Hellooo! Sono tornata. Coloro che avevano commentato si chiederanno come mai questa fic fosse stata cancellata. Ma siccome io sono perfida, non ve lo dico xD No, scherzo.. Per sbaglio avevo reso la sorella di Harry uguale a quella di altre due ragazze, che me l'hanno fatto notare. E, dato che io sono una Grifondoro pura e leale, ho corretto dei particolari. Se queste due scrittrici (di cui una ho anche letto la storia, che mi è piaciuta da morire tra l'altro, ve la consiglio. Si chiama "I Gemelli Potter") stanno leggendo, le prego di informarmi se così la ragazza va bene. E vi assicuro che non sono sarcastica. A voi lettori, se ci siete, ovviamente, vi informo che le è stato cambiato colore di capelli e nome.
Buona lettura ^^
La
risata di
una
bambina si sparse nell’aria, mentre tirava il naso ad un
ragazzo minuto.
“El, lascia stare lo
zio Peter!” esclamò il padre, con un sorriso
bonario, che si prese uno
scappellotto dalla ragazza dai capelli rossi che stava dietro di lui.
“Guarda che se le dici
così non impara! Si fa così!” lo
rimbeccò avvicinandosi alla bimba che subito
iniziò a battere le manine felice vedendo la mamma.
Gorgogliò qualcosa tendendo
le braccia verso di lei e la rossa sorrise intenerita, prendendola in
braccio.
“Com’è che si fa,
Lily? Non ho capito bene..” la sbeffeggiò James,
schizzando in piedi e
scappando per non prendersi una ciabattata in testa.
Minus rise e si
sedette sul divano accanto alla ex-Grifondoro, che lasciò
gattonare la bimba
fino allo zio che pareva preferire di gran lunga a Sirius, al posto del
fratellino.
A proposito di
fratellini…
“JAMES!” tuonò Lily,
ogni traccia di divertimento sparita dagli occhi.
“Dov’è Harry?! L’ho lasciato
a giocare con te!”
Il Cercatore sgranò
gli occhi e si guardò intorno affannosamente, senza vedere
il bimbo.
“Ragazzi, penso che
Harry stesse tentando la fuga!” esclamò una voce
maschile dopo il rumore di una
porta che veniva aperta e successivamente chiusa.
Lily sospirò sollevata
e James si precipitò a prendere il figlio dalle braccia del
migliore amico.
“Oh, il mio erede è
salvo!”
“Stupido Grifondoro,
aspetta che ti pigli e lo vedi, come il tuo erede prenderà
subito i tuoi beni!”
esclamò Lily, ma con un sorriso disteso sulle labbra.
“Lunastorta?” chiese
Peter curioso.
“Non può venire, ieri
c’è stata la luna piena ed è ancora
molto stanco.. Vi manda le sue scuse.”
recitò Felpato, scrollando le spalle e sedendosi accanto
agli amici.
“AAAAAAAH!”
un
grido invase il dormitorio del settimo anno
del Grifondoro.
Altri quattro urli lo seguirono a ruota.
“Miseriaccia, Harry, che hai da urlare?!” chiese
Ron,
tenendosi una mano sul petto. Vedendo poi la faccia pallida
dell’amico balzò
giù dal letto e corse da lui.
“Harry? Harry, va tutto bene?” chiese, preoccupato.
“Neville, vai a chiamare Herm, per
favore…” mormorò poi verso
l’amico che stava
lì accanto con una faccia terrorizzata.
“Cos’è successo?
Harry! Stai male?” Hermione era arrivata.
“Hai visto
ancora
Tu-Sai-Chi?” gli domandò sussurrando.
“RON! Ma sei deficiente? Voldemort è
morto!” esclamò la
ragazza.
“Io…Penso di avere una
sorella…” rispose il morettino con
gli occhi sbarrati. Si passò una mano sul volto e poi si
mise gli occhiali.
“Ho bisogno di farmi una doccia.” disse,
dirigendosi verso
il bagno.
Hermione e Ron si guardarono. “Una sorella? Ma Harry
è
figlio unico..” commentò la morettina.
“Lo so…Tornate a dormire, voi!”
esclamò verso i compagni con
un tono che non ammetteva repliche. I tre obbedirono e si infilarono
nuovamente
nel letto.
Hermione bussò alla porta. “Harry? Ti aspettiamo
in Sala
Comune, ok?”
“Sì..”
Harry era poggiato contro il muro, l’acqua che gli scendeva
dolcemente addosso in tante piccole gocce, era distratto e ripensava
ancora al
sogno.
Dopo qualche minuto si riscosse e si asciugò, scendendo poi
nella sala di ritrovo.
Raccontò il sogno ai suoi amici che rimasero basiti.
“Ma sei sicuro…” cominciò
Ronald, ma venne interrotto da
Hermione che gli tirò una gomitata nelle costole.
“Come hai detto che si chiamava la bambina?”
“Eleanor, mi pare.. Perché?”
“Perché la
cercherò…” rispose la ragazza.
“In biblioteca.” completarono in coro i due
ragazzi,
scoppiando poi a ridere davanti a una fintamente indignata Hermione.
“Ma non domani, andiamo a Hogsmeade!”
esclamò la Grifondoro
sorprendendo entrambi.
“Andiamo…? Ma io sono in punizione con la
McGranitt e Harry con
Piton, Herm!” la riprese Ron, sorridendo.
“E chi ti dice che per noi
intendevo io, tu e Harry?” lo rimbeccò la ragazza,
con un ghigno malizioso sul
bel viso. “E in ogni caso sarete sicuramente liberi entro
mezzogiorno. Non è
vero?” aggiunse minacciosa.
“Quando fa così mi spaventa..”
mormorò il rosso prima di
prendersi un pugno nel braccio.
“Ahi! E questo perché?”
piagnucolò.
Harry scoppiò a ridere di cuore, tenendosi la pancia. I suoi
amici erano riusciti a farlo distrarre, per il momento.
“Sì, certo cercheremo di fare presto.”
riuscì a dire tra una
risata e l’altra.
Hermione sorrise, stritolandoli entrambi in un abbraccio
stile mamma Weasley.
“Her… Hermione.. così.. ci
soffochi…” annaspò il morettino,
sorridendole.
Lei li lasciò immediatamente, con una piccola risata.
“Pardon,
garçons.” si scusò.
“Tu sai il francese?!” chiese il rossino sbalordito.
“Ci sono tantissime cose che ti non sai di me.”
“Touchè.”
“Ragazzi- li interruppe Harry -, ma che ore sono?”
“Le… sette.” rispose Hermione, dando
un’occhiata
all’orologio che aveva al polso.
“E’ prestissimoooo!” si
lamentò Ron.
“Tanto ora ci saremmo dovuti svegliare, RonRon.”
“Non mi chiamare così, Harry.”
sibilò Weasley, facendo
ridacchiare gli altri due.