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Autore: RoryPotter    22/07/2010    5 recensioni
Lily è un vampiro,principessa del Regno della notte.James futuro granduca della sua casata.Lily deve divenatre regina ma deve avere un compagno.Sotto consiglio dei genitori si reca a Diagon Alley dove lo incontra e si innamora di lui a prima vista.Convince i genitori di lui a farlo diventare il suo sposo ma James non sarò d'accordo...leggete e commentate!!!
Genere: Avventura, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini, Nuovo personaggio | Coppie: James/Lily
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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My boyfriend
 
 
Un battito.
Un occhio che si apriva.
Un altro battito.
Prese a correre.
Il silenzio era rotto dal rumore dei suoi passi affrettati.
Sotto di lei dell’acqua scura.
A ogni suo passo si creava un increspatura ovale.
Non sapeva perché stava correndo ne l buio più totale ma sapeva che se non correva non sarebbe arrivata mai in tempo.
Correva con un solo pensiero in testa.
“Devo arrivare da lui”.Pensava.
Ma lui chi?
Se lo chiedeva ma continuava a correre.
Delle piume nere e bianche cominciarono a cadere oscurandole la vista e quando scomparirono si ritrovò in un giardino con rose nere e bianche.
Quest’ultime illuminavano l’ambiente.
Era un giardino all’aperto,sotto un cielo blu senza stelle.
Incominciò una pioggia di petali bianchi,svolazzando di qua e di là.
Qualcosa attiro la sua attenzione.
Più in là c’era una sagoma.
Si mise in posizione di attacco credendo che fosse una creatura pericolosa ma guardando bene capì che era una persona in carne e ossa.
Si avvicinò e vide che era un ragazzo.
I capelli neri e la camicia bianca svolazzavano insieme alla brezza.
Non lo poteva vedere in faccia visto che era di schiena.
Non sapeva perché ma curvò all’insù le labbra rosse e carnose in un sorriso di vittoria.
Piegò le gambe e spiccò un balzò azzerando la distanza tra di loro e atterrò dietro di lui con un fruscio della gonna nera di pizzo dell’abito che indossava.
Lui non si mosse.
Allungò le braccia facendo finire una mano guantata sul petto e l’altra sul mento con le dita che sfiorano le labbra del moro.
Questa volta ghignò.
“Sei mio”.Sussurrò nel suo orecchio.
Poi scese sul collo lungo e niveo e spalancò la bocca mostrando due canini aguzzi.
Fa per conficcarli nella carne…
 
 
 
Aprì gli occhi di scatto incontrando lo sfarzoso soffitto scuro.
Si mise a sedere scostando la coperta di seta nera.
“Che strano sogno”.Disse poi ghignò.
“Sembra che oggi sarà un giornata speciale”.
Le tende dorate si spalancarono facendo entra nella stanza la luce del sole.
Chiuse un occhio infastidita.
“Buongiorno,principessa”.Disse un ragazzo sulle ventina d’anni.
Era vestito di nero,da maggiordomo per l’esattezza,i lunghi capelli neri erano legati in una coda bassa da un nastro nero e scrutava la ragazza nel letto con gli occhi gialli indifferenti.
“Gil”.Lo salutò lei.
Scese dall’alto letto mentre dalla porta entravano tre ancelle,vestite con degli abiti blu scuro,grembiuli bianchi e cuffiette in testa,che la seguirono nel bagno.
“Principessa,oggi i suoi genitori desiderano fare colazione con lei”.
“Come mai?”.Chiese lei dal dentro il bagno mentre le tre donne la vestivano.
“Le voglio parlare di una cosa molto importante a quanto ho capito”.
“Se desiderano fare colazione con me allora la cosa è seria”.Commentò la ragazza.
“Lo penso anche io”.
La porta del bagno si aprì e ne uscì ben vestita.
Portava un vestito nero aderente senza maniche con la gonna divisa in quattro strisce facendo vedere i pantaloncini bianchi e ai piedi portava degli stivali col tacco lunghi fin sopra il ginocchio coprendole metà polpaccio.
Uscirono nel corridoio per dirigersi nella sala da pranzo.
Durante il tragitto ripensò al sogno che aveva fatto che le aveva suscitato una sete  irrefrenabile.
Istintivamente andò a sfiorare con le dita pallide e sottili la gola.
Era raro che quelli come lei sognassero a meno che non stesse per succedere qualcosa che li avrebbe estasiati.
Nel suo sogno c’era un ragazzo.
Sorrise.
“Forse mi sono fatta un idea su cosa vogliono parlarmi mio padre e mia madre”.Pensò divertita.
Entrò nella sala trovandosi davanti un lungo tavolo dove dall’altra parte vi erano seduti un uomo,a capotavola,e una donna,alla sua sinistra.
L’uomo era il re del castello,Harold Evans;i capelli erano corti e castani,gli occhi nerissimi,la pelle pallida come la neve,il corpo muscoloso era fasciato da una veste nera e le spalle coperte da un mantello nero tenuto ermo da una spilla a forma di agrifoglio.Invece la donna,la regina Daisy,aveva lunghi capelli color sangue,come la figlia,legati in un chignon,gli occhi color smeraldo,la pelle chiara,il corpo fasciato da un vestito rosso che le lasciava le spalle scoperte e una scollatura generosa.
“Madre,padre”.Salutò la figlia sedendosi di fronte alla madre.
“Lily”.Risposero al saluto i due adulti mentre un cameriere poneva davanti a loro la colazione,naturalmente tutta a base di sangue.
“Di cosa volete parlarmi?”.Chiese Lily prendendo il the alle erbe sanguigne*.
“Prima bevi qualcosa”.Le disse gentilmente la regina notando i suoi occhi rossi.
La principessa obbedì e quando svuotò la tazza i suoi occhi avevano preso lo stesso colore di quelli della madre.
“Come mai così assetata di mattina?”.Domandò il padre con il solito tono severo.
“Ho fatto un sogno?”
“Un sogno?”
“Si…credo che mi abbia preannunciato della conversazione che stiamo che fare e,credetemi,ne sarò entusiasta”.
I due sorrisero.
“Bene,allora sarebbe meglio incominciare subito”.
Lily si asciugò le labbra con un tovagliolino poi si mise in ascolto.
“Come tu sai,Lily,presto succederai me e tua madre al trono”.
“Si,padre,lo so bene”.
“E sai anche che per diventare regina hai bisogno di un compagno?”.Aggiunse Daisy.
Lily sbatte le palpebre.
“Questa mi è nuova.Spero che non farete fidanzare con uno di quei boriosi vampiri la fuori”.
“Certo che no”.
“Adesso non capisco.Non volete che mi sposi con uno della mia specie?”.Disse Lily sorpresa.
“Infatti.Vogliamo che tu ti sposi con un umano”.Disse Harold.
A quelle parole Lily capì il senso del suo sogno.
Ghignò.
“Ditemi,chi sarebbe il fortunato?”
“Questo lo deciderai tu”.Disse suo padre alzandosi seguito dalla moglie.
“E importante che tu formi un’alleanza fidanzandoti con un umano.Andrai a Diagon Alley oggi stesso”.Continuò dirigendosi verso l’uscita della sala.
“Lasciamo tutto nelle tue mani,sappiamo che farai una scelta di alta qualità”.Disse la madre prima sparire oltre la porta.
Lily,alzatasi in piedi,rimase a fissare il punto in cui i suoi genitori sono spariti pensierosa.
In mente le apparve l’immagine del misterioso ragazzo.
La sua gola.
Le sue labbra.
Il suo odore…
“Mi sta venendo di nuovo sete”.Pensò riempiendosi un’altra tazza di the e portarselo alle labbra.
“Principessa,attendo degli ordini”.Disse Gilbert con il solito tono indifferente.
Lei posò la tazza sul tavolo.
“Partiamo immediatamente,Gil.Prepara la carrozza”.
“Come desiderate”.
 
 
 
 
Il vento mosse leggermente i fili d’erba,trasportando con se delle foglie secche vicino ad un lago.
Il cinguettio degli uccelli lo accompagnava nella sua danza eterna rompendo il silenzio che si andava a formare.
Su un ramo erano appesi dei vestiti da uomo ma del proprietario non vi era traccia.
Sul lago piatto apparve un’increspatura e subito dopo ne emerse un ragazzo che inarcò la schiena nuda buttando all’indietro la testa facendo svolazzare delle scintillanti gocce d’acqua intorno al viso.
Il ragazzo tirò un sospiro di sollievo.
Si diresse verso la riva mandando all’indietro i capelli corvini mostrando gli occhi color nocciola.
Si sentì una voce femminile chiamarlo.
“Signorino!Signorino James!Dove siete?”
Una donna,con un lungo abito nero che la ricopriva completamente,capelli castani legati in una severa crocchia,occhi azzurro ghiaccio coperti da un paio di occhiali quadrati posati sulla punta del sano,spuntò da dietro gli alberi tenendosi leggermente alzata la gonna per non cadere.
“Signori…oh Dio!”.Si voltò di scattò.
“Signorino James,la prego di rimettersi immediatamente gli abiti!”.Tuonò torva.
Il ragazzo rise.
“Agli ordini,Miss Kate”.
Con un movimento della mano il suo corpo fu asciutto e i vestiti lo coprirono.
“Bene,adesso andiamo”.Disse la governante severamente.
James la seguì alzando gli occhi la cielo mentre la donna cominciava la solita ramanzina.
“Signorino James,quante volte le ho detto che non deve fare il bagno nel lago di famiglia?Ha i bagno della reggia a sua disposizione.Uno del suo rango non deve fare certe cose.Siete l’erede dei Potter,quindi dovete assumere un comportamento consono per un futuro granduca*…”
“Si,si,ho capito”.La interrupe il moro ridendo.
Si diressero verso l’entrata principale dove li aspettava una lussuosa auto nera.
Di fronte a essa attendevano i genitori di James.
“Oh,eccoti!”.Escalmò Dorea Black in Potter.
“Ma dov’eri?”.
“Ero…”
“A farsi un bagno nel lago di famiglia”.Lo interruppe Miss Kate.
La signora Potter guardò il figlio severa.
“Ancora?”.
“Mamma è estate e fa un caldo boia”.Ribattè James maledicendo in mente la sua governante.
“Non usare certe espressioni James”.
“Si,si”.
“Sarebbe meglio andare”.Si intromise Charlus.
“Hai ragione,caro,andiamo”.
Salirono in macchina e partirono per il Paiolo Magico.
Arrivarono presto al pub.
“Buongiorno granduca Potter,granduchessa”.Salutò Tom.
I due genitori risposero con un cenno del capo.
Andarono nel retro ed aprirono il passaggio per Diagon Alley.
“Bene,per prima cosa andiamo al Ghirigoro per comprare i libri”.Disse Dorea.
Infatti si diressero lì.
“Ehm…mamma,papà,potete pensarci voi?Vorrei andare a cercare gli altri”.
“Certo,tesoro.Ma rimani nei paraggi”.Rispose la madre.
James uscì dal negozio affollato e prese a girare per i negozi alla ricerca dei suoi amici quando poi si sentì chiamare.
“Ehi,Ramoso!Siamo qua!”.
IL moro si voltò e sorrise quando vide Sirius Black sbracciarsi per farsi notare sotto ad un ombrellone in mezzo ad un tavolo di fronte alla gelateria di Florian Fortebraccio.
“Ehi,ragazzi!”.Esclamò allegro sedendosi al tavolo.
“Come è andata l’estate?”.Gli chiese educato Remus Lupin osservando con gli occhi color cielo.
“Si e no.Più che no che si ad essere sincero visto che ho passato quasi metà delle vacanze in orrende feste mondane”.Rispose James.
“E voi?”
“Io tutto bene.Io e i miei abbiamo passato un mese in Egitto”.Rispose il biondo.
“E tu Sir?”
“Alla grande.Ho pensato l’intere vacanze estive da mia cugina Andromeda e suo marito Ted”.Rispose quest’ultimo con un grande sorriso.
“Bene.Sembra che sono l’unico ad aver passato un’estate da schifo”.
“Non dire così.Quanto può essere brutto passare le vacanze tra una festa è l’altra?”.Domando Remus sicuro che l’amico stesse esagerando.
I due mori lo guardarono.
“E’ una noia mortale”.Risposero all’unisono.
“Come non detto”.Pensò Lunastorta.
“Comunque che fine ha fatto Zampabiaca?”.Chiese James guardandosi intorno cercando l’ultimo malandrino*.
“Non so,aveva detto che ci saremmo rivisti a Diagon Alley”.
“Parlate di me?”.Disse una voce divertita alle loro spalle.
“Eric!”.
Eric Mcfrie,l’ultimo malandrino;corti capelli color del sole,occhi color blu notte,fisico atletico e abbronzato,all’orecchio destro portava quattro orecchini,tre in basso e l’ultimo in alto,mentre all’altro solo due.Era il portiere della squadra di Quidditch di Grifondoro e,insieme a James e Sirius,era uno dei ragazzi più ambiti di Hogwarts,infatti le ragazze lo chiamavano “Raggio di Sole”.Loro,invece,preferivano chiamarlo Zampabiaca perché quando Remus si trasformava nelle notti di luna piena lui diventava un volpe bianca che lo caratterizzava perfettamente visto che era piuttosto furbo.
“Ehi Zampabiaca,come te la passi?”.Lo salutò Felpato mentre l’amico si sedeva.
“Benissimo.Quest’estate avrò fatto almeno un centinaio di conquiste”.Rispose ridendo.
Eric era molto più latin lover di Sirius certe volte.
“Comunque,passiamo al sodo”.Disse poi Eric facendosi serio e avvicinandosi a James che lo guardo perplesso.
“James oggi sono qui…per aiutarti per trovare la tua sposa”.
Il moro si raggelò sul posto mentre Sirius e Remus rimasero in silenzio per un po’.
“EEEEEEEEEEHHHHHHHHHHHHHH?”.
“Ramoso,non gli e lai ancora detto?”.
Quest’ultimo sospirò.
“No.Vedete ragazzi…”.Prese una pausa.
“…quando finirò la scuola mio padre vuole cedermi il titolo di Granduca Potter”.Disse alla fine.
“Cosa?”
“Ma è impazzito?”
“Lo so che sembra affrettato ma,davvero,ha tutto il diritto di farlo”.
“E perché,di grazia?”.Chiese Sirius torvo.
“Mio padre ha cinquantasette anni,anche se non sembra,è sta già iniziando ad avere problemi di cuore”.Rispose il moro.
I tre si zittirono notando al preoccupazione negli occhi dell’amico.
“Ma per avere un erede naturalmente mi devo sposare e,secondo una legge,devo essere fidanzato entro il diploma ho il titolo di granduca passerà a qualcun altro parente”.
“Chi altri parenti hai?”.Chiese Eric.
“Da parte di mio padre nessuno ma mia madre ha tre fratelli e solo uno ha avuto altri tre figli,Walburga Black e Cygnus Black”.
Al nome della madre Sirius rabbrividì.
“Ma scarto Walburga visto che ha un figlio ereditiere,Andromeda neanche visto che la considerano una traditrice, Narcissa nemmeno.Poi ci sono i Weasley ma dubito che darebbero a loro e nemmeno ai Crouch”.
“Aspetta,aspetta”.Lo interruppe Sirius.
“Non hai nominato Bellatrix”.
James si zittì.
“Non mi dire che…”
“Si,se non riuscissi a trovarmi una sposa tutto passerà a lei”.
“Maledizione”.
“Se invece ci riesci?”.Domandò Remus.
“Dovrò generare un figlio entro quattro anni”.
“Cavoli,sei messo proprio nei casini”.Commentò Eric.
“Già”.
“Ah,eccovi”.Esclamò una voce dietro di loro.
Su voltarono e videro i coniugi Potter venire loro incontro.
“Buongiorno signori Potter”.Salutarono i tre ragazzi.
“Salve ragazzi”.Rispose al saluto la donna sorridendo bonaria ai migliori amici del figlio.
“James dovresti andare da Madama McClan visto che sei cresciuto molto in questo perioo”.Disse poi rivolta al figlio.
“Va bene”.
“Ti accompagniamo”.Disse Sirius.
James si alzò seguito dagli altri ma poi sentì come un formicolio sul capo come se qualcuno lo stesse fissando insistentemente.Si voltò ma non vide nessuno così fece spallucce.
Se lo sarà immaginato.
Il gruppo si diresse verso il negozio di vestiti e vi entrarono annunciando la loro entrata con il campanello sul soffitto mosso dalla porta.
“Madama”.Chiamò James non ricevendo risposta.
“Madama McClan”.Provò ancora invano.
“Forse sarà andata a fare qualche commissione”.Ipotizzò Remus.
Sentirono dei passi e da dietro una pila di vestiti apparve la proprietaria del negozio.
“Scusatemi l’attesa ma mi stavo occupando di un altro cliente”.
James disse ciò di cui aveva bisogno.Di fece prendere le misure e la donna gli disse di andare a cambiarsi per vedere come andava.
Il moro scostò la tenda ed entrò nel grande camerino e iniziò a cambiarsi.
Quando si era appena abbottonato i pantaloni della divisa sentì un rumore.
Si voltò e spalancò bocca e occhi.
Una splendida ragazza lo osserva con interesse seduta su uno sgabello,le gambe accavallate,sul ginocchio aveva appoggiato il gomito e la testa era posata su una mano.
Da quanto era lì?Quando era entrata?Ma soprattutto…chi era?
La ragazza gli fece un sorriso che gli mozzo il fiato nel petto.
“Ciao”.La sua voce melodiosa risuonò nella stanza come un campanellino.
“C-Ciao”.Rispose titubante James.
“Ti disturbo?”.
“Ehm...si,sai com’è mi sto cambiando”.
Lei sorrise ancora e si alzò mulinando i lunghi capelli rossi che le danzarono sulle spalle.
Il moro notò con quanta eleganza fece qual gesto.
Si chiese se fosse una nobile.
La ragazza prese a girare intorno a lui osservandolo dall’alto in basso continuando a sorridere come se fosse soddisfatta per qualcosa.
James cominciò ad innervosirsi.
Ma chi si credeva di essere per entrare nei camerini mentre qualcuno si cambiava?
Poteva anche essere una bellissima ragazza,questo lo ammetteva,ma non era un buon motivo per fare l’arrogante.
Fa per dirle di andarsene ma la vice fare un gesto che non si sarebbe mai immaginato.
Giurò di aver visto leccarsi le labbra.
Rabbrividì.
“Si può sapere chi sei?”.Tuonò arrabbiato.
“Lily”.Disse semplicemente lei come se fosse la cosa più naturale del mondo.
“Ok,Lily,potresti farmi la cortesia di uscire di qui?”.Disse lui facendo forza sul nome.
Lily far rispondere ma poi sentirono la voce di Sirius.
James si voltò.
“Ehi,Jam,hai fatto?”.Chiese entrando nel camerino.
“No,io…”.Si girò ma la ragazza si era come volatilizzata.
“Qui…qui c’era una ragzza”.Disse sbalordito.
“Come?”.Black entrò seguito dagli alti due.
“Come una ragazza?”
“Mentre mi stavo cambiando l’ho trovata seduta lì”.Disse indicando lo sgabello.
“Ha iniziato a girarmi intorno e ho giurato di aver visto che si leccava le labbra”.
“Forse sarà stata una tua impressione,James.Insomma con il problema della fidanzata…”.Cercò di dire Eric ma fu interrotto dall’amico.
“No,era reale”.
“Ti ha detto come si chiama?”.Chiese Remus,l’unico che lo credeva.
“Si,ha detto di chiamarsi Lily”.
“Lily,eh?Un nome piuttosto singolare”.Commentò Sirius.
“Comunque sia…la storia qui puzza”.Disse Eric.
 
 
 
 
Lily apparve in un vicolo di Noctur Alley eccitata più che mai.
“È lui…è lui,è lui,è lui…”.Sussurrava come impazzita.
“Principessa?”.
Lily si voltò verso il suo servitore.
“Gil,è lui.È lui il ragazzo del mio sogno.Stessi capelli,stessa corporatura e stesso odore”.
“Quindi come volete muovervi?”.Chiese Gilbert non mutando la sua espressione indifferente.
“Prima ho origliato la sua conversazione e ho scoperto che deve cercarsi moglie o tutti i beni di famiglia passeranno a qualche altro parente indesiderabile”.
“Quindi?”
“Quindi è il momento in cui entro in gioco io.Parlerò con i suoi genitori offrendomi come sua fidanzata.Non oseranno rifiutare soprattutto se avranno la possibilità di stringere alleanza col Regno della Notte”.
“Lo avete in pugno”.
“Esattamente”.
Si affacciò dal vicolo e vide le sue prede parlare amabilmente con qualche amico.
“Vieni”.
Si diressero verso i Potter.
Li notarono e impallidirono.
“Salve”.Disse Lily.
“C-Cosa possiamo fare per la principessa del clan Evans?”.Balbettò Dorea.
“Voglio parlare di affari”.
Charlus fa per rispondere ma videro arrivare i Malandrini.
“James,mi spiace ma noi torniamo a casa per lavoro.Tu passa tutto il tempo che vuoi con i tuoi amici”.Gli disse.
“Ah,va bene”.Rispose il figlio sospettoso.
Vide le due figure incappucciate e sentì chiaramente una delle due fissarlo.
I Potter insieme agli sconosciuti si smaterializzarono.
Arrivarono proprio di fronte alla loro reggia e si affettarono ad entrare.
“Prego accomodatevi”.Disse Charlus mentre la moglie faceva apparire dal nulla un vassoio con sopra appoggiato delle tazzine una brocca di te.
Lily e Gil si sedettero di fronte ai due umani,divisi solo dal tavolino di cristallo.
“Bene,sarebbe meglio se passiamo al punto”.Disse Lily quanto tutti risono seduti.
“Si tratta di una cosa molto delicata e merita del massimo riservo”.
Dorea sguainò la bacchetta,insonorizzò la stanza e chiuse magicamente la porta.
Lily bevve un sorso del the.
“Voi sapete che il Ministero desidera ardentemente un’alleanza con noi”.
I Potter annuirono.
Bevve ancora un altro sorso.
“E se aveste la possibilità di averlo cosa fareste?”
“Bhe…ne approfitteremmo senza indugio”.Rispose Charlus.
La rossa sorrise da dietro la tazza.
“Bene perché sarò io a darvi questa opportunità”.
I due coniugi rimasero interdetti ma non risposero.
Posò la tazza sul tavoli e piantò i suoi occhi verdissimi in quelli dei due umani.
“Voglio che diate in sposo a me vostro figlio”.
“Cosa?”.Esclamò l’uomo.
“No!Questo è fuori discussione,non metteremo in repentaglio la vita di James”.Esclamò Dorea.
Lily non batte ciglio.
“James sarà al sicuro con me e avrà altri centinaia di vampiri a proteggerlo”.
“Ma perché proprio lui?Perchè un umano?”.Domandò Charlus cercando di mantenere la calma.
“Anche noi voglia un’alleanza con voi e poi lui mi è stato concesso dal fato”.
I Potter si irrigidirono.
“E voi sapete che significa”.Costatò la ragazza divertita.
Calò un silenzio teso.
“Ebbene?”.Disse Lily abbandonandosi sullo schienale della poltrona.
“Vorreste darci un minuto per pensarci su?”.Chiese la donna.
“Ve ne do tre”.Acconsentì lei.
I due si allontanarono avvicinandosi alla finestra che si affacciava all’immenso giardino.
“Cosa facciamo Charlus?”
“Mmm…ammetto che la proposto è allettante…”
“Si a non possiamo mettere in pericolo James. È nostro figlio!”
“Si lo so,cara,ma è da più di dieci secoli che i maghi e le streghe aspettano un’alleanza con gli immortali…”
 
 
 
Lily li osservava in silenzio non usando la sue super orecchie per origliare decidendo di godersi la vittoria quando gli e lo avrebbero detto in faccia.
Gilbert,che era rimasto in piedi affianco alla poltrona su cui si era seduta la principessa,si chinò per avvicinarsi al suo orecchio.
“Principessa volete che senta cosa dicono?”
“Oh no grazie,va benissimo così”.
“Secondo voi accetteranno?”
“Certo che lo faranno ma in caso contrario dovrò costringerli con la forza ma non credo sarà necessario”.
Come se fossero stai chiamati Dorea e Charlus si avvicinarono.
Lily accavallò le gambe e appoggiò sul ginocchio le mani intrecciate inarcando un sopraciglio attendendo la risposata.
“Va bene,può prendersi nostro figlio
“Ma?”.Chiese lei.
In qualunque situazione c’era sempre un “ma” alla fine.
“Ma ci deve assicurare che non correrà pericolo,insomma il suo clan è anche conosciuto per aver numerosi nemici”.Disse Dorea.
Lily sorrise alzandosi.
“Ma certo che sarà al sicuro infatti in questo momento dei miei subordinati lo stanno sorvegliando,segretamente ovviamente”.Rispose sorridendo giuliva.
“Ma anche voi avete qualcos’alto da dirci,vero?”.Sussurrò Charlus.
“Già.Gil”.
Il servo si fece avanti e tirò fuori dalla tasca interna della giacca una pergamena e la srotolò.
Dorea e Charlus trattennero dei gemiti disgustati:le parole erano state scritte col sangue.
“Per accertarmi che non mi tradirete vorrei che lei,Signor Potter,firmasse col sangue questo contratto che afferma la completa proprietà su James Potter…in tutti i sensi”.
Gilbert porse all’uomo un ago che esitò poi si decise e si punse il dirò medio.
Dalla ferità uscì una piccola goccia rossa.
Charlus posò il dito sul fondo della pergamena,sotto la parola firma.
Appena lo appoggiò apparve il suo nome.
Di scattò la pergamena si chiuse e il maggiordomo rimise la pergamena nella giacca.
“Bene,ne frattempo aspetterò l’arrivo di James facendomi un giro nella vostra reggia.Non vi dispiace,vero?”.
“Certo che no”.
Lily fa per uscire ma la Signora Potter la fermò.
“Principessa voi dove alloggerete?”.
La rossa si voltò con un ghigno poco rassicurante sul volto.
“Qui,naturalmente e adesso scusatemi”.
Uscì dalla stanza lasciando basiti i due umani.
 
 
 
“Gli umani hanno molta più spina dorsale rispetto a noi vampiri,lo ammetto”.Commentò divertita dopo che fu uscita.
“Principessa,perdonatemi ma vi ricordo che dovete aggiornare il re e la regina del vostro progresso”.
“Oh si,hai ragione”.
 
 
 
James,nel giardino di casa Mcfrie,rabbrividì.
“Hai freddo Jam?”.Chiese Remus.
“N-No”.
Eric aveva insistito che venissero a casa sua e adesso lui e Remus erano seduti sull’erba,all’ombra di una sequoia*,ad osservare Sirius ed Eric che sguazzavano allegramente nella piscina cercando di affogare l’altro.
“E solo che ho una brutta sensazione”.Contonuò dopo un po’.
“Che tipo di sensazione?”.Chiese il biondo voltandosi verso di lui che però decise di continuare a guardare i due amici.
“Non so.Sento che quando andrò a casa mi aspetterà qualcosa che non piacerà e poi…”
“Cosa?”.
“Quelle due persone che stavano insieme ai miei,a Diagon Alley,sono sicuro che uno mi stava fissando”.
“Forse ha trovato che sei molto interessante,lo sai che la maggior parte delle persone la pensa così e poi potevano essere anche degli stranieri”.
James pensò sulle parole dell’amico poi si convinse.
“Forse hai ragione.Grazie”.
Lunastorta gli sorrise.
“Non c’è di che.Vado a farmi un bagno”.Si alzò e dopo una corsa si gettò a bomba in acqua.
James rise e si guardò in giro.
“Faccio quattro passi,va”.Pensò.
Si allontanò senza farsi vedere e quando fu abbastanza lontano camminò con più calma.
Dopo una lunga passeggiata si fermò in mezzo a dei pini in cerchi.
Chiuse gli occhi e dopo un po’ sentì il cinguettio degli uccelli e il canto dei grilli lontani.
Sorrise.Grazie al suo potere da animagus poteva sentire e vedere qualsiasi cosa da metri di distanza,avvertire i pericoli e essere più agile.
Sentì un battito d’ali di avvicinamento e capì che un uccello gli stava venendo incontro.
Aprì gli e dopo lo vide apparire un lorichetto blu*.
Alzò una mano e il pappagallino si posò su di essa mordendogli affettuosamente un dito.
“Ciao”.
Subito dopo sentì la risposta nella sua mente.
“Ciao”.
Aveva una voce femminile,molto squillante.
“Posso sapere come ti chiami?”.Chiese James.
“Lori”.
“Ciao Lori io sono James”.
“Ciao James.È la prima volta che un umano mi parla senza provare a catturarmi”.
Il moro sorrise.
“Non preoccuparti,se rimarrai nel giardino del mio amico non dovresti avere problemi”.
“Lo spero,comunque grazie per il consiglio”.
“Non c’è di che”.
L’uccellino spiccò il volo e sparì tra gli alberi.
“James!”
Si voltò e vide gli amici che gli venivano incontro.
“Che c’è?”
“Tua madre ti ha inviato una lettera dicendo che stasera devi tornare a casa prima di cena”.
“Oh…ok”.Rispose James perplesso.
La brutta sensazione si fece più forte.
Rientrarono nella villetta e subito dopo era nella doccia.
Lasciava che l’acqua tiepida gli cadesse lungo la schiena fissando insistentemente il muro.
Chiuse il getto d’acqua e uscì dalla cabina avvolgendosi un asciugamano intorno alla vita.
Si avvicinò al lavandino dove si appoggiò con le mani e prese ad osservarsi nello specchio.
Sentiva i sensi da cervo farsi seme più rigidi sentendo un pericolo incombere,stringergli il petto in una morsa micidiale.
I suoi poteri non sbagliavano mai neanche una volta…se solo avesse avuto quel potere anche quella volta,nulla sarebbe accaduto.
All’improvviso la stanza si coprì di macchie di sangue.
James urlò.Barcollò all’indietro andando a sbattere contro il muro.
Quando alzò lo sguardo le macchie rosse erano sparite.
Sentì un forse bussare alla porta.
“James,ti abbiamo sentito urlare.Tutto a posto?”
Il moro scivolò a terra con la schiena appoggiate alla parete.
Bussarono ancora.
“James?”
“È…è tutto a posto ragazzi…sono solo scivolato”.Disse James cercando di non far tremare la voce.
“Oh…ok”.Sentì dei passi allontanarsi.
James fissò con gli occhi sbarrati il pavimento bagnato.
Aveva avuto un altro delle sue visioni e sembravano peggiorare col tempo.
Non aveva ancora dimenticato quell’episodio.
Si portò una mano al viso coprendo un occhio e prendendo tra le dita qualche ciocca bagnata della frangetta.
Chiuse il pugno e un singhiozzo ruppe l’aria vaporosa.
 
 
 
 
Tornò a casa prima di cena,come richiesto dalla madre,dopo una giornata a divertirsi con i suoi amici.
O quasi.
Aveva finto tutto il tempo di divertirsi,troppo spaventato per dimenticare la visione avvenuta in bagno.
Per fortuna nessuno si era accorto di nulla.
Abbassò lo sguardo sulle mani aperte in grembo.
Del sangue apparve sulle sue mani.
Serrò gli occhi e quando li riaprì il sangue era sparito.
Strinse il labbro inferiore tra i denti.
La macchina si fermò,scese ed entrò nella reggia.
“Bentornato”.Lo salutò Dorea allegra.
“Ti vedo felice,mamma. È successo qualcosa mentre ero via?”
“Effettivamente si.Ti diremo la bella notizia fra poco,a cena”.
“Va bene.Vado a cambiarmi”.
Salì le grandi scale a curva e si incamminò verso l’ala ovest del palazzo,quella meno usata con una sola camera occupata:la sua.
James aveva deciso di stare il più lontano possibile dalla servitù e dai suoi genitori dopo quella volta.
Camminò per i lungi corridoio semibui,con lentezza,passando davanti alle grandi finestra da cui entrare la luce bianca della luna fissando in vuoto davanti a se finchè non giunse davanti ad una porta a due battenti nera come la notte.
Su ogni pomello tondo e dorato vi era disegnato un cerchio,al suo interno un altro cerchio decorato da una pianta simile al tranello del diavolo interrotta poi da un quadrato;in alto raffigurava la maga Circe,a destra,che mostra all’allieva Meri,a sinistra,, come rivelare la vera natura bestiale di esseri che hanno una forma umana,in basso a destra due allievi,a detersa,di Giordano Bruno*,il disegnatore del cerchio a sinistra,imparano le tecniche dell’arte della memoria insegnate dal maestro;al centro del quadrato vi era un grande albero.
Quel disegno era stato creato da un babbano,da Giordano Bruno appunto,un filosofo,scrittore e frate domenicano italiano condannato al rogo con l’accusa di eresia.Dopo la sua morte i maghi avevano deciso di usare quel disegno per bloccare un particolare potere.
James ruotò un dei pomelli ed entrò nella sua stanza.
La stanza era quadrata e spoglia,non molto grande,di fronte a lui vi era un letto a due piazze con coperte bianche e affianco un comodino a due cassetti su cui era appoggiata una candela,di fronte vi era un quadro che raffigurava la stanza vista dal letto con la differenza che vicino al quadro c’era una porta,affianco alla porta c’era un armadio e dall’altra parte c’era una scrivani con due cassettini ai lati affianco alla finestra a porte scorrevoli con delle tendine bianche che ondeggiavano alla brezza estiva.
Gettò la sacca con dentro la sua roba sul letto dove vi si sedette appoggiando le braccia sulle ginocchia.
Dopo un breve silenzio sentì un miagolio dietro di se.
Si voltò e vide un gatta nera seduta sul materasso,gli occhi viola con le pupille verticali che lo osservavano e il campanellino che tintinnava appeso al nastro rosso intorno al collo.
“Merrow…”.Sussurrò James.
“…Merrow!”.Ripetè con tono più alto e prendendola tra le braccia.
Subito sentì la voce allarmata della gatta nella sua testa.
“James,cos’è successo?”
“Ho avuto…ho avuto…altre visioni”.Balbettò lui tremando.
“Aumentano ogni giorno che passa”.
“Tranquillo,James,tranquillo”.
Il ragazzo la posò lentamente sul materasso.
“I-Io non riesco a dimenticare.Non ci riesco”.
“Non devi sforzarti James.Non farai mai più del male a nessuno…e adesso guardami begli occhi”.
Lui obbedì.
I bordi degli occhi della gatta si illuminarono di rosso imitati da quelli del moro che li socchiuse rilassato.
Merrow usava quel trucchetto per calmarlo ogni volta che aveva una visione.
Lei era l’unica di cui poteva fidarsi,l’unica a sapere del suo segreto.
La sua migliore amica.
 
 
 
 
“Ma quanto ci mette?”.Brontolò per la medesima volta Lily battendo nervosamente un dito sulla superficie di marmo del tavolo.
Dietro di lei c’era Gilbert,silenzioso come sempre.
“Abbiate pazienza principessa”.Rispose per l’ennesima volta Dorea alzando gli occhi al cielo.
Questa volta avevano deciso di non cenare dell’immensa sala da pranzo sul ungessimo tavolo ma in un’altra sala usata solo per casi speciali come questa su un tavolo per sei apparecchiato per quattro.
Finalmente la porta si aprì facendo entrare un James sorridente.
“Come mai tutto questo tempo?”.Chiese il padre severo.
“Scusa,ho dovuto rispondere ad una lettera”.Mentì il ragazzo facendo il sorriso più falso che sapeva fare.
Si sedette alla destra del padre a capotavola con di fronte la madre e Lily.
Solo allora notò la presenza della ragazza.
“Tu!”.Esclamò.
Lei gli sorrise come se niente fosse.
“Ci rivediamo,James”.
“Vi conoscete?”.Domandò stupito il Signor Potter.
“Si!Mi ha spiato mentre mi stavo provando la divisa”.
“Oh,andiamo bene”.Sussurrò Dorea.
“Comunque che ci fai qui?”.Tuonò James alla rossa.
“Non lo vedi?Sono un’ospite”.
“Cosa?Come potete tenere una maniaca del genere in casa?Sa quanto la conoscete?”
“Da molto,ora ti pregherei di sederti,James,ne parleremo dopo”.Disse Charlus.
Il ragazzo fa per rispondere ma si sedette notando lo sguardo severo del padre.
Mangiarono in silenzio rotto solo dal rumore delle posate contro i piatti di porcellana.
James lanciava qualche volta una sguardo torvo a Lily che lo fissava ghignando abbassandolo solamente quando voleva infilarsi in bocca un boccone per poi ricominciare a fissarlo.
Quando finirono e gli elfi domestici e i camerieri chiuse la porta dietro di se sbottò.
“Allora?”.
Dorea guardò il marito e gli fece segno di parlare.
“James,vorrei presentarti Lilian Evans,principessa del Regno della Notte”.
Il figlio sbarrò occhi e bocca.
“Un vampiro?Gli permetti di tenere un vampiro in casa?”.Disse alla fine rivolto alla madre.
Noi lo vogliamo e abbiamo il motivo per farlo”.Rispose quest’ultima.
“E quale sarebbe di grazia?”.Chiese James riportando l’attenzione sul padre.
“James…”.Prese un profondo respiro.
Avevano già lanciato la bomba,ora non rimaneva che farla scoppiare.
“…da oggi in poi Lily sarà la tua fidanzata”.
“CHE COSA?!”.Urlò il moro alzandosi di scatto.
“Hai capito bene.Quando ti sari diplomato ti sposerai con lei”.
“È uno scherzo vero?”
“No che non lo è.Frequenterà Hogwarts con te come fidanzata e studentessa ufficiale”.Disse l’uomo mentre il figlio si risiedeva lentamente fissando il vuoto.
“Questo è un incubo”.Sussurrò.
Lily rise portando su di se l’attenzione generale.
Con un sorriso malizioso appoggiò i gomiti sul tavolo e appoggiò la testa sulle mani intrecciate.
“Invece è tutto reale…caro il mio fidanzato”.
 
 
 
 
Continua…
 
 
 
 
*Granduca l’ho preferito al principe.Spero che non vi dispiaccia.
*L’ultimo malandrino ho deciso che non sarà Peter Minus.Perchè?Perchè mi stava antipatico,ecco.
*La sequoia,per chi non lo sa,è l’albero più alto del mondo e può raggiungere i 115 m d’altezza.
*Lorichetto blu è un pappagallino della sottofamiglia della Loriinae.Il corpo è bluastro con il collo bianco.
 
 
 
 
MI SCUSO OER GLI ERRORI CHE,MOLTO PROBABILMENTE,AVETE TROVATO.LEGGETE E COMMENTATE.
   
 
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