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Autore: Geneve    13/07/2010    2 recensioni
Una partenza, tante emozioni, uno sfogo.. ecco tutto.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Wake me up when september july ends.




Le lancette dei minuti sull'orologio da polso sembrano correre al doppio della velocità.
10...9...8...
Lo guardo mentre con un piede tengo il ritmo di una musica che c'è solo nella mia testa.
Non mi stancherei un secondo di osservarlo: i suoi begli occhi verdi, i riccioli castani, il suo sorriso e perfino quel poco di barbetta incolta che ogni tanto mi punge le guance.
Ma nel frattempo i minuti continuano a scorrere e ci alziamo, e ci avviciniamo all'imbarco.
...7...6...5
Saluta i suoi genitori: prima suo padre, con cui scambia un paio di battute e poi sua madre, che lo abbraccia sorridendo mentre gli occhi le si velano di lacrime che non verserà perchè sa che non è una tragedia lasciarlo partire da solo, ormai è grande abbastanza, anche se per lei sarà sempre il piccolino.
E alla fine si avvicina a me, un po' titubante, e io mi avvicino a lui più sicura.
Ci guardiamo negli occhi e poi ci abbracciamo, di nuovo, con impeto, ci stringiamo come se volessimo fonderci in un corpo solo e sappiamo che questa sensazione ci mancherà tremendamente. Inspiro il profumo della sua pelle, è forte e non sono ancora riuscita del tutto ad identificarlo ma mi è sempre piaciuto. Ci baciamo come due disperati, due assetati che dopo tanta fatica giungono alla fonte, e l'acqua è limpida e fresca e il nostro bacio vorrebbe essere qualcosa di dolce ma ne esce qualcosa di frenetico, le nostre lingue lottano e si cercano ansiose e nervose, mentre le labbra si sfiorano e si mordono nella speranza di non rimanere sole o di conservare più a lungo il sapore dell'altro.

4...3...2...
Sono le diciannove in punto.
Mi stacco da lui controvoglia e gli sussurro ancora una volta qualche raccomandazione, ma non sento neppure quello che sto dicendo, la mia attenzione è rivolta solo ai suoi occhi. Lo sfioro con una mano e ritraendola lo incoraggio ad andare. Un ultimo sguardo, pochi secondi, e oltrepassa la linea che io non posso oltrepassare e spero che si volti per potergli fare almeno un altro "ciao ciao" con la mano ma non lo fa e lo capisco perfettamente, perchè se si voltasse gli verrebbe voglia di tornare indietro e a me di andare avanti, e non possiamo.

Sparisce dalla mia vista e solo in quel momento mi accorgo di avere i suoi genitori a fianco che mi guardano, e a intermittenza guardano il punto in cui lui si trovava fino a pochi istanti fa.
Non c'è bisogno che dicano qualcosa per capire che sanno anche loro come mi sento. Ma nonostante questo mi sforzo e rivolgo loro il sorriso più bello che potessi tirar fuori, e rispondo che sì, sto bene, perchè non voglio piangere e ricaccio lacrime e paranoie nel fondo della mente.
Rimaniamo così ancora qualche istante e i miei sensi ricominciano a percepire che attorno a me esistono delle dimensioni, non esistono soltanto lui, la sua famiglia e il tempo: esiste anche l'aeroporto, colmo di persone in partenza per qualche meta sconosciuta e persone che tornano dalle vacanze con tristezza e rassegnazione perchè domani sarà lunedì e torneranno al lavoro e alla solita routine da cui non vedevano l'ora di fuggire, ed esistono migliaia di suoni elettronici, voci che urlano, che sussurrano, che chiacchierano, esiste il freddo pungente dell'aria condizionata ed esistono centinaia di colori... ma ai miei sensi predominano il bianco e il freddo e tutto questo ha un'aria così impersonale e piatta che mi fa venire una leggera nausea. Usciamo. Cammino automaticamente, diretta alla macchina e non penso a nulla in particolare, ma raccolgo i capelli perchè il caldo esterno sembra una follia rispetto alla bassa temperatura dell'aeroporto.
E mentre continuo a sentirmi intorpidita e rivolgo gli occhi verso il cielo, verso gli aerei che decollano, formulo una frase, un pensiero scopiazzato dalla nostra canzone:


Wake me up when september july ends.








Geneve's Corner:

Non ho molto da dire riguardo a questa breve one shot... è soltanto uno sfogo che cerco di scrivere da domenica sera, ecco tutto.
Non è niente di tragico ma chi ha visto partire la persona che ama, anche se solo per poche settimane, sa che è difficile separarsi.
Ringrazio chi leggerà ed eventualmente chi recensirà
Geneve.




  
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