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Autore: Claudia    24/11/2003    3 recensioni
Il destino di Kagome è di ritornare nel Sengoku Jidai dopo quattro anni, affrontare di nuovo Inuyasha, ora suo nemico, e salvare sua figlia... ma la figlia avuta da chi?
Genere: Romantico, Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Miroku, Nuovo personaggio, Sango
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 18

La Sala del Riflesso

 

“ E smetta di dirmi che devo rimanere calma!” Sango stava urlando con un forza creduta persa contro il sacerdote Huyu. La sua freddezza faceva imbestialire la cacciatrice. “ Forse non si sta rendendo conto della situazione in cui ci stiamo trovando!”

Attorno a Sango, Inuyasha e Miroku tacevano. Kaeru stava singhiozzando in braccio alla cacciatrice. Non riusciva a stare accanto alla madre senza che questa non fosse rapita.

“ So benissimo che la venerabile Kagome è stata rapita da quel demone, non ci vuole una scienza per capirlo e ora se mi permetta... stia zitta!” disse Huyu duramente. Sango si morse il labbro inferiore, cercò di replicare ma rimase in silenzio guardando di sottecchi il vecchio sacerdote.

“ La fretta e l’ansia non aprono nessuna strada. Se, come credo, Kagome-sama verrà usata da Kuroi per rintracciare lo Shikon, al momento non correrà alcun pericolo. “ Mentre parlava, il sacerdote prese a fissare ostinamente Inuyasha. “ Dobbiamo scoprire dove si trova Kuroi, altrimenti non potremmo mai trovare la venerabile Kagome.”

Tutti rimasero in silenzio. Miroku, seduto a terra con le gambe incocrociate, prese a parlare, fissando il sacerdote di fronte a lui. “ Se ho ben capito ha intenzione di utilizzare la Sala del Riflesso. “

“ Non vedo alternative.”

La Sala del riflesso?

Inuyasha scrutò attentamente Huyu. In quel momento pensava solo a Kagome: non aveva fatto niente per impedire che Hi la rapisse. Aveva semplicemente osservato la scena, non aveva saputo come comportarsi. Che Kagome avesse ucciso Mizu non gliene importava affatto, ma temeva il comportamento di Hi. In quel momento il suo cuore arse di gelosia, ma la sua mente sembrò non accorgersene.

Sango si chiedeva ostinatamente cosa trattasse la “Sala del Riflesso”, non aveva mai sentito un nome del genere. Ma soprattuto come poteva capire dove Kagome si trovasse in quel preciso momento? All’inizio non ci aveva fatto caso, ma già appena entrati nel villaggio il suo diffidare di Huyu l’aveva messa sulle spine; aveva una personalità che non la convinceva affatto.

Ben presto il gruppo si ritrovò a percorrere enormi corridoi in parti sconosciute del grande tempio. La cacciatrice ripensava al sacerdote con diffidenza, mentre Inuyasha a Kagome. Il solo pensiero che potesse cadere nelle mani di Kuroi lo incitava a una voglia assassina e sanguinaria nei confronti di tutti. Anche di se stesso.

Huyu si arrestò di fronte a un enorme portale che doveva celare una stanza altrettanto immensa. Quella parte del tempio era assolutamente proibita ai monaci di ordine inferiore e questo si capiva dal fatto che non c’era nessuno, i loro passi rimbombavano nel vuoto di quei corridoi che sembravano condurre dritto nel Regno dei Morti tanto erano cupi e silenziosi. Il vecchio sacerdote pronunciò parole ad Inuyasha del tutto sconosciute che portarono il portone ad aprirsi di fronte a loro. Il forte scricchiolare dei cardini resero quel luogo meno silenzioso del normale, ma appena la porta si arrestò il silenzio che prima aleggiava su di loro tornò a dominare quella parte del tempio.

Per Inuyasha non fu un grande problema, ma Sango e Miroku dovettero pazientare prima che i loro occhi si abituassero al buio della grande stanza. Sentirono solo Huyu pronunciare altre parole sconosciute. Appena queste uscirono come un bisbiglio dalla bocca del sacerdote, la sala si illuminò di una luce candida ma allo stesso tempo accecante. Proprio come la luce che era solita emanare Kagome.

Seguirono Huyu al centro della stanza. Sango vide proprio di fronte a sé un’altra se stessa. Identica. Uguale. Era in tutto e per tutto… lei. Vide un secondo Huyu, una secondo Miroku e perfino un secondo Inuyasha.

L’immagine riflessa era proprio lei.

Un grandioso specchio si estendeva lungo le pareti della sala. Ovunque guardasse, la sua immagine era riflessa dappertutto, tranne che dalla direzione in cui era entrata. La cacciatrice riuscì a capire del perché del misterioso nome della sala.

**

Di fronte a quella grandiosità e lucentezza, Inuyasha si sentì a disagio.

Non vedeva il suo io riflesso da molto, da moltissimo tempo.

Si sentiva strano.

Era come se lo specchio mettesse a nudo i suoi sentimenti, che emergevano incontrastati ogni minuto che passava. Lo Shikon si stava indebolendo, non aveva quasi più nessun effetto.

Non aveva difese contro se stesso.

**

Sango divenne rossa. Un calore indescrivibile avvampò le sue guance.

Si sentì come circondata da delle fiamme.

Ebbe paura.

Di fronte a quello specchio…. Era come se… non riusciva a spiegarselo, ma era come se Miroku potesse capire i suoi sentimenti solo guardando la sua immagine riflessa. Aveva paura che i sentimenti, tenuti da tanto tempo nascosti, divenissero trasparenti di fronte a quello specchio e fossero in questo modo resi comuni a tutti.

La sua fu solo vergogna.

Vergogna che la situazione gli sfuggisse di mano.

Quello specchio nascondeva qualcosa.

Era come se riflettesse più che la loro immagine, i loro sentimenti.

**

 “ Bene, questa è la Sala del Riflesso. Nessuno ha accesso in questo luogo senza il mio permesso… per le ragioni che verrete presto a scoprire. Tutti voi vi sarete sicuramente sentiti a disagio di fronte a questo specchio immenso. La cosa non deve affatto stupirvi, se così non fosse la Sala non avrebbe più alcuno scopo. Nemmeno Miroku-sama è mai venuto a conscenza di questo luogo. “

Il giovane bonzo annuì debolmente.

“ Taglia corto vecchiaccio. Io non vedo molto l’utilità di questa stanza! “ Sbraitò Inuyasha.

“ Sinceramente non capisco nemmeno io il suo legame con Kagome…” Sango era finalmente tornata ad assumere un colorito del tutto normale.

“ A tutto c’è una risposta, mia cara… Questo specchio fu recuperato centinaia di anni fa da una monaco, che in seguito costruì questo tempio, un luogo adatto per contenerlo. In realtà questo specchio non era altro che un lago. Un piccolo lago di vetro , nessuno vi aveva mai fatto caso, considerando che il luogo del suo ritrovamento era del tutto disabitato. Ci vollero anni affinché il tempio fosse completato. La conoscenza della presenza dello specchio venne rivelata a pochi, fino a quando la sua importanza si estinse, rimanendo in questa sala per anni e anni.”

“ Che fine fece il monaco che lo trovò?”

“ Morì. Proprio a causa dello specchio. “ Huyu si voltò a guardare la sua immagine riflessa. “ Il suo animo preso dalla cuopidigia cadde vittima di atroci sofferenze. Il suo unico intento era diventato quello di sfruttare in tutti i modi lo specchio per i propri scopi. La sua immagine fu risucchiata dallo specchio proprio il giorno in cui la sua anima bramò i desideri più malvagi.”

“ Continuo ancora a non capire il nesso con Kagome.” Affermò Inuyasha diffidente.

Huyu guardò con molta calma Inuyasha e infine la sua immagine riflessa.

“ Inuyasha, quel monaco altri non è che Kuroi.”

Tutti rimasero in silenzio. Nessuno fiatò o fece segni di esclamazione. Sango e Miroku conoscevano poco di quel nome, ma sapevano del legame che aveva con Inuyasha. Il mezzo demone non riuscì ad evitare che un espressione di meraviglia comparisse sul suo volto.

“ Non è possibile! Hai appena detto che il monaco fu ucciso! Mentre Kuroi è vivo, bonzo maledetto!”

Per niente urtato dalle parole ingiuriose di Inuyasha, Huyu sospirò.

“ Vedi Inuyasha, il Kuroi che tu conosci non è assolutamente vivo. “

“ Come?”

“ La sua anima è rinchiusa in questo specchio, lui non è altro che un cadavere. Un cadavere che si muove, nutrendosi di altri esseri umani. Rubando loro le anime. Proprio come Kikyo. “

Quell’ultimo nome mandò in stato confusionale Inuyasha.

“ Proprio non capisci? Perché la maggior parte del tempio è stato distrutto, mentre questa Sala è intatta? Perché Hi e Mizu non l’hanno attaccata? Semplice. Kuroi ha ordinato loro di non farlo. Se lo specchio si infrangesse, con lui andrebbero perse tutte le sue speranze di riconquistare la sua anima e diventare veramente potente. Lo Shikon gli serve proprio a questo. “

“ Comunque,” riprese Huyu “ lo specchio può essere utilizzato anche per altri scopi… uno fra questi individuare la venerabile Kagome.” Si voltò verso il creatore delle loro immagini riflesse, spalancò le braccia, muovendo lentamente il suo bastone. Sembrava che attendesse qualcosa. Qualcosa dallo specchio. Le persone riflesse scomparvero a mano a mano che lo specchio diveniva nero e grigio allo stesso tempo; quella sensazione di lucentezza scomparve fino a quando lo specchio divenne un enorme massa nera dove vortici grigiastri si muovevano armoniosamente. Linee morbide e ondulate, vortici e spirali ornavano il vetro con una delicatezza incredibile. Tutto appariva come la massa instabile creatrice dell’intero universo… qualcosa da cui poteva nascere la vita, ma anche qualcosa che poteva distruggerla. L’animo era tutt’uno con lo specchio, una parte integrante di esso. Veniva ipnotizzato dalle movenze suacenti e dolci di quelle linee.

“ Hasra kasha eloi ka nusha “

“ Hasra kasha eloi ka nusha “

“ Hasra kasha eloi ka nusha “

Una luce misteriosa si staccò dal corpo del sacerdote, prendendo forma e consistenza. Huyu si voltò verso Inuyasha e i compagni, tenendo gli occhi chiusi quasi come a voler trattenere un pensiero effimero.

“ Lo Specchio ci indicherà dove si trova la Venerabile Kagome…”

Le linee si mossero come a voler formare dei lineamenti, componendo in poco tempo quella che era la figura di Kagome. La donna giaceva addormentata, priva di sensi, apparentemente morta. Niente che disturbasse la sua eterea bellezza, i capelli corvini che le incorniciavano il volto coprendo le spalle.

L’immagine diventò sempre più ampia, mostrando Kagome sdraiata su una terra brulla e scarna, contrapposta alla pelle liscia e bianca della sacerdotessa.

**

Un sapore amaro, ma allo stesso tempo acuto, imperversava nella sua bocca. Torturava la sua lingua. La sua gola era arida, priva di liquido dissetante. Mosse le dita di una mano e come una scarica elettrica tutto il suo corpo risentì di quel movimento. Aprì gli occhi, ma non notò alcun differenza dall’averli tenuti chiusi. Il buio che l’avvolgeva era caldo, suadente e silenzioso. Non un rumore, non un movimento.

Semplicemente niente.

Il suo corpo si stava piano piano svegliando e con esso il forte bruciore che torturava la sua fronte. Un bruciore insistenete e doloroso l’aveva svegliata dal sonno in cui era caduta.

Inuyasha.

La sera precedente lo aveva ardentemente desiderato, tanto che la sua mente aveva confuso il suo tocco con quello di Hi. Ormai il suo odio per quel demone dai folti capelli argentati si era attenuato, divenendo sottile come un filo d’erba, esile e fragile allo stesso tempo.

Anche Inuyasha l’aveva desiderata, scambiando la sua immagine con quella di un demone con le sue stesse sembianze.

Aveva fatto l’amore con una sua copia, aveva provato passione e desiderio pensando a lei.

Tutto il suo corpo sembrava gridare il nome di Inuyasha e l’impulso di vederlo la portò a mettersi a sedere in quell’oscurità quasi perfetta.

Un odore acre, simile all’odore nauseante del sangue, bruciò le sue narici.

Una piccola fiamma azzurra si accese dal niente, al centro di quella oscurità totale, illuminando il suo pallido etereo volto. I lineamenti di un uomo, dalla corporatura perfetta ed agile si materializzarono di fronte a lei, sostituendo quella fiamma pallida pronta a spegnersi con un soffio di vento.

Il luogo in cui Kagome si era svegliata altri non era che una stanza, piena di pietre irte e acuminate, imbevute del sangue di centinaia di uomini morti all’interno. Gli occhi grigiastri di Kagome si socchiusero, cercando di mettere a fuoco l’immagine sfocata di un uomo a lei del tutto sconosciuto.

Un vento gelido sollevò la veste del suo kimono entrando in contatto con la sua pelle nuda e indifesa. Un brivido la percorse, mano a mano che l’uomo di fronte a lei acquisiva sostanza.

Una mano pallida e fredda sfiorò il suo mento, una lieve carezza quasi impercettibile, il cui tocco fu ben distinto dai sensi della donna. Curiosità mista a terrore prese a vorticare nel suo animo già inqiueto per il luogo pieno di sangue in cui si era risvegliata.

Pelle pallida, occhi di un colore azzurro freddi come il ghiaccio e come la neve.

Occhi che la stavano fissando.

Insistentemente.

Occhi che desideravano qualcosa.

Lei.

Quell’immagine fluttuante di fronte a lei schiuse le braccia e la cinse in un abbraccio quasi immortale, eterno, dove Kagome perse la concezione di se stessa. La sua mente era inebriata da immagini a cui nemmeno lei sapeva dare un significato. La sua pelle, sotto il kimono, fremeva dal calore che la stava invadendo. Eccitazione, desiderio.

Quell’abbraccio inconsistente divenne caldo, sensuale, reale.

Delle labbra calde si posarono sulle sue.

Non aveva rifiutato quel gesto, era rimasta impassibile, lasciando che l’onda di piacere che l’avvolgeva continuasse a procurargli simili sensazioni.

Il distacco di quelle labbra calde e sensuali la turbò, ma finalmente la sua anima razionale si impossessò di nuovo di lei, fornendo l’immagine ora chiara e distinta dell’uomo che aveva in parte causato le sue sofferenze.

Kuroi.

Non aveva detto il suo nome, si era solo mostrato per quello che era. Un essere dall’aspetto e dai modi angelici.

Un angelo quasi tramutato in un diavolo.

Nei lineamenti del viso, dalle mani candide e sensuali, appariva un angelo del paradiso cristiano, mandato dal Signore per adempiere un incarico a lui destinato.

“ Kuroi…”

L’uomo sorrise, inclinando la bocca in un ghigno. La donna che aveva di fronte era divenuta la sua arma vincente per ottenere ciò che desiderava e per abbattere colui che detestava. Non una parola, non un gesto, semplicemente uno sguardo.

“ Sei perfetta. “ una voce roca, sensuale avvolse l’udito di Kagome, che frastornata dalle parole di Kuroi lasciò che l’uomo di fronte a lei, l’accarezzasse dolcemente come un amante.

Sapeva che Kuroi era un suo nemico, un nemico di Inuyasha. Ma non riusciva a ribellarsi. La sua mente sembrava ipnotizzata dallo sguardo magnetico che Kuroi le rivolgeva.

“ Kuroi… “ Kagome ripetè una seconda volta quel nome, come per convincersi della realtà che stava vivendo. Si pentì in un istante di tutte quelle sensazioni che aveva provato al contatto con il demone dal volto angelico… si sentiva come una preda che era stata avvinghiata in una trappola mortale. Il contatto con un uomo… questo le era mancato. Anche se non lo ammetteva ma era proprio l’affetto che le mancava…. E non l’affetto filiale o materno.

**

Un rumore metallico stridette in tutta la Sala del Riflesso, capace di far arretrare qualsiasi essere uomo o demone che fosse. La Tessaiga risplendeva quasi di luce propria, ora priva della protezione del suo fodero altrettanto magico.

Nessuno parlò o si mosse in alcun modo alcuno.

Il volto del mezzo demone sanguinario rimase immutato, solo un lieve spiegamento delle sue labbra poteva leggermente rimandare al suo stato d’animo.

Ciò che aveva visto allo specchio… non avrebbe dovuto vederlo.

Non lui.

Era rimasto indifferente, forse anche per troppo tempo, a lei e a tutto quello che rappresentava per lui. I suoi sentimenti non erano ancora del tutto chiari, ma di fronte a quella scena… non poteva rimanere impassibile.

Dopo molto tempo, Kuroi avrebbe riscoperto come poteva essere combattere contro di lui, Inuyasha.

  
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