Capitolo 16
“Dentro la
Tana dei Serpenti”
Hermione
alzò la mano e bussò sul ritratto che faceva la guardia all’entrata dei
dormitori dei Serpeverde. Stava in piedi impazientemente, mentre il mago nel
ritratto ghignò verso di lei prima di voltarsi a camminare sulla strada dietro
di lui, svanendo nell’ombra. Un attimo dopo il ritratto si aprì, rivelando un
giovane Serpeverde che li osservò sospettosamente prima di invitarli con un movimento
del braccio.
“Draco, un
Corvo e una piccola Leonessa sono venuti in visita” disse lascivo il piccolo
Serpeverde, muovendosi indietro nell’ombra dove non era più visibile. Hermione
rabbrividì alla presentazione, si tese leggermente e strinse la presa sulla
bacchetta che teneva stretta. Il suo sguardo si spostò verso il camino, la sua
attenzione fu catturata dall’unico movimento nella stanza.
“A cosa
dobbiamo l’onore della tua presenza?” disse Draco Malfoy, con gli occhi fissi
su di loro, mentre la sua mano si muoveva per lisciare il manto della pantera
seduta accanto a lui. Il fuoco dietro di lui era uno splendido sfondo, faceva
sembrare la coppia pericolosa ed allo stesso tempo elegante.
“Siamo
venuti a parlare con te Malfoy, riguarda il tuo animale” dichiarò Hermione,
avvicinandosi e provando a fingere di appartenere a quel luogo.
“Cosa vuoi sapere sul mio Damian?” Chiese Draco
chinandosi leggermente avanti e fissando
intensamente la coppia che si era introdotta nella baldoria del venerdì sera.
“Ho ragione
di credere che non sia quello che tu dichiari” mormorò Hermione, ignorando il
brontolio d’avvertimento che giungeva dalla gola della pantera.
“Oh?” Il
sollevamento elegante di un sopracciglio fu l’unica risposta alla sua
dichiarazione. Una mano pallida scivolò lungo la schiena del gatto, lisciando
il pelo irto e calmando lievemente l’animale.
“Sì, credo
che in realtà la pantera sia un animagus camuffato. Penso inoltre che sia uno
studente di questa scuola” disse, rabbrividendo sotto i saettanti smeraldi che
guardavano ogni suo movimento.
“Intelligente
Granger, molto intelligente” le parole erano appena udibili oltre i sibili e
crepitii delle fiamme che si muovevano dietro la coppia.
“Non mi
credi?” sibilò Hermione, shockata che lui non stesse prestando attenzione a
quanto lei cercava di dirgli “Bene” La sua bacchetta si alzò in uno scatto
puntata contro la pantera, e gridò un incantesimo.
“Expelliarmus”
echeggiò lungo la stanza mentre ogni Serpeverde aveva alzato la propria
bacchetta e l’aveva puntata in direzione della Grifondoro. La bacchetta di
Hermione volò sul pavimento e rotolò fino a fermarsi sotto il tavolo,
totalmente ignorata da tutti nella stanza. Tutti gli occhi rimasero fermi sulla
massa di pelliccia nera che tremava ed era scossa sul pavimento accanto a
Draco.
Draco prese
i vestiti che aveva appoggiato sulla sedia dove si era seduto e li lanciò sulla
contorta forma di Harry. Avvolgendo cautamente le pieghe strette intorno al
mago più piccolo, lo tirò su e si diresse verso la porta delle sue stanze.
“Blaise,
controlla la porta. Tiger, Goyle, nessuno entri in questa stanza” ringhiò,
cullando il prezioso carico mentre aspettava che i suoi ordini venissero
eseguiti. Dirigendosi verso la porta che era stata frettolosamente spalancata
da Blaise, Draco si mosse velocemente verso il letto non appena la porta fu
sbattuta dietro loro tre. Lasciando andare delicatamente Harry sul letto, tirò
via le pieghe del mantello così da poter guardare in quegli occhi di smeraldo
che adorava così tanto. Osservò il dolore attraversare gli occhi di Harry e il suo labbro chiuso in
una morsa fra i denti, prima di mandare Blaise a cercare una pozione
contro il dolore.
“Sbrigati
Blaise” Ringhiò, arrabbiato più di quando si potesse credere per il dolore che
Harry era costretto a sopportare a causa di quell’incantesimo lanciato così
pericolosamente. Le sue dita accarezzarono le soffici ciocche nere mentre Harry
contraeva il volto e tratteneva un grido. Draco continuò ad ignorare il
regolare flusso di parolacce e tonfi che venivano da dietro di lui, mentre
metteva cautamente Harry in una posizione che gli permettesse di far scivolare
meglio le coperte da sotto. Lo sistemò dolcemente sul letto prima di coprire il mago dolorante.
“Ecco!”
disse Blaise, mettendo velocemente la piccola fiala nella mano di Draco e
andandosene per dare alla coppia un po’ più di privacy.
“Grazie”
mormorò Draco. Seduto sul letto accanto ad Harry e lo alzò per farlo appoggiare contro il suo petto; tirò
via il tappo con i denti prima di rivolgere nuovamente la sua attenzione su
Harry.
“Harry”
mormorò così piano da essere quasi inudibile “Hai bisogno di ingoiare questa
per me, puoi farlo?” Draco guardò cautamente Harry che lottavo contro il dolore
prima di annuire.
“Dammela”
sibilò Harry fra i denti, stringendo lo stomaco con le mani quasi stesse
tentando di tenere a posto qualcosa. Draco versò il liquido nella bocca di
Harry, le dita accarezzavano delicatamente la sua gola per aiutarlo ad ingoiare
la pozione di cui aveva bisogno. Facendolo stendere nuovamente e rimboccando le
coperte su di lui, stette in piedi accanto al letto e guardò come gli occhi di
Harry si chiudevano, cullati dalla pozione in un sonno senza dolore.
“Lei gli
vuole bene Draco” sussurrò Blaise, muovendosi per stare accanto all’amico,
provando con gli occhi a leggere le emozioni dell’altro mago mentre guardava
giù verso il ragazzo avvolto fra le coperte.
“Lo so che
non voleva fargli male , ma questo non la scusa. Gli ho promesso che nessuno
l’avrebbe ferito e ho già fallito” disse Draco prendendo una ciocca di capelli
e spostandola dagli occhi di Harry, accarezzando con le dita la luccicante
cicatrice a forma di saetta.
“Non sono
certo che la vedrà così. Lo dovresti lasciare riposare; non dimenticarti del
Corvo e della Leonessa che hai lasciato nella sala comune. Non vogliamo che capiti loro qualcosa, no?” mormorò Blaise,
mettendo una mano sulla spalla di Draco, tentando di guidarlo fuori dalla
stanza. Draco annuì, d’accordo; si voltò dal letto e si chinò per posare un
bacio sulla fronte di Harry.
“Mai più”
sussurrò piano prima di rialzarsi e seguire Blaise fuori dalla stanza.
Hermione era
in piedi accanto a Terry mentre fissava la porta chiusa. Non si aspettava che
l’incantesimo causasse una simile reazione. Chiuse le mani a pugno e si morse
un labbro prima di guardare lentamente in giro per la stanza. I suoi occhi si
spalancarono quando il suo sguardo incontrò quello di diversi Serpeverde che
sedevano pazientemente nella stanza. Fece un passo indietro, spaventata dall’animosità
che lesse in svariate paia di occhi;
come se avessero voluto usare la
bacchetta che tenevano con scioltezza nelle mani. La sua bacchetta era svanita,
volata sul pavimento nel mezzo della zuffa e intascata da uno dei Serpeverde.
La porta si
aprì lentamente dietro di lei, catturando l’assoluta attenzione degli abitanti
della sala comune.
Draco e
Blaise stavano in piedi, spalla contro spalla, i loro sguardi attraversarono la
stanza osservando i loro compagni Serpeverde.
“Non credo
di dovervi ricordare che tutto ciò che accade in questa casa rimane in questa
casa?” la voce di Draco era calma e schiva ma la minaccia che portava con sé
fece annuire tutti gli studenti.
“Eccellente” mormorò, muovendo lo sguardo per poi fermarlo sulla coppia
di intrusi. I due Serpeverde si mossero lungo la stanza, la porta dietro di
loro si chiuse piano e un lieve scatto echeggiò per la stanza quando la
serratura scattò.
“Resterò qui
con Tiger e Goyle, ad assicurarmi che mentre sei fuori non accada nient’altro”
dichiarò Blaise, tornando al suo posto accanto al fuoco e raccogliendo un pezzo
degli scacchi, intrecciandolo fra le dita con aria assente. Tiger e Goyle
annuirono in segno d’accordo, prendendo posto di fronte alla porta di Draco.
Draco annuì alla lealtà che gli mostravano, con gli occhi ancora puntati sulla
coppia che aveva osato fare del male al suo animale ed amico.
“Voi due,
venite con me” sibilò, seguito dalla coppia e spalancò l’entrata, guardandoli
male mentre loro erano ancora immobili al loro posto, prima di cominciare a seguirlo
velocemente e abbassando la testa sotto il quadro. Draco lanciò un altro
sguardo alla stanza prima di permettere al quadro di chiudersi dietro di lui; il colpo fece sì che i membri della casa di
Serpeverde trasalissero e si voltassero a guardare Blaise per una spiegazione.
Draco entrò
bruscamente nel corridoio. La sua mente stava lavorando su due livelli nello
stesso momento. In uno stava furiosamente provando a resistere dallo sguainare
la sua bacchetta e gridare maledizioni contro la Granger e Boot mentre
nell’altro la sua mente provava a mantenere il contatto con Harry tramite il
legame. Il vuoto e la mancanza di sentimenti che vi era lo preoccupava ma lo imputò al fatto che Harry
dormiva profondamente a causa della pozione che gli aveva dato. Fermandosi
davanti alla porta chiusa a chiave che conduceva nell’aula di Pozioni, colpì il
lucchetto e sussurrò Alohomora. Spinse la porta per aprirla e fece un passo
indietro; aspettò che la Leonessa e il Corvo lo precedessero nella stanza,
sapendo che era meglio non offrire le spalle ad individui di cui non si fidava.
“Esattamente
cosa cercavi di dimostrare, mezzosangue?” sibilò Draco, sbattendo la porta
dietro di lui e appoggiandosi contro di essa, squadrando cautamente con gli
occhi gelidi i due di fronte a lui.
“Io... io
non volevo” balbettò Hermione, con gli occhi abbassati a guardare il pavimento
di pietra, impaurita dall’incontro con lo sguardo furioso del mago di fronte a lei.
“Non volevi?
Beh, è meraviglioso, forse dovrei ucciderti adesso e informare Severus che non
volevo. Hmm, pensi che funzionerebbe?” grugnì Draco, con la bacchetta che
pendeva distrattamente dalle sue dita come se tentasse di dimenticare la magia
e andare avanti con un alterco di tipo fisico.
“Ho studiato
quell’incantesimo, ho passato ore leggendo e non ho mai letto nulla sul dolore
che provano gli animagus quando si forzano a ritrasformarsi” esclamò Hermione
per difendersi. Gli occhi si spalancarono alla minaccia dietro le parole di
Draco, e lei fece un passo indietro per stare accanto a Terry.
“Anche io ho
letto sull’incantesimo. Non era menzionato nulla riguardo al fatto che gli
animagus provassero dolore nel tornare alla loro forma umana” borbottò Terry,
passando le dita fra i suoi capelli mentre provava a non far infuriare di più
il Principe di Serpeverde.
“Questo
perché siete entrambi una coppia di coglioni incompetenti che credono di aver
letto tutto. Il fatto che Harry fosse legato a me nella sua forma di animagus
ha interferito con l’incantesimo vincolante originale. L’ha alterato a causa della
complicazione nel vincolo con un’altra mente razionale di un potente umano. L’incantesimo che hai
fatto non era mai stato progettato per competere con un incantesimo che
coinvolgesse la mente di un secondo mago. Harry ed io siamo legati insieme nel
sangue, magia e anima. Non puoi semplicemente tirare un filo e aspettarti di
sbrogliare l’intera matassa. Ci vorranno giorni perché il vincolo guarisca se stesso e ripari tutti i danni fatti
dalla tua stupidità. Capisci o vuoi che ti faccia qualche disegno?” ringhiò
Draco, con la rabbia che cresceva man mano che
era costretto a rimanere lontano
più a lungo del previsto da Damian, rispetto a quello che pensava
inizialmente.
“Io... io non
ci ho pensato” sussurrò Hermione, mentre le lacrime scivolavano sul suo volto e
Draco andava avanti e indietro davanti a lei con passo pesante.
“Beh, non è
perfetto? Hai dimenticato di pensare. Immagina un po’, la mezzosangue che si
dimentica di pensare a qualcosa, tanto per cambiare” brontolò Draco, voltandosi
e dirigendosi verso la porta, con tutte le intenzioni di tornare alle sue
stanze a controllare Harry prima che accadesse qualcos’altro.
“Malfoy?” lo
chiamò Hermione alle spalle del mago che si stava ritirando “per favore,
possiamo vedere Harry?”. Guardò le sue spalle, speranzosa, quando lui si fermò
sulla soglia della porta, girandosi lentamente in modo tale da poter
controllare entrambi.
“Devo
chiedere ad Harry se vi vuole vedere, perché non andate da nessuna parte vicino
a lui a meno che non sia ciò che lui vuole” dichiarò Draco, prima di riprendere
la sua solitaria marcia di nuovo verso la casa dei Serpeverde, lasciando la
coppia in piedi in mezzo alla classe deserta.
Blaise
attendeva pazientemente il ritorno di Draco, analizzando con gli occhi i
Serpeverde che aspettavano calmi come serpenti nell’erba il ritorno del loro
capo. Il lieve sibilo del portone che si apriva fece scattare tutti a sedere
volgendo il capo in direzione dell’entrata. Draco stette perfettamente immobile
prima di passare una mano sul suo viso e fra i capelli. Lanciò uno sguardo alla
porta della sua stanza, notò che Tiger e Goyle mantenevano le loro postazioni;
con gli occhi guardavano in cagnesco chiunque osasse andarvi vicino.
“Draco
quello era Harry Potter?” chiese uno dei Serpeverde, esaminando cautamente con
gli occhi l’altro mago che era rimasto fermo all’entrata.
“Sì, sì era
lui. Harry Potter è stato legato a me usando la cerimonia per il legame con il
familiare, fatta quest’estate” mormorò Draco, guardando da vicino i suoi
compagni di casa per giudicare le loro reazioni. I mormorii crebbero
velocemente, diffondendosi come fuoco attraverso la sala comune.
“L’ho sempre
saputo che c’era qualcosa di serpentesco in quel Grifondoro”
“Così ha
vissuto fra di noi nelle scorse settimane? Non ha nemmeno provato ad
ucciderci!”
“Ovviamente
no, è un Grifondoro”
“Non
dimenticare che il Grifondoro di cui stai parlando ha passato la settimana a
controllarvi. Quanti di voi sono stati minacciati questa settimana? O colpiti?
Nessuno di voi. È perché Harry Potter ha scelto di proteggervi. Avrebbe potuto
attaccare e uccidere chiunque di voi, ma non l’ha fatto” annunciò Blaise,
muovendo gli occhi lungo la stanza, guardando le reazioni degli altri al suo
discorso. Quasi subito la stanza si riempì d’approvazione.
“Possiamo
vederlo Draco?” mormorò un ragazzo del primo anno, compiaciuto all’idea che gli fosse data la
possibilità di parlare con il famoso Harry Potter.
“Sì, ma non
oggi. Vi vedrà secondo le sue condizioni e quando sarà pronto, siate pazienti”
mormorò Draco, andando verso la sua porta e mettendo la mano sulla maniglia,
sentendo la serratura aprirsi sotto il suo tocco.
La stanza
era silenziosa, eccezion fatta per il lieve respiro che veniva dal corpo
rannicchiato nel letto. Harry era steso sul fianco, una mano infilata sotto il
mento mentre l’altro braccio era raggomitolato sotto il cuscino su cui era
poggiata la sua testa. Dopo essersi assicurato che stesse dormendo
profondamente, Draco prese le cose che gli sarebbero servite per andare a letto
e se ne andò, stanco per le ultime ore e per quello che avevano passato. Tornando nella sua stanza,
disse a Tiger e Goyle che potevano andare a letto prima di dare una smossa a
Blaise. Chiudendo di nuovo cautamente la serratura della porta, Draco strisciò
nel letto e si raggomitolò accanto ad Harry, mettendo un braccio intorno alla
calda figura e poggiando la fronte contro la massa di capelli neri che stava
sul cuscino.
Chiuse gli
occhi e cadde in un sonno senza sogni.
Hermione
scarpinava lentamente verso la Torre dei Grifondoro. La sua mente si mosse
rapidamente pensando alle complicazioni che aveva dimenticato di includere nei
suoi calcoli. Non aveva mai considerato il fatto che i due maghi fossero stati legati usando l’incantesimo di
legame con il familiare. Le sopracciglia si aggrottarono, si morse un labbro e
salì l’ultima scalinata prima di fermarsi di fronte alla Signora Grassa.
“È un po’
tardi per stare fuori, no ragazzina?” disse seccamente il ritratto, portando
gli occhi sul volto di Hermione.
“Jetaway
Doctor” mormorò Hermione, ignorando la Signora Grassa e camminando verso la
stanza. Il party dei Grifondoro ‘Sono Sopravvissuto Alla Prima Settimana di Scuola’
era ancora in piena attività; immaginò che i Serpeverde non stessero
festeggiando nulla quella notte. Ignorando Ron che la chiamava e le grida di
gioia che la salutavano procedette verso la sua stanza, dove si sedette alla
sua scrivania. Strappando un piccolo pezzo di pergamena sciolta, scrisse
diverse parole prima di picchiettare la piuma contro il suo labbro. Draco
Malfoy, Harry Potter e Damian. Harry Potter aborriva Draco Malfoy e vice versa,
ma Damian adorava Draco Malfoy e Draco Malfoy si preoccupava per Damian.
Significava che Harry Potter amava Draco Malfoy? Chiudendo gli occhi, posò la
piuma e si gettò sul letto, fissando il baldacchino rosso e oro mentre si
crogiolava nei suoi pensieri.
Il professor
Severus Piton era seduto nella sua camera personale, molti libri giacevano
sparsi sul tavolo davanti a lui. una tazza di tè freddo era dimenticata su un
polveroso tavolo, mentre i suoi occhi scorrevano su un altro libro ancora, sui
legami con i familiari e i tentativi di romperli o alterarli. Con un brusco
schiocco il libro fu chiuso e gettato via in mezzo alla stanza e cadde
fermandosi su un largo baule. L’agitazione si impossessarò di lui, facendo sì
che si mettesse le mani alla testa mentre osservava le fiamme e si perdesse nei
suoi stessi pensieri. Un legame di vita e morte creato fra un mago o una strega
ed un animale che era stato scelto per ospitare la magia: più a lungo la coppia era legata più forte era
il legame e più grande la possibilità di morte o di danni mentali permanenti;
il legame andava rotto. In che cosa si era cacciato il suo figlioccio?
Ringrazio chi ha recensito lo scorso capitolo, sia fra le "vecchie" che fra le "nuove" lettrici. Uchiha, effettivamente la traduzione dei primi capitoli è risultata ostica anche a me alla prima lettura, sono felice di essere riuscita (anzi, che lumamo64 con il suo betaggio sia riuscita) a renderli più scorrevoli.
E ci tengo a precisare che una traduzione precisa, dall'inglese all'italiano, per quanto riguarda i tempi verbali, non è semplice. Faccio del mio meglio, e non sempre il risultato può essere perfetto.
Con questo, chiudo qui le note, ringraziandovi ancora :)