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Autore: Keyra    21/06/2010    3 recensioni
Non è troppo tardi per correre da lui.
Non è mai troppo tardi per una chiacchierata sotto il cielo imbrattato di stelle.
Andrò da lui, sì. Ho bisogno del suo respiro, ora.
Genere: Romantico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nelle tue mani

 

Non è troppo tardi per correre da lui.
Non è mai troppo tardi per una chiacchierata sotto il cielo imbrattato di stelle.
Andrò da lui, sì. Ho bisogno del suo respiro, ora.




Arlén si alzò dal letto in cui vegetava ormai da ore. La pelle le si era attaccata alle lenzuola bianche, calda e sudata per il delirio della sua mente. Com'è strano. Corpo e anima si rispecchiano così fedelmente. Sono come due innamorati che procedono insieme lungo il loro cammino.
Voleva correre da lui, chiudersi nella sua camera e aspettare che la notte riavvolgesse i fili del tempo.
Si vestì di fretta, senza pensare se sarebbe sembrata trascurata agli occhi di una delle persone più importanti per lei - imbruttita dalle lacrime e dalla disperazione che l'avevano investita per giorni, passandole sopra più e più volte, senza preoccuparsi della distruzione che avrebbero provocato in lei.
Scese in giardino, tolse la sua bicicletta dal sovraffollamento di cesti, attrezzi e vasi scartati e cominciò a pedalare verso casa di Sascha.
Le strade di sera erano fresche. Arlén amava intrufolarsi in mezzo alle poche auto che si muovevano nel buio e superarle con disinvoltura. Soprattutto se sapeva che pedalava per vedere Sascha. Pedalava per andare incontro a lui, per unire nel solo respiro le loro due anime.
Non sapeva cosa gli avrebbe detto. Si era lasciata con Patrick da un mese, eppure solo ora piangeva. Non aveva versato nemmeno una lacrima. All'inizio, le era sembrata quasi una liberazione. Eppure, ora piangeva, sì. Spingeva sui pedali come una tigre arrabbiata e piangeva. Come una bambina. Non sapeva perché. Sapeva solamente che non voleva rimanere da sola. Sapeva che non voleva mai più sentirsi abbandonata.

 

 

- Arlén! -
- Ciao -
Ecco, lo so. Ora mi chiederà cosa ci faccio qui, perché sono piombata qui a quest'ora. Quando forse in casa sua tutti già dormono. Forse dovrei dirgli che ero qui di passaggio. Forse dovrei salutarlo e andarmene. Schizzare via e ritornare da dove sono arrivata.
- Ehi, ma che fai, piangi? -
- N-no... E' solo... stanchezza -
- Scherzi? Entra -
Sascha la trascinò in casa e si chiuse la porta alle spalle. Era preoccupato, preoccupato sul serio. Arlén tremava, eppure era estate. E il suo viso era bianco e scavato, eppure non la vedeva da solamente qualche settimana.
- Ora ti faccio un té e ti calmi -
- Grazie -
Tutti dormivano, sì. La casa era immersa nel silenzio ovattato della notte e nel buio accogliente delle sere d'estate. Dalla porta del balcone lasciata aperta entrava un'arietta leggermente calda.
Mentre Sascha accendeva il fornellino per scaldare l'acqua, guardò intensamente Arlén.
- Cosa è successo? -
- Io...mi sento così una stupida, a essere venuta qui. Non dovevo -
- Perché? Lo sai che puoi venire quando vuoi -
- Sì, ma a quest'ora... Ti ho disturbato -
Le loro voci erano poco più che sussurri rinchiusi tra le pareti della cucina.
Arlén amava quella stanza. Era così piena di cose e colori.
- Smettila di dire scemenze, e dimmi cos'hai -
- Non lo so, non lo so. Io... mi sono sentita terribilmente... sola. -
- Per Patrick? Ti manca Patrick? -
- Non lo so... Forse no, forse non mi manca Patrick. Forse mi manca una persona che mi stia accanto, come faceva lui, sì. Ma non Patrick, non lui. Almeno, non credo -
- Stanotte ti sto io accanto, va bene? -
Arlén alzò lo sguardo stupita. Aveva davvero detto quelle parole? Sascha si era davvero sbilanciato così tanto? Non l'aveva mai fatto.
- Va bene... Grazie -
- E' pronto il tè. Vuoi biscotti? -
- No, va bene così -
- Sicura? -
- Sì, davvero -
- Va bene -
Si sedettero entrambi e mentre lei sorseggiava piano dalla tazza, si guardavano imbarazzati ma contenti di essere insieme. E sotto la luce fioca di quella stanza così colorata e viva di giorno si sorrisero più volte, rimanendo però sempre in silenzio, aspettando che le lacrime di Arlén si asciugassero nel tempo di un tè caldo.






  
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