Sanctuary, sweet Sanctuary
Non
riesco ancora a crederci…
Muovo
le mie mani sulla sua schiena rivestita dell’armatura, incurante del freddo
tipico del metallo, entrando in contatto più volte col lungo mantello bianco
che è solito ricoprirgli le spalle.
È
trascorso ormai un po’ di tempo da quando ci siamo…
beh… “riappacificati” – arrossisco al solo pensiero, stringendolo più forte –
ma non ho la benché minima intenzione di
scollarmi da lui.
E anche lui sembra non avere alcuna fretta, dal modo in cui
mi sta abbracciando a sua volta, tenendo un braccio ad avvolgermi la schiena –
accarezzandomi quest’ultima di tanto in tanto – e
l’altro braccio avvolto attorno alle spalle, su cui la sua mano si fa leva per carezzarmi
il capo, lasciando scorrere le dita tra i miei capelli.
Nessuno
dei due ha detto più una parola… non ce n’è stato bisogno… non in quel momento
che è seguito al gesto più naturale che potessimo rivolgerci.
No,
non me l’aspettavo.
Non
mi aspettavo che il docile e timido Mu accostasse le
sue labbra alle mie con una tale naturalezza… e per giunta senza arrossire.
Ed io… beh… non mi aspettavo di capitolare così velocemente…
È
stato… un sollievo… come se non aspettassi altro che quel momento… nonostante
tutto quello che mi aveva fatto passare.
Dopo
l’ultima notte al Santuario, non mi aspettavo minimamente che mi seguisse…
certo… l’avevo preventivato… ma mi ero imposta di non
cedere nel modo più assoluto, nel caso in cui fosse accaduto.
Beh,
evviva la coerenza.
Sorrido
contro il suo collo, avvertendolo muoversi un po’, probabilmente per guardarmi
in volto… quando vedo nitidamente – nonostante la
posizione che ha assunto la mia testa, considerando, inoltre, la stazza del
soggetto - qualcuno arrivare spedito,
per poi fare dietrofront con una nonchalance tale da
farmi trattenere a stento dallo scoppiare a ridere.
-
Al…-
pronuncio nitidamente, senza urlare, chiamandolo e avvertendo Mu irrigidirsi. Una manona
compare nuovamente nella sala… ma senza il corpo del proprietario.
-
Dovreste…
ehm…- dice,
facendo cenno col pollice di recarci di là da loro, per rendere il concetto più
chiaro.
Cerco
di soffocare una piccola risata.
-
Subito
– gli rispondo perentoriamente, vedendo l’arto del cavaliere del toro sparire
dalla mia vista e avvertendo Mu tornare a rilassarsi.
Sollevo
la testa… verificando personalmente i miei sospetti, sorridendo sorniona.
-
Rieccoti
qui…- dico sottovoce, continuando a sorridere, osservando divertita il rossore
abbandonare le sue guance, riferendomi alla sua
particolare caratteristica dell’arrossire… che sembrava essersi dileguata. Deve
essersi imbarazzato per essere stato colto con le mani nel sacco da Al.
Gli
apro la mente per far in modo che senta i miei pensieri, vedendolo arrossire
nuovamente, portandogli poi le mani ai lati del viso, sollevandomi sulle punte
dei piedi e poggiando le mie labbra sulle sue, gesto
al quale risponde dopo un po’, socchiudendo gli occhi, sempre con quell’infinita dolcezza che riesce a farmi sciogliere.
-
Andiamo,
dai… - mi sforzo di dire, trattenendomi dall’impulso di baciarlo di nuovo e separandomi
da lui lentamente… per poi abbandonare velocemente la sala, raggiungendo quella attigua.
Ho
bisogno di rimettere in ordine i pensieri.
Ora
tocca a me cercare di non arrossire… quanto tempo ci abbiamo
messo? avranno… sospettato qualcosa?
Mandando
tutti i pensieri al diavolo, entro nella sala direttamente, con nonchalance, evitando di stabilire subito un contatto
visivo con qualcuno – tenendo quindi lo sguardo fisso davanti a me – e
camminando a testa alta… non m’importa un accidenti… quel bacio sembra avermi
rinvigorita… non avverto quasi più la spossatezza della giornata… sarei pronta
ad affrontare anche l’ennesima reincarnazione della giornata!
Beh…
però loro mi hanno lasciata semimorente, forse sarebbe
quantomeno opportuno dare l’impressione che lo sia ancora… afflosciare le
spalle e avere un’andatura irregolare dovrebbe andare… e… AAAH!
-
Dannazione!
– esclamo innervosita, riprendendomi all’istante dall’ennesima paura che mi ha
fatto prendere Akhu, sbucato improvvisamente da
dietro ad una colonna della sala e indietreggiando a sua volta. Dobbiamo
esserci spaventati a vicenda.
-
E quello? – chiede con un tono decisamente seccato Kanon,
indicando con un cenno del capo Akhu, ancora
rannicchiato accanto alla colonna.
-
Quello
è Akhu…- risponde soavemente Ganesha,
sorridendo e lasciando intendere, dal modo in cui lo fa, che ne sia molto
affezionato. – Mio fedele compagno e servitore da tempi immemori… - aggiunge, avvicinandosi e allungando una mano per
carezzargli il muso… dal quale ricomincia a cadere quella strana roba bianca di
prima.
-
Quanto
a lungo dura il suo stato? -. Sobbalzo, riuscendo in extremis a celare la
sorpresa di risentire la voce di Mu, alle mie spalle,
costringendomi a non voltarmi e allontanandomi da lui per sicurezza… non so per
quanto riuscirei a nascondere l’agitazione che provo in sua presenza… e non
sono certo circondata da stupidi. Meglio evitare.
-
Tanto
quanto il mio – gli risponde Ganesha… ma di che
stanno parlando?
Mi
volto, perplessa, concentrandomi solo e unicamente sul bizzarro animale che –
in modo quasi sottomissivo – accoglie le attenzioni
del dio.
-
Quello
sarebbe davvero un sorcio? – chiede senza mezzi termini Death
Mask, nel momento in cui Mu
si avvicina a sua volta ad Akhu e – con garbo ma allo
stesso tempo con decisione – allunga una mano per toccarlo.
Riesco
a vedere chiaramente Aioria rivolgere un’occhiataccia
ad Angelo, prima che decida di sedermi su un’altura posta in prossimità della
parete di fronte, avendo così una più chiara e completa visuale di tutta la
sala.
-
Secondo
gli attuali schemi umani, sì – rispondo al granchietto inopportuno, sospirando, utilizzando le stesse parole
di Ganesha che, sedutosi su una sorta di poltrona,
esattamente di fronte a me, intravedo sorridere, con sguardo complice.
-
Cosa dicevate in merito al suo stato? –
chiedo precipitosamente subito dopo, riferendomi ad Akhu,
distogliendo lo sguardo da quello del dio incestuoso e mettendomi a fissare -
in ordine – il pavimento, le pareti, il soffitto e vari pezzi di armature, in modo del tutto confusionale, per poi posare
il mio sguardo su Mu, ancora alle prese col roditore,
e sentendo il calore invadermi il volto.
Non
ho mai adorato tanto l’armatura dell’ariete quanto adesso…
-
Accidenti!
– esclama improvvisamente Aldebaran, facendomi
sobbalzare, distraendomi così dai miei pensieri.
…
la devo smettere di perdermi in fantasie… che mi sono persa?
Mi
guardo attorno con circospezione, notando che tutti hanno lo sguardo rivolto su
Akhu, da cui Mu si è ormai
allontanato, battendo le mani per pulirsele dalla sostanza grigiastra che precedentemente ha sporcato anche le mie…
-
Una
statua? – chiede Aioria sorpreso, sgranando appena
gli occhi.
Oh
grazie, amico!
Una
statua!
Akhu è una statua!
…
UNA STATUA?!
Non
posso impedirmi di spalancare la bocca dallo stupore… non posso aver capito male… cioè, tecnicamente potrei, ma… questo
spiegherebbe almeno la sostanza grigiastra…lo strano rumore che i suoi arti
emettono appena si muove un po’… la consistenza liscia e… marmorea del suo corpo.
Santo
cielo.
-
Non
è suo il cosmo intriso nel palazzo – dice ancora una volta Mu,
con quella che sembrerebbe ovvietà, guardando ancora una volta il sorcio di
pietra e rivolgendo lo sguardo a Ganesha. – E non è
nemmeno il Vostro - .
I
miei occhi si spostano automaticamente sulla reincarnazione del figlio di Parvati, attendendo che risponda, notando il sorriso
obliquo che gli si delinea sul volto.
- Devo ammetterlo, non immaginavo che i
servi della dea Athena fossero così tanto preparati…
- risponde con estrema lentezza, scandendo bene le parole - mostrando insomma
quello che deve essere il lato sbruffone caratteristico di tutte le divinità –
alzandosi dalla sua postazione e avvicinandosi a me. – Non fraintendetemi, è
davvero eccezionale che dei comuni esseri umani abbiano una così profonda
conoscenza del cosmo, mi congratulo con voi e con la dea che servite…
d’altronde è a voi che devo la salvezza della mia Signora madre…-.
- Non hai risposto alla domanda – decido
d’interromperlo io, dando un taglio al suo noioso cianciare.
- Chiedo scusa – pronuncia
immediatamente dopo lui, cambiando il suo atteggiamento altezzoso con un’espressione
più remissiva e prodigandosi in un profondo inchino… la figura materna ha fatto
di nuovo effetto, eh?
- La constatazione poc’anzi
espressa dal cavaliere è esatta. -.
- Di chi è, dunque… quest’energia? – chiedo perplessa, rivolgendo lo sguardo in
ogni dove per tentare di captare ogni minima vibrazione per individuarla nuovamente, quando ad un
certo punto si rimanifesta.
I
cavalieri sollevano tutti le teste contemporaneamente,
restando come in ascolto… devono averla avvertita sicuramente anche loro.
- Dovreste saperlo… - mi risponde dopo
quello che sembra essere un infinito lasso di tempo Ganesha.
– O perlomeno immaginarlo… - conclude, rivolgendomi un
sorriso ambiguo.
Dovrei
saperlo… o perlomeno immaginarlo.
Ok, stessa storia di Akhu praticamente… deve trattarsi di qualcuno che Parvati conosce molto bene… dunque…
Il
figlio lo abbiamo – ahimè – conosciuto… stessa storia
per l’animale domestico… mmmm…
…
Diamine…
allora deve trattarsi…!
-
… Shiva? – chiedo tentennante, quasi sussurrando, non
riuscendo a credere di aver davvero tralasciato il perno fondamentale di tutto questo ambaradan.
Ganesha si limita a rivolgermi un sorriso
radioso e a far brillare gli occhi dall’emozione, per poi annuire lentamente,
mentre il mio cuore perde un battito e i cavalieri sussultano tutti
contemporaneamente, eccetto Mu.
-
Diamine
– mi lascio sfuggire, decidendomi a respirare di nuovo, sentendo i criceti
nella mia testa correre velocemente sulle loro ruote… ma
la lampadina proprio non vuole decidersi ad accendersi…
-
D-dov’è?
C-cioè, si è r-reincarnato anche lui? – mi sento così
stupida a chiedere una cosa del genere. E dire che un
tempo non credevo nemmeno alle divinità, reincarnate o meno che fossero!
Il
figlio di Parvati si lascia sfuggire una risata divertita… facendola durare più del dovuto… senza
decidere di smetterla…
Forse
si crede simpatico.
Un
mio sguardo in cagnesco basta a farlo smettere,
tossicchiare imbarazzato e schiarirsi la voce.
-
No,
Mia Signora… ciò non sarebbe mai potuto verificarsi… -
.
-
Ovvero? – chiede Kanon,
rubandomi la domanda che fremevo fargli.
-
Il
Signore celeste non si reincarna… non si è mai reincarnato… ne
in questa vita, ne nella precedente… ne lo farà in futuro…-.
Ah,
però.
Allora
esiste una divinità furba che si estranea
completamente dalle vicende umane, eh?
-
Ciò
non impedisce al suo Spirito di essere presente in
qualsiasi luogo necessiti della sua divina protezione… - .
-
È
per questo motivo che non riuscivamo a scalare la montagna? – chiede
improvvisamente Aldebaran, facendomi sgranare gli
occhi.
-
Non
riuscivate a fare cosa? – chiedo prima che Ganesha
possa rispondere.
-
Esattamente
– risponde subito dopo il dio, a cui non presto minimamente attenzione,
aspettando che qualcuno m’illumini su questa nuova.
-
A
quanto pare il cosmo del dio Shiva
funge da protezione per la montagna così come quello della dea Athena funge da protezione per il Santuario – spiega
pazientemente Aioria, gesticolando appena e guardando
altrove, probabilmente perso in chissà quali congetture.
Ma…
il santuario è disseminato di altri templi che
separano un ipotetico visitatore indesiderato dalla cima… qui…
Il
puzzle manca ancora di troppi pezzi.
-
Ganesha,
tu… - inizio, indecisa su cosa chiedergli, vedendo il
suo sguardo concentrarsi subito su di me. - … tu e… Akhu…
- aggiungo, lanciando un’occhiata in tralice al suo animale domestico, seduto
compostamente nell’angolino in cui l’ho lasciato, scuotendo il muso di tanto in
tanto, imbrattando così il pavimento di polvere. – Siete gli unici custodi di…
questo posto? – lui annuisce, aspettando pazientemente che continui, comprendendo
che ho altre domande da porgli.
Sospiro
profondamente.
-
Che... che senso ha la tua reincarnazione?
Perché ti sei mostrato solo adesso? -
.
Ganesha mi sorride teneramente, con quella
solita luce di gioia negli occhi che ho visto rivolgere solo a me, prima di avvicinarmisi – con passo
cadenzato – e inginocchiarmisi di fronte.
Trattengo
il fiato, sperando vivamente che la ridotta distanza che c’è tra
di noi non si riduca ulteriormente. È già abbastanza imbarazzante così…
perché deve essere così tanto remissivo nei miei
riguardi?
Mi
conduco una ciocca di capelli dietro all’orecchio, imbarazzata, sollevando un
attimo gli occhi sui cavalieri di Athena,
alle spalle del figlio di Parvati, in attesa quanto
me di avere delle risposte, intravedendo improvvisamente Angelo sorridere nel
suo solito modo derisorio… cazzo c’è da ridere? Non
mi sto divertendo!
Solo
allora rivolgo direttamente lo sguardo di nuovo su Ganesha,
venendo colpita da un attacco di panico.
Cielo.
Perché mi è venuta in mente un’immagine
agghiacciante riguardante me vestita come Saori?
Scuoto
la testa lievemente, facendo in modo che l’incubo ad occhi aperti si allontani,
concentrandomi poi sulla posizione assolutamente scomoda che ha assunto Ganesha.
-
Per
favore, alzati… - dico ancora imbarazzata, cercando di non guardare nessuno dei
cavalieri di Athena. Ho
deriso più volte la reincarnazione della loro dea per essere tanto servita e
riverita, ed ora mi trovo nelle sue stesse condizioni.
Com’è
che si dice? Chi la fa, l’aspetti?
Conduco
una mano alla spalla dell’involucro
di Ganesha, per indurlo a sollevarsi, quando una sua
mano va ad afferrare delicatamente la mia e ad avvolgerla con l’altra in un
gesto tanto dolce da far venire il diabete.
No,
non è che muoia dalla voglia di offenderlo… ma è
troppo!
Quasi
automaticamente vengo colta nuovamente dall’imbarazzo
e da una strana sensazione che inizialmente non riesco a individuare.
Quando
intravedo la testa di Aldebaran
voltarsi di scatto verso Mu… comprendo.
…
-
Non
avrei mai potuto permettere che
La
voce di Ganesha mi distrae nuovamente dalle mie
elucubrazioni mentali. Dovrò rimandare a dopo le mie supposizioni sulla gelosia
del cavaliere dell’ariete…
-
Non
appena
Non
posso fare a meno di rabbrividire nuovamente.
Faccio
scivolare la mia mano dalle sue, sollevandola e ponendogli il palmo di fronte.
-
Prima
che tu continui, ho assolutamente bisogno di sapere come funziona la
reincarnazione -. Non mi piace questa storia dell’involucro. Parvati, da tranquilla ospite, potrebbe rivoltarmisi
contro? Ed io non potrei fare niente per
impedirglielo?
-
Mia
Signora… è un concetto molto complesso… - . Al mio
sguardo inceneritore riprende a concentrarsi, probabilmente per cercare le
parole più adatte, riassuntive ed esaustive per spiegarsi. Non può liquidarmi
così. – Esistono diversi sistemi che consentono a noi divinità di reincarnarci… ma tutto dipende fondamentalmente dall’essere
umano che si sceglie di utilizzare… - .
Si
blocca nuovamente, interdetto, quasi timoroso di aver pronunciato le parole
sbagliate. Deve aver avvertito il mio nervosismo.
-
Secondo
quale criterio scegliete l’essere umano da utilizzare?
– chiedo meccanicamente, annuendo per comunicargli che il primo concetto è
stato compreso, spronandolo così a continuare.
-
Anche in questo caso esistono diversi
criteri… la scelta può dipendere da svariati fattori… - sospiro affranta,
trattenendo poi un po’ il respiro e mettendomi a pensare. Il discorso è davvero
lungo come diceva… e, ammesso che non lo sia come attualmente
vuol far credere, sta tergiversando… e noi non abbiamo tutto questo tempo…
-
Tu
hai scelto questo tipo… – indico il suo involucro con una mano. – Perché ti si
è completamente concesso… - .
-
E
per la sua sconfinata fedeltà - .
-
Sì
sì, ok… e per la sua
fedeltà… - aggiungo per accontentarlo, cercando di arrivare al punto che più mi
preme sapere.
-
Ma…
io…- sospiro di nuovo, affranta e affaticata da tutti
i pensieri che mi stanno vorticando in testa. – Perché Parvati
ha scelto una come me?
- .
…
Non
so aggiungere altro. Confido nella sua natura divina onnisciente per capire a
cosa mi riferisco.
Dopo
un po’, Ganesha mi sorride comprensivo.
-
Per
quanto lo avessi profondamente desiderato – riprende a
parlare con enfasi, portandosi una mano sul petto, all’altezza del cuore. - Io non sono a
conoscenza di tutti i motivi che spingono
Sarà
un tipo un po’ troppo impiccione evidentemente.
Diamine,
che darei per avere sottomano, in questo momento, un libro di teologia induista
per confutare le mie supposizioni in merito a Ganesha…
se, ancora una volta, non ricordo male, viene
descritto come un tipo alquanto morboso nei confronti di Parvati…
-
Il
motivo per il quale Lei è stata scelta dalla Signora Celeste – continua, distraendomi
dai miei pensieri.
– è semplice. Era scritto nel suo destino - .
…
Destino
di cacca.
…
Troppi occhi, non posso sollevare il viso per guardare Mu.
Ma me lo ricordo… mi disse la
stessa cosa tempo fa…
“Hai
solo avuto la sventura di nascere sotto un cielo caotico…”
Ed io pensai che più che un
cielo caotico, fosse un cielo di merda.
Sorrido impercettibilmente, avvertendo il suo cosmo raggiungermi e
avvolgermi delicatamente.
Probabilmente starà ricordando la stessa cosa anche lui.
Improvvisamente quello che abbiamo appurato essere il cosmo di Shiva torna a farsi sentire in
maniera più insistente, ed io avverto il cosmo di Mu
abbandonarmi.
-
Ganesha… da dove proviene? – chiedo a quel punto,
incuriosita, guardandomi attorno, senza soffermarmi sulle espressioni
concentrate dei cavalieri di Athena,
che devono averlo avvertito anche loro.
Alla mancata risposta del dio, rivolgo il mio sguardo verso di
lui, per osservarlo… scorgendolo a guardare sottecchi, senza scomporre la sua
posizione, con un’espressione poco raccomandabile in volto… Mu.
…
-
Ganesha – lo riprendo, scandendo meticolosamente il
suo nome e utilizzando un tono di voce più alto perché possa sentirmi.
Il suo sguardo, nello spostarsi nuovamente su di me, torna a
rabbonirsi, come se nulla, poc’anzi, l’avesse turbato.
…
-
Dalla statua che rappresenta il Signore
Celeste – mi risponde soave, con il classico tono di ovvietà che lo
contraddistingue.
Aggrotto la fronte, continuando a guardarmi attorno.
-
Ci hai adagiato sopra il tuo fondoschiena un
quarto d’ora fa – interviene improvvisamente Angelo, facendomi sgranare
gli occhi e sollevarmi di scatto, voltandomi poi… ad ammirare l’enorme statua,
rappresentante il consorte di Parvati seduto nella
classica posizione del loto.
Come diavolo ho fatto a non
accorgermene?? Mi ci sono seduta proprio in grembo!
A
questo punto una domanda mi sorge spontanea…
- C’è qualche possibilità che… - non so
come spiegarmi. - …che questa statua prenda… vita? –
chiedo infine, posando nuovamente il mio sguardo su Akhu
e riportandolo nuovamente sulla statua di Shiva,
completamente immobile.
- Assolutamente no – mi risponde Ganesha, con lo stesso tono dolce di prima… nonostante
abbia uno sguardo cereo rivolto verso Death Mask, che tende subito a sviare non appena si accorge che
lo sto osservando.
Angelo
dal canto suo ha sostenuto lo sguardo, non scomponendosi
minimamente.
…
prima o poi qui scatterà nuovamente una rissa…
-
Non
abbia paura – riprende dopo un po’ Ganesha,
avvicinandosi e portandomi una mano dietro la schiena, per invogliarmi ad
avvicinarmi nuovamente alla rappresentazione di Shiva.
Sarà
anche innocua… ma ciò non toglie che sia comunque… strana.
Il
suo cosmo si è rimanifestato nel momento in cui Mu mi ha avvolta col suo… è stato
un caso? E lo è stato anche lo pseudo
sguardo assassino che ha rivolto Ganesha a quest’ultimo?
-
Nulla
potrebbe indurre il suo consorte a farle del male… - riprende
il dio, senza che io gli presti particolare attenzione, continuando invece a
concentrarmi sul cosmo di Shiva, che sembra essersi
ridimensionato.
È
bizzarro di come si rivolga a me in qualità di
divinità e non d’involucro… insomma, sì, dentro di me c’è Parvati…
ma…
- Io credo che in tutto questo vostro
progetto di reincarnazione ci sia una grossa falla… - decido ad esporre,
esprimendo i miei dubbi e le mie perplessità. - Riepilogando brevemente –
riprendo, voltandomi verso di lui per poterlo guardare negli occhi. – C’è
questo pericolo, rappresentato da Kalì, che minaccia
il mondo… Parvati decide dunque di reincarnarsi per
fronteggiarla… - m’indico col pollice di una mano. - Così come decidi di farlo
tu, non volendo lasciar tua madre da sola… e ti porti dietro Akhu… - mi volto verso la bestiola appena menzionata, sorprendendomi
per l’ennesima volta per l’assurdità che rappresenta. – A conti fatti, a
fronteggiare Kalì, ci sarebbero una tipa che di cosmi
e roba varia non ha mai sentito parlare e di cui ha appreso conoscenza solo da
pochissimo… - mi indico ancora una volta. – Tu che,
per quanto indiscutibilmente potente, essendo una divinità, hai deciso di far
capolino solo ultimamente e un… - mi rivolto nuovamente verso la bestia. – Una
statua! Dico… - mi porto entrambe le mani alla testa,
per tentare di concentrarmi. – Cos’è, contavate sul
sicuro intervento della dea Athena? – chiedo
sarcastica, indicando i cavalieri qui presenti.
- Non contavamo su alcun aiuto esterno –
mi risponde prontamente lui, con sufficienza e superiorità. – Contavamo sul
concentrarci sulle nostre uniche forze - .
- Ecco, appunto, quali forze Ganesha? – chiedo ancor più sarcastica, spalancando gli
occhi per sottolineare la domanda retorica. – Qui, Shiva non si muove – mi rivolgo
alla statua. – Ne tantomeno,
da come mi sembra di aver capito, ha intenzione d’intervenire in altro modo,
dico bene? – chiedo, senza aspettare però che mi giunga risposta. – Akhu… - mi rivolgo verso lo pseudo
animale, che agita la coda in quel che si definirebbe, in altri contesti, scodinzolando.
- Akhu! Insomma, è una statua! Sarà senz’altro
potente anch’egli, ma è materialmente fragile! Se
qualcuno riuscisse a colpirlo, non… - .
Non
riesco nemmeno a completare la frase che Ganesha
solleva prontamente una mano, rivolgendone il palmo verso la creatura marmorea
e colpendola con un getto di energia tanto potente da
distruggerla, facendola esplodere.
Sussulto
spaventata, sollevando le braccia per schermirmi il volto, così come fanno i
cavalieri, presi alla sprovvista quanto me, guardando increduli il punto in cui
un secondo prima c’era la statua di Akhu, scodinzolante.
Atterrita,
mi chiedo che diavolo sia preso a Ganesha, vedendolo
subito dopo mormorare qualcosa che non riesco a
comprendere e utilizzando la stessa mano che ha distrutto il suo animale
domestico portarsi prima verso il basso e poi verso l’alto.
Tutta
la polvere e i detriti appartenenti a quello che era il corpo della creatura si ricompongono man mano che la mano di Ganesha si sposta verso l’alto, brillando poi di una luce
luminosa e mostrando nuovamente il corpo di Akhu…
intatto.
-
Non
confonda mai le divinità con i comuni mortali – mi dice
Ganesha, riscuotendomi dai miei pensieri, mentre
avverto chiaramente i cosmi dei ragazzi agitarsi, inquieti. – Questi ultimi sono limitati – dice ancora, avvicinandomisi.
– Noi non lo siamo – aggiunge nuovamente, portando il
suo volto a pochi centimetri dal mio, lanciandomi un’occhiata lasciva e sorridendomi
nel suo solito modo ambiguo.
…
-
Cavalieri
di Athena – pronuncia
improvvisamente Ganesha con un tono di voce più alto,
facendomi uscire dallo stato di trance in cui ero caduta. – Potete andare.
Ringraziate
COSA?!
In
un baleno sento il cosmo di tutti gli altri agitarsi, tra cui spicca principalmente
quello di Mu, che sposta lo sguardo velocemente da me
a Ganesha… probabilmente col chiaro intento di
sottrarmi fisicamente alla sua presenza.
No…
continua a stare calmo, ti prego…
Comincio
a pensare febbrilmente.
-
G-Ganesha…
cosa…? – decido di chiedergli, vedendolo sollevare una mano – come precedentemente ha fatto con Akhu
– e rivolgerla in direzione dei Saints, facendomi
sgranare gli occhi. Prima che riesca a gettarmi su di
lui, per impedirgli di agire, la forza scaturita dal suo cosmo spinge lontano i
ragazzi, che si pongono tutti in posizione di difesa, probabilmente aspettandosi
– come me – un colpo simile a quello che hanno visto prima.
Ma
l’intenzione di Ganesha è semplicemente quella di
accelerare la loro uscita dal tempio… e sembra che nessuno tra
di loro riesca a opporsi… nonostante riesca ad avvertire chiaramente i
loro cosmi bruciare.
-
Non
abbiamo bisogno di loro – risponde il dio al mio sguardo sconvolto e interrogativo,
voltatosi verso di me non appena ha avvertito le mie braccia cingere in una
stretta morsa il suo, alzato verso i Saints. – Ho
permesso loro di restare solo per udire ciò che avrebbero poi riportato alla
loro dea - .
Prima
che riesca a ribattere, intravedo con la coda degli
occhi Mu – approfittando di quello che credeva un
momento di distrazione del dio – teletrasportarsi al
di là della forza creata da Ganesha e ricomparire
davanti a noi… ma è bastato che questo dannato dio del cavolo compiesse un
leggero movimento del polso per mandare a sbattere Mu
contro un muro posto alla parte opposta, sotto lo sguardo sbigottito degli
altri Saints, meno quello di Death
Mask, che adesso sta cercando di scagliare il suo
colpo più potente pur essendo notevolmente affaticato e impedito… sta cercando,
come tutti gli altri, di non arrendersi alla forza che cerca di farlo
indietreggiare.
In
men che non si dica, un
altro leggero movimento della mano di Ganesha rivolge
a tutti gli altri lo stesso trattamento che ha riservato precedentemente a Mu.
Il
muro sul quale vanno a sbattere i cavalieri crolla a
causa del violento impatto, sollevando una densa nube bianca, che fa perdere
temporaneamente la visuale sul loro stato.
Alle
nostre spalle, Akhu si solleva sulle zampe
posteriori, rivolgendo un verso minaccioso ai ragazzi, ancora a terra.
-
Smettila!
– esclamo costernata, cercando di scuoterlo, ma non riuscendo a muoverlo
minimamente. – Ganesha! - .
-
Avevo
invitato loro ad abbandonare il tempio gentilmente. La presunzione di opporsi
al volere di una divinità non può essere tralasciata, per quanto possano starvi a cuore - .
Nonostante
la polvere sollevatasi, riesco ad un certo punto scorgere Aioria
sollevarsi e mettersi in posizione d’attacco… e Ganesha
rivolgergli contro nuovamente il palmo della mano..
questa volta materializzando la stessa energia che prima ha disintegrato Akhu.
È
chiaro che non mi abbandonino… così com’è chiaro che Ganesha
non demorda… non sembrano fargli effetto nemmeno più le mie
richieste… cosa…?
Istintivamente,
mi gioco il tutto e per tutto.
Incapace
di pensare a un piano alternativo, decido di pormi tra
lui e i ragazzi, spalancando le braccia.
Come
speravo accadesse, lui tentenna, rivolgendomi uno sguardo misto tra lo stupito
e l’incredulo. La mano ancora alzata.
-
Madre…
- .
-
Avanti,
colpisci! – gli intimo, mentre una goccia di sudore mi
attraversa la fronte. Potrebbe farlo tranquillamente. Potrei
trovarmi spazzata via prima di battere nuovamente le ciglia… d’altronde mi ci
sono messa palesemente contro. E sono un
involucro anch’io, dopotutto. Un comune
essere umano.
-
Reiko!
– sento esclamare Aldebaran, in ansia, avvertendo poi
un rumore confuso alle mie spalle. Probabilmente staranno cercando di
rimettersi in piedi. Sollevo una mano per intimare loro di non intervenire,
sperando con tutto il cuore che mi diano retta, mentre avverto nuovamente il
cosmo di Mu raggiungermi, agitato.
Fidati di me…
-
Siete
dunque dalla loro parte… - .
-
Siamo
tutti dalla stessa parte, Ganesha! – rispondo al dio,
quasi urlando, cercando di osservarlo in volto al di là della
mano che tiene ancora rivolta verso di noi, che ne impedisce la visuale. –
Credi che la dea Athena mi avrebbe
offerto il suo aiuto se le sue intenzioni fossero state altre? - .
-
Hanno
osato pormisi contro! Per quanto le loro intenzioni
nei Vostri confronti siano state onorevoli, non è
tollerabile! – esclama alterato, facendo brillare più intensamente la sfera di energia all’interno della sua mano.
-
Perfetto,
allora dovrai colpire anche me – dico con una calma allucinante, con la quale
riesco a impressionarmi da sola, avvertendo poco dopo…
il cosmo di Parvati agitarsi.
…
?
-
Spostatevi
– m’invita a fare Ganesha, con sguardo cereo… seppur visibilmente combattuto.
-
No
– pronuncio in modo chiaro, avvertendo nuovamente Parvati
agitarsi… impensierendomi… perché è agitata? Mi sarei aspettata di avvertirla
arrabbiata, combattiva… mi sarei aspettata perfino che cominciasse ad utilizzarmi
come un burattino, come il figlio sta facendo col proprio involucro… allora
perché… ?
Come
un lampo a ciel sereno, vengo
colta da un dubbio… che mi fa spalancare gli occhi… e poi sorridere.
-
Adesso
è tutto chiaro – pronuncio lievemente, abbassando lo sguardo per pensarci più
approfonditamente.
Non può essere altrimenti.
-
Dimmi,
Ganesha… - inizio, continuando a sorridere appena –
non riuscendo a impedirmi di farlo – avvertendo il
cuore battermi all’impazzata… sperando vivamente di non aver toppato. – Io non
sono altro che un involucro… - gli occhi del dio si spalancano appena,
facendomi credere che il proprietario – o il manovratore, in questo caso – sia
stato colto dalla consapevolezza. – E’ vero… reincarno la dea Parvati… ma
tutto sommato non sono che una comune mortale… come lo è la persona che tu stai
utilizzando… insomma… - continuo, cercando di non perdere il filo del discorso,
avvertendo i cosmi dei ragazzi, alle mie spalle, ancora agitati. – Cosa t’impedirebbe di colpirmi? Morirei, ma Parvati potrebbe tranquillamente
reincarnarsi in un altro corpo che le aggrada, o no? - .
Adesso
Ganesha sta abbassando la mano… gli occhi fissi su di
me… il braccio tremante.
-
Evidentemente
no – rispondo al suo posto, comprendendo che l’illuminazione dalla quale sono
stata colta è giusta. – Evidentemente non funziona così… -.
Le
mani del dio adesso sono strette a pugno e tremano visibilmente.
-
In
merito alla reincarnazione invece… Parvati non è
riuscita a manovrarmi come tu sei riuscito a fare con quel poveretto che ti sta
ospitando… semplicemente perché non
voglio… - .
Ho
avvertito nitidamente i ragazzi avvicinarmisi.
-
Non eri ancora pronta ad
accettare una realtà diversa da quella che eri abituata
a considerare tale… fu così che Parvati rispose quando le
chiesi perché non si fosse manifestata prima… lo ricordo come se fosse ieri…-.
E come potrei dimenticarlo?
Da quel momento la mia vita è completamente cambiata…
- “Accettare”… prima
allora tergiversavi sul serio… - riprendo, ricordandomi della ridicola
spiegazione che Ganesha voleva rifilarmi. – Dipenderà
senz’altro anche dalle divinità… ma dipende soprattutto dalla volontà di noi comuni esseri umani… il tipo che stai
manovrando ti ha, appunto, offerto il
corpo… Parvati non ha potuto manifestarsi finchè non ho avuto la certezza che voi divinità esisteste davvero… e, così come allora, evidentemente non
può agire senza il mio – diciamo così – consenso… - continuo a guardare Ganesha negli occhi, non scorgendovi alcuna contestazione.
- …
Avverto nuovamente il cosmo di Mu avvolgermi… la mia irritazione sarà sicuramente palpabile…
Sono
stufa… stufa di questi dei che si comportano come se tutto gli sia dovuto… strafottendosene degli esseri umani…
Vada
per Kalì… che fa parte della cerchia delle divinità cattive… ma Ganesha… Parvati… lo stesso Shiva che ha
deciso di non sporcarsi le mani…
Mi
sta venendo la nausea.
-
Non
siete un comune essere umano… - mi risponde Ganesha
dopo quella che sembra un’infinità di tempo.- …in Voi
attualmente risiede una delle divinità più potenti in assoluto… avete a
disposizione i suoi poteri… ciò vi rende nettamente superiore… perché
mischiarvi con loro? - .
…
pezzente di un dio.
-
Spiacente,
ma non sono affetta da manie di grandezza, con me non attacca – gli rispondo a
tono, vedendo la sua espressione farsi grave.
-
Io
e lei possiamo fronteggiare il pericolo che minaccia
-
Senza
l’aiuto di quelli che tu definisci aiuti esterni, io a
quest’ora sarei morta! Dici di esserti reincarnato a
tua volta per correre in aiuto di tua madre… ma
dov’eri quando sono stata attaccata la prima volta nel tempio shivaita sconsacrato? – gli chiedo, alzando di un tono la
voce, vedendolo sussultare… avvertendo poi il cosmo di Parvati
manifestarsi…
Cazzo, senza volerlo devo aver toccato le
corde giuste per far scatenare lei e far intimorire
lui.
-
Dici
di possedere le capacità necessarie a difendermi e risolvere la situazione,
dov’eri dunque quando la dea Athena s’è offerta di
darmi il suo appoggio e mi ha messo a disposizione la sua casta guerriera? - .
Ganesha adesso si è inchinato nuovamente,
abbassando il capo… mortificato.
Non
so se si tratti effettivamente di paura… ma Parvati deve avere un forte ascendente su di lui… la sua
approvazione, per Ganesha deve essere sacra.
La
mia sorta di rimprovero, associata al cosmo di Parvati,
deve rappresentare per lui come un rimprovero della dea stessa.
Una
cosa per lui micidiale, a quanto pare.
Sia
benedetto il complesso di Edipo!
-
Dov’eri quando ho combattuto contro Kalì?!
– inveisco ancora, venendo colta da un’illuminazione che potrebbe rappresentare
una vittoria psicologica schiacciante.
-
Alla
luce di tutte queste tue considerevoli mancanze… quanto t’importa davvero di
tua madre? - .
BOOM!
Diamine… non avrei mai immaginato che spalancasse gli occhi e prendesse ad
agitarsi così tanto!
…
improvvisamente fa una cosa che mi lascia del tutto
interdetta.
Prende
ad avvicinarsi, da inginocchiato, e si lancia letteralmente sui miei piedi… ma
che diamine fa?? Me li sta baciando!
Mi
allontano quel tanto che mi riesce – avendo le sue mani ancorate attorno alle
mie caviglie – e gli intimo di lasciarmi andare…
avvertendo un profondo senso di inadeguatezza avvolgermi.
-
Perdonatemi!
Perdonatemi, ve ne prego! Ho potuto reincarnarmi solo
nel momento in cui vi siete manifestata sulla Terra… e
con questo corpo mortale non è stato facile trovarvi! - .
…
assurdo come, in men che non si dica, confonda nuovamente l’involucro con la dea… sta di nuovo
parlandomi come se fossi Parvati in persona…
…
-
Il
motivo per cui non mi sono mostrato è dipeso da loro! – continua, sollevando il capo un attimo e rivolgendo ai Saints un’occhiataccia. – Non capivo chi fossero… perché fossero con voi… da che parte stessero… non
sapevo come avvicinarmi a voi senza mettervi in pericolo! - .
…
-
É
solo e unicamente per voi che l’ho fatto! Quando ho
capito che con loro stareste stata al sicuro, ho solo atteso che decideste di
ritornare in India… ho anche provato a mettermi in contatto col vostro cosmo
per indurvi a raggiungermi… - .
Eh?
Quando avrebbe fatto una cosa del ge-…
Un
momento.
L’incubo
alla prima… quando mi sono vista circondata dai thugs e la porta ha preso a sanguinare… quella voce che mi
chiedeva di andare in India…
…
Mi
conduco una mano alla testa, chiudendo gli occhi, sbilanciandomi appena e
accasciandomi, venendo prontamente sorretta da Ganesha.
Il
cosmo di Mu ha ripreso ad agitarsi…
rilascio un po’ del mio per tranquillizzarlo.
-
…
in merito a Kalì… - aggiunge dopo un po’ Ganesha, attendendo che riprenda
un po’ di concentrazione, non curandosi minimamente del mio stato e dimostrando
così di non curarsi minimamente delle condizioni umane. – Non so di cosa stiate parlando - .
...
Sbatto
le palpebre più volte, allontanando le mani dalle tempie e voltandomi a
guardarlo, ritirando in fretta la testa non appena mi accorgo che siamo troppo
vicini.
-
Cosa? – gli chiedo, assolutamente convinta
di non aver capito bene.
Lui
scuote la testa, lasciandomi intendere di non aver compreso a sua volta la mia
domanda precedente.
-
Kalì…
- pronuncio nuovamente, vedendo la sua espressione farsi concentrata e annuire.
– Quando ho affrontato la sua reincarnazione nel
tempio shivaita… - lui continua ad osservarmi come
uno strano fenomeno da baraccone. Si vedrebbe lontano un miglio la sua sincera
intenzione di tentare di capirmi… ma a quanto pare non
ci riesce. Quando aggrotta la fronte, lo faccio
anch’io. – Ganesha, la tipa dalla quale mi hai sottratta poche ore fa! – sbotto,
convinta che si stia divertendo a confondermi e prendermi in giro.
Le
sopracciglia del suo involucro s’inarcano all’inverosimile,
dandogli un aspetto buffo, lontano anni luce dall’espressione minacciosa
di pochi minuti fa.
Non
se ne starà rendendo nemmeno conto, considerando che con la sua testa originale
probabilmente non è mai riuscito a fare nulla del
genere… gli elefanti non hanno le sopracciglia, giusto?
-
Kalì?
– mi chiede dopo un’infinità di tempo lui, facendo imprecare quelli che
sembrerebbero essere – a giudicare dal ricordo che ho delle loro voci – Kanon, Angelo e Al. Ma Ganesha
non sembra essersene accorto minimamente. Le mie sopracciglia, come le sue,
sono alzate. – Voi credete… che quella sia Kalì? - .
…
ma che accidenti significa?
Mentre un’orribile sensazione comincia a
gelarmi le membra, avverto due mani afferrarmi delicatamente ma saldamente il
bacino. Gli occhi di Ganesha si rivolgono prontamente
alla persona che sta cercando di aiutarmi ad alzarmi, diventando nuovamente
minaccioso.
Le
mie mani vanno a posarsi sul suo torace, delicatamente, in una sorta di carezza
e in una muta richiesta a lasciarmi andare… solo allora il suo sguardo si rabbonisce
nuovamente, senza però staccarsi da quello di Mu, alle mie spalle, che – non facendosi minimamente
intimorire – non mi ha lasciata fino a quando non è stato Ganesha
a farlo, rimettendomi in piedi delicatamente e allontanandomi volontariamente
da lui, continuando a starmi accanto.
-
Vorreste
dire che non era la dea Kalì
quella da cui avete sottratto la dea Parvati? – gli
chiede diplomaticamente Mu, nel suo classico tono
calmo e gentile, arrivando al punto a cui io non ero capace di arrivare.
-
No
che non lo era.
Affatto- gli risponde gelidamente Ganesha, sollevandosi
a sua volta e squadrandolo con un cipiglio misto tra il disgustato e
l’infastidito.
Solo
successivamente sposto la mia attenzione dal suo volto
e la focalizzo sulla sua risposta… prendendo a boccheggiare.. e avvertendo
l’ansia impadronirsi di me.
-
Co-cosa
significa? C-come sarebbe a dire? Tu come…? - .
Nel
frattempo anche Aioria ci si è avvicinato, fissando
stralunato il dio.
Non
ho la forza di voltarmi ad osservare le reazioni degli altri… ma a giudicare
dai loro cosmi, anche loro non devono averla presa bene.
-
Conosco
il cosmo della dea Kalì, e non era quello
appartenente alla creatura contro la quale mi dite di aver combattuto,
mia Signora – mi risponde Ganesha con l’impeccabile
tono rispettoso che è solito rivolgermi, scuotendo la testa per sottolineare
ciò che ha appena detto.
Mi
conduco una mano prima al petto, poi al collo.
Non
riesco a respirare.
-
Allora
chi diavolo era? – gli chiedo subito dopo, atterrita, cominciando ad annaspare,
avvertendo nuovamente il cosmo di Mu avvolgermi…
nonostante sia anch’egli agitato.
-
A
questo non so risponderle… - pronuncia Ganesha,
scuotendo la testa.
-
No,
un attimo, come sarebbe a dire? È sicuro di quello che dice? Non potrebbe
starsi sbaglia-… - . Al viene
investito da un’occhiataccia che, se fosse stata dotata di cosmo proprio,
l’avrebbe sicuramente ucciso.
-
Athena…
- sento pronunciare Aioria, in tono scoraggiato,
mentre qualcuno impreca nuovamente e qualcun altro fa schioccare la lingua con
disappunto.
-
Ganesha… - trovo la forza e
il coraggio di pronunciar ancora, cercando di combattere il forte mal di testa
che sembra volermi trapanare il cranio. – Ne va della vittoria della tua
Signora Madre… sei sicuro di ciò che affermi? La donna che era nel tempio non
era la reincarnazione di Kalì? - .
Il
suo sguardo si fa triste, risentito… finchè non mi si
avvicina nuovamente e prende le mie mani tra le sue, senza smettere di
guardarmi negli occhi.
-
L’unico
motivo per il quale abbia deciso di reincarnarmi,
mischiarmi a degli insulsi esseri umani, utilizzare uno di essi, risvegliare Akhu e usufruire della dimora più protetta dal Signore Shiva è quello di proteggervi… null’altro m’importa… non
avrei motivo di mentirvi… - solleva poi lo sguardo verso Mu.
– Ho perfino risparmiato la vita a questi esseri insulsi per non arrecarvi
dolore… che motivo avrei di mentirvi? - .
Prima
che riesca a impedirlo delle lacrime mi solcano il
viso.
E il gesto deve essere completamente frainteso da Ganesha, perché dopo un po’ anche i suoi occhi diventano
lucidi e mi stringe le mani, con l’intenzione di attirarmi a sé, ma io mi
allontano, voltandomi a guardare ognuno degli uomini che, ancora una volta,
sono venuti a soccorrermi, rivolgendo loro uno sguardo colmo di dispiacere, dal
quale faccio trasparire tutto il mio senso di colpa, a cui loro mi rispondono
con sguardi vacui, confusi, ancora sorpresi.
Non
trovo il coraggio di guardare Mu, di cui continuo ad
avvertire il cosmo ancora avvolgermi.
-
Appurato
ciò… - pronuncia improvvisamente Kanon , rompendo quel silenzio innaturale. – Se
non vi è più nulla da aggiungere, è nostro dovere ritornare al Santuario e riferire
tutto alla dea Athena – al suo fianco Death Mask sospira, chiudendo gli
occhi e muovendo la testa, facendola scricchiolare per distendere il collo.
-
Concordo
– aggiunge Aioriadopo un po’, parlando a nome anche di Al, che annuisce subito dopo.
-
Considerando
il legame che vi lega alla mia Signora, farò un ennesimo strappo alla regola e
mi ripeterò, cavalieri: il vostro intervento non è più necessario – risponde Ganesha, mantenendo un tono neutrale e guardando ognuno dei
ragazzi dall’alto in basso.
Pur non ricambiando lo sguardo, sento
quello di Mu puntatomi addosso.
Starà
probabilmente aspettandosi che mi esprima… ma… io non…
non posso obiettare.
Non
perché tema Ganesha… niente del genere.
Semplicemente
perché… perché ritengo che loro abbiano rischiato la vita fin troppo…
Prima
ero scoperta, completamente ignara di ciò che mi stava accadendo… non ho mosso
obiezioni dal momento che ho capito che Athena e i suoi cavalieri avessero davvero potuto aiutarmi…
ho accettato a malincuore l’essere accompagnata in ogni passo… sono stata in
ansia per le loro sorti, sentendomene responsabile, sentendomene in colpa…
Adesso
che si è finalmente manifestato un alleato di Parvati…
quanto sarebbe giusto permettere che loro continuassero a rischiare le loro vite?
-
Reiko
- .
Sollevo
lo sguardo, andando a incontrare lo sguardo di Aioria.
-
Cosa intendi fare? -
.
Vengo avvolta dallo sconforto.
Non
lo so… non lo so cosa devo fare…
Se
penso che a causa mia potrebbero trovarsi nuovamente in pericolo mi sento male… ma il solo pensare di dovermene separare… mi fa
sentire male ugualmente.
Sollevo
lo sguardo su Mu.
Per
quanto possa risultare impassibile come al solito, so
che anche dentro di lui è in corso una lotta… lo vedo nel suo sguardo, lo
avverto nel suo cosmo… ma la sua natura, come la mia, gli impedisce di essere
egoista…
-
Athena
ti ha dato il suo totale appoggio – pronuncia improvvisamente, senza staccare
gli occhi dai miei. – Non devi far altro che decidere se comunicarle la tua
scelta di persona o lasciare a noi il compito di farlo - .
…
Io
lo amo… LO AMO!!!
-
Ganesha
– mi volto verso di lui decisa, afferrandogli le mani come
lui più volte ha fatto con me, lasciandolo di stucco. – Andrò in Grecia con loro a
interloquire con la dea Athena – come immaginavo, i
suoi occhi si spalancano, così come la sua bocca, ma non gli lascio il tempo
d’intervenire. – Non immagini quanto sia felice che tu
sia qui… con me… per me! -. Fantasia, non mi abbandonare adesso! – Il pensiero
che… - m’interrompo un attimo, pensando a cos’altro
dirgli per ammorbidirlo. - …mio figlio abbia deciso di proteggermi e combattere
al mio fianco è per me fonte d’immensa gioia! -. Cazzo Angelo… non sghignazzare! È già abbastanza difficile
così! – Ma la dea Athena ha il diritto di ricevere un
trattamento degno delle attenzioni che si è premurata di riservarmi in qualità di nostra
alleata, non posso limitarmi a usufruire dei suoi cavalieri come portavoce…
devo incontrarla di persona e discutere con lei dell’intera faccenda e
dell’eventualità futura di un suo ennesimo appoggio nella guerra che ci stiamo
preparando a combattere! - … cercando di convincerla a ritirarsi…
Prima
che Ganesha ritenti d’intervenire, lo interrompo
nuovamente: – Non ha tentennato un solo istante nell’offrirmi il suo aiuto prima che tu rendessi nota la tua esistenza…
non troverei quindi nulla da ridire se lei, di sua spontanea volontà, ci
spalleggiasse nuovamente in futuro. -.
-
Madre,
ma… - .
-
Terrai
d’occhio la situazione in India, mentre starò via? – mi ci avvicino… restia a
fare ciò che la mia mente ha elaborato poc’anzi. Il
problema è che ha ancora un’aria troppo incerta…. È pur sempre una divinità…
non posso rischiare che gli vengano i cinque minuti di morbosità folle - Attenderai il mio
ritorno? Farai questo per la tua Venerabile Madre? – gli chiedo nel modo più
amorevole che riesco a farmi venire fuori… trovando il coraggio di
abbracciarlo, sentendolo, come mi aspettavo che facesse, irrigidirsi. Parvati nel frattempo ha ripreso ad
agitarsi… sorrido. Deve essere al settimo cielo per aver rivolto a Ganesha un gesto che in altre circostanze gli avrebbe rivolto sicuramente lei…. E
ciò non può che andare a mio vantaggio… col cosmo di Parvati
così in festa, Ganesha non può avere dubbi sulle mie
parole. – Grazie... - gli sussurro in un orecchio, baciandogli poi una guancia…
allontanandomi subito dopo velocemente, afferrando Mu
per una mano – prendendo così alla sprovvista anche lui – e facendo un cenno
col capo agli altri cavalieri, che, senza farselo ripetere due volte, mi
seguono all’esterno del tempio.
Quando atterriamo sul suolo della Grecia, in
seguito al teletrasporto effettuato ai piedi di
quello che ho ribattezzato “il monte delle assurdità”… mi viene quasi da
piangere.
Avverto
le braccia di Mu stringermi più di quanto non stessero già facendo, per infondermi coraggio, mentre
attorno a noi gli altri Saints tirano tutti un
sospiro di sollievo.
Nonostante la scalinata infernale, la vista del
Santuario non è mai stata così bella.
Con
gli occhi rivolti ancora al luogo che avevo deciso di abbandonare definitivamente,
conduco una mano sul torace di Mu – ancora ricoperto
dall’armatura d’oro – per distanziarmi, comunicandogli così la mia intenzione a
voler camminare con le mie gambe, visto e considerato che, prima di teletrasportarci, a causa di un malore lui non ha perso
tempo a prendermi in braccio.
Quando mi rimette a terra, la mia mano va a
cercare subito la sua, che non si fa attendere per ricambiare la stretta,
intrecciando perfino le dita con le mie.
Inspiro
profondamente, avanzando insieme al resto del gruppo lungo la scalinata che
conduce alle tredici case… trovando all’altezza della prima… una marea di
gente!
-
Reiko!
– esclamano all’unisono Kiki e Shun,
mentre il primo mi corre incontro, tuffandomisi tra
le braccia e facendomi sbilanciare un po’, ma la mano di Mu,
dietro alla schiena, mi sostiene. Quando lo scricciolo
mi lascia andare, rivolgo la mia attenzione al centro della folla che si è
radunata davanti alla prima casa, sorridendo mestamente a Saori,
che, oltre a ricambiare il sorriso, non riesce a non far trasparire dell’ansia.
-
Ho
un mucchio di cose da raccontarti – esordisco, continuando a sorridere.
-
Più
tardi… ora riposati… non hai un bell’aspetto!
– mi liquida velocemente lei… facendomi così traballare pericolosamente una venetta sulla fronte…. Ma a giudicare dai suoi occhi
sgranati, non deve star scherzando… devo essere ridotta davvero in uno stato
pietoso… senza contare che mi sento debilitata… a dirla tutta non mi dispiace affatto questa volta seguire il suo
consiglio.
-
Convoca
un synagein il più presto possibile… - aggiungo solamente, vedendola annuire e rivolgersi
finalmente ai cavalieri che ha mandato a recuperarmi in India, circondati dagli
altri amici e colleghi, compresi i bronzes, che ascoltano
in ansia diversi frammenti di conversazione.
Mi
volto un attimo – prima di riprendere ad avanzare sulle scale – per vedere Mu scambiare qualche parola con Dohko.
Deve aver avvertito il mio sguardo, perché ha sollevato il suo e mi ha sorriso.
Gli
sorrido a mia volta… tornando a voltarmi e riprendendo la scalata.
Avremo
tempo… ora che sono di nuovo qui, poco o molto che ci verrà
concesso, avremo tempo…
Contenta
che nessun’altro, a parte Shun e Aphrodite – che ha spalancato i suoi occhioni
celesti, scandalizzato, nell’ammirare
il mio nuovo taglio – mi abbia fermata a lungo per sapere come stessi, sono
costretta a fermarmi, impedita a proseguire a causa di qualcuno stagliatosi di
fronte a me con le braccia incrociate.
Solleva
lo sguardo giusto un po’… per rendermi conto che si tratta di Milo.
Il
suo sguardo è serio… quasi imbronciato… ma ciò nonostante non accenna a
muoversi ne a parlare.
I
suoi occhi si riaprono, lanciandomi uno sguardo carico di rimprovero, e quando
il mio si abbassa per un attimo, e un sospiro affranto mi fuoriesce prima che
riesca a fermarlo, mi sorride teneramente, spalancando le braccia… tra le quali
mi fiondo senza farmelo chiedere due volte.
Non
avrei sopportato un rimprovero verbale… sono spossata… non avrei saputo
tenergli testa, ne tantomeno ribattere…
ma a quanto pare quello di Milo era solo uno scherzo.
Continuiamo
ad abbracciarci, io ho chiuso perfino gli occhi, rilassandomi sotto le carezze
delle sue mani sulla mia schiena… nessuno dei due dice una parola.
-
Dimmi
solo una cosa… - pronuncia ad un certo punto lui, discostandomi quel tanto che
basta a guardarmi negli occhi. – La prima cosa che ha fatto, è stato baciarti,
vero? - .
…
Devo
essere arrossita all’inverosimile, perché subito sul suo bel volto si delinea un sorriso divertito e scoppia a ridere, prendendo a
scompigliarmi affettuosamente i capelli più volte. Ma diamine, è così evidente??
Non
sapendo in che modo ribattere, presa come sono dal tentare di non andare a
fuoco, non faccio altro che fiondarmi nuovamente tra
le sue braccia, questa volta semplicemente per nascondere il volto.
Quando
gli chiedo di smetterla, pestandogli un piede per ripicca che, oltre a non
toccarlo minimamente, lo induce a ridere di nuovo e più forte, lui, con un
braccio ancora avvolto attorno alle mie spalle, allunga l’altro e dà una spinta a Camus, poco lontano da
lui, prendendolo alla sprovvista e facendolo urtare contro il suo allievo Hyoga nel bel mezzo di una conversazione.
-
Che
ti dicevo?? – chiede Milo all’amico, retoricamente, riprendendo a ridere forsennatamente,
facendomi rimpiangere di non essere rimasta in India!
****************************************************************************************
Angolo
dell’autrice…
Santo
cielo, che divertimento con Ganesha! Un personaggio
più spostato non potevo crearlo! xD Il complesso di Edipo è giustificato… chiaramente
è enfatizzato ^ ^ poi, come al solito,
in seguito avrete le dovute spiegazioni!
Detto
questo, passo direttamente ai ringraziamenti, che saranno piuttosto brevi a
causa dei libri che mi aspettano ç__ç:
Ai91: Ahahahahahahahahah!!! xD Mu ti ha sconvolta! Eh beh, tu però l’hai sottovalutato
u__ù ci ha messo un “po’” di tempo… ma alla fine ha
capito che quello era l’unico modo per far comprendere a Reiko
ciò che provava ^ ^ mi fa piacere che il
capitolo ti sia piaciuto J…
grazie per i complimenti e per la recensione, spero di rileggerti!;
Bloody_star:
io cupido?? Ha fatto tutto il saggio Mu
u__ù è rinsavito l’ariete xD
mmm… se nel capitolo precedente Ganesha
ti dava fastidio… adesso che dirai? XD;
cb4ever:
filmini mentali? Uuuuuuh… me ne rendi partecipe? xD che pensi accadrà ai nostri piccioncini?
^ ^ scherzi a parte, grazie per il commento, spero di
rileggerti;
LaReginaAkasha:
… ho continuato a
sviluppare la storia come speravi si sviluppasse? ^ ^ bizzarra questa
cosa xD sono contenta che ti piaccia a tal punto *__*
stavolta ho aggiornato più in fretta, contenta? ;) ma
non prenderci l’abitudine, eh xD;
Spartaco: Nuooooooooooooo… Mu ti è
apparso davvero rude?? ç__ç ma guarda che è stato semplicemente “deciso”… il bacio è stato dolce
^ ^ se non ti aspetti romanticismo, mi
sa che riuscirò a sorprenderti ;) Mh, se all’inizio Ganesha ti stava antipatico… adesso che ne pensi?? xD Sì, Akhu
è un topo gigante, non è stato introdotto nella storia a caso, in seguito avrai
le tue risposte ^ ^ Shaka?
Eh boh… *ride tra se e se* chissà come si evolverà il
tutto… ^ ^;
Kikkina90: Caspiterina, hai fatto un’analisi di Ganesha a dir poco perfetta! xD congratulazioni ^
^’’ fino ad ora Reiko è riuscita a gestirlo…
ma non posso assicurare niente in futuro J posso solo sperare di non annoiarti mai e d’indurti a
seguirmi J a presto! (spero).
Non
posso inoltre ringraziare le 38
persone che l’hanno aggiunta tra le preferite e le 21 che invece l’hanno aggiunta tra le seguite! *___* *mega inchino* *___________*
Grazie
inoltre a tutti coloro che semplicemente, pur
decidendo di non dire la loro, si fermano qualche minuto a leggere la storia! J *altro mega
inchino*
Alla
prossima!
HOPE87