Mamoru entrò nel suo appartamento stanco ma immensamente felice, erano passate due settimane da quando Motoki era partito per l’Africa… due settimane dove aveva imparato a conoscere Usagi. Non aveva mai provato a capire fino in fondo quella ragazza, l’etichetta di rompi scatole gli era sempre sembrata quella più adatta, aveva capito che si era sbagliato.
Usagi non solo stava dimostrando maturità, aveva anche imparato tantissimo e serviva i clienti con una facilità sorprendente, dopo il disastro del caffè aveva deciso di controllarla meglio, magari evitare che servisse ai tavoli, ma dopo quel giorno la sua graziosa testolina buffa si era impegnata sempre di più diventando molto bava.
Si era stupito e aveva capito
perché Usagi Tsukino aveva così tanti
amici, era il suo sorriso, la sua gioia di vivere, la sua allegria infinita che
riusciva a contagiarti… si era chiesto perché non avesse visto in lei quelle
caratteristiche, perché continuasse a credere fermamente che Usagi fosse solo
ragazzina.
Beh non lo era.
E, probabilmente, anche lei aveva visto un nuovo aspetto del suo
carattere, diversamente da quello che tutti si aspettavano erano due settimane
che non litigavano… o meglio, le litigate c’erano sempre ma non più furiose
come prima. Erano solo piccoli battibecchi che finivano in una risata, magari
davanti ad una coppa di gelato.
Il ragazzo andò in cucina a prepararsi la cena, avrebbe mangiato
qualcosa veloce e poi si sarebbe buttato sul letto per una lunga dormita
ristoratrice. Mente prendeva quello che gli serviva dal frigorifero si rese
conto che il compleanno di Usagi era la settimana prossima… socchiuse gli
occhi, voleva farle un regalo!
E non un regalo qualsiasi ma uno che l’avrebbe lasciata a bocca aperta,
era un modo per scusarsi di tutte quelle brutte litigate che avevano avuto in
quegl’anni.
Anche Usagi era felice di quel nuovo lavoro, non solo si era resa conto
che le piaceva ma stava anche andando bene!
E, come se non bastasse, Mamoru aveva apprezzato quel cambiamento.
Non che glielo avesse detto, figuriamoci Mamoru tiene tutto dentro di
sé, ma lo aveva visto nei suoi occhi. Solitamente la fissava con uno sguardo
freddo, distaccato o denigratorio, invece ora era uno sguardo pieno di dolcezza,
luminoso, molto più umano… era dolce e le sembrava un amico più che un
“compagno di litigate”.
Ogni volta che tornava a casa si sentiva il suo sguardo addosso fino a
quando non svoltava l’angolo, era quasi del tutto convinta che Mamoru la
guardasse mentre si dirigeva verso casa.
Era una bella sensazione.
Qualcosa in quel ragazzo la faceva sentire viva.
Le piaceva la sua compagnia, era maturo, estremamente intelligente e
acuto, dolce e sensibile… ricordava quando un pomeriggio era entrato un bambino
con la sua mamma. Voleva un gelato ma era troppo piccolo e non vedeva bene il
bancone, allora Mamoru, senza che nessuno glielo chiedesse, l’aveva preso in
braccio e gli aveva indicato i gusti. Era stata una scena dolcissima… Mamoru
Chiba aveva un cuore.
Allora perché mostrare quella fredda maschera insensibile?
Usagi si strinse il cuscino al petto e chiuse gli occhi, il sonno arrivò
subito e sognò Mamoru che rideva felice con tanti bambini.
Quella giornata era particolarmente calma, i clienti erano pochi se non
nulli, c’erano state parecchie ore dove Mamoru e Usagi non avevano
assolutamente nulla da fare. Su consiglio del ragazzo, Usagi aveva portato i
compiti delle vacanze e, nei momenti morti, studiava tranquillamente seduta ad
un tavolo.
Quel pomeriggio stava letteralmente impazzendo davanti ad un compito di
matematica particolarmente difficile, mentre cercava di capire quale ruolo
avesse la x e la y si chiedeva perché Ami non fosse lì a darle una mano.
- Ci rinuncio! – urlò chiudendo il quaderno – E’ troppo difficile! Non
sono capace di risolvere queste cavolo di equazioni!
Mamoru alzò lo sguardo dal libro di biologia che stava leggendo.
- Testolina buffa qualche problema?
- Spiritoso... – sbuffò la ragazza – fai anche i giochi di parole... sì,
ne ho molti di problemi e nessuno che riesca a risolvere!
Mamoru per un attimo rimase interdetto... poi capì cosa la turbasse
tanto, chiuse il suo libro e si mise a sedere accanto a lei.
- Allora vediamo cosa c’é che non va. – mormorò dolcemente aprendo il quaderno, diede un’occhiata veloce al problema e sorrise – Ecco qua, vedi?- disse prendendo una matita e segnando l’errore – Hai sbagliato a riportare l’importo... e anche a ricopiare questo simbolo...
Usagi guardò il suo quaderno con una strana espressione.
- Visto così sembra quasi semplice. – ammise tristemente.
- Ma perché é semplice. – rispose l’altro venendo più vicino – Ti faccio vedere.
Quelle strane ripetizioni di matematica continuarono per tutto il pomeriggio, interrotti solo un paio di volte da qualche cliente.
Usagi guardava Mamoru seduto accanto a lei e sorrise... i suoi occhi erano bellissimi, così scuri e profondi, anche le sue labbra sottili erano dannatamente seducenti.
Mamoru invece cercava solo di guardare il libro di testo anche se il dolce profumo della ragazza lo stava decisamente facendo impazzire.
Vaniglia a cannella.... il suo preferito.
Verso sera il cielo si era annuvolato e aveva iniziato a piovere.
Usagi guardò fuori e sospirò:
- Accidenti non ho l’ombrello.
- Perché non chiami tuo padre e ti fai venire a prendere? – domandò Mamoru spegnendo le luci.
- Perché non ci sono, - spiegò l’altra – sono andati da mia nonna per il fine settimana e solo a casa da sola.
- Capisco... ti darei un passaggio ma sono a piedi anch’io.
- Non importa. – sorrise Usagi alzando le spalle – Farò una corsa fino a casa! – e iniziò a correre sotto la pioggia – Ci vediamo domani!- urlò girandosi appena per salutarlo.
Mamoru la guardò allontanarsi per poi dirigersi dall’altra parte.