Titolo:
Miles
Edgeworth aveva
una paura incredibile dei terremoti
Fandom: Phoenix Wright – Ace Attorney
Rating: R
Personaggi: Phoenix Wright, Miles Edgeworth
Genere: romantico
Avvertimenti: yaoi, sesso non descrittivo
Info: scritta per il p0rn fest di fanfic_italia
con il prompt Ace Attorney Phoenix Wright, Edgeworth/Phoenix, terremoto.
Info 2: dedicata a D. e D. che sicuramente
saranno qui a leggere.
Gioie, i due omini copulano, mettetevi nella zucca
che io scrivo ‘sta
roba e gli sfottò teneteveli per voi
ç_ç Altrimenti non vi voglio più bene
ç_ç
cattiWi ç_ç
La storia non è betata.
Disclaimer: Phoenix Wright e tutta la sua serie di
videogiochi è un
marchio registrato Capcom e io non ne detengo alcun diritto. Nessuna
violazione
del copyright è intesa e questa è opera di fan (fangHérl
XD)
Miles
Edgeworth aveva una paura incredibile dei terremoti.
Si ricordava ancora quando, molto tempo prima, la scuola dove andava
era stata
sconquassata dal sisma e lui ne era rimasto terrorizzato.
Andava ancora alla scuola pubblica all’epoca e suo padre era
ancora vivo.
Ricorda tuttora quel giorno, mentre il pavimento sotto i suoi piedi si
disfaceva e i calcinacci piovevano sopra la sua testa come schegge
impazzite,
in mezzo a tutto quel frastuono.
E lui aveva semplicemente paura.
Si stava riparando la testa con le braccia, ma ad un certo punto una
mano lo
aveva afferrato per la giacchetta e lo aveva trascinato
all’indietro, sotto un
banco, proteggendolo da tutto quel pauroso caos. Quella testa
piagnucolosa da
porcospino di Phoenix Wright lo aveva tolto appena in tempo, prima di
farlo
fracassare sotto un pezzo di soffitto che era crollato. Lì,
sotto quel banco e
stretto al petto di Wright, la mano nella sua, Miles si era sentito al
sicuro
nonostante il terremoto.
E ancora continuò a stringere quella mano quando i vigili
del fuoco iniziarono
a scavare sotto le macerie e li ritrovarono, illesi sotto il banco,
perché per
quanto Edgeworth fosse perfettino, almeno Phoenix aveva ascoltato la
lezione di
teoria su come comportarsi durante il sisma.
-Non avere paura.-
Di nuovo come quel giorno di tanti anni prima, la terra vibra sotto i
loro
piedi. Phoenix ha spinto il suo assistito sotto il banco e poi
è saltato
dall’altra parte, trascinando Miles sotto il banco
dell’accusa e seguitando a
stringergli forte la mano.
Esattamente come allora.
-Non ho paura, non ho più otto anni.- rispose il
procuratore, ma i suoi denti
battevano forte e le sue spalle erano scosse da brividi.
-Ci sono io con te.- Wright gli ha sorriso, in quel modo che tanto
irritava
Miles, ma che al contempo lo rassicurava, solo che non lo avrebbe mai
detto. Si
è appoggiato contro il petto del difensore e lì
è rimasto, in silenzio.
A terra ha tremato ancora per poco, ma va via la luce, grida ovunque,
gente che
strepita, di nuovo il tribunale vibra come se dovesse spaccarsi in due
sopra le
loro teste, ma per fortuna non lo ha fatto.
Quando arrivano i vigili del fuoco a soccorrerli, Phoenix ha aiutato
Edgeworth
a rimettersi in piedi e solo allora Miles ha potuto notare le profonde
ferite
sul corpo del suo “fidanzato a tempo perso”,
provocate dai calcinacci mentre
tentava di raggiungerlo.
E si sente in colpa.
Per essere un incapace.
Per ringhiare e mordere così tanto e non avere mai niente di
buono per
quell’avvocatucolo che, sin da bambino, è sempre
al suo fianco, a prescindere
da tutto.
-Ehi, se fai quella smorfia potrei quasi credere che sei preoccupato
per me.-
In ospedale, steso in un letto asettico, in una stanza altrettanto
piatta,
tinta di bianco e verde muffa, Phoenix gli aveva sorriso come il
più insolente
degli avvocati.
Edgey non lo sopportava, ma si era costretto a non rispondergli a tono.
–Forse
lo sono.-
Il difensore aveva allungato una mano e aveva accarezzato una guancia
al
procuratore. –Non devi esserlo, è solo un graffio.-
-Devi smetterla di salvarmi durante i terremoti!- aveva esclamato
allora il
ragazzo dai capelli grigi. –Mi fai sentire in colpa!-
-Ma io non voglio farti sentire in colpa.- aveva risposto Phoenix,
serissimo
–Io devo proteggerti quando succede, o ti potresti fare male.
Non sopporto
quando stai male.-
Miles aveva spalancato gli occhi ed era rimasto un po’
impaurito da quello che
gli stava dicendo l’altro. –Cosa stai cercando di
dirmi?-
-Secondo te perché sto insieme a te?-
-Per… per prevaricarmi!- aveva risposto a fatica, cercando
di rimanere fermo
alla sua fredda logica.
-Non capisci mai niente.- Wright aveva voltato la testa di lato e aveva
chiuso
gli occhi, con espressione sconfitta e Edgey si sentì quanto
di più vicino ad
un escremento.
Si odiava.
E di nuovo quel senso di colpa strisciante lo ammorbava, facendolo
sentire
inadeguato rispetto a Phoenix. Sì, il difensore gli era
superiore per tante
cose. Ad esempio, non si faceva scrupolo ad amarlo senza riserve.
-Stammi a sentire, testa di porcospino!- aveva esclamato allora,
slacciandosi
quel pizzo inutile che portava sulla camicia e facendo saltare tutti i
bottoni.
–Io non so cosa vuoi da me, non sono bravo con certe cose.
Spero che questo
vada bene lo stesso.-
-Miles, fermati! Se entra qualche dottore…-
-Non entrerà nessuno.- ghignò il procuratore,
allontanandosi per chiudere la
porta a chiave.
-Miles…-
Phoenix ansimava, ignorando le fitte alle ferite. Faceva male, ma in un
certo
senso faceva anche bene. Edgey stava sopra di lui, nudo e splendido,
mentre si
calava lentamente su e giù facendo impazzire entrambi.
-Non so se faccio bene.- stava ansimando quest’ultimo
–Ma credo di stare
esprimendo la mia gioia per averti ancora vivo a stufarmi con le tue
chiacchiere.-
-Hai degli strani metodi.- Wright stringeva le dita nel fianchi del
procuratore, spingendo il bacino verso l’alto.
–Vorrà dire che al prossimo
terremoto mi farò più male.-
-Non ci provare!- Miles aveva aumentato il ritmo, sempre più
veloce ed
eccitante per entrambi. –Basta terremoti e basta ospedali,
testa di
porcospino.-
-Sì…- Phoenix aveva gettato indietro la testa,
ignorando le fitte godendosi
solo il piacere senza fine dei loro corpi uniti.
-Ti ho fatto male?-
-Miles, preoccupati ancora così tanto per me e potrei
credere che presto o
tardi mi dichiarerai il tuo amore!- Phoenix sì che sapeva
come ridere, sapeva
come scaldargli il cuore.
-Beh, non è una cosa difficile da indovinare.- Edgey aveva
posato la sua testa
sul cuscino, a fianco a quella del difensore. –Ma la prossima
volta, durante un
terremoto, lascia che sia io a proteggere te.-
FINE