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Autore: elyl    08/07/2010    10 recensioni
"Tu mi chiedi perché dovresti essere diversa, perché non sei una < schifosa Mezzosangue >.” Deglutì, alla ricerca delle giuste parole. “Tu sei diversa da qualsiasi maga abbia mai conosciuto, Mezzosangue o Puro Sangue. Non mi importano le tue origini, mi importi tu.” Sbatté un paio di volte le palpebre, incredulo per quanto aveva appena detto.“Sei diversa da tutte perché io ti amo.” "
Lily Evans e Severus Piton stanno finalmente insieme e subito dopo la fine del loro settimo anno vanno a vivere insieme. Dopo 9 mesi nasce loro figlio, Alistair. Sono felici, ma la loro felicità non è destinata a durare. Infatti Severus decide di unirsi ai Mangiamorte e Lily si sente costretta a lasciarlo. Così Severus si ritrova solo con suo figlio e a lavorare per il Signore Oscuro, Lord Voldemort. Una sera è al Testa di Porco e assiste all'enunciazione della Profezia di Sibilla Cooman. Subito riferisce a Lord Voldemort ciò che ha sentito e questi crede che il bambino sia Harry Potter ed è deciso ad uccidere chiunque si metta contro di lui. Severus allora si rivolge ad Albus Silente e lo prega di salvare la madre di suo figlio, l'unica donna che ama, l'unica donna che abbia mai amato. Silente accetta, ma i suoi sforzi non valgono a nulla, poichè quando Harry ha solo un anno Lord Voldemort ucciderà i suoi genitori. Questa è la storia di Harry Potter e il suo fratellastro, Alistair Piton.
Quinto anno per Harry, Hermione e Ron, settimo per Alistair Piton. Il Signore Oscuro è tornato, ma nessuno crede a Harry. Severus è alle prese con il suo doppiogioco e deve proteggere il proprio figlio e quello di Lily Evans e James Potter. Cosa farà quando il Signore Oscuro gli chiederà di Alistair? Come reagirà Alistair quando scoprirà la verità?
Ormai il destino del giovane Piton è segnato. Cosa succederà?
Genere: Dark, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger, Nuovo personaggio, Severus Piton
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da V libro alternativo
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CHAPTER I:

CHAPTER I:

Photograph

 

“Quante volte sei passata?

Quante volte passerai?

Ed ogni volta è sempre

 un colpo all’anima

All’anima”

- Un colpo all’anima, Ligabue -

 

L’aula era silenziosa, non volava neanche una mosca, e nonostante fossero i primi di settembre gli studenti erano infreddoliti: l’aula era nei sotterranei, i posti più freddi dell’intera scuola.

Severus Piton si aggirava tra i banchi, bene attento che nessuno copiasse, buttando qua e là un’occhiata ai compiti e sorridendo malignamente se qualcuno scriveva qualcosa di palesemente sbagliato. La scuola era iniziata solo da una settimana, ma questo non gli aveva impedito di fare già un compito a sorpresa sulla Bevanda della Pace.

Harry Potter era concentrato, non distoglieva lo sguardo dalla pergamena, faceva per scrivere qualcosa ma subito si bloccava, poi sospirava e tornava a pensare a cosa scrivere. Accanto a lui Ronald Weasley si teneva disperato la testa tra le mani, gli occhi chiusi, la fronte aggrottata come se sperasse che così facendo potesse riceve un’illuminazione divina. Lanciò un’occhiata rapida ai compiti dei due e fece fatica a trattenere un sorriso soddisfatto: quei due compiti erano dei veri e propri disastri. Hermione Granger, invece, stava rileggendo le due pergamene piene della sua scrittura piccola ed ordinata, gli occhi che si muovevano velocemente. L’insegnante diede una rapida occhiata: quella ragazza era maledettamente brava, portata per qualsiasi materia.  Si allontanò dalla ragazza ed arrivò alle spalle di Neville Paciock: inutile dirlo, il suo compito era un vero disastro.

Suonò la campana, sentì un rapido scribacchiare e in meno di un secondo con un incantesimo di appello raccolse tutti i compiti, infischiandosene se qualcuno stava ancora scrivendo, che caddero leggeri sulla cattedra.

Ron emise un gemito e si lasciò cadere sul banco, dando leggere testate al legno, Hermione ripose ordinatamente tutte le sue cose, Harry sbuffò e si lasciò cadere sulla sua sedia.

“Non è giusto.” Si lamentò Harry sottovoce con Ron ed Hermione guardando con odio Piton.

“Ha detto qualcosa, signor Potter?” Gli chiese Piton girandosi lentamente verso di lui.

Harry lo guardò con odio, lanciando fulmini con gli occhi.

“Allora?” Piton incrociò le braccia al petto e non poté fare a meno di guardarlo negli occhi, sentendo quella familiare stretta allo stomaco che sempre sentiva.

“Ho detto che non è giusto.” Rispose, alzandosi.

Ron lo guardò basito, Hermione si morse il labbro inferiore e lo maledisse.

“Non trova che rispettare le regole sia una cosa giusta?” Gli chiese.

Alle sue spalle i Serpeverde ridevano divertiti, godendosi il loro passatempo preferito: Piton che prendeva in giro Harry.

“Non trovo giusto che non ci abbia dato il tempo di finire!” Esclamò.

“Potter, se non sai concludere un compito nel tempo prestabilito non è certo colpa mia.” Gli diede le spalle. “L’unico che ha colpe sei tu.” Sibilò andando alla cattedra. Prese le pergamene ed afferrò il compito di Harry. “Allora, vediamo cosa ha scritto.” Sorrise divertito. “ < La Bevanda della Pace, bevanda che come dice il nome porta la Pace in chi la beve… > che bell’inizio, Potter: molto…poetico.” Sottolineò l’ultima parola in modo sarcastico. “ < Se si sbagliano dosi si può provocare nel bevitore un atteggiamento di troppo tranquillità…>. La tua stupidità mi stupisce sempre, Potter: è così difficile ricordare che questa pozione può provocare un sonno pesante e qualche volta irreversibile?”

Draco Malfoy scoppiò a ridere ed Harry si voltò verso di lui, poi tornò a guardare Piton, i pugni serrati.

“ < E’ una pozione molto complicata, gli ingredienti devono essere aggiunti al momento giusto. >” Smise di leggere a voce alta, poi i suoi occhi si illuminarono. “< Bisogna aggiungere la luna in polvere, lasciar bollire per sei minuti, aggiungere cinque gocce di sciroppo di elleboro e mescolare tre volte in senso antiorario. >” Sorrise, godendo del fatto che il ragazzo non capisse cos’aveva sbagliato.

Nessuno in classe rise, sì senti solo Hermione che sbuffava, conscia dell’errore imperdonabile di Harry.

“Se vuoi uccidere qualcuno, basta che segui ciò che hai scritto.” Buttò il compito sulla cattedra. “Bisogna aggiungere la pietra di luna in polvere, mescolare tre volte in senso antiorario, lasciar bollire per sette minuti e poi, solo infine, aggiungere due gocce di sciroppo di elleboro!”

Harry strinse i pugni, sempre più arrabbiato.

“Mi chiedo come fai ad essere così incapace.” Scosse il capo e si sedette alla cattedra. “5 punti in meno a Grifondoro per la tua inettitudine.”

Harry senti il suo intestino aggrovigliarsi e l’odio per l’uomo aumentare: possibile che fosse così malvagio nei suoi confronti? Eppure faceva parte dell’Ordine della Fenice, doveva pur contare qualcosa.

Ron lo riscosse dai suoi pensieri passandogli la borsa, Hermione li aspettava e stringeva il manico della sua borsa, guardandoli preoccupati.

Harry afferrò la sua borsa, la mise in spalla e i tre uscirono dall’aula, accompagnati dalle risa dei Serpeverde rimasti.

“Ci si vede, genio.” Lo stuzzicò Malfoy.

Harry fece per ribattere, ma Hermione lo afferrò per un braccio e lo trascinò lungo il corridoio. Arrivati a distanza di sicurezza, Hermione gli lasciò il braccio.

“Non è giusto.” Borbottò Harry massaggiandosi.

“Se non ti trascinavo via avresti ribattuto, Malfoy avrebbe detto qualcos’altro, tu anche…e avreste finito col duellare sotto gli occhi di Piton!” Roteò gli occhi al cielo esasperata, camminando rapidamente.

“Ma non è giusto lo stesso!” Esclamò il ragazzo.

“Miseriaccia, ci odia proprio.” Sospirò Ron.

“Non ci odia!” Hermione era sempre più esasperata.

“Hermione, stai bene?” Le chiese Ron guardandola come se stesse straparlando.

“Sì, Ronald, sto bene! E’ un insegnante…”

“Un insegnante che stravede per i Serpeverde, odia i Grifondoro ed in particolare me perché odiava mio padre e Sirius!” Esclamò Harry allargando le braccia. “E non dire che non li odiava!” La ammonì vedendo che stava per ribattere.

Hermione fece per dire qualcosa, ma poi sospirò e lasciò perdere: nulla gli avrebbe fatto cambiare idea.

“Miseriaccia se era difficile quel compito.” Si lamentò Ron.

“Se tu…”

“Non osare dire < se tu avessi studiato! >”. La interruppe Ron.

Per la seconda volta la ragazza fece per dire qualcosa, sospirò e lasciò perdere: quando quei due si mettevano in testa una cosa era impossibile fargli cambiare idea.

“Scommetto che suo figlio ha tutte < E > ” Borbottò Ron.

“Suo figlio è un caposcuola. E non per rovinarti la festa, ma ha tutte E, anche in Aritmanzia ed Antiche Rune, Ronald.” Gli ricordò Hermione.

“Chissà perché.” Harry fece una smorfia sarcastica. “E’ figlio di un professore, ovvio che gli diano il massimo dei voti!”

“E secondo te la McGranitt gli darebbe una < E > solo perché è figlio di Piton?!” Hermione spalancò gli occhi incredula.

Harry fece spallucce.

“E’ il figlio di Piton.” Disse semplicemente Ron.

“Appunto! Lei e Piton sono in competizione da sempre, si sa: la coppa delle Case, la coppa di Quidditch, Grifondoro contro Serpeverde…queste cose ti dicono niente, RONALD?” Sottolineò con enfasi il nome dell’amico.

Harry e Ron si scambiarono un’occhiata stupita, poi si ricordarono della rivalità fra i due insegnanti e subito si sentirono meglio.

“Magari è anche più dura proprio perché è suo figlio.” Suggerì Ron con un sorriso.

“Oddio, Ronald, quando crescerai?” Si domandò esasperata Hermione.

“Il 1 marzo di ogni anno.” Rispose facendo spallucce.

Harry ed Hermione scoppiarono a ridere, scuotendo il capo, piangendo dalle risate, poi i due ragazzi si misero a parlare di Quidditch, mentre lei si perse ben presto nei suoi pensieri.

Camminava distrattamente, senza prestare troppa attenzione a dove stava andando, così andò a scontrarsi con un ragazzo dai capelli lunghi poco più sopra le spalle, lisci e neri come la pece con alcuni riflessi rosso scuro, occhi verde smeraldo, lineamenti eleganti, alto e di bell’aspetto nella sua divisa con i colori di Serpeverde [ Per farvi capire, se dovessi scegliere un attore per interpretare Alistair…bhè quell’attore sarebbe Ben Barnes *-* Fine digressione u.u ]. Il ragazzo subito l’afferrò e le impedì di cadere a terra, per poi cercare il suo sguardo.

“Ti sei fatta male?” Chiese preoccupato Alistair Piton con la sua voce calda.

“N-no.” Balbettò imbarazzata Hermione sistemandosi i capelli dietro l’orecchio.

“Sicura?” La esaminò velocemente.

“S-sì.” Accennò un sorriso imbarazzato.

Alistair sorrise, fece un passo indietro e sistemò la borsa sulla spalla.

“Scusa, dovevo stare più attento.” Passò una mano tra i capelli e fece spallucce.

Hermione fece per dire qualcosa, ma la sua voce venne sovrastata da quella di Harry.

“Già, dovresti proprio.” Ringhiò facendo un passo verso il ragazzo.

Alistair guardò stupito Harry e Ron, come se si accorgesse solo in quel momento della presenza dei due, scosse il capo e la sua espressione tranquilla venne sostituita da una di sfida.

“Potter. Weasley.” Li salutò gelidamente.

“Guarda dove metti i piedi.” Fece Ron, avvicinandosi al Serpeverde.

“Weasley, modera i toni.” Ribattè, avvicinandosi anche lui.

“Harry, Ron!” Hermione li chiamò. “Non è successo nulla, è stata colpa mia, non stavo guardando dove andavo.”

“Non è colpa tua, Herm.” Intervenne prontamente Harry: ogni scusa era buona per litigare con i Serpeverde, in particolar modo se il Serpeverde in questione era il figlio di Piton. “Chiedile immediatamente scusa.” Gli ordinò.

Alistair sorrise malignamente.

“Potter, devo ricordarti chi sono?” Picchiettò il medio contro lo stemma recante la “C” di Caposcuola.

“Un Serpeverde schifoso?”

“Risposta sbagliata, bambino.” Piegò la testa e lo guardò di sbieco. “Quanti punti ti posso togliere?”

“Brutto…” Iniziò Ron, avvicinandosi ancora.

“Oh oh oh!” Alistair fece un passo indietro e mostrò i palmi delle mani: era proprio facile stuzzicare quei due. “Volete proprio farvi togliere punti!”

“Ron! Harry!” Intervenne Hermione.

I tre ragazzi si voltarono verso di lei e la guardarono.

“Andiamo a mangiare.” Disse con fermezza, assumendo il tono da prefetto che usava per risolvere le discussioni e non ammetteva repliche.

Ron serrò la mascella, Harry ed Alistair si scambiarono uno sguardo di fuoco.

“Ron, per favore.” Sussurrò Hermione.

Ron annuì e sospinto dall’amica si incamminò, mentre Harry restò immobile.

“Non te ne vai anche tu?” Chiese Alistair incrociando le braccia al petto.

“Dai, Harry, andiamo prima che finiscano tutto in Sala Grande.” Lo incitò Ron.

Harry rimase fermo ancora qualche istante, annuì e si avviò verso gli amici. Alistair rimase immobile ad osservare i tre andarsene, seguendo con lo sguardo Hermione. Quando i tre ebbero svoltato l’angolo, il ragazzo sospirò e si rilassò: non gli piaceva prendere in giro le persone, ma non poteva certo essere simpatico e amorevole con i Grifondoro, specialmente con Harry Potter e Ron Weasley! Doveva prenderli in giro, era un suo dovere di Serpeverde! Certo, con la Granger era tutta un’altra cosa, ma lei era una ragazza.

“Stupido!” Disse tra sé e sé. “Ovvio che è una ragazza!” Si diede una pacca sulla fronte e si incammino per il corridoio da cui era arrivato il trio.

Quei tre erano inseparabili: possibile che andassero in giro sempre insieme? Le uniche volte che aveva visto Hermione da sola erano le volte in cui si avviava per andare ad Antiche Rune o Aritmanzia!

“Sei uno stupido, Alistair Piton!” Si disse di nuovo.

Arrivò davanti ad una porta e si fermò, sollevo il pugno e bussò, per poi entrare subito senza attendere risposta. Suo padre era di spalle, di fronte alla libreria e tra le mani stringeva un volume che subito chiuse.

“Ciao papà.” Lo salutò Alistair, evocando una poltrona.

Severus si voltò leggermente verso il figlio, strinse il volume e lo ripose nella libreria, poi si girò e lo guardò.

“Ciao Alistair.” Disse compostamente. “Non c’era bisogno che tu evocassi una poltrona, c’è già da sedersi.”

“Quelle sedie non sono tanto comode. E lo sai che non mi piace che mi chiami così.” Roteò gli occhi al cielo, appoggiò la borsa accanto alla poltrona e si lasciò cadere su di essa.

“E come dovrei chiamarti?” Si avvicinò alla scrivania ed iniziò a sistemare le pergamene.

“Al? Ali?” Fece spallucce. “Non lo so, usa un po’ di fantasia!”

Severus lo guardò e non riuscì più a trattenere il sorriso: aveva i capelli scompigliati, gli occhi verdi che lo scrutavano attentamente e si stava mordicchiando il labbro inferiore.

“Ti chiami Alistair ed io ti chiamo Alistair. E’ così difficile da capire?” Inarcò un sopracciglio, divertito.

“Che palle.” Borbottò il ragazzo. “Dai, è così…boh, cavolo, sembra il nome di un vecchio pazzo.”

“Allora, come è andata la mattina?” Chiese sistemando le ultime due pergamene e cambiando totalmente discorso.

“Normale. Trasfigurazione per due ore e le altre due Incantesimi.” Fece spallucce.

“Che avete fatto a Trasfigurazione?”

“Niente di speciale.”

Severus lo osservò, iniziando ad infastidirsi per il suo atteggiamento.

“Minerva McGranitt che non vi fa fare nulla di speciale per un’ora?” Incrociò le braccia al petto ed inarcò un sopracciglio.
”No.”

“E allora che avete fatto?” Inspirò profondamente, iniziando a perdere la pazienza.

“Trasfigurazione.” Prese la cravatta, l’allentò un po’ ed iniziò a giocare con la sua punta, osservandola come se fosse la cosa più interessante dell’intero mondo.

“Alistair Piton, smettila di fare il bambino.” Ordinò con tono glaciale.

Alistair guardò il padre negli occhi, sbuffò e smise di giocare con la sua cravatta, sprofondando ancor di più nella poltrona.

L’uomo lo guardò e sentì una stretta familiare allo stomaco: stava reagendo esattamente come reagiva la sua Lily. Sorrise intenerito.

“Che c’è?” Chiese Alistair nervosamente.

“Niente.” Scosse il capo e cercò di riacquistare il suo solito contegno, ma i ricordi erano difficili da scacciare.

“Sicuro?” Insistette.

Severus rimase in silenzio.

“Mi ricordi tua madre.” Disse dopo qualche minuto. “Faceva la stessa cosa quando discutevamo. Per averla vinta faceva proprio come te.” Sorrise divertito dal ricordo.

Alistair guardò il padre, stupito: non parlava mai di sua madre. Il ragazzo sorrise, orgoglioso, poi fece spallucce e si alzò. Severus lo guardò: aveva la cravatta larga, il colletto della camicia in disordine, il maglioncino stropicciato e i pantaloni bassi.

“Sistemati la divisa.”

“Anche io ti voglio bene, papà.” Sorrise sarcastico, sistemandosi.

Piton lo guardò negli occhi, verdi come quelli di Lily, e sentì una fitta al cuore. Sospirò e, dando le spalle al figlio, tornò alla scrivania dove prese una pergamena ed iniziò a leggerla.

Alistair osservò suo padre e capì che non avrebbero più parlato. Con un rapido movimento della bacchetta fece sparire la poltrona, poi prese la sua borsa.

“Papà, io vado a mangiare.”

Severus annuì, il ragazzo fece spallucce, gli diede le spalle ed uscì dalla stanza. Ascoltò i passi del figlio allontanarsi lungo il corridoio, aspettò qualche minuto e poi si alzò. Andò alla libreria alle sue spalle, prese il volume che aveva riposto velocemente ed osservandolo intensamente andò a sedersi. Lo aprì, prese una foto, lo appoggiò e si prese il viso con una mano, mentre nell’altra stringeva la foto di una Lily Evans sorridente.

 

 

 

 

 

 

Questa per me è una cosa nuova, non ho mai scritto una FF su Harry Potter e mai mi sarei sognata di scriverla, devo solo ringraziare le FF che ho trovato su questo sito e che mi hanno ispirata J Un grazie di cuore! Di conseguenza, vi chiedo di avere pietà ;)

 

Ed ora vorrei ringraziare:

-          ZetaSev: lo so, Lily ha fatto tanto per Harry, ma pensava che con Alistair da crescere Sev (ammmooore mio *___* ) avrebbe lasciato i Mangiamorte;

-           Mandy Romance: bhè, grazie mille J Cerco solo di portare su “carta” ciò che passa per la mia mente bacata :P

-          _Rory _ : son contenta ti sia piaciuto il primo capitolo *_*

-          Lil Romantic Girl: un incontro l’hai avuto…e come ben puoi vedere non sanno proprio che sono fratelli ;)

 

Inoltre un grazie a tuttie quellie che mi seguono J

Ely

   
 
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