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Autore: Daicchan    29/06/2010    4 recensioni
Piccola shot comica sui Malandirni... Sirius, per Natale, aveva chiesto qualcosa a James, qualcosa che Ramoso non è riuscito a procurarsi. E... questo non piacerà per niente al giovane rinnegato dei Black.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non so davvero come miè venuta in mente questa boiata di ff.

Anzi, in realtà sì.

Era un pezzo dell'altra mia fic, "Marauders" (<--leggetela!xD pubblicità occulta!) ma il capitolo si stava allungando troppo, e così ho dovuto tagliare...questo pezzo, che ho poi modificato prendendo ispirazione da un certo oggetto sulla mia scrivania.

E' davvero una scemaggine, ma mi andava di postarla, e così... LEGGETE e INORRIDITE!xD

 

 

 

 

Buon Natale, Sirius!

 

Nel loro dormitorio, Sirius Black e Peter Minus osservavano preoccupati lo sguardo spaventosamente diabolico di Prongs.

O meglio, Sirius era preoccupato.

Codaliscia invece osservava l’amico come se fosse uno di quei hamburger per cui i babbani  stravedevano tanto.

Inutile sottolineare che il fare ammirato di Peter, stava spingendo James a dare il meglio –o il peggio, a seconda dei punti di vista- di sé, ed oltre all’espressione malandrina, nel suo volto era possibile scorgere quella luce folle che soleva accompagnare Ramoso quando si convinceva di essere un dio in Terra.

Il che corrispondeva a qualsiasi istante della sua esistenza, constatò Sirius.

Tuttavia, l’Animagus preferì non fargli notare quest’inutile dettaglio –più che altro per la propria sicurezza, in quanto assistere alle fasi di depressione di James poteva risultare devastante per la pazienza di qualsiasi essere vivente-.

E d’altra parte… Doveva ammetterlo, era proprio curioso di scoprire cos’aveva in mente il suo migliore amico.

E, più specificatamente, cosa contenesse la scatola che teneva in mano.

<< Allora, James… >> disse dunque << ci riveli il tuo brillante piano? O preferisci farlo domattina, quando il tuo patetico tentativo di creare un po’ di suspence si rivelerà soltanto irritante? >>

Ramoso sbuffò, nascondendo il pacco dietro la schiena: << Va bene. Vorrà dire che non te lo dirò. >>

<< D’accordo. >> si limitò a rispondere Sirius, alzando le spalle.

Era certo che Codaliscia, in quel momento, lo stesse guardando come per supplicarlo di rimangiarsi tutto, atterrito come poteva essere dall’eventualità che James togliesse loro il saluto.

In effetti Prongs li stava osservando entrambi con un’espressione tra il basito e lo sconvolto, che la diceva lunga sulla sua sanità mentale.

Sirius si trovò a pensare che per l’amico sarebbe stato meglio migliorare la propria mimica facciale, in modo da non sembrare un completo idiota ogni qualvolta che tentava di assumere un’aria affranta.

Fatto sta che Felpato sostenne il suo sguardo atterrito per un po’, comportando qualche attimo di silenzio nel Dormitorio.

Poi, con grande sollievo di Peter, James si decise a parlare: << E va bene, ve lo dirò. >> esclamò con un sospiro esasperato.

Sirius aggrottò le sopracciglia: << Scusa, ma chi ti ha detto nien… >>

<< Shh, taci, Felpato. >> disse il ragazzo, scuotendo la mano con aria infastidita, come a cacciare una mosca << So che muori dalla voglia di scoprire cos’ho in mente, quindi vedi di non rovinare tutto. >>

Il giovane Black lo guardò in mal modo.

A quel punto, James Potter poteva benissimo ritenersi il detentore del primo posto di creatore di pippe mentali.

Davvero un buon risultato, non c’è che dire.

Peter, intanto, saltellava entusiasta al suo fianco: << Dai, dai, James! Dicci tutto! >>

Ecco, fantastico. Ora l’esultanza di Codaliscia avrebbe contagiato –ed entusiasmato- Ramoso.

E lui si sarebbe trovato i compagnia di due sovraeccitati.

Ma… Godric, doveva sapere cosa conteneva quella scatola!

Sperava solo che Prongs non la tirasse per le lunghe.

<< Ebbene, popolo, ve lo dirò. >> esclamò James, soddisfacendo la tacita richiesta dell’amico. Poi, con un’unica mossa, mostrò loro la scatola fino ad allora tenuta dietro la schiena.

E non appena lesse la scritta su quella modesta scatola di cartone… Sirius ne rimase estasiato.

Era a dir poco….superbo.

Sollevò gli occhi blu verso quelli nocciola del suo migliore amico, mentre Peter gli si accostava per guardare il pacchetto.

<< James…. E’ davvero quel che… >>

Prongs annuì con aria solenne. << Già. Un “produci-flatulenze”… babbano, ovviamente. >> disse, per poi assumere un’espressione estasiata. << Non è fantastico? >>

Felpato annuì distrattamente, non riuscendo a staccare gli occhi da quel…miracolo.

Godric, era l’unico modo per definirlo.

Come diamine facevano i suoi a disprezzare i babbani, se erano in grado di creare certe cose?!

Solo questo era sufficiente a dimostrare quanto fossero idioti i Black.

 Be’, a parte sé stesso, ovviamente.

Intanto, Peter si era portato una mano davanti alla bocca, trattenendo un verso di ammirazione.

Felpato necessitò di un grande sforzo di volontà per ignorare i suoi gridolini esaltati

<< James…Come hai intenzione di usarli? >>  chiese quindi al suo amico, che invece –come suo solito- si mostrava più che felice della venerazione che Codaliscia sembrava nutrire nei suoi confronti.

Tuttavia, ciò non trattenne Ramoso dal non rispondere alla sua domanda.

Si voltò verso di lui con un ghigno inquietante : << Domani mattina. Colazione, al tavolo dei Serpeverde. Li rendiamo invisibili con un incantesimo di disillusione, li mettiamo ai loro posti e… puff! Penso che le  nostre care amiche Serpi non si faranno vedere in giro per un bel po’ e… >>

Non ebbe il tempo di finire la frase, che si trovò stretto nell’abbraccio stritolante di Sirius Black.

Quello di cui –solitamente- si trovava vittima Moony, ogni qualvolta che provavano –con successo- a coinvolgerlo nelle loro geniali imprese.

James si ripromise che mai più avrebbe riservato un simile trattamento al povero Remus, ora che ne testava appieno la forza distruttiva.

Intanto, Padfoot si stava esprimendo nei suoi più “deliziosi“ –Godric, ma come gli era uscito quel termine?- guaiti da cucciolo felice. << Oh, Jamie! >> quanto detestava quando lo chiamavano in quel modo << Non vedo l’ora di vedere le facce delle mie care cuginette e di Mocciosus, domani! Sei davvero un genio! Bravissimo, bellissimo, fantastico.. >>

<< Ok, ok! >> lo interruppe il ragazzo, cercando di liberarsi dall’abbraccio. Avrebbe ascoltato volentieri Sirius lodarlo almeno per una volta, ma… se non sganciava la bomba adesso, non avrebbe più trovato la situazione adatta.

“Ora o mai più, James!”

<< Oh, caro Pad, non è niente, davvero. >> iniziò, staccandosi finalmente da Sirius, ed adottando una delle sue migliori maschere di modestia.

Una di quelle a cui nemmeno un idiota avrebbe creduto, tanto per intenderci.

James continuò la sua recita, sorridendo: << Insomma… Consideralo il mio regalo di natale, eh? >>

Ma Felpato –quel giorno stranamente perspicace- non ci cascò.

Assunse, anzi, un’espressione sospettosa, e guardò l’amico di sottecchi: << Devo dedurre… che non sei riuscito a procurarti quel che ti avevo chiesto io? >>

Ora il suo sguardo era vagamente –ma solo un po’, sia chiaro- minaccioso.

Ramoso sbuffò, esasperato: << Eddai, Pad! Chi diamine mi ci portava in quel … >> tentò invano di ricordarsi quel nome assurdo << … quel Burger Coso babbano? Non potevo mica—EHI! >> urlò il ragazzo, abbassandosi appena in tempo per evitare la fattura scagliatagli da quello che riteneva il suo migliore amico.

Gli rivolse un’occhiata indignata. << Ma sei impazzito?! Dai, sarà per il tuo compleanno! >>

<< E dovrei aspettare altri sei mesi?! >> gli urlò di rimando Felpato, quasi con le lacrime agli occhi. << Muori, Potter! >>

 

***

 

Quando Remus Lupin entrò nel Dormitorio, vi trovò l’inferno.

Raggi di luce colorata volavano per la stanza, mentre Sirius sbraitava e James rotolava da tutte la parti per schivare i suoi incantesimi.

Peter, invece, era nascosto dietro una poltroncina davanti all’ingresso del Dormitorio, tremante.

Remus gli si accostò, incurante delle fatture che svolazzavano di qua e di là.

Considerando quanto quei due fossero intenti –l’uno ad inveire, l’altro a scappare ed evitare di farsi ammazzare- dubitava fortemente di essere a rischio di essere colpito.

<< Ehi, Peter… cosa sta succedendo? >> chiesa all’amico ,chinandosi leggermente verso di lui.

Codaliscia sollevò gli occhi acquosi verso l’amico, tremante. << Non so… A quanto pare James non è riuscito a fare un regalo babbano a Sirius…di uno di quei last food.. e lui si è arrabbiato… >>

Remus sospirò.

Prongs gli aveva parlato di ciò che gli aveva chiesto Sirius per Natale, conoscendo i suoi loschi contatti con un certo mago che trafficava diavolerie babbane di tutti i tipi –partendo da gavettoni fino ai più raffinati tipi di telefono-.

Non poté trattenersi dal lanciare un’occhiata esasperata al finimondo che regnava nel loro Dormitorio.

Tornare dalla biblioteca e trovare Sirius e James ad ignorare qualsiasi regola che avesse a che fare col “rispetto della quiete pubblica” non era nulla di nuovo, davvero.

Ma per un motivo così stupido…. Godric, era assurdo.

<< Mai sfidare un Black! >>

<< Brutto cagnaccio rognoso, ma sei pazzo? Le pulci ti hanno mangiato il cervello! >>

Remus si abbassò giusto in tempo per evitare una fattura di James, che a quanto pare si era deciso a contrattaccare.

Peccato che la sua mira facesse a dir poco pena.

Sirius aveva ragione: quel ragazzo era più cieco di un troll con due salami sugli occhi –testuali parole-.

<< Rem… Andiamocene, ti prego… >>

<< Brutto cornuto! Hai provato a colpirmi! >>

<< Sei stato tu ad iniziare! E solo per un regalo! >>

Sirius –letteralmente- ringhiò: << Quel regalo era tutto per me! >>

Ed ecco che tornavano gli Schiantesimi.

Remus scosse la testa, tra il divertito e l’esasperato.

Godric, cosa si è capaci di fare per una coroncina di cartone di Burger King.

  
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