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Autore: lames76    12/07/2010    2 recensioni
Un ragazzo come tanti altri del XX secolo viene investito da un compito importante, entrare in un'ordine di cavalieri che devono vegliare sul passato. Riuscirà ad adattarsi? Come si comporterà nella sua prima missione?
Genere: Romantico, Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Il Settimo Cavaliere'
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Si fermarono solo alla sera dello stesso giorno quando i cavalli furono sul punto di stramazzare a terra stremati. Orami potevano permettersi una pausa poiche' erano ad una distanza tale da non correre piu' pericoli. Durante il tragitto, fatto a rotta di collo, non si erano scambiati una sola parola. Aura aveva guardato il giovane con uno sguardo nuovo negli occhi, forse conteneva rispetto, mentre Olimpia aveva evitato di incontrare il suo sguardo. Pareva inorridita dalla sua sola presenza.
"La capisco", si ritrovo' a pensare Menion, "Io avrei reagito allo stesso modo se pensassi che lei fosse un’assassina a sangue freddo"
Mentre le amazzoni preparavano il campo per la notte lui si allontano' con una scusa e, quando fu lontano da sguardi indiscreti, estrasse dalla sua tasca il suo specchio fatato e vi fece riflettere i raggi della luna.
"Menion ti sei comportato bene dopotutto", fu la prima frase che gli disse Tintinnio, "Ora devi tornare a Faerie, la tua missione e' finita"
"E come faccio?", solo in quel momento il ragazzo si rese conto che non si era mai posto il problema del ritorno.
"Appoggia a terra lo specchietto con la parte riflettente in alto, poi trapassa la sua superficie con la lama della tua spada magica, si aprira' un passaggio con cui potrai tornare. Ti aspetto!", detto questo la sua immagine scomparve.
Il cavaliere fece come gli era stato detto ed appena la lama della sua arma tocco' la lastra dello specchietto, questi scomparve ed al suo posto apparve invece una specie di buco, da cui filtrava un’accecante luce bianca.
"Ora non mi resta che saltarci dentro", si disse.
Inspiro' profondamente pronto a saltare... pero' non lo fece.
"Non posso andarmene lasciandole credere che sono un assassino!", estrasse la spada e subito il passaggio scomparve lasciando al suo posto lo specchio.
Lo raccolse e poi torno' al campo.



"Olimpia devo dirti una cosa"
Lei fece finta di non averlo sentito e si giro' dalla parte opposta. Lui allora la afferro' per un braccio e la trascino' nel bosco. La ragazza cerco' di protestare ma Menion la zitti'.
"Stammi a sentire", le disse non appena si ritrovarono soli, "Sto per andarmene e sono certo che non ci rivedremo piu'..."
"Meno male!", lo interruppe lei.
Menion non fece caso al suo commento e prosegui', "...ma non posso andare via lasciandoti credere che sono un assassino!"
"Ma e' questo che sei!"
Il ragazzo estrasse la sua arma ed Olimpia arretro' spaventata.
"Guarda!", le disse lui, poi si trapasso' un braccio con la lama. Senti' un forte formicolio mentre la spada gli attraversava la carne senza procurare danni, un formicolio simile a quello che si prova quando si "addormenta" un arto. La sensazione inizio' a scemare solo quando lui allontano' l’arma.
"Visto? Neanche un graffio!", le disse trionfante.
"Ma com’e' possibile!", la ragazza era esterrefatta mentre osservava e tastava il suo braccio da tutti i lati cercando di capire.
"Ti avevo detto che la mia arma e' magica!"
"Ma se non hai ucciso Teseo perche' hai finto di farlo?", non gli diede il tempo di rispondere perche' capi' da sola, "Per evitare che Aura lo facesse..."
Menion annui'.
"Se tu e le altre le starete vicino e tornerete con lei alla vostra patria, non sapra' mai che Teseo e' ancora in vita"
Olimpia rimase di fronte a lui ad osservarlo senza sapere cosa dire.
"E’ ora che me ne vada, la mia missione e' finita", fu la sola frase che gli venne in mente per rompere la tensione, "Ma non potevo andarmene lasciandoti credere che fossi un assassino... io... non ho mai incontrato una persona come te e mi dispiace dovermene andare..."
Vedendo che la ragazza rimaneva immobile lui la saluto' e si giro' per addentrarsi nella foresta.
Si senti' tirare per un braccio e quando si volto' Olimpia lo attiro' a se' e lo bacio'. Dopo un attimo di indecisione, la strinse a se e rispose al bacio.
Quando le loro labbra si staccarono lei gli sorrise imbarazzata, "Cosi' ti ricorderai di me"
Detto questo si volto' e torno' verso l’accampamento.
Menion rimase a fissarla fino a che non scomparve alla vista, poi prese lo specchietto e si preparo' a tornare.


   Ancora una volta il viaggio fu accompagnato dal caleidoscopio di luci e colori e dalla sensazione di cadere. Pochi istanti dopo (o furono ore?) cadde a terra e quando apri' gli occhi si ritrovo' nello stesso posto in cui era apparso le altre due volte. Si alzo' e si avvio' verso la sua meta, oramai sapeva la strada... beh sapeva come farsela mostrare. Cosi', pochi istanti dopo, giunse nella radura di Faerie delle "Voci dei Cavalieri". Tintinnio gli volo' subito in spalla a complimentarsi con lui.
"Sei stato davvero bravo per la tua prima missione...", la sua voce era una specie di musica, "...ed anche il modo in cui hai evitato la morte di Teseo e' stata una trovata geniale..."
"Io torno a casa"
"...e vedrai che con l’andare del tempo migliorerai sempre piu'... CHE COSA?", improvvisamente si rese conto della frase di Menion.
"Torno sulla mia Terra", la sua voce era lontana, pareva provenire da un altro posto, "Se mi rivorrete saro' a casa mia"
"Ma il Segugio..."
"Ora, con la spada che mi hai dato lo uccidero' e poi..."
"La spada non funzionera' contro di lui!", gli spiego' la fata, "Non potrai fare nulla e ti uccidera'!"
"Non mi importa", rispose il ragazzo con una calma che stupi' anche se stesso, "Anche perche' se non si torna a casa che senso ha combattere?", le parole di Olimpia risuonarono nella sua mente, "Io posso lottare per il bene solo se posso vedere ogni giorno il mio mondo... solo cosi', sapendo che posso proteggerlo e posso sperare di migliorarlo potro' continuare"
"Ho capito", Tintinnio abbasso' il capo, "Ma se torni il Segugio ti uccidera'...", disse con un filo di voce.
"Ormai ho deciso"
"Come vuoi, non posso importi nulla", lo guido' fino allo specchio, "Vai pure...", i suoi occhi erano colmi di lacrime.
Lui le sorrise e poi entro' nel passaggio.




Ultimo capitolo prima dell'epilogo che chiuderà il racconto e che dovrei pubblicare domenica prossima.
Spero vi siate divertite/i a leggere le avventure di Menion. Di seguito pubblicherò l'altro racconto di questa serie, conclusivo e, secondo me, molto più maturo e poetico.

Un ringraziamento (ancora) a Beatrix Bonnie, sempre gentile ed anche a Rubs, non ti preoccupare se non hai recensito tutti i capitoli, sono contento che ti sia piaciuto quello che hai letto.
   
 
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