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Autore: Biancaneve    22/09/2005    5 recensioni
E' una storiella senza pretese,scritta tanto per provare. J.J. è un ragazzo timido,omosessuale e tremendamente insicuro. Qui ci sono le sue vicende:qualche guaio,ciclisti indiscreti,mamme impiccione,fratelli troppo perfetti,amori inaspettati e altro. That's all,folks...
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Evviva l’istinto.


“Amore…,pace e amore.Siamo tutti fratelli…”Cominciò un ragazzo sporgendosi dal finestrino,rivolto ai due seduti per terra.
Aveva i capelli lunghi e intrecciati,viaggiava con una donna vestita di arancio,con braccia e collo ricoperti da bracciali e collanine di ogni sorta.
“Tutti fratelli…”,Ribadì il primo con voce strascicata…”Lei è mia sorella,vostra sorella…”E qui indicò l’amica che salutò,tintinnando per i suoi tanti gingilli,”Io sono vostro fratello,voi siete miei fratelli…,tutti fratelli…”
Jamie e Ron si scambiarono un’occhiata perplessa.
“Amore…,no?”
Jamie e Ron sorrisero annuendo lentamente.
“Fratelli e amore….,non posso lasciare i miei fratelli per strada,no?”
Jamie e Ron ottennero così il primo passaggio.

“Cioè..io dico,non è che potevo lasciare voi,la mia famiglia,i miei fratelli…seduti…per terra…sulla polvere,mentre guardavano le macchine sfrecciare via…,come la vita,no?…Cioè…i minuti,i giorni,gli anni…che sfrecciano via…fiuuuuuu…..,come le macchine,…no?”
La ragazza vestita di arancione,che si chiamava Mel,sorrise e tintinnò di nuovo.
“Cioè…,la vita…,scivola,no?…Cioè…e voi,…vi ho visto là.,mentre,disperatamente cercavate calore l’uno nell’altro,come solo due fratelli potrebbero fare…”,e qui Jamie e Ron si guardarono ripensando al loro bacio che di fraterno aveva avuto ben poco…,”Cioè,vi ho visti così…e…in un attimo tutta la mia esistenza mi è sfrecciata davanti…e,ho capito che dovevo salvarvi,portarvi via da quella polvere…,perché ormai voi vi nutrivate di essa,no?…Cioè…,non riuscivate più ad alzarvi…come una droga lei vi attirava giù…,e il cielo e le nuvole e il vento sfrecciavano sopra di voi…,no?Capite,no?…Cioè,ditemi se mi sbaglio…”,e qui fece un cenno a Ron che si voltò terrorizzato verso Jamie,lanciando una muta richiesta di aiuto.
“Uhm…certo…”Fece questo,sorridendo…,”Beh…noi…siamo arrivati…”
“Cioè,…qui?…Beh…io,fratelli miei,ammiro questa vostra scelta di vivere nella bellezza e armonia della natura…,comunque io sono Sam.”
“Grazie del passaggio,Sam.”,Detto questo Ron aprì la portiera senza aspettare nemmeno che l’auto si fermasse del tutto e trascinò via l’innamorato.
La macchina ripartì alzando un polverone e Jamie e Ron tirarono un sospiro di sollievo.

L’offerta di un secondo passaggio si presentò un’ora dopo circa,quando una piccola panda azzurra si fermò davanti a loro.
Passarono così quaranta minuti in compagnia di un’allegra famigliola:mamma,figlia e nonno.
Frances aveva quarantacinque anni,amava i Beatles e gli uomini “duri e passionali”.Suo marito non si era rivelato un duro,e un bel giorno lo aveva sorpreso sdraiato sulla scrivania in una posizione equivoca con la portiera dell’ufficio.
E pensare che Frances gli aveva proibito di avere una qualsiasi fatale,famosa segretaria rovina famiglie…
Shirley aveva sedici anni,era bionda,insofferente cronica,troppo bella e troppo truccata.
Sua madre la rimproverava dicendo che il lettore CD non deve diventare una protesi,una parte indispensabile e inseparabile dal resto del corpo,una gamba,un braccio in più…,ma Shirley,come ogni sedicenne che si rispetti,la ignorava bellamente.
Nonno Larry aveva ottantadue anni e una pipa in tasca.Era un vecchietto raggrinzito e arzillo,con un maglione verde pisello legato intorno alla vita.
Gli piaceva Sofia Loren e l’odore dei fagioli;si accontentava di quello perché a lui i fagioli facevano male.
Troppe flatulenze,diceva il dottore.

“Shirley…,via l’auricolare dalle orecchie,ora basta.”
La ragazza non sentì.
“Ma alla fine come è andata ieri?…Il test di lettere?”
Shirley fece…:”Eheee?”
“Ho chiesto come è andato il test,ieri.”Rispose sbuffando la madre.
“Normale.”
“Mhmm.”
La macchina correva veloce,Jamie e Ron seduti vicini sui sedili posteriori,accanto a nonno Larry;Ron,furtivo,accarezzò una mano a J.J.,che ritirò la propria,arrossendo furiosamente. “Chi ha visto la mia pipa?L’hai presa tu,Sally?Mi hai buttato di nuovo il tabacco?…Quante volte devo dirtelo che non è segatura quella che sta nelle bustine gialle?Perché dovrebbero vendere segatura,me lo dici?E perché io dovrei comprarla?…Tsk…segatura…”Biascicò nonno Larry.
“E come va danza?”
“Normale”Borbottò Shirley muovendo un piede a ritmo della musica.
“Ah.”Fece Frances.
“…Segatura…”Disse tra sé Larry.” Jamie sorrise timidamente a Ron.
“E stai ancora con quel Billy?E’ un ragazzo così simpatico…”
“Normale.”Disse Shirley,che non aveva ascoltato una parola perché quelle di Madonna,di parole,erano più carine,erano cantate.Pensò distrattamente che magari tutti gli argomenti sarebbero stati più interessanti se cantati.Cose come:”Vai a buttare la spazzatura”cantate imitando il blues.
Carino,no?
Shirley era solo un’adolescente e ancora non immaginava che di lì a qualche anno si sarebbe ritrovata in uno studio di registrazione a cantare una canzone pop scritta da lei intitolata “Are you still with Billy?”
Shirley avrebbe scalato le classifiche sotto il nome d’arte di “Baby Candy”e avrebbe fatto fortuna.
Frances sospirò e nonno Larry disse:”Non era segatura.”
Jamie e Ron si guardarono.

Frances li scaricò all’imbocco della B4,lei doveva girare a sinistra mentre Jamie e Ron a destra. J.J. e l’amico si sedettero sul bordo dell’autostrada.
Ron aveva freddo e si mise un passamontagna scuro per evitare un raffreddore.
In quel momento una macchina nera accostò.

I due salirono a bordo.
“Beh…grazie…noi,noi dovremmo andare verso Kingstone.”
“Certo certo.”Borbottò l’uomo al volante,occhiali da sole(seppure era novembre),cappotto nero con cappuccio e guanti.
“Uhm…allora,grazie,mi chiamo Jamie e lui è Ron…,grazie ancora…signor…?”Azzardò Jamie.
L’uomo s’irrigidì,poi si voltò piano verso il ragazzo…”Dovresti conoscermi,Paul.”Mormorò,inquietante.
Jamie si schiacciò contro la portiera per allontanarsi il più possibile dall’autista…”Ehm…,penso che lei mi abbia preso per qualcun altro,signor…”
L’uomo si girò a guardare Ron che si era tolto il passamontagna,e sbiancò aspettandosi un’altra persona.
Di nuovo si rivolse a Jamie,esibendo un sorriso che lui giudicava rassicurante,ma che agli occhi di chiunque sarebbe parso terribile…:”Mi chiamo…John…,John …Smith.”
“Oh.”Disse Jamie…”Un nome semplice,facile da ricordare…”Jamie rise nervosamente,notando all’improvviso,con la coda dell’occhio,un pacco grande a occhio e croce come un cocomero e rivestito di carta di giornale posato sul sedile accanto a Ron e semi nascosto da un panno scivolato via.
J.J. cominciò a tremare,incrociò gli occhi consapevoli di Ron,molto più pallido del solito. “Sa..,signor…Smith…”Fece Jamie calcando inconsapevolmente sul banale pseudonimo,”Noi…siamo…sì,insomma…”Ridacchiò in modo isterico…”Quasi…ihihih…arrivati,già…buffo,no?”
“No.”Ribattè John Smith con una voce cavernosa.
“ Ma vede,John...,posso chiamarla così,no?…”
“No.”Rispose ancora l’autista.
“Uhm..beh…ihihih….simpatico,…eh?…Vero Ron?…”J.J. coinvolse Ron nella risata più finta del mondo…”Simpatico..,già…uhm…”
Okay.
La macchina non si sarebbe fermata.
Erano seduti accanto a un assassino che probabilmente li aveva presi con sé scambiando Ron per un suo complice e Jamie per il complice del complice.
Maledetto passamontagna!
Jamie era terrorizzato e il terrore fa fare le cose più assurde.
Con la scusa di sistemare lo zainetto che Ron teneva sulle ginocchia,si avvicinò all’amico e gli sussurrò qualcosa.
Poi alzò tre dita.
Uno.
Due.
Tre!
Jamie e Ron aprirono insieme le portiere dell’auto e si buttarono,rotolando:fortuna che la macchina aveva imboccato un sentiero sabbioso e non andava troppo veloce.
Fortuna che Jamie aveva tolto il gesso tre giorni prima,fortuna che Ron aveva buoni riflessi,fortuna che caddero sopra un cespuglio,fortuna che non erano rovi.
Per una lunga serie di fortune Jamie e Ron si salvarono riportando soltanto qualche graffio. L’assassino non si fermò,forse contento di essersi liberato di due possibili testimoni,sapendo bene,in cuor suo,che non avrebbero comunque raccontato niente a nessuno.
Due ore dopo,J.J. e il suo innamorato arrivavano stravolti a Kingstone.
Ron accompagnò Jamie fino a casa;non parlarono durante il tragitto,non si guardarono nemmeno:non erano riusciti a parlare del bacio che si erano scambiati,tenero desiderio di entrambi. Semplicemente,avevano paura.
E quando c’è la paura,si sa,si blocca tutto.Ti blocchi tu,la tua lingua,che non ne vuole sapere di formulare frasi coerenti,la testa,che non pensa a niente,che non sa pensare a niente perché ci sarebbe troppo da pensare,da dire,da fare e magari si intaserebbe tutto.Si blocca anche il respiro.
L’unica cosa che davvero non si ferma si può ben immaginare:il cuore non dà tregua e il sangue pulsa veloce,veloce,più veloce,troppo veloce…
Jamie e Ron avevano paura.
“Beh…allora…,io sono arrivato..”Cominciò tentennando J.J.
“Sì,già…senti,io…,sai…”
Successe all’improvviso:Ron strinse i denti e nella sua testa che si era bloccata si formulò una frase,l’urlo di battaglia…:o la va,o la spacca.
“Ti ho baciato perché volevo farlo da tanto.”Disse tutto in una volta,come quando si deve prendere una medicina molto amara e la si ingoia in un solo sorso,per non assaporarla troppo.
Così Ron pensò che sarebbe stato meglio farfugliare la frase subito,senza pensare troppo alle conseguenze,alle parole da dire,alle cose da pensare…,viva l’istinto,insomma.
Ma la fatidica frase,appunto,venne farfugliata a tal punto che Jamie rimase interdetto per un po’ prima di assimilare il significato di quelle otto parole uscite di bocca.
Quando le assimilò, allora,profondamente,crudamente,sorprendentemente,meravigliosamente,realmente fece la sola cosa che Ron non si sarebbe mai aspettato che facesse:se la diede letteralmente a gambe,scappando ancora una volta dai suoi terribili fantasmi,puzzolenti formaggi.
E Ron?…Ron guardò l’amico voltarsi e correre,l’amico terrorizzato dai propri sentimenti,per poi vederlo girarsi incerto e rimanerlo a guardare sull’uscio.
Ron era esterrefatto:Jamie provò a spiegarsi.
“Ron…ehm…io…,noi…eravamo confusi….cioè…noi siamo amici,no?Amici come prima,no?” L’altro non rispose;le spalle incurvate,le sopracciglia aggrottate,il cuore che faceva male e un peso freddo scivolato nello stomaco.
“…Ron?…”
“Vaffanculo,Jamie.”
Ron voltò le spalle e corse via,fino a rimanere senza fiato.


Grazie a chi commenta:WhiteFly,ShaidaBlack,Elenuccia mia,Silvietta(peccato per il mare...,sarà per la prox volta),Khrisma,e tutti gli altri che leggono...e che potrebbero COMMENTARE!(non per essere ripetitiva...)
Spero che il cap. vi sia piaciuto.
  
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