo pensava?
-Arthur... il tuo cibo fa schifo. - Il giapponese rimase lì immobile, mentre un moto di felicità inondava il suo petto, con questo rinnovato buono umore ritirò le ciotole sul tavolo e trascinò America verso il tatami.

***

Mangiò con fatica l'ennesima portata cucinata da Arthur, pensando che quello che cucinava Francis fosse molto ma molto più buono.
Sollevò per  un attimo lo sguardo color del cielo sul suo tutore, incontrando    due iridi calme come un mare di smeraldo, la testa pigramente appoggiate su una mano, sulle labbra un sorriso felice.
Se avesse smesso di mangiare quel cibo, avrebbe reso triste Arthur.
Con foga finì il piatto.
-Buonissimo! - Esordì il piccolo Alfred.
Il sorriso sulle labbra dell'inglese si allargò.
-Che bravo che sei Alfred! - Esordì Inghilterra accarezzandogli il capo.
Gli piaceva essere elogiato e ricevere quei sorrisi, anche se doveva mangiare quel cibo.
Il ricordo incominciò a incrinarsi, il volto felice di Arthur divenne una maschera di sofferenza, lui da bambino divenne un giovane uomo, la cucina dove aveva mangiato per anni divenne un campo di battaglia e infine il sole che filtrava dalla finestra divenne una pioggia che li bagnava.
-Perché hai rovinato tutto, Alfred? -
-Il mio popolo voleva io... non ho potuto. -
-Mi odi così tanto? -
America spalancò gli occhi.
-Arthur io non ti odio io ti... -
Delle urla trapassavano la sua mente Lui è solo Inghilterra il monarca crudele, finalmente ce ne siamo liberati. Libertà per l'America via gli inglesi tiranni. Quelle voci appartenevano al suo popolo.
 Lo stesso succedeva anche all'inglese Tu non hai bisogno di lui. E' solo uno stupido.
L'americano si tenne la testa fra le mani urlando. Non poteva andare a finire così, Arthur non doveva pensare che lui lo odiasse. Perché stava accadendo tutto quello? Eppure era successo tanto di quel tempo fa. Perché veniva ancora tormentato?
-Non è vero, non è vero! -

***

Giappone incominciò a  scuotere il corpo di America con preoccupazione, all'inizio sembrava calmo anzi felice ma improvvisamente aveva incominciato a tremare e piangere.
-Non è vero! - incominciò a ripetere l'americano ogni volta sempre più forte e quando questo divenne un urlò, si svegliò.
-America-san? - Chiese Kiku.
L'americano si voltò verso di lui con sguardo vacuo non vedendolo, lo abbracciò con disperazione.
-Mi dispiace. - Incominciò a sussurrargli singhiozzando un po'.
-Mi dispiace così tanto. -
Il giapponese era ormai in fiamme mentre sentiva il calore dell'abbraccio di America, approfittò di quel momento per contraccambiare il gesto.
-America-san ti voglio bene. - Sussurrò dolcemente appoggiando la testa sulla spalla del biondo.
Alfred trasalì svegliandosi completamente e rendendosi conto di quello che stava facendo, Kiku non era Arthur. Per quanto gentile e buono era il moro, non sarebbe mai stato allo stesso livello del suo ex-conquistatore.
Infondo lui non aveva niente da farsi perdonare a Giappone, non gli aveva fatto niente. E chi dice che sarà così anche per il futuro? Quella voce fastidiosa lo fece tremare, perché sapeva che aveva ragione, aveva sempre avuto ragione.
Aspettò che fosse il giapponese a sciogliere l'abbraccio, non se la sentiva di respingerlo dopo che era stato lui ad abbracciarlo.
-America-san va tutto bene? - Domandò il moro accarezzandogli la guancia sentendola ancora umida sotto le dita, a quel contatto il biondo si sottrasse.
-Oh, scusami... io... ecco non volevo. -
-Scusami tu, io devo andare! - Disse Alfred alzandosi di botto.
-Ti accompagno alla porta. - Propose il giapponese mentre seguiva l'altro all'uscio.
-Tornerò a mangiare le tue delizie e a visitare il tuo paese. - Disse con quella quasi formale gentilezza che non gli apparteneva.
-Ti aspetterò! - Disse mostrando un po' troppa felicità nel pronunciare la frase.
America lo salutò con un breve inchino prima di voltarsi.
Anche se era uno stupido si era accorto del modo in cui Kiku lo guardava, si stava facendo schifo lo stava soltanto illudendo comportandosi in quel modo.
Quella sera mentre andava in bagno a fare quel compito ingrato che era lavarsi i denti, sentì come la voce di Inghilterra che gli raccomandava di fare l'operazione con cura.
La scena di lui che insieme al suo tutore cercava di imitarlo in ogni sua mossa, nel lavarsi i denti, nel bere il tè, nel modo di camminare e di far finta di leggere il giornale.
Alfred appoggiò la testa contro lo specchio trattenendo un singhiozzo.
E' brutto arrivare alla fredda consapevolezza che è stato lui ha insegnarti quello che sai fare, e che ora non è al tuo fianco.

Che depressione che mi viene.
Chiaramente la faccenda si tiene durante la seconda guerra mondiale.
Grazie per essere riusciti a leggere fino alla fine!
Recensite in molti!!!!!!!!! ^-^
La storia doveva essere pubblicata il 13 giugno data del compleanno di Baekho ma causa pioggia che ci ha costrette per ore sotto un tendone di un ristorante non sono riuscita a pubblicarla!!!!!!!! T.T
   
 
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