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Autore: winnie343    21/07/2010    5 recensioni
In una metropoli qualsiasi la storia di un giovane studente che per sbarcare il lunario accetta una proposta di lavoro un pò particolare dal padre del suo migliore amico.
Genere: Generale, Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Aquarius Camus, Nuovo Personaggio, Scorpion Milo
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo IX

Capitolo IX

In & Out

 

 

 

 

Dopo la serata negativa con Bronte, mentre furioso e alterato non do pace ai miei piedi che si muovono avanti e indietro sul pavimento della mia stanza, il mio compagno di giochi Fitz non da più alcun segno di vita. Morto, defunto, caput. Nel momento in cui stava riprendendo vita, la vista di Camus che ci guardava esterrefatto gli ha dato il colpo di grazia. Sono passati due giorni, in cui ho evitato accuratamente i fratelli Fournier per riuscire a chiarirmi le idee. La prima cosa che ho fatto è stata quella di licenziarmi, sono stanco della rossa e dei suoi atteggiamenti folli. La seconda sarà quella di trovarmi altri tre lavori per pagarmi gli studi e la terza sarà quella di andare Camus ed implorare il suo perdono. I miei pensieri vengono interrotti dal baccano che giunge dalla stanza di Aioria. Uscendo rischio di essere travolto da una ragazza di colore – uno schianto di femmina, per la cronaca - che guadagnando la porta fa volare il ciambellone che Marin porta in mano. Nel momento in cui il mio coinquilino incontra lo sguardo della nostra dirimpettaia, invece di seguire la donna uscita come una furia, rimane impalato come uno stoccafisso. E' completamente nudo ed io e Marin, seppur spinti da sentimenti diversi, ci voltiamo a guardare entrambi in un'altra direzione. Aioria, afferrando il primo straccio che incontra – la sua camicia ormai senza neanche un bottone – se lo mette davanti come  foglia di fico. Dopo di che, rilassandosi, si permette il lusso di arrossire. Per stemperare la tensione, comincio a raccogliere i pezzi del ciambellone

-       Marin ti chiedo scusa per l'inconveniente.

-       Figurati Aioria. Certo che devi aver fatto proprio arrabbiare la tua ragazza.

-       Quella non è la mia ragazza, è un'amica. Era passata a riportarmi una penna che avevo dimenticato al lavoro. Se ne è andata in quel modo perchè in ritardo per un appuntamento

Smetto di raccogliere le briciole del dolce e comincio a fissare il mio amico, domandandomi se sia veramente convinto del fatto che la nostra dirimpettaia venga dalla montagna del sapone. Il suo sguardo stile triglia mi conferma che l'idiozia è di casa dalla sue parti. La cosa però che più mi sconvolge è la risposta di Marin

-       Spero che riesca ad arrivare in tempo

-       Eh si speriamo! - La ragazza si volta a guardarmi come se realizzasse solo ora che esisto anche io

-       oh Milo, scusami, ti ho lasciato da solo a raccogliere questo pasticcio.

-       Più che altro mi rammarico del fatto che non potremo fare colazione con questo tuo ennesimo capolavoro.

-       Non preoccuparti, ne ho fatti altri tre. Ve ne vado a prendere uno

Appena Marin esce, prendo il ciambellone rimasto intero e lo tiro in testa ad Aioria che per tutta risposta si gira fissandomi come anche lui mi vedesse per la prima volta

-       Ah Milo, ci sei anche tu

-       Ma perchè sei così idiota?

-       Che ho fatto?

-       “Era passata riportarmi la penna” e visto che c'ero mi ci sono fatto un giro

-       Ma che vuoi che le dica?

-       Che sei un porco?

-       Solo perchè la mia vita sessuale è più intensa della tua non vuol dire che io sia un maniaco …

-       Tzse.... la tua camera è peggio della stazione centrale dei Treni all'ora di punta

-       La tua è tutta invidia … ammettilo

-       Neanche morto … strano che tu non ci abbia ancora provato con Marin

-       Sai benissimo che le rosse non mi piacciono

Sia Marin che Bronte, entrate entrambe nello stesso momento ed entrambe rosse di capelli, sentono il commento del mio amico, ma mentre la seconda non mostra nessun interesse alla notizia che Aioria detesti le rosse, la prima lasciando cadere il secondo ciambellone – addio la mia colazione – se ne va in lacrime, seguita a ruota del mio coinquilino interdetto, perplesso e completamente nudo. Rimasti soli, tento di raccogliere quel che resta del dolce, sotto gli occhi schifati della rossa e come se nulla fosse, mi siedo a tavola per fare colazione:

-       Veramente vuoi mangiare quel dolce che è caduto sul pavimento?

-       Lo sto già facendo

-       Sei veramente un cavernicolo!

-       Vuoi favorire? - le pongo la domanda con la bocca piena e offrendole la parte più sporca

-       Ma sei matto?

-       No? E allora levati dai piedi

-       Devo parlarti

-       Non abbiamo nulla da dirci

-       Milo senti – sedendosi di fronte a me Bronte tenta di prendermi le mani, ma io la scanso velocemente – io voglio spiegarti.

-       Non ho bisogno di alcuna spiegazione. Mi hai usato. Volevi colpire tuo fratello. Ti sei divertita. D'accordo. Ora puoi andartene

-       Papà mi ha detto che hai lasciato il lavoro

-       Si

-       Tu hai bisogno di questo lavoro. Se ti prometto che d'ora in poi mi comporterò bene con te tornerai?

-       No.

-       Perchè?

-       Perchè non voglio perdere l'amicizia di tuo fratello, sempre se questo non è già avvenuto.

-       Impossibile – mi volto a guardarla perplesso – lui è innamorato di te – per poco non mi strozzo con un pezzo di ciambellone. Per farlo andare giù mi attacco alla bottiglia del latte, trangugiando quasi l'intero contenuto. È la conferma della mia mancanza di bon ton.

-       Ma di che diavolo stai parlando???

-       Del fatto che mio fratello è innamorato di te.

-      

-       Mi permetti di spiegarti come stanno le cose?

-       Prego – incuriosito dalle sue parole la invito a proseguire

-       Mio fratello è omosessuale – i miei occhi si spalancano come se fossi un gufo e la mia bocca fa altrettanto – vedo che non lo sapevi. Questo conferma il fatto che tu e lui non state insieme. - il mio sguardo da gufo si volta in tutte le direzioni in preda ad una crisi visiva.

-       Sc … scusami … ma come fai a dire che Camus sia … e che …. sia ...

-       L'hai mai visto con una donna?

Comincio a scavare nei miei ricordi alla ricerca disperata di un'immagine in cui Camus stia con una donna o che abbia fatto apprezzamenti su una di esse, ma quello che ottengo è il nulla: benchè marcato a uomo da un numero considerevole di ragazze, il mio amico non ha mai mostrato il benchè minimo interesse per l'altro sesso. La scoperta appena fatta mi fa emettere dei suoni gutturali che completano la mia trasformazione a gufo. Ad un certo punto rinsavisco e tento di far ragionare anche Bronte

-       Questo non vuol dire niente. Non è sufficiente come prova

-       L'ho visto. Con i miei occhi

-       Che? Cosa? Che? Cosa?

-       Ti sei incantato?

-       Cosa?

-       Si, l'ho visto mentre baciava il mio ragazzo, almeno fino a quel momento era il mio ragazzo. Chris si chiamava ed io ero convinta che sarebbe stato l'amore della mia vita. E invece un bel giorno, dopo che li ho visti, alla mia richiesta di spiegazioni mi ha risposto che era innamorato di Camus e che ben presto sarebbero andati a vivere insieme. Ma ovviamente mio padre deve aver scoperto tutto e messo a tacere il buon Chris, perchè dopo poco è sparito e nessuno l'ha più visto, neanche i suoi genitori.

-       Eh .. eh … eh …

-       vuoi un bicchiere d'acqua

-       no … no … no …. no … meglio uno scotch

-       Ma sono le 10 del mattino!

-       Whisky, Grappa … qualcosa di forte

-       Milo – ripresomi dallo shock rinsavisco per la seconda volta – stai  bene?

-       A me non interessa tutto questo. Camus è un mio amico e se questi sono i suoi gusti, li accetto.

-       Certo …. vorrai però convenire con me che io ho tutto il diritto di essere arrabbiata con lui. Mi ha fregato il ragazzo da sotto il naso.

-       Ti ha fatto un favore. Pensa se lo avessi scoperto dopo – mi si accende la lampadina e intuisco finalmente le sue vere motivazioni – ma certo! Tu eri convinta che io e lui stessimo insieme e così gli hai voluto rendere pan per focaccia?

-       Si è vero

-       E me lo dici così? Praticamente mi hai usato

-       E' vero … però ora ho capito di aver sbagliato

-       Meglio tardi che mai! Ora sparisci

-       No aspetta Milo – la prendo per un braccio e la spingo fuori di casa – Aspetta!

-       Cosa dovrei aspettare?

-       Ho sbagliato, sono stata orribile, ho capito che tu non sei il suo ragazzo e mi dispiace di averti fatto questo, però io vorrei veramente che tu tornassi a lavorare per mio padre

-       Per tuo padre? - mi blocco prima di buttarla definitivamente giù dalle scale – come non lavoravo per te?

-       No, se torni lavorerai solo per mio padre. Io tornerò nei ranghi e ti lascerò in pace. - rimango a pensare un po' alla sua proposta

-       Non accetto

-       Ti prego Milo

-       Perchè vuoi che torni?

-       Perchè sei l'unico che riesce a proteggermi veramente … anche da me stessa … ti prego ti prego

-       Non mi tormenterai più?

-       No

-       Lascerai in pace Camus?

-       Questo non me lo puoi chiedere .. però posso assicurarti che non ti coinvolgerò più … capisco che lo consideri tuo amico e lo accetto

-       Ho bisogno del lavoro, per cui accetto. Ma non provare più a mettermi contro Camus

-       Si va bene, ma tu non provare a dirgli quello che ti ho appena raccontato.

-       Affare fatto

-       Affare fatto

Nel momento esatto in cui suggelliamo il nostro patto, Camus compare sulle scale ed io mi ritrovo per l'ennesima volta come un ladro colto sul fatto. Bronte, ignorandolo completamente se ne va dopo avermi salutato ed io invito il mio amico ad entrare. Mentre lo vedo affacciarsi alla finestra che da sul cortile, probabilmente per controllare che a sua sorella non succeda nulla durante il tragitto fino alla macchina, mi convinco del fatto che i gusti sessuali di Camus non sono affare che mi riguarda. Gli offro una tazza di caffe, evitando di offrigli il latte “sbavocchiato” e il ciambellone pieno di polvere, ma lui rifiuta. Mentre sto per rompere il ghiaccio chiedendogli cosa è venuto a fare, lui mi precede:

-       Ho bisogno di chiederti un favore

-       Tutto quello che vuoi. Per una volta che posso aiutarti.

-       Ho bisogno di un tetto sotto cui stare per un po' di giorni

-       Non ho capito

-       Me ne sono andato di casa

-       Cosa?

Non faccio in tempo a completare la frase che vengo superato da Aioria, con indosso un accappatoio rosa, decisamente troppo piccolo per la sua stazza, che corre ad abbracciare il nostro amico.

-       Non preoccuparti Camus. Puoi rimanere qui con noi quanto vuoi!

 

 

Ecco a voi un nuovo capitolo … piaciuto il colpo di scena? E ora? Come sarà la convivenza a tre? Volevo ringraziare tutti quelli che continuano a leggere la storia ed in particolare tutti quelli che l'hanno messa tra le preferite e le seguite

 

x Diana924: Ebbene si il nostro caro Al ha finalmente realizzato il suo sogno, ballare con il suo idolo che considera migliore di Nureiev … che orrore!!! ;-) La strega di Salem è tornata, ma al momento sembra che dopo essere finita al rogo abbia deciso di mantenere un profilo più basso.

 

X charm_strange: oddio non si può mai dire su Camus e Shaina, anche se al momento visto quello che è successo la vedo veramente difficile :-(. Vediamo se ora Bronte si concentrerà di più su Milo e meno sul fratello. Grazie per averla inserita tra le seguite , fa sempre piacere ;-)

 

x sagitta72: Al è veramente un elefante con la grazia di un cigno … proprio come hai detto tu per gli Elefanti di Disney … ma più che a Dumbo pensavo a Fantasia e al balletto dove i coccodrilli sollevano delle bellissime elefantesse in tutu rosa.  Dai dai che di fantasia ne hai tanta, non hai bisogno di vederti la scena.

  
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