Film > Basil l'Investigatopo
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Autore: Bebbe5    03/07/2010    5 recensioni
Rattigan è tornato in azione e tocca di nuovo a Basil sconfiggerlo. Ci riuscirà anche stavolta? Per tutti i fan dell'argomento. [capitoli e titolo modificati e corretti]
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Note dell’autrice: scusatemi ancora una volta, ma l’unico e mio primo amore, la musica, ha richiesto la mia presenza ad un ritmo così serrato che mi è stato così impossibile anche solo pensare ad un nuovo capitolo. Anche questo che vado a postare non mi convince fino in fondo, perché scritto in momenti diversi, in cui anche l’umore stesso era diverso. Fatemi sapere, mi raccomando.

ANGOLO DELLE RECENSIONI:

BELLIS: non ti preoccupare per quanto riguarda l’orario. Io stessa, riguardando la data e l’ora in cui ho postato il capitolo, sto cercando di ricordarmi cosa avevo ingerito o fumato. Infatti ero tornata da quattro lunghi giorni a Monaco di Baviera e ricordo che ero distrutta. Grazie per il tuo come sempre ricchissimo commento. Non so se mi sono divertita di più a descrivere lo spettacolo o la traiettoria della testa staccata. Per quanto riguarda la caratterizzazione dei personaggi, il mio terrore più grande è quello di fare la fine di Basil Hallward, quello del ritratto di Dorian Gray, ossia di metterci troppo di me stessa. Questo capitolo è stato un’ardua prova ed ancora sono incerta sul risultato. Sono contenta che tu non abbia durato molta fatica ad immaginarti le scene. Grazie per le tue splendide note personali e ti prego di perdonarmi se in questo periodo non sono stata proprio la più fedele delle commentatrici. Rimedierò quanto prima.

TENSI: Sono felice che ti sia piaciuta l’entrata di Brynna. Il personaggio, però non è mio, ma di Eve Tytus. Già stentavo a crederci anch’io quando ho trovato quest’informazione su Internet. So che non è molto gentile, ma è così che deve essere. Spero solo che non metta troppo in ombra Cornelia.

MIRISTAR: Già, la sorella. Mi mancava un personaggio, te lo dico sinceramente, così l’ho inserita. Non so se mandarlo alla Disney, perché, su fanfiction.net, ci sono molte ragazze che stanno scrivendo dei seguiti stupendi, molto più belli di questo.

Grazie a tutte per le recensioni

Capitolo 19

Topson era rimasto sconcertato. Sembrava che i gelidi venti delle regioni scandinave avessero invaso la sala dove i quattro si trovavano, e tutto a causa del commento della nuova conoscenza. Si era ormai abituato alla sgarbatezza che, ogni tanto, Basil mostrava nei confronti del prossimo, ma sapere che al mondo c’era un altro individuo, oltretutto, cosa ancora peggiore, una donna, con dei modi così simili era alquanto sconfortante.

Cornelia, dal canto suo, non si lasciò azzittire:

“Anche per me è un piacere rivederti dopo tutti questi anni, Brynna. Hai un aspetto divino.” Disse in tono ironico, lanciando occhiate eloquenti alla chioma scarmigliata dell’altra.

“Lo so Blackwood, è dai tempi del college che me lo fai notare. A quanto vedo, però, tutti i tuoi sforzi per imitarmi non hanno dato frutto. Sei sempre la stessa, arrogante, ragazzina viziata.” Replicò l’altra seccamente. Prima che l’attrice, divenuta di tutti i colori per la stizza, potesse risponderle a tono, lei si rivolse nuovamente al fratello:

“Che fine ha fatto la tua tesi secondo cui meno gente è a conoscenza delle nostre azioni meglio è?”

“Ho avuto i miei buoni motivi per ricredermi.” Le rispose lui senza mai distogliere lo sguardo dagli occhi di lei.

“Lasciami indovinare, la tua bella qui ti ha fatto una scenata e tu hai deciso di mettere tutto a rischio per sistemare le cose. Ci ho visto giusto?”

Stavolta Basil, colto sul fatto, dovette abbassare gli occhi. Brynna sospirò sorridendo prima di continuare:

“Beh, oramai siete qui quindi non c’è motivo di proseguire questa discussione. I tuoi amici mi hanno vista Sherri, ora te ne puoi anche andare e lasciarmi chiudere il Teatro. E’ stata una giornata lunga e sono attesa a casa.”

“No Brynna, aspetta. Siamo venuti qui anche per un altro motivo.” Intervenne Basil. La donna, che intanto si era incamminata in direzione del palco, si voltò a guardarlo incuriosita. Il detective allora proseguì:

“Avevo bisogno di parlarti dell’altra sera. Non riesco ancora a spiegarmi come..”

“Taci!” lo interruppe lei “Non vorrai certo che i muri di questo teatro imparino qualcosa oltre agli spartiti ed ai copioni, vero? Venite tutti, andiamo in un luogo più consono a questo tipo di discorsi.” Detto ciò, volse nuovamente le spalle al terzetto e riprese ad andare verso il palco. Basil, Topson e Cornelia la seguirono immediatamente.

“Sherri?” chiese ad un certo punto il dottore a voce bassa e divertita.

“Diminutivo di Sherringford Constancius, il mio nome di battesimo, caro Topson. Mi spiace di non avervelo mai rivelato, ma francamente non mi sembrava molto importante.”

L’amico lo guardò sconcertato.

“Non ti sembrava molto importante?! Questa è proprio bella, condivido una casa con te da quasi tre anni e non mi hai mai rivelato il tuo nome di battesimo!”

“Tu non me l’hai mai chiesto.”

Topson ammutolì di colpo. Come al solito, Basil riusciva sempre ad averla vinta nei loro dibattiti.

“E nessuno ha chiesto a lei di essere così sgarbata, possibile che ce l’abbia ancora con me dopo tutti questi anni?” borbottò Cornelia.

“Correggimi se sbaglio, mia cara, ma tu hai aperto bocca per prima e, sempre per prima, hai commentato il suo aspetto in un modo che non trasmetteva certo amicizia. E’ chiaro che anche tu sei risentita nei suoi confronti e questo potrebbe derivare dal fatto che, al College, nonostante la parte della protagonista fosse sempre affidata a te, era lei, come antagonista o personaggio secondario, a far venire giù il teatro per gli applausi.”

“Mi ritieni davvero così puerile? E comunque non è vero che faceva venire giù il teatro: la gente applaudiva solo un po’ più energicamente. Inoltre ti faccio notare che sono io quella che ha fatto carriera in giro per l’Europa e non lei.”

“Potreste rimandare le vostre discussioni da sposini alle quattro mura di Baker Street? La testa mi fa già abbastanza male senza i vostri battibecchi.”

La voce di Brynna, che ancora camminava davanti a loro, li zittì immediatamente. Dopo qualche metro, comunque, il gruppetto si fermò davanti ad una semplice porta di legno lucido. Su una targa, affissa al centro di essa, c’era scritto: “Brynna Basil”. La proprietaria spinse la porta senza molti indugi, lasciando poi passare i suoi tre ospiti. Si ritrovarono tutti in una modestissima stanza, poco illuminata, con un tavolo da toilette, munito ovviamente di specchio, un attaccapanni, un paravento ed un piccolo tavolinetto con delle sedie foderate di velluto verde scuro. C’era anche una lavagna di media misura ad un lato della stanza, simile a quella che Topson aveva visto al 221/b solo che, al posto di stranissime e quanto mai oscure, formule chimiche, a ricoprirla c’erano note e complicati schemi musicali.

“Prego, accomodatevi” disse Brynna, accennando alle sedie “scusatemi se sono così scortese da non offrirvi un thè, ma è un po’ tardi.”

“Ma si figuri signorina, piuttosto ci scusiamo noi per questa intrusione così improvvisa. Mi permetta di presentarmi sono..”

“.. il dottor Topson” terminò per lui l’artista, che intanto aveva preso posto accanto al tavolo da toilette. “Non c’è bisogno che vi presentiate. La vostra penna vi precede. Sì Sherri, ogni tanto mi diverto anch’io a leggere un po’ di letteratura romantica.” Concluse, indirizzandosi al fratello che le aveva lanciato uno sguardo stupito.

“Ti credevo più un tipo da opere pratiche, non da romanzi.” Le rispose lui.

“E” si introdusse Topson “mi permetta di aggiungere che non sono romanzi, ma racconti della pura e semplice verità.”

“Questo è vero, ma voi, dottore, riuscite sempre a renderla più straordinaria di quello che è. Un estraneo penserebbe ad un topo con poteri magici.”

Topson si arrese. Del resto cosa poteva aspettarsi dalla sorella del suo socio fin troppo realista?

“Un’ultima cosa prima di risponderti Sherri: ti è piaciuta la nuova parola d’ordine?”

“Come no? Non mi sono mai divertito di più.” Ribatté il fratello, con la voce piena di sarcasmo.

“Segno che ti conosco bene. Facciamola breve,  cosa c’è che non ti quadra?”

“Come ha fatto a capire in anticipo cosa avrei fatto? Rattigan intendo.”

La donna sembrò pensarci un po’ su prima di rispondere, con lo stesso tono secco:

“Questo lo dovresti chiedere ad uno psicologo, non a me. Comunque, penso che tu non sia un tipo poi così imprevedibile.”

“Spiegati” la incitò lui, con le punte delle dita unite di fronte al volto, per nulla intimorito dall’atteggiamento della sorella a cui, secondo Cornelia, doveva ormai essersi abituato.

“Sei sempre stato una macchina nel tuo lavoro, ragion per cui, hai imparato a non farti influenzare più di tanto dalle emozioni. Non sarai un asso in questo come lo è l’umano la cui cantina è la tua dimora, ma sei bravino, questo te lo devo concedere.” Basil chinò lievemente il capo per ringraziarla scherzosamente. Brynna, dal canto suo, alzò gli occhi al cielo scuotendo la testa, prima di proseguire:

“Il problema è che lo sa anche Rattigan. Ora, vediamo se riesco a spiegarti il concetto con una piccola equazione, una di quelle che tanto ti piacciono.”

Con questo, si levò dalla sedia e si avvicinò alla lavagna, la girò di cento ottanta gradi e si mise a scrivere sullo spazio vuoto. Mentre scriveva, Topson la osservava in ogni suo movimento, ancora incerto se ritenerla piacevole o decisamente antipatica. Certo era che aveva un particolare senso dell’umorismo, tendente il più delle volte ad un tagliente sarcasmo. Non sopportava Cornelia, non era difficile capirlo, anche se il perché gli rimaneva ignoto. Trattava Basil come un topolino di sei anni, e forse, in alcune occasioni, poteva anche darle ragione. Lui, invece, era stato trattato con un certa cortesia, se così si potevano definire i suoi modi nei suoi confronti, ma era anche vero che, a parte per le sue opere letterarie, le era perfettamente sconosciuto. Era difficile comprendere il resto. Il nervosismo poteva essere tranquillamente attribuito all’ora tarda, alla stanchezza, alla giornata di lavoro. Magari, in un altro momento, l’avrebbe trovata estremamente amichevole e forse anche…

“No dottore, non createvi dei castelli in aria, sono esattamente come mi vedete.”

La voce di Brynna lo riscosse immediatamente dai suoi pensieri che, si rese conto con stupore e quasi orrore, erano stati come un libro aperto per lei.

“Come..?” provò a chiedere.

“Sarebbe lunga da spiegare e sono molto stanca.” Replicò lei con un mezzo sorriso, che però le sparì subito dalla faccia. “Osservate attentamente la lavagna.” Proseguì lei. I tre ospiti voltarono simultaneamente lo sguardo e videro scritte, bianco su nero, queste parole:

‘Lavoro: Rattigan = Emozioni: Blackwood’

“Direi che più chiaro di così non potrebbe essere.” Commentò Brynna.

“Ora capisco meglio il discorso sulle priorità.” Fece Basil e gli sguardi di Cornelia e Topson gli si puntarono immediatamente addosso. Dopo aver fatto capire, con un gesto della mano, che ne avrebbero parlato più tardi, proseguì “Io ho scelto Rattigan automaticamente, perché è  il mio lavoro, mentre ho, diciamo, messo da parte Cornelia, perché la mia mente è abituata a fare questo, a scansare qualsiasi attaccamento emotivo.”

“Precisamente fratellino. D’ora in avanti, a seconda di ciò che sceglierai per la tua vita, dovrai rivedere la tua categoria di doveri, altrimenti sarà una catastrofe.”

“Ho afferrato il concetto.”

“Sicuro?”

“Certo.”

“Bene, allora vi prego di tornare a casa. Io devo cambiarmi e chiudere il teatro.”

 “No, aspetta, devo chiederti un’ultima cosa.” 

La ragazza sbuffò vistosamente, ma rivolse comunque la sua attenzione al fratello.

“Ci sono nuovi sviluppi?”

Lei guardò attentamente lui, poi Topson e Cornelia e disse:

“No, attualmente nulla di particolare, sta ancora versando lacrime sulla ferita alla coda.”

Basil sghignazzò.

“A proposito, non so se ti interessa, ma ho qui una cosa per te.” Continuò Brynna, dopodiché andò dietro il paravento e ne riemerse con un pacchetto oblungo tra le mani. Il detective lo prese e cominciò a scartarlo. Quando ne estrasse il contenuto, Cornelia gridò e Topson impallidì, mentre lui guardò semplicemente il “regalo” con aria attonita: era il pezzo di coda di Rattigan che aveva tagliato la sera prima alla Torre.

“L’ho presa e l’ho fatta imbalsamare. Magari le trovi un posto tra i tuoi trofei, perché non accanto alla campanella di Lucrezia? (*)”

Il fratello sembrava ancora sconcertato.

“Io… non so che dire.”

“Che ne dici di ‘grazie Brynna, sei la migliore, ma ora ti lascio perché sei stanca’? Sarebbe assolutamente perfetto.” Rispose lei, andando alla porta ed aprendola.

“Sì, hai ragione. Grazie sorellina.” Le disse, baciandola sulle guance ed avviandosi verso l’uscio.

“E’ stato un piacere conoscerla.” Disse Topson, con la sua caratteristica cortesia, tentando di farle il baciamano. Lei però, scansò bruscamente la mano e chinò lievemente il capo, in un elegante cenno di saluto, sebbene molto freddo e senza sorrisi.

“Sempre gentile, eh Brynna?” fece Cornelia, seguendo Basil ed il dottore.

“Ogni tanto faresti bene a guardare uno specchio Blackwood. Buona serata.” Fu la risposta, prima che la porta si chiudesse del tutto, con una botta secca.

“Basil, hai visto cos’ha fatto?” Quando l’attrice indignata si accorse che la risposta tardava ad arrivare, si voltò e vide che Basil si era già avviato verso l’uscita. Insieme a Topson, si affrettò a raggiungerlo. Il resto del tragitto fu percorso in silenzio, ma, una volta fuori, Cornelia ritornò all’attacco.

“Non è cambiata per nulla, vero? Sempre la solita antipatica. In fondo cosa ho detto?” chiese con tono infastidito.

Ancora una volta, lui non le rispose, ma continuò a camminare spedito verso casa.

Cornelia ora tremava per la rabbia. Si voltò a guardare Topson, che però le rispose con un’alzata di spalle. Nemmeno lui sapeva cosa era preso al suo amico. Insieme, cominciarono a seguirlo.

“Cosa ne pensi Topson? Di Brynna intendo.” Chiese lei ad un certo punto.

“Non saprei. L’ho appena conosciuta e devo ancora capire che tipo è.”

“Ti assicuro che c’è poco da capire. E’ semplicemente così come l’hai conosciuta. Sgarbata e antipatica. E’ in collera con il mondo da una vita, i motivi non li ho mai capiti veramente nemmeno io. Probabilmente rimpiange di essersi trovata sola alla fine, ma sai che ti dico? Se l’è cercata.”

Il dottore era allibito. Sapeva che Cornelia era una ragazza parecchio energica e, spesso, anche impulsiva, ma non si aspettava di trovare tutto questo odio per qualcun altro in lei (calcolando ovviamente l’eccezione di Rattigan).

Confuso, si accorse che, finalmente, erano arrivati a Baker Street.

Una volta entrati, Basil si voltò a guardare Cornelia, con occhi di ghiaccio.

“Punto primo, non posso darle torto se ti ha risposto male. Sai bene di non starle proprio simpatica e, nonostante lei avesse scelto deliberatamente di ignorarti per evitare inutili battibecchi, tu hai voluto commentare le sue azioni.”

Lei rimase attonita da quell’intervento improvviso, ma cercò comunque di ribattere:

“Stavo solo dicendo che..”

“Punto secondo” la interruppe Basil, “ci tengo a ricordarti che lei è mia sorella e che, in questi anni, mi è stata vicina come nessun altro avrebbe saputo fare, sacrificando tutto ciò che aveva di più caro.”

L’allusione alla fuga di Cornelia era più che lampante, ed infatti lei tentò di difendersi:

“Sai benissimo che..”

“Punto terzo” ancora una volta il detective la interruppe “è da quando sei arrivata che ti difende e ti protegge, nonostante tutto. Il discorso delle priorità a cui accennavo prima è quello che lei mi ha fatto ieri sera, quando è corsa in mio aiuto alla Torre di Londra. Mi ha detto che meritavi di più e che non potevo continuare a posporti al mio lavoro, se non ti volevo perdere. Inoltre, non so se te ne sei accorta, ma ieri sera c’era una sentinella qui davanti. Se non foste riuscite a cavarvela da sole, sarebbe intervenuta un’intera squadra di alleati.”

Stavolta Cornelia era rimasta senza parole. Davvero quella donna che sembrava odiarla oltre ogni limite, si era data tanto da fare per lei?

“Per concludere” riprese Basil “Sono io il principale responsabile della sua solitudine. E’ colpa mia se ora sembra odiare il mondo, anche se lei non lo ammetterà mai ed ora, se volete scusarmi, me ne vado a letto. Ho bisogno di riflettere.”

Con queste parole, girò i tacchi e, con il suo macabro trofeo tra le mani, salì le scale verso camera sua, fino a chiudercisi dentro, sbattendo la porta.

Nell’atrio, intanto, regnava il silenzio più assoluto.

Topson, per l’ennesima volta in quella lunga giornata, era rimasto sconcertato, e ancora incerto sui fatti. Quasi per trovare una risposta, si voltò verso Cornelia. La ragazza si stava mordendo un labbro, nell’evidente tentativo di non piangere.

“Io non.. potevo sapere..” mormorò.

“Certo che non potevate!” esclamò la signora Placidia, emergendo dalla cucina da dove, evidentemente, aveva sentito tutto. “Siete stata lontana per troppi anni.” Il tono era quasi di rimprovero.

“Ma io dovevo andarmene!” ribatté lei “C’era il benessere della mia famiglia a rischio.”

“Lo sappiamo cara” disse Topson, cercando di confortarla.

“Ma provate a riflettere per un momento. Se la vostra famiglia era a rischio, quella del signor Basil in quale condizione doveva essere?”

Ancora una volta Cornelia non tentò nemmeno di ribattere, spiazzata dalla retorica di quella domanda.

“Mi creda” riprese la governante “hanno sofferto tutti in quella famiglia, chi in un modo, chi nell’altro e, forse, la signorina Brynna è quella che ha subito più di tutti.”

“In che senso?” chiese Topson.

“Non spetta certo a me raccontarlo ma, signorina Blackwood, seguite il mio consiglio: davanti al signor Basil, evitate discorsi offensivi nei confronti di sua sorella. Tiene a lei più di quanto possiate immaginare e nutre per lei un affetto che pare quasi impossibile da parte di un tipo come lui. Da quello che ho capito, stavolta non si è intromesso nella discussione tra voi due ma, se un giorno decidesse di farlo, non sarete voi quella che difenderà.” Concluse, rivolgendo poi lo sguardo alle scale. Poi, con un sospiro, si voltò verso gli altri due e disse.

“La cena è pronta.”

FINE DEL CAPITOLO

Note: (*) ricordate? Quella che Basil aveva sottratto a Rattigan alla fine del film.

Santo cielo, mi sono dovuta frenare, altrimenti il capitolo sarebbe venuto di venti pagine. Boh, non so cosa pensarne.

Spero che abbiate gradito

Bebbe5

P.S. Dedicato a Bellis che mi sopporta così come sono.

 

 

 

  
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