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Autore: Silyia_Shio    16/07/2010    2 recensioni
E se i draghi non fossero la razza più antica? La vita di una ragazza dall'esistenza artificiale, che nasconde dentro di sé il cuore di creature meravigliose e antiche, s'incrocerà con quelle degli eroi di Alagaësia modificando le esistenze di tutti.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Murtagh, Nuovo Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Che peccato doverlo uccidere, è un bel ragazzo e non sembra cattivo come gli altri. Ma è al suo servizio. Al servizio di colui che mi ha fatto questo. Che mi ha reso un mostro.

 

Era la notte dopo l’incontro con quella ragazza, questa volta era riuscito a prendere sonno, troppo stanco per i duri allenamenti.

Ma presto si svegliò.

Fuori urla strazianti di dolore, e gelo, molto gelo.

Quando Murtagh aprì gli occhi, vide fuori dalla finestre un mare di fuoco azzurro.

Prese di corsa Zar’roc e s’infilò alla bel meglio la cotta di maglia e il giustacuore di pelle. Qualsiasi nemico fosse riuscito ad infiltrarsi non sarebbe stato un problema e di sicuro non potevano essere in molti.

Uscì fuori, e in quel preciso momento un’ondata del fuoco azzurro gli passò davanti congelando tre uomini.

Murtagh guardò in alto e per la prima volto vide una creatura meravigliosa e terribile al tempo stesso che non fosse un drago. Questa creatura aveva il corpo di un grosso felino, pari alla metà di un drago adulto, il manto nero come la notte, due grosse zanne bianche le spuntavano dalla bocca e due gigantesche ali blu scuro, più lunghe di quelle del suo Castigo, si stagliavano nel cielo.

La creatura ruggì e volando in picchiata si avventò su un piccolo gruppo di soldati, congelandoli prima e dilaniandoli dopo.

Quella creatura era terribile e senza pietà.

Murtagh chiamò il suo drago che arrivò subito, brillando nella notte.

Castigo atterrò davanti al suo cavaliere che salì rapido.

Non un saluto.

Non una carezza, com’erano soliti, invece, Eragon e Saphira.

No, loro non erano drago e cavaliere per destino, loro erano stati messi insieme perché era utile così, senza che qualcuno si preoccupasse della loro volontà.

“Andiamo.” Pensò Murtagh e Castigo volò verso quella creatura, perché questo doveva fare, seguire ciò che diceva il suo cavaliere, ma più di tutto, obbedire al Re.

La creatura voltò il muso verso il drago rosso che le stava volando contro e mostrando un ghigno, ruggì. Con un unico battito di ali, la creatura si volse verso Castigo e scese a raggiungerlo.

Sembrava che quella creatura non aspettasse altro che combattere. Infatti con un gesto velocissimo si mise in posizione verticale ed azzannò il piccolo Castigo all’attaccatura dell’ala destra, poco sotto alla staffa del cavaliere.

Di risposta Castigo mugolò e le tirò una zampata al petto, che però la creatura riuscì ad evitare con facilità staccandosi dalla sua vittima ed allontanandosi con un unico potente battito d’ali.

La creatura ruggì e nella mente di Murtagh scoppiò una risata malvagia, la cattiva copia di quella che aveva sentito la notte precedente.

Possibile che quella ragazza avesse qualcosa a che vedere con questa creatura?

Anche Castigo ruggì e poco dopo le indirizzò una vampata di fuoco incandescente, la creatura rispose col suo fuoco di ghiaccio.

I due fuochi si scontrarono creando una nebbia di vapore.

Ma il fuoco della creatura era più forte e così vaporizzò quella del drago, proseguendo la sua corso fino a raggiungere Castigo.

Il drago virò ma la fiamma di ghiaccio gli intrappolò la zampa destra posteriore ed un lato della coda.

Murtagh evocò un leggero fuoco che andò a liberare il suo drago.

Castigo sorrise e con un’azione veloce arrivò al lato destro della creatura, sorprendendola. La morse sul collo e poi, dopo averle piantato gli artigli nel petto, la allontanò con una spinta delle zampe.

La creatura sembrò sorpresa, non era riuscita a difendersi.

Castigo ruggì di piacere ed una potente fiammata gli uscì dalle fauci, circondando la creatura, la quale ruggendo di dolore incominciò a precipitare.

Murtagh sentì il dolore della creatura, le sue sensazione lo invadevano sempre.

“Il fuoco, questo è il suo punto debole!” pensò Castigo fiero d’aver trovato la debolezza dell’avversaria.

Il drago rosso si scagliò in picchiata verso la creatura che continuava a precipitare avvolta dalle fiamme.

E quando le fiamme di una vampata si spegnevano, il drago le riaccendeva.

“Castigo, ora basta!”

“Perché? Vuoi che ci riattacchi?”

“L hai indebolita abbastanza, non riuscirebbe più neanche a spiccare il volo.”

Castigo osservò la creatura che stava accovacciata a terra con le ali che cadevano sul terreno, piccole fiammelle a bruciarle il pelo; ed ogni volta che provava ad issarsi sulle zampe, esse cedevano facendola ricadere con un tonfo. Il drago diede ragione al suo cavaliere e così scese lentamente.

Atterrò al fianco della creatura, che continuava ostinata a rimettersi in piedi, cadendo ogni volta.

Murtagh saltò giù e con Zar’roc sguainata si avvicinò al felino alato.

 

Stammi lontano! Vattene!

 

Ruggì la creatura volgendo il muso con le zanne scoperte verso il cavaliere.

“Perché hai fatto questo?” chiese il ragazzo puntando la spada verso il muso del felino.

Perché loro dovevano pagare! rispose con odio

“Loro chi?”

Gli stregoni del tuo Re.

 

...del tuo Re..

No, non aveva scelto lui di servire quel pazzo. Quel Re non era il “suo”, se avesse potuto l’avrebbe ucciso subito, ma il suo nome costituiva i fili della marionetta da lui impersonata.

Murtagh non rispose.

Se Galbatorix aveva ordinato agli stregoni di catturare quella creatura..

 

“Murtagh, devi portarmi quella creatura!”

 

la voce del Re interruppe lo scorrere dei pensieri del cavaliere, imponendogli un ordine al quale non poteva disobbedire.

“Castigo, avvolgila di fuoco fino a farla svenire, dobbiamo portarla da Galbatorix..”

Murtagh si allontanò lasciando che il suo drago facesse ciò che gli aveva chiesto, e mentre si allontanava sentiva le urla della creatura e la sua mente fu invasa dal dolore, finché tutto si spense e la creatura svenne.

“Murtagh!”  chiamò Castigo.

Il cavaliere si volse e fu sconvolto da ciò che vide a terra: sul pavimento di pietra giaceva la fanciulla della notte precedente, la pelle macchiata di rosso delle bruciature, addosso solo la veste bianca ridotta a brandelli.

 

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eccoci al secondo capitolo (yeaah!) spero vi piaccia!=^^=

e spero anche nell'arrivo di qualche recensione per sapere i vostri pareri!

 

 

   
 
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