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Autore: _Dubhe    04/07/2010    3 recensioni
Premetto che non scrivo da un bel pò, quindi scpero mi perdonerete eventuali sbavature o errori ortografici. Come suppongo gran parte di voi, sono rimasta scioccata dalla fine di TVD e, incapace di occupare il tempo in altro modo, ho cominciato a immaginare una storia utopistica di cui i protagonisti del telefilm fossero protagonisti. Premetto che ci sono spoiler fino all'episodio 1x22, la storia volgerà necessariamente in un senso unico che ha come cartello stradale [D/E].. claro?? Detto questo, divertitevi!!!
Genere: Romantico, Avventura, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Sentì il suo tocco su di lui e una miriade di ricordi lo invase; fu spaventato dalla facilità di ritrovarla, di ritrovarsi con lei in una posizione così familiare e allo stesso tempo così sconosciuta, il sentire la sua pelle liscia, i loro corpi a contatto, e quelle labbra che l’avevano fatto dannare e per le quali sarebbe stato disposto ad uccidere un tempo… non sembrava poi essere cambiato molto. IL bacio che si scambiarono fu un attimo, quasi come un accordo, un patto, un sigillo che entrambi ponevano su quello che stava accadendo, ormai non si tornava più indietro. I vestiti giacevano sul pavimento, la finestra aperta lasciava che il vento muovesse lievemente le tende color panna, la luce della luna era l’unica che permettesse loro di emergere dall’oscurità, in tutti i sensi. La baciò ancora, mentre il suo tocco si faceva più deciso, mentre i movimenti diventavano più rapidi, vicini ad un limite desiderato e fortemente voluto da entrambi. Le sue labbra scesero come fiamme lungo il suo collo, il decoltè, i seni, fino ad arrivare alla pancia e all’inguine, dove ormai l’eccitazione era evidente. Sentiva i suoi gemiti e sentiva il forte desiderio di darle quello che chiedeva perché era anche il suo desiderio. Non smise di muoversi, e la penetrò ancora e ancora, finchè non percepì arrivare l’apice e sentì la sua nuca nell’incavo della propria spalla, mentre anche lui gettava la testa all’indietro e si mordeva il labbro nel trattenere un gemito. Aprì gli occhi ancora ansimando, mentre lei si distendeva al suo fianco con un sorriso soddisfatto e appagato, la testa poggiata sulla mano, il gomito sul cuscino. Lui non se la sentiva di sorridere perché, malgrado l’avesse fatto sentire appagato possederla, stringerla di nuovo fra le sue braccia, sapeva che con quel gesto stava tradendo le persone a lui più care: suo fratello, Elena, gli altri, tutti quelli che credevano in lui e si fidavano della sua persona. Era giusto? E malgrado volesse sentirsi completamente felice, non ci riuscì, non poteva farlo e non ci sarebbe mai riuscito. Katherine ghignò di nuovo, sorridendo contenta per aver ottenuto quel che desiderava: era una bambina certe volte, come se tutta la vita non fosse altro che una gara e le persone accanto a lei i premi. Il suo sguardo felino si concentrò nelle sue iridi.

“Non c’è cosa più lieta che ritrovare un Salvatore nel mio letto, soprattutto in questo posto, soprattutto dopo quello che è successo..”

Il sorriso si allargò ancora di più. “Vedrai, tornerà tutto come prima.” No, si sbagliava lei, non sarebbe mai tornato tutto come prima, mai.

 

24 ore prima

 

La zia Jenna le aveva portato il vestito in camera giusto qualche minuto prima: si era rifiutata di guardarla, di toccarla o solo di parlarle. Probabilmente le parole che le aveva buttato in faccia la sera precedente l’avevano turbata non poco e ancora non se la sentiva di metterci una pietra sopra. Avrebbe voluto parlarle ma, una cosa tira l’altra, non ne aveva trovato l’occasione.

“Pensi che quello sconosciuto tornerà?”

Bonnie era seduta sul suo letto, le dita che giocherellavano con un filo della sua trapunta, gli occhi preoccupati fissi su un punto indistinto del pavimento. La zia Jenna non aveva voluto far entrare in casa lo sconosciuto della sera precedente, eppure non aveva mancato di avvisare Bonnie sul ragazzo che era venuto a cercarla. Nulla di strano, fin qui: l’unico problema risultava essere che lei non aveva mai sentito un suo parente che si chiamasse Alexander e nemmeno pensava esistesse. Il tutto era bastato per farla innervosire e preoccupare, visto che temeva potesse essere un nuovo nemico. Ma non avevano prove sufficienti per affermarlo quindi avevano pensato di prenderla piuttosto alla leggera, per adesso quanto meno. Avevano già il loro gran da fare fra Katherine e i suoi diabolici piani e tutto il resto senza preoccuparsi di nuovi parenti! Per non parlare della festa di quella sera. La signora Lockwood aveva deciso di organizzare un party per raccogliere fondi per la 151 celebrazione per il Giorno dei Fondatori, perché riteneva ci volesse una sala da ballo o qualcosa di simile di cui la città non disponeva ancora. Quindi tutti dovevano essere presenti. Avrebbe rivisto Matt, Caroline e gli altri dopo chissà quanto! Con tutto quello che le succedeva accanto i suoi amici le sembravano lontani anni luce, benché vivessero solo a qualche isolato di distanza. Avrebbe voluto che fosse Damon ad accompagnarla ma la zia era stata irremovibile, quindi il suo accompagnatore sarebbe stato Jeremy. Dopo che era tornato dall’ospedale aveva deciso di non mentirgli più su nulla e gli aveva raccontato l’intera faccenda, che comprendeva anche particolari sulla sua rottura con Stefan e la caccia che una vampira sadica aveva deciso di iniziare con lei come preda. Anche se all’inizio era stata dura, dopo un po’ lui aveva smesso di non parlarle e adesso lì armistizio che avevano messo in atto sembrava continuare a reggere.

“Penso che se tornerà avremo modo di sapere chi è e cosa vuole da noi, fino ad allora suppongo dovremo accontentarci del mistero! – le lanciò un sorriso ironico, prima di riprendere a truccarsi – A proposito di misteri… Stefan tra quanto ti passa a prendere?”

Un silenzio carico di tensione scese nella stanza: non ne avevano mai realmente parlato, visto l’accaduto della sera precedente e il rito di quella mattina – un successo completo, tra l’altro!, quindi nessuna delle due sapeva comportarsi. Elena ci aveva pensato prima di addormentarsi e si era resa conto che sarebbe stato egoistico tenersi Stefan pur stando con Damon e quindi condannando anche la sua migliore amica all’infelicità. Non sarebbe stato per niente giusto nei suoi confronti.

“Non devi per forza darmi delle spiegazioni, sai? – continuò, spazzolandosi i capelli – Insomma, ti ho detto che era finita quindi qualsiasi cosa lui faccia, con chiunque, non sono affari miei. E tu meriti la felicità.”

Bonnie sospirò, alzando finalmente lo sguardo “Era il tuo ragazzo, non sarebbe giusto. Insomma io non ho neppure qualcosa da dirti per convincerti del fatto che faccio bene stando con lui, è successo troppo in fretta perché me ne accorgessi.”

Elena continuò a spazzolarsi i capelli, ma non rispose, lasciando che il silenzio si reimpossessasse della stanza: non giudicava l’amica ma capiva invece quanto lei giudicasse se stessa e sapeva che, in certe occasioni, era meglio tacere piuttosto che aggravare la situazione. Jeremy fece capolino dal bagno, bussando.

“Zia Jenna dice di scendere, Elena, perché noi andiamo con Stefan e Bonnie e lei invece andrà con Rick. Siete pronte?”

Le ragazze annuirono e decisero di rimandare il discorso ad un’occasione diversa, magari più tranquilla. Stefan era disotto, aspettava con due mazzetti di fiori in mano: uno era certamente per la una accompagnatrice, l’altro per lei.

“Damon ti manda questi..” – mormorò Stefan all’orecchio di Elena, anche se si percepiva la sua evidente irritazione. Probabilmente Damon l’aveva minacciato o altro, ma bisognava ammettere che quelle orchidee si abbinavano alla perfezione al suo vestito ocra pallido, quasi panna. Era lungo fino al ginocchio, con motivi più chiari e scuri tribali alla fine della gonna. Lei gli sorrise ma fu certa di non vederlo ricambiare.

Il viaggio in macchina fu lungo, grazie al cielo riempito dal chiacchiericcio di Jeremy, che una volta ogni tanto poteva sfogarsi e parlare con gente che sapeva tutto sul soprannaturale. Stefan sopportava di buon grado, Bonnie anche, mentre Elena si perdeva in riflessioni e fantasticherie sulla serata, durante la quale sperava ovviamente di rivedere Damon. Era strano quel senso di attrazione che provava nei suoi confronti, come un magnete e una calamita: lui era il magnete, lei la piccola calamita, o almeno era così che si sentiva. Però la preoccupava non poco che zia Jenna non approvasse, e da quello che aveva capito non era l’unica: erano tutti contro di lei, come se non fosse già sufficiente Katherine per quello. All’entrata della sala trovò ad aspettarla Isobel: era vestita con un lungo abito verde bottiglia e uno scialle nero e beige a coprirle le spalle. Le sorrise, salutandola con un bacio.

“Tesoro, sei un incanto stasera, lasciatelo dire. – rivolse un sorriso anche agli altri, a Jeremy in particolare – Jeremy, mi perdonerai se prendo in prestito tua sorella per qualche istante? Dovremmo scambiare due parole..”

Jeremy annuì. “Io nel frattempo vado a prendere da bere.”

Era davvero strano il modo in cui Jeremy si fosse affezionato a Isobel: all’inizio gli era parso piuttosto sospetto che una donna del tutto estranea si aggirasse in casa sua ma, dopo un’esauriente spiegazione di Elena e il suo resoconto sulla sua nascita, ne era rimasto come affascinato. Certo il fatto che sua sorella fosse una specie di esperimento l’aveva relativamente traumatizzato ma nulla gli era più gradito del fatto che sua sorella non gli nascondesse più nulla, o quasi. Non sapeva di Damon, non ancora. Si era ripromessa di parlargli quella sera, in modo che non potesse lamentarsi dell’ennesima bugia che gli aveva rifilato, magari nascondendosi da qualche parte con la sua nuova fiamma.

Isobel la condusse nel giardino laterale, quello più piccolo, dove le luci illuminavano i giochi d’acqua di una piccola fontana e le panchine di legno erano state ripulite dalla rugiada e risultavano quasi come nuove. Ma non si sedettero, continuarono a camminare, sembrava essere più rilassante e meno oppressivo.

“Beh, ci voleva proprio una bella serata.. – incominciò la donna, tentando di rompere il ghiaccio, ma si rese subito conto di quanto suonassero banali le sue parole, quindi si interruppe con un sorriso per poi riprendere – Senti, tesoro, io a te ci tengo davvero tanto, lo sai, e tutto quello che voglio – proprio come tua zia e i tuoi amici – è la tua sicurezza, la tua incolumità, affinchè tu possa avere una vita normale. Mi rendo conto che non è semplice con quello che devi affrontare, ma noi ci siamo provando.. Damon.. beh, non coincide perfettamente con il nostro ideale di normalità, e nemmeno con il tuo. Se Stefan poteva proteggerti, metterti al primo posto, stai pur certa che lui non lo farà. Finchè poteva trattarsi di una semplice infatuazione potevo accettarlo, riderci sopra, ma se la cosa diventa seria come lo sta diventando.. non me ne starò qui con le mani in mano a vederti soffrire, piccola, non puoi chiedermelo.”

Si fermò, prendendola per le spalle e guardandola negli occhi.” Voglio solo che tu sia felice, e devi capire che lo faccio per il tuo bene..”

“Perché.. non la… smettete.. tutti quanti… di continuare.. a dirmi che lo fate per me? Per il… mio bene?” – la ragazza parlò con voce strozzata da qualcosa di peggio dei singhiozzi, la sua voce era intervallata dalla rabbia, dall’ansia, dall’ira. In quelle 24 ore tutti non avevano fatto altro che continuare a ripeterle che tutto quello che volevano era il suo bene, la sua incolumità, ma perché nessuno si era soffermato a chiedere direttamente a lei quale fosse la sua scelta, quella che poteva renderla felice, che poteva farla stare bene? Non spettava forse a lei scegliere? Non era forse adulta e vaccinata?

“Non mi importa né di quello che pensa Jenna né di quello che dice Stefan, o tantomeno della tua personale battaglia contro tua sorella, che ti porta a difendermi per riscattarti dai tuoi errori del passato. Sono cresciuta, va bene? So da me cosa può farmi stare bene e cosa no, quindi dovete smetterla di ripetermi che lui è quello sbagliato perché, così facendo, quelli sbagliati lo diventerete voi!”

Si girò sui tacchi per andarsene ma la mano svelta di Isobel fu veloce ad afferrarla. “Tesoro, ti supplico, non fare così..”

Elena non fece altro che riservarle un’occhiataccia per poi liberarsi dalla sua presa.

“Avete finito di decidere per me.” Fu tutto ciò che disse prima di allontanarsi.

La festa procedeva nel migliore dei modi: la sala era stata addobbata con grandi striscioni colorati, fantastici tavoli pieni di cibarie, e camerieri in uniforme provvedevano che nessuno avesse mai il bicchiere vuoto. La signora Lokwood aveva organizzato tutto nel migliore dei modi, aveva proprio stoffa per il ruolo che un tempo era stato di suo marito. La gente era accorsa a fiotti, e a ragione, visto che feste come quelle erano l’unica occasione per sfuggire alla monotonia delle giornate a Mystic Falls. C’era praticamente mezza città in quella casa, e l’altra metà o era fuori città o era impegnata nel servizio dei camerieri. Cercò con lo sguardo qualche conoscente ma le uniche persone che riuscì a individuare furono Rick e Jeremy. Salutò il primo con un cenno, visto che stava portando da bere alla zia, mentre con il secondo decise di intraprendere una breve ma necessaria chiacchierata.

“Jer. – lo fermò per un braccio, spostandosi verso una stanza meno affollata – Dovrei parlarti di una cosa. So che forse hai sentito gridare ieri sera, e so anche che forse hai capito tutto.. mai sai che non voglio e non posso permettermi di mentirti: adesso mi sto vedendo.. o, comunque, beh… Damon. Si tratta di Damon. Sto uscendo con lui, più o meno..”

Sulla faccia di Jeremy apparve incredulità, ma non molta, considerato che gli aveva appena rivelato di vedersi con l’uomo che aveva ucciso la sua ex. Ok, reazione molto strana, a meno che..

“Lo sapevi? – domandò incredula – Non ci posso credere!”

“Ehi, Elena, senti: la verità è che siamo cercando di recuperare il nostro rapporto e va benissimo, e sinceramente se devo scegliere fra l’esserti riconoscente di avermelo detto e prendermela con te perché si tratta di un tipo che dopotutto non mi sta propriamente simpatico.. beh, nemmeno in questo caso è vero.. sai, no, dopo Anna..”

Fece un gesto vago con la mano. Già, dopo la morte di Anna era stranamente capitato che il rapporto Jeremy-Damon fosse diventato più stretto, ma non nel senso di amicizia, era qualcosa di strano che nessuno dei due era riuscito a spiegare. Li aveva sentiti qualche volta parlare a telefono, e le rare volte in cui si erano visti – poiché Jeremy raramente abbandonava camera sua – erano parsi piuttosto amichevoli, ma non abbastanza da sopportarsi. Strano, molto più strano di qualsiasi altra relazione a cui avesse assistito.

“E.. ti sta bene? – chiese esitante, ancora incerta sulla sua reazione – Insomma, questa cosa fra me e lui ti mette a disagio o roba simile?”

Entrambi erano parecchio imbarazzati, non erano discorsi che facevano abitualmente. “Senti, Elena, non voglio entrare nella tua vita; non mi fraintendere, mi piacerebbe fare la parte del fratellino iperprotettivo che ti protegge dal ragazzo sbagliato, ma non lo farò... Insomma, so come ci si sente a stare con qualcuno che tutti ritengono sbagliato per me… ci sono passato, e so che avrei voluto l’appoggio di qualcuno. Beh, stavolta puoi contare su di me..”

La sorprese sentirlo parlare così, quasi come se fosse già un adulto, ma si trattenne dal dirglielo, Semplicemente lo ringraziò con un sorriso commosso e una pacca sulla spalla prima di allontanarsi, poiché aveva intravisto una chioma scura all’ingresso.

“Bonnie, come stai? Da quanto tempo non ci sentiamo! E.. quante novità.. volete scusarci?”

Caroline e Bonnie si allontanarono, lasciando Matt e Stefan a discutere delle solite futilità maschili, visto che per loro era molto più semplice cominciare una conversazione dal nulla. Chissà perché poi.

“Tu e Stefan? – chiese incredula la bionda, in cerca del prossimo pettegolezzo – Non posso crederci! E Elena cosa ne pensa? Vi ha urlato contro o roba simile? Le sta bene?”

La mora sorrise dell’irrefrenabile parlantina dell’amica, sempre la solita. “Senti, Caroline, si le sta benissimo, anzi dice che la mia felicità va al primo posto. Quindi non devo sentirmi responsabile di nulla. E poi, forse, anche Elena ha già trovato un sostituto, non può pretendere che Stefan rimanga per sempre il suo fedele cagnolino..”

Caroline sgranò gli occhi. “Sostituto hai detto?”

“Io non ho detto nulla, Caroline. – si corresse la mora, mordendosi il labbro – Se la nostra Elena vorrà far sapere a tutti quello che sta facendo lo farà, fino ad allora non ho intenzione di dire nulla che potrebbe metterla nei guai. E ora scusami, ho visto che stanno portando dei stuzzichini alle erbe.. ne vado a prendere qualcuno… a dopo.”

In verità non c’erano né stuzzichini né erbe, ma sganciarsi di dosso Caroline prima che facesse altre domande indiscrete era un’arte che pochi conoscevano ma che lei praticava alla perfezione: non era di certo colpa sua se era così predisposta al pettegolezzo, tuttavia non si poteva far altro che assecondarla e, nel suo caso, evitarla. E poi aveva imparato a sue spese a tener chiusa la bocca sulle faccende dei propri cari, evitando così di risultare inaffidabile o bugiarda.

“Sei bellissima stasera.”

Un sussurro. Una mano sul suo fianco, l’altra stretta fino alla sua gola, quasi a bloccarle il respiro: grazie al cielo erano in un corridoio laterale, quasi per niente illuminato e deserto, quindi per ora nessuno poteva vederli. Sentì il suo respiro sulla sua gola, le sue labbra incandescenti sulla sua pelle, e il calore che saliva e si diffondeva in tutto il corpo. Non resistette dal voltarsi e baciarlo, ritrovandosi a perfetto agio nel conforto delle sue forti braccia, mentre le mani si insinuavano nei suoi capelli e sotto la sua camicia. Per come era eccitata, e per quanto sentiva lo fosse lui, gli avrebbe concesso di possederla anche lì e subito, ma dovevano parlare, e potevano rimandare anche più tardi. Con incredibile sforzo si staccò da lui, posandogli una mano sul torace per allontanarlo e, malgrado fosse debole, sentì il corpo di lui adeguarsi alla sua richiesta. Lo fissò negli occhi.

“Mi hanno fatto tante di quelle scenate che non puoi nemmeno immaginare. Isobel, Jenna… Bonnie si è trattenuta solo per via del rituale e del fatto che avevo scoperto che era andata a letto con Stefan. Insomma, in tutto questo l’unico che mi appoggia è Jeremy, eppure la cosa non mi conforta affatto. Perché devono essere gli altri a decidere per il mio futuro, per la mia felicità? Perché..”

“Shh, shh.. – la interruppe lui, mettendole un dito sulle labbra e bloccando il suo flusso ininterrotto di parole – Calmati e fai un bel respiro. Anch’io ho parlato con Isobel e diciamo che non è andata a finire particolarmente bene… anzi, direi che non le sono particolarmente simpatico. Ma cosa ti aspettavi? Insomma io non sono mio fratello… è lui quello perfetto ed è logico che quelli che ti vogliono bene vogliano il meglio per te..”

“Ma io voglio te.. – disse lei, ingenuamente – E’ sbagliato?”

“Non sto dicendo che è sbagliato – la corresse lui, prendendole il mento fra le dita – Sto dicendo che forse abbiamo corso troppo. Dovremmo abituarli all’idea e non metterli di fronte al fatto compiuto. Forse è meglio..”

“No, no e ancora no. – intervenne categorica lei – Non sei tu che parli, perché tu non parli così. Stai cercando di soddisfare me, e loro, ma non devi! Non dobbiamo giustificarci di nulla, davvero… smettila di comportarti come se ti importasse di loro..”

“Ma a te importa di loro… e dato che a me importa di te soltanto.. beh, direi che è una strada a senso unico, paghi uno prendi due o roba simile..”

Lei non trovava più argomentazioni: era come se la storia tornasse a ripetersi, un altro Salvatore che sacrificava tutto se stesso per il suo benessere. Che cosa c’era di sbagliato in lei e nel voler vivere una vita e una relazione normali? Forse tutto, forse nulla. Annuì piano con la testa. Non aveva voglia di discutere oltre.

“Beh, direi di tornare di là, altrimenti penso che Isobel potrebbe staccarmi la testa.” Le diede un bacio veloce sui capelli, inspirando il suo profumo, e svanì. Lei rientrò in sala con tutta calma, poco prima di accorgersi che Isobel e zia Jenna stavano confabulando come due comare, bicchieri in mano e le teste vicine. Seguì il loro sguardo e vide Damon, vicino al tavolo delle bevande, intento ad ordinarsi il suo solito goccetto quotidiano. Una furia assurda si impadronì di lei: non c’erano certi limiti? Almeno l’educazione in pubblico? Come osavano comportarsi cosi con lui? Aveva fatto qualcosa di male forse, forse l’aveva violentata o l’aveva picchiata? Beh, sul primo punto c’erano punti di vista divergenti, in effetti, ma nessuno che riguardasse la zia o Isobel. Si stavano spingendo fin troppo oltre per proteggerla e la cosa non solo la infastidiva ma le dava proprio sui nervi. Si sentiva come un piccolo insetto insignificante, incapace di imporsi sul mondo, che aveva tutti animali più grossi intorno e non poteva realizzare il suo sogno di vivere con un… animale più grosso e diverso da lui. Anche le metafore adesso, era mai possibile?! Lei amava Damon, voleva stare con lui, ed era questo il motivo per cui doveva rinunciarvi? Perché era pericoloso? Perché un tempo aveva ucciso qualcuno? Era cambiato, proprio come tanti altri l’avevano fatto, proprio come lei era cambiata dopo la morte dei propri genitori: ci sono cose che ti restano dentro e probabilmente anche lui ne aveva trovata una che l’aveva costretto a rimettersi sulla buona strada, a cambiare il suo metodo di vita o di caccia… Ma ora ne aveva abbastanza, sul serio. Dovevano finirla, tutti. Prese una decisione nell’esatto istante in cui le balenò in mente… non voleva più sentirsi dire quello che doveva o non doveva fare.. era libera, e lo sarebbe stata sempre.

Attraversò la sala a grandi passi, percependo immediatamente gli sguardi degli amici e dei parenti su di lei: meglio così, le avrebbero risparmiato la fatica di attirare l’attenzione. Raggiunse Damon e lo fece voltare, trovando il suo sorriso beffardo pronto ad attenderla della serie “cercava me, signorina?”. E proprio lì, alla presenza di mezza città, di Isobel, di Jenna, di Bonnie, di Stefan, di Jeremy e di tutti quanti gli altri, lo baciò. All’inizio sentì la sua sorpresa quando le loro labbra si incontrarono, soprattutto perché era una cosa del tutto inaspettata, inattesa, ma poi parve sciogliersi come un cubetto di ghiaccio al sole, prendendole il viso fra le mani e ricambiando il bacio con passione. Non seppe mai quanto rimasero lì, se un attimo o un’eternità, seppe soltanto che quando si distaccarono l’una dall’altro c’era qualcosa che fino ad allora era mancato e che invece adesso colmava alla perfezione la loro relazione. Lei sorrise, lui ricambiò, mentre intorno a loro piombava il silenzio. Chissene. Eppure quel momento di gloria non durò a lungo. Forse rimase un po’ delusa quando percepì che c’era qualcosa a distrarre l’attenzione dei vampiri presenti. Le bastò un’occhiata per notare come Stefan, Isobel e Damon si fossero voltati in contemporanea verso la porta la terale. Anche la mora si costrinse a guardare e fu costretta ad aggrapparsi a Damon per non gridare. Lui la strinse forte e trattenne un ringhio in gola.

“Certo che ci si diverte parecchio a queste feste, non credi Alexander?”

Nessuno si era accorto di lei eppure era lì, perfetta e bellissima come sempre, la predatrice più letale della città e probabilmente del mondo. Osava addirittura venire lì, con quello che questo comportava: era identica, una sua copia perfetta, bastava uno sguardo sbagliato e qualcuno avrebbe potuto accorgersi di lei. E solo allora capì, era una trappola. Lei voleva che si accorgessero di lei. Alexander entrò senza preoccuparsi della su aaccompagnatrice, che scomparve all'istante, e sorrise educatamente a Bonnie, la quale lo fulminò con uno sguardo: cominciamo bene... I fratelli si scambiarono un segno d'intesa mentre Isobel non si soffermò ad aspettare e seguì subito la sorella.. Se la sarebbe vista da sola, questa volta..

 

Spazio autrice ù.u ovvero moi*

Bene, avrete notato che il capitolo rimane a metà, nel senso che non è finito in maniera adeguata. Infatti il capitolo era troppo lungo per postarlo tutto in una votla e ho preferito dividerlo in due parti: quindi questa è la prima, a breve - quindi qualche giorno - posterò la seconda. Fino ad allora, buona lettura e buona lettura ;)

P.S. grazie a quanti mi seguono e recensiscono i capitoli, siete mitici!!! ...e, trilly? Blocco di memoria.. xD lo sai che dovrai riassumere di nuovo, vero?? Baci guys!

   
 
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