Harry e Ron erano uno di fronte all’altro, in mezzo al corridoio che
portava all’aula di Pozioni, e stavano parlando del più e del meno.
Quando, ad un certo punto, si sentì un tonfo.
Una porta aprirsi e un scalpiccio di scarpe di cuoio correre verso l’uscita.
Per curiosità, Ron si
affacciò e la vide.
Correva mentre stringeva un
enorme libro tra le braccia contro il petto.
Era uscita nel parco
carezzato dalla neve di quel rigido inverno.
La vide accasciarsi vicino la
riva del lago mentre la schiena era scossa da singhiozzi.
Senza pensarci due
volte, piantò lì Harry e con ancora la
borsa sulla spalle si diresse verso l’uscita.
Appena venne fuori da quel caldo castello qual’era
Hogwarts, sentì il freddo pizzicargli le guance, il naso e le orecchie.
Non ci badò e si avvicinò
dolcemente all’amica ‘Hermione?’
Lei parve non sentire.
‘ Hermione?!’ riprovò Ron,
sedendole accanto ‘ Cosa è successo?’
L’unica cosa che riempiva
quella tanto silenziosa atmosfera erano i gemiti e i
singhiozzi della ragazza in questione.
Ron le alzò dolcemente il
mento e la vide come non avrebbe mai voluta vedere.
Piangeva.
Aveva gli occhi rossi e le
guance che andavano a fuoco.
‘ M-mi
hanno detto..c-che..devo diventare suora…’ sussurrò lei, avvinghiandosi
all’amico.
Ron la strinse forte a sé
mentre aspirava quell’odore inebriante dei suoi
capelli.
Freschi.
Odore di albicocca.
Frutto semplice come semplice
era anche la sua anima.
‘ E
sentiamo: perché te l’hanno detto?’ domandò Ron, tenendola abbracciata.
‘ Perché loro portano… le
camicette sbottonate… e io no..’
Ron giurò di sentire il
calore delle guance della ragazza sulle sue, e sorrise ‘ Hai detto a quelle
galline di starsi zitte?’
‘ No..’
‘ Lo dovevi fare, Hermione.
Tu sei una ragazza purissima e a me tu piaci così… non come quelle “facili da
portare a letto”. ‘
Hermione lasciò Ron e lo
guardò negli occhi ‘ Ti piaccio così come sono?’
Ron arrossì e tossicchiò ‘
Beh..sì…’
Hermione sorrise ‘ Davvero?’
Con un pollice Ron le asciugò
un’altra lacrima che le scendeva prepotente e annuì.
‘ Ma ..ti
piaccio come migliore amica… o come…sai… ragazza…?’ insistette Hermione,
abbassando il volto e cominciando a disegnare sulla neve con l’indice.
Ron guardò ciò che stava
disegnando.
Era una figura indefinita.
Come quello che provava in
quel momento…
Già…
Ma che cosa provava, in realtà, per lei?
‘ Come ragazza.’ Sussurrò
Ron.
Hermione smise di disegnare e
lo guardò ‘ Anche tu mi piaci come ragazzo, Ron… tantissimo…’
Ron sorrise e guardò il cielo
mentre orecchie e guance prendevano lo stesso colore del fuoco.
Tutto quello che riuscì a
vedere era però un viso, che lentamente si avvicinava e che chiudeva gli occhi.
Ron inghiottì più volte
mentre si sentiva delle forte fitte al bacino
inferiore e il cuore batteva a mille.
Oramai era vicinissima, e lui
non potè fare a meno di desiderare quelle labbra.
Si inclinò un po’ e le sfiorò.
Un bacio castissimo.
A stampo.
Ma che aveva già fatto disegnare nelle menti qualcosa di
magico.
Di bello.
E di maledettamente puro.
‘ Grazie Ron.’ Sussurrò lei,
alzandosi e dirigendosi verso l’entrata del castello.
E solo quando fu più lontana
lui sussurrò ‘ Grazie, amore mio…’
E’ semplice e forse anche mooolto
infantile… ma voglio vedere un po’ come andrà avanti.
Beh.. pensavo di continuarla…
sempre che voi vogliate….dopotutto scrivere è come
un’avventura… se non ti ci avventuri che avventura è? No?
Fatemi sapere, ok?
Ciao!!