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Autore: winnie343    27/07/2010    5 recensioni
In una metropoli qualsiasi la storia di un giovane studente che per sbarcare il lunario accetta una proposta di lavoro un pò particolare dal padre del suo migliore amico.
Genere: Generale, Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Aquarius Camus, Nuovo Personaggio, Scorpion Milo
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo XI

Capitolo XI

Il Piccolo Buddha

 

Tra le fortune di avere un nuovo coinquilino c'e', sicuramente, la possibilità di rovistare nel suo armadio per cercare una camicia pulita; devo ammettere che l'armadio di Camus, un tempo mio, è pieno di questo tipo di articolo: camice ovunque, belle, brutte, eleganti, sportive … una diversa dall'altra, ma con una caratteristica in comune: tutte stirate e profumate. Dopo averne scelta una, prima di toglierla dalla stampella, mi domando se sia opportuno indossare una camicia di Camus per accompagnare la sorella, che lo odia, ad uno dei suoi soliti assurdi appuntamenti al buio. Penso alle alternative che mi rimarrebbero: maglietta tipo Brando in Un Tram chiamato Desiderio, di mia proprietà,  oppure, camicia a quadroni da boscaiolo, ultima risorsa rimasta nell'armadio di Aioria: inaccettabile, decisamente meglio la camicia di Camus. Il mio amico, appoggiandosi alla stipite della porta esclama “Perfetta!”

-        Scusami, non ti ho neanche chiesto il permesso

-        Figurati. Conosco il deserto del tuo guardaroba e penso inoltre che i quadratoni non ti donino affatto

-        Credo che i quadratoni non donino a nessuno – Camus facendo spallucce, si siede sul letto – ti prometto comunque che cercherò di riportartela integra.

-        Non preoccuparti, prima che riesca a consumare tutte le camice che ho morirò di vecchiaia. Dove vai di bello? - mi rendo conto improvvisamente che in tutti questi giorni non gli ho ancora detto che ho accettato di tornare a lavorare per suo padre

-        Ehm … vedi … io …

-        Esci con Bronte – il suo volto si rabbuia.

-        Si

-        Capisco

-        Scusami … vedi il fatto è che mi servono i soldi … io …

-        Non devi chiedermi scusa Milo. Mi dispiace solo che tu ti sia trovato coinvolto in questa stupida faida con mia sorella.

-        Ah … sai quindi che lei ci ha provato con me solo per fare un torto a te?

-        Si certo … se no perchè altro avrebbe dovuto farlo? - mi verrebbe da dirgli “forse perchè sono un ragazzo irresistibile”, ma me lo tengo per me

-        Hai ragione … se no perchè … comunque ci siamo chiariti … più o meno e mi ha promesso che non mi romperà più le scatole.

-        Mi fa piacere – dalla faccia che ha non si direbbe – piacerebbe anche a me chiarirmi con lei

-        Allora fallo

-        Pensi che non ci abbia già provato?

-        Beh, riprova. Magari ottieni qualcosa

-        Ehi Milo! MILO! - nella stanza irrompe Aioria – Ah sei qua!

-        E dove altro vuoi che fossi?

-        E io che ne so … mica sei mia moglie

-        Che Dio me ne scampi!

-        C'e' la rossa lentigginosa qui fuori … ops .. scusa Camus … io non volevo offendere tua sorella … eh eh eh … è meglio che mi levi dai piedi

Mentre Aioria esce, Bronte fa il suo ingresso, ma quando vede il fratello si blocca sull'uscio .. beh .. in effetti la scena non è delle più chiare … Camus stravaccato sul letto della mia stanza – ex stanza, ma che importa – con io che ho ancora la camicia sbottonata. Al pensiero di ciò che può immaginare avvampo, assumendo le colorazioni dell'arcobaleno, prima una per una e poi tutte insieme. Camus tirandosi su, prova ad intavolare una conversazione, ma la sorella, non permettendogli di parlare, mi comunica che mi attenderà in macchina e che questa sera non dovrò guidare, ma ci sarà l'autista. Una volta soli, Camus si siede nuovamente sul letto sospirando rumorosamente.

-        Mi spiace … sono io che ti ho detto di parlarle e invece

-        Lascia stare … però è vero che avete chiarito ... se ha fatto venire Sebastian vuol dire che non vuole più vessarti

-        Già ... in effetti – rimaniamo tutti e due in silenzio per un po'

-        Con chi esce questa sera?

-        Con un tizio .. boh … non ricordo il nome … uno che è tutto alternativo … ha a che fare con Yoga o con qualcosa di simile – Camus apre la bocca senza emettere nessun suono – stai bene?

-        S...Si … scusami ma chi ha fissato l'appuntamento?

-        Tua madre e sua madre .. credo … Bronte non lo conosce … però ha visto una sua foto e dice che è un bel ragazzo

-        Già, biondo con gli occhi azzurri … il suo tipo!

-        Cosa?

-        Mia sorella adora i ragazzi biondi con gli occhi azzurri e Alex ha quelle caratteristiche

-        Tu lo conosci?

-        Un tempo si ….

-        Che vuoi dire?

-        Nulla … buona fortuna … ne avrai bisogno ….

-        Ma perchè?

-        E' meglio che vai … non ti invidio … ora scusami …

Camus si dilegua veloce come il vento ed io rimango un po' a crogiolarmi indeciso sul da farsi. Il suono di un clacson mi spinge automaticamente a raggiungere Bronte.

L'appuntamento è stato fissato in un appartamento del centro. A quanto pare questo ragazzo abita li. Alla porta viene ad aprirci un uomo indiano che ci conduce in quella che dovrebbe essere la sala da pranzo. Tutto nell'appartamento rimanda all'India: i mobili, i quadri e tutte le suppellettili sembrano provenire da uno dei mercati tipici di Nuova Delhi. Dopo circa dieci minuti di attesa, in cui io e la rossa ci aggiriamo come ladri intenti ad osservare ciò che potrebbe essere il bottino di una nostra prossima rapina, spinto dalla curiosità comincio ad studiare un vaso che ad occhio e croce dovrebbe valere una fortuna. Spinto da un'insana follia, decido di approfondire la conoscenza dell'oggetto, lanciandomi in una esplorazione tattile: peccato che da piccolo il mio secondo nomignolo, dopo “lavativo” era “manine di burro”. Al mio tocco delicato il vaso perde l'equilibrio e cade sul pavimento andando in mille pezzi. Io e la rossa emettiamo un urletto contenuto, dopo di che Bronte comincia ad ansimare e ad agitarsi

-        Ma che hai fatto!! Quel vaso è un pezzo unico, vale una fortuna

-        Shhhhh!

-        Ma che shhhhh! - mentre invito Bronte a mantenere la calma, dopo aver raccolto tutti i pezzi più grandi, apro la finestra e li getto giù … con molta probabilità avrò preso qualcuno, ma al momento la mia priorità è quella di far sparire le prove del reato – ma che sei matto? Potresti aver ucciso qualcuno!

-        Sta zitta!

-        Ma Milo!

-        Zitta!!!

-        Sei un idiota! Adesso capisco perchè sei amico di mio fratello! Fate la coppia di idioti più idioti che conosca …. mr. Cretinetti and company

-        Smettila … - mentre tento di calmare la bisbetica, racimolo i pezzetti rimasti e tento di spargerli nella sala, dentro i vasi e sotto il tappeto – vedrai che non si accorge di nulla

-        Di cosa non dovrei accorgermi?

Nella sala entra un ragazzo alto all'incirca quanto me, con una corporatura esile ma asciutta e ben delineata, dagli occhi blu con uno sguardo arcigno, con i capelli biondi e lisci la cui lunghezza farebbe gridare allo scandalo la nonna di Camus.

-        Ah nulla … semplicemente del fatto che non porto la giacca - Il ragazzo mi osserva con sguardo severo – o la cravatta....

-        Queste formalità, tipiche del mondo civilizzato, non mi interessano. Tutto ciò che è materiale non rappresenta nessuna importanza per me – mi domando se penserà la stessa cosa se e quando scoprirà che il suo prezioso vaso si è polverizzato

La rossa, cercando di cambiare argomento, si sente in dovere di spiegargli che suo padre mi ha assoldato come guardia del corpo. Il giovane elegante e ben educato ci fa accomodare in una tavola apparecchiata all'indiana. Dopo poco l'uomo che ci ha aperto la porta entra portando un vassoio con 3 ciotole di riso basmati che pone sul tavolo.

-        Come è nata questa tua passione per l'India? Se non erro i tuoi genitori sono inglesi.

-        Si Bronte, è esatto, sono entrambi inglesi; ma in realtà, nonostante la loro cittadinanza britannica, io sono nato in India, dove mio padre ha lavorato per molti anni come diplomatico.

-        E' per questo quindi che mantieni le usanze di lì?

-        Si, ma non solo per questo. Ho deciso, dopo anni di studi religiosi e filosofici, di intraprendere la via del Buddha

-        Di chi? - entro nella conversazione come un rinoceronte a testa bassa, mentre i due mi lanciano occhiate allucinate per la mia maleducazione – Bronte – e la mia ignoranza – il biondo.

-        Non conosci gli insegnamenti del Buddha? - al mio diniego il ragazzo sospira pesantemente, dopo di che, alzandosi e dirigendosi verso la libreria presente nella stanza, preleva un libro che mi porge subito dopo – tieni, leggilo, questo ti chiarirà le cose

-        Non potresti farmi un sunto? Sai ho molto da studiare per l'esame di Economia e non ho molto tempo – lo sguardo assassino di Bronte mi fa desistere – ah ah ah … scherzavo … lo leggerò. Grazie

-        Non devi ringraziarmi. E' importante che il messaggio del Buddha venga fatto conoscere a più persone possibili

-        ehi amico, calmati, sembri uno di Scientology … non è che questo Buddha ha una filosofia tipo quella di Tom Cruise? – il secondo sguardo assassino di Bronte mi fa chiudere immediatamente la bocca.

-        Eh eh … scusami Alexander … sai … lui è un po' ignorante

-        Non chiamarmi con quel nome … mi è così fastidioso

-        Ah … scusami …. io … e come  vuoi che ti chiami?

-        Il mio nome ora è Shaka

-        No ... ti prego … come Cassius Clay che si fece chiamare Mohamed Alì o come Karim Abdul Jabar …. anche qui c'è la moda dei nomi? - il pizzico di Bronte mi fa cacciare un urletto degno di una Drag Queen – ma ora che ho detto?

-        Lascialo stare Bronte … l'ignoranza non si può combattere con la violenza – alle sue parole la rossa avvampa con il risultato di rendere il suo volto uguale ai suoi capelli – devi sapere Milo … è questo il tuo nome vero? … dicevo … Shakamuni è il nome con il quale veniva riconosciuto Buddha …

-        E tu quindi credi di essere … Buddha?

-        Leggi il libro … poi ne riparleremo – Alex, o Shaka o Buddha o come diavolo si chiama esce dalla stanza senza aggiungere altro.

-        Col  cavolo che ne riparleremo … questo per quanto mi riguarda sarà il mio primo e unico incontro con l'illuminato … o meglio … il fulminato … ma dove li va a pescare tua madre questi folli?

-        Smettila Milo … mi stai mettendo in imbarazzo. Prima il vaso e poi la tua ignoranza! - guardo Bronte allibito

-        Senti .. ma per caso ti piace la reincarnazione  di Barbie?

-        Non sono affari che ti riguardano – il suo colorito mi  fa comprendere di aver fatto centro e per questo resto visibilmente sconvolto – non guardarmi così! Oh uffa … e va bene … lo ammetto … ho un debole per i biondi con gli occhi azzurri … quando incontro ragazzi così non ha importanza cosa dicono o fanno .. perdo completamente il lume della ragione

-        Anche io sono biondo con gli occhi azzurri, ma non mi sembra che mi stai sbavando dietro … o mi sbaglio?

-        Tu sei il ragazzo di mio fratello

-        Cosa? … Sai che …

-        Scherzo … sto scherzando … - il suo sorriso mi fa calmare – il fatto è che con te non ho avuto modo di avere la mia solita reazione … ero troppo concentrata sull'obiettivo di far soffrire Camus

-        A questo proposito non vuoi proprio dargli un'altra possibilità?

-        No … e non voglio più affrontare il discorso

-        Va bene va bene …. vuoi che me ne vada e ti lasci sola con Barbie?

-        Smettila di chiamarlo così ….

Bronte non fa in tempo a concludere la frase perchè il biondino rientra in sala, sedendosi nuovamente a tavola

-        Scusatemi. Sto organizzando il mio viaggio in India e ho delle pratiche da evadere per tempo, prima di partire.

-        Quando parti? E quanto rimarrai in India?

-        Partirò tra una settimana e ci rimarrò un paio d'anni – sul volto di Bronte si forma un espressione delusa e un moto di rabbia invece invade il mio

-        Scusami Saskia

-        Shaka

-        Skiasia

-        Shaka

-        Vabbè fa lo stesso!

-        No … non fa lo stesso … il mio nome è S-h-a-k-a … a te farebbe piacere si ti chiamassi Miro?

-        Non mi frega nulla come mi chiami … quello che vorrei capire è perchè, visto che sapevi di dover stare fuori così a lungo, hai accettato di uscire con Bronte

-        Per accontentare mia madre

-        Balle! - il ragazzo mi guarda stupito

-        Come prego?

-        Sono tutte balle … uno che vuole partire per trovare la via di mezzo …

-        Allora conosci gli insegnamenti del Buddha!

-        No … una volta però ho letto su un giornale che la Terra di Mezzo di Frodo era un po' come la via di mezzo di Buddha

-        … - il biondino se potesse mi incenerirebbe con uno sguardo

-        Rispondi sinceramente

-        E va bene … se non avessi accettato di uscire con Bronte, mia madre mi avrebbe tagliato i viveri e io non avrei avuto i soldi per il mio viaggio

-        Lavorare no?

-        Hai voglia di scherzare? Il lavoro è solo una perdita di tempo – rimango basito e senza la forza di continuare la conversazione, ma a questo punto è Bronte ad intromettersi

-        Vuoi dire che hai accettato la cena con me solo per i soldi di tua madre?

-        Si … certo … e tu perchè lo hai fatto?

-        Io …. andiamocene Milo …. di tutti quelli che ho conosciuto tu sei il peggiore … opportunista, ipocrita, menefreghista

Cerco di trascinarla via prima che finisca gli epiteti pronunciabili e passi ai veri e propri insulti, ma il richiamo del biondino ci blocca prima che riesca a guadagnare la porta.

-        Scusatemi …. ma nella sala manca un oggetto

-        Si? che oggetto?

-        Un vaso …. prezioso … molto prezioso – comincio a sudare freddo … il suo modo di dire prezioso mi inquieta e non poco

-        Beh … e quindi?

-        Prima che arrivaste voi il vaso c'era e ora non c'è

-        Ehi amico mica sono Houdini! Come pensi che possa averlo fatto sparire? Mica posso nascondermi il vaso sotto la camicia … e Bronte non ha neanche la borsa – si sa che nelle borse le donne riuscirebbero a far entrare anche un carro armato.

-        Ma gettandolo dalla finestra si potrebbe farlo sparire benissimo – con un tempismo perfetto nel corridoio si materializza l'uomo che ci ha aperto la porta con in mano la prova del reato e affianco una donna stravolta e furiosa – la destinataria probabilmente dei cocci caduti

-        Ehm …. beh … forse è il caso che togliamo il disturbo

Prima che la situazione degeneri mi do alla fuga, trascinandomi dietro una Bronte isterica che ride come una pazza. Salendo in macchina e vedendo che la sua ilarità non cessa, le domando cosa la faccia ridere tanto.

-        il fatto che tu riesca ad attirarti i guai addosso. All'inizio pensavo che ero io a renderti la vita un inferno … ma ora ho capito che sei tu … tu sei la fonte dei cataclismi

-        Non c'e' da ridere …. il tuo futuro santone può denunciarmi per furto, per danneggiamento, la donna invece per tentato omicidio … e per omissione di soccorso

-        Ah aha ha hahah …. non preoccuparti … Saskia non farà nulla … e convincerà la donna a fare altrettanto

-        Come fai ad essere sicura?

-        Perchè tra un po' lo chiamerò e gli dirò che se non ti lascia in pace spiffererò tutta alla sua cara mammina … vedrai che lo convincerò

-        Sei una strega.

-        Si … e ho voglia di festeggiare

-        Cosa?

-        L'essere sopravvissuta ai disastrosi appuntamenti finora organizzati dalla mia cara mamma.

Sorridendo chiedo a Sebastian di accompagnarci in un pub, dove, dopo averla fatta sedere, le prendo una birra.

-        Ma perchè continuo a perdere tempo così? - al sua domanda improvvisa mi spiazza

-        Che vuoi dire?

-        Perchè perdo tempo dietro a queste cose che organizza mia madre...

-        Veramente è quello che mi domando anche io … in fondo hai carattere per opporti alla stupida volontà dei tuoi genitori, perchè non lo fai? … No … non posso crederci …. pensi di incontrare l'uomo della tua vita con questi appuntamenti?

-        Beh … io … no … forse … si …. non ridere! Lo so … sono una stupida … ma ho un animo romantico … e pensavo che magari …. ma è evidente che i figli degli amici dei miei genitori sono tutti degli idioti

-        Beh … diciamo che non brillano certo …

-        Già … adoro questa canzone – nel locale si sente il suono di una canzone degli U2 … riconosco la voce del cantante, ma sui titoli sono sempre stato negato – balliamo?

-        Senti Bronte …. con tutto il rispetto … penso che ormai avrai capito che io e il ballo siamo due mondi a parte

-        Uff …. ti dispiace se vado io?

-        No figurati …

Dopo dieci minuti di ballo avvinghiata ad un altro, il mio compagno Fitz decide di ribellarsi alla mia ottusità e, rialzando la testa,, mi spinge a riprendermi il mio territorio. Manco fossi un cavernicolo, mi getto sulla donna che accompagno, strappandola dalle braccia di un ragazzo brufoloso. Bronte si lascia guidare ed io tentando di seguire il ritmo di una canzone latina, cerco di barcamenarmi in una serie di mosse in cui risulto veramente poco credibili. Alla fine, dopo aver trangugiato la poca birra rimasta,, in preda al desiderio ridesto di Fitz, la trascino fuori in un angolo nascosto del locale. Mentre tento di baciarla, però veniamo interrotti da un gruppo di bestioni armati con coltelli e spranghe.

-        Te la farò pagare – il capo della banda mi punta il coltello addosso – nessuno può togliere una ragazza a mio fratello

-        Che? - vedo dietro al gruppo di bulli il ragazzo brufoloso e comprendo tutto – guarda amico che c'e' un errore … lei era con me .. e

Prima che possa proseguire, Bronte afferra il braccio dell'energumeno e tirandolo a se gli sferra un calcio dove non batte mai il sole, dopo di che lo fa volare come un fuscello e senza che riesca a muovere un mignolo, in poco più di 1 minuto, fa fuori tutta la banda con delle mosse mai viste in vita mia. Io e il ragazzo brufoloso ci guardiamo sconvolti domandandoci perchè mai abbiamo litigato per la rossa. Mister brufoli se la da a gambe, fregandosene del fratello e io comincio a pensare che forse dovrei seguire il suo esempio, visto il mio comportamento poco rispettoso. Mi attacco al muro come un geko, chiudo gli occhi e attendo la raffica di botte di Bronte, ma con mia grande sorpresa la ragazza dopo avermi sussurrato “odio essere interrotta” attacca le sue labbra alle mie.

 

 

Ecco il nuovo capitolo, in cui entra in scena il caro Shaka (il nome Alex ovviamente è di mia invenzione). Ringrazio come sempre tutti quelli che stanno leggendo questa storia, spero che ogni tanto qualche sorriso riesca a strapparvelo.

 

X jackosaint: ah mie care … avere due recensioni al prezzo di una è favoloso. Innanzitutto grazie per i complimenti. Su Aioria avete ragione, totalmente ragione, però mi tocca sottolineare nuovamente, per non creare dubbi, che in questa storia Milo è etero, su questo non ci sono dubbi :-))...vi do una delusione? Mi spiace ...veramente ...spero che mi perdonerete lo stesso.

 

X sagitta72: eh si Milo a volte dovrebbe tenere la lingua a freno ...però almeno così potrebbe evitare a Shaina delle brutte sorprese ...forse … magari no ...boh …

 

x diana924: il divano apparterrà all'epoca napoleonica, visto il modo in cui si è ridotto Milo … su Aioria concordiamo tutti ...soprattutto Marin ...su Camus – Shaina e Milo ...bah ...chissà come finirà :-(

 

x charm_strange: Camus e Shaina? Bisogna capire chi dei due morirebbe prima ;-))...però in effetti è la parola di Bronte e basta ...chissà … magari … ;-)

  
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