Capitolo XI
Il Piccolo Buddha
Tra le fortune di
avere un nuovo coinquilino c'e', sicuramente, la possibilità di rovistare nel
suo armadio per cercare una camicia pulita; devo ammettere che l'armadio di
Camus, un tempo mio, è pieno di questo tipo di articolo: camice ovunque, belle,
brutte, eleganti, sportive … una diversa dall'altra, ma con una caratteristica
in comune: tutte stirate e profumate. Dopo averne scelta una, prima di
toglierla dalla stampella, mi domando se sia opportuno indossare una camicia di
Camus per accompagnare la sorella, che lo odia, ad uno dei suoi soliti assurdi
appuntamenti al buio. Penso alle alternative che mi rimarrebbero: maglietta
tipo Brando in Un Tram chiamato Desiderio, di mia proprietà, oppure, camicia a quadroni da boscaiolo,
ultima risorsa rimasta nell'armadio di Aioria: inaccettabile, decisamente
meglio la camicia di Camus. Il mio amico, appoggiandosi alla stipite della
porta esclama “Perfetta!”
-
Scusami,
non ti ho neanche chiesto il permesso
-
Figurati.
Conosco il deserto del tuo guardaroba e penso inoltre che i quadratoni non ti
donino affatto
-
Credo
che i quadratoni non donino a nessuno – Camus facendo spallucce, si siede sul
letto – ti prometto comunque che cercherò di riportartela integra.
-
Non
preoccuparti, prima che riesca a consumare tutte le camice che ho morirò di
vecchiaia. Dove vai di bello? - mi rendo conto improvvisamente che in tutti
questi giorni non gli ho ancora detto che ho accettato di tornare a lavorare
per suo padre
-
Ehm …
vedi … io …
-
Esci
con Bronte – il suo volto si rabbuia.
-
Si
-
Capisco
-
Scusami
… vedi il fatto è che mi servono i soldi … io …
-
Non
devi chiedermi scusa Milo. Mi dispiace solo che tu ti sia trovato coinvolto in
questa stupida faida con mia sorella.
-
Ah …
sai quindi che lei ci ha provato con me solo per fare un torto a te?
-
Si
certo … se no perchè altro avrebbe dovuto farlo? - mi verrebbe da dirgli “forse
perchè sono un ragazzo irresistibile”, ma me lo tengo per me
-
Hai
ragione … se no perchè … comunque ci siamo chiariti … più o meno e mi ha
promesso che non mi romperà più le scatole.
-
Mi fa
piacere – dalla faccia che ha non si direbbe – piacerebbe anche a me chiarirmi
con lei
-
Allora
fallo
-
Pensi
che non ci abbia già provato?
-
Beh,
riprova. Magari ottieni qualcosa
-
Ehi
Milo! MILO! - nella stanza irrompe Aioria – Ah sei qua!
-
E dove
altro vuoi che fossi?
-
E io
che ne so … mica sei mia moglie
-
Che
Dio me ne scampi!
-
C'e'
la rossa lentigginosa qui fuori … ops .. scusa Camus … io non volevo offendere
tua sorella … eh eh eh … è meglio che mi levi dai piedi
Mentre Aioria
esce, Bronte fa il suo ingresso, ma quando vede il fratello si blocca
sull'uscio .. beh .. in effetti la scena non è delle più chiare … Camus
stravaccato sul letto della mia stanza – ex stanza, ma che importa – con io che
ho ancora la camicia sbottonata. Al pensiero di ciò che può immaginare avvampo,
assumendo le colorazioni dell'arcobaleno, prima una per una e poi tutte
insieme. Camus tirandosi su, prova ad intavolare una conversazione, ma la
sorella, non permettendogli di parlare, mi comunica che mi attenderà in
macchina e che questa sera non dovrò guidare, ma ci sarà l'autista. Una volta
soli, Camus si siede nuovamente sul letto sospirando rumorosamente.
-
Mi
spiace … sono io che ti ho detto di parlarle e invece
-
Lascia
stare … però è vero che avete chiarito ... se ha fatto venire Sebastian vuol
dire che non vuole più vessarti
-
Già
... in effetti – rimaniamo tutti e due in silenzio per un po'
-
Con
chi esce questa sera?
-
Con un
tizio .. boh … non ricordo il nome … uno che è tutto alternativo … ha a che
fare con Yoga o con qualcosa di simile – Camus apre la bocca senza emettere
nessun suono – stai bene?
-
S...Si
… scusami ma chi ha fissato l'appuntamento?
-
Tua
madre e sua madre .. credo … Bronte non lo conosce … però ha visto una sua foto
e dice che è un bel ragazzo
-
Già,
biondo con gli occhi azzurri … il suo tipo!
-
Cosa?
-
Mia
sorella adora i ragazzi biondi con gli occhi azzurri e Alex ha quelle
caratteristiche
-
Tu lo
conosci?
-
Un
tempo si ….
-
Che
vuoi dire?
-
Nulla
… buona fortuna … ne avrai bisogno ….
-
Ma
perchè?
-
E' meglio
che vai … non ti invidio … ora scusami …
Camus si dilegua
veloce come il vento ed io rimango un po' a crogiolarmi indeciso sul da farsi.
Il suono di un clacson mi spinge automaticamente a raggiungere Bronte.
L'appuntamento è
stato fissato in un appartamento del centro. A quanto pare questo ragazzo abita
li. Alla porta viene ad aprirci un uomo indiano che ci conduce in quella che
dovrebbe essere la sala da pranzo. Tutto nell'appartamento rimanda all'India: i
mobili, i quadri e tutte le suppellettili sembrano provenire da uno dei mercati
tipici di Nuova Delhi. Dopo circa dieci minuti di attesa, in cui io e la rossa
ci aggiriamo come ladri intenti ad osservare ciò che potrebbe essere il bottino
di una nostra prossima rapina, spinto dalla curiosità comincio ad studiare un
vaso che ad occhio e croce dovrebbe valere una fortuna. Spinto da un'insana
follia, decido di approfondire la conoscenza dell'oggetto, lanciandomi in una
esplorazione tattile: peccato che da piccolo il mio secondo nomignolo, dopo
“lavativo” era “manine di burro”. Al mio tocco delicato il vaso perde
l'equilibrio e cade sul pavimento andando in mille pezzi. Io e la rossa
emettiamo un urletto contenuto, dopo di che Bronte comincia ad ansimare e ad
agitarsi
-
Ma che
hai fatto!! Quel vaso è un pezzo unico, vale una fortuna
-
Shhhhh!
-
Ma che
shhhhh! - mentre invito Bronte a mantenere la calma, dopo aver raccolto tutti i
pezzi più grandi, apro la finestra e li getto giù … con molta probabilità avrò
preso qualcuno, ma al momento la mia priorità è quella di far sparire le prove
del reato – ma che sei matto? Potresti aver ucciso qualcuno!
-
Sta
zitta!
-
Ma
Milo!
-
Zitta!!!
-
Sei un
idiota! Adesso capisco perchè sei amico di mio fratello! Fate la coppia di
idioti più idioti che conosca …. mr. Cretinetti and company
-
Smettila
… - mentre tento di calmare la bisbetica, racimolo i pezzetti rimasti e tento
di spargerli nella sala, dentro i vasi e sotto il tappeto – vedrai che non si
accorge di nulla
-
Di
cosa non dovrei accorgermi?
Nella sala entra
un ragazzo alto all'incirca quanto me, con una corporatura esile ma asciutta e
ben delineata, dagli occhi blu con uno sguardo arcigno, con i capelli biondi e
lisci la cui lunghezza farebbe gridare allo scandalo la nonna di Camus.
-
Ah
nulla … semplicemente del fatto che non porto la giacca - Il ragazzo mi osserva
con sguardo severo – o la cravatta....
-
Queste
formalità, tipiche del mondo civilizzato, non mi interessano. Tutto ciò che è
materiale non rappresenta nessuna importanza per me – mi domando se penserà la
stessa cosa se e quando scoprirà che il suo prezioso vaso si è polverizzato
La rossa, cercando
di cambiare argomento, si sente in dovere di spiegargli che suo padre mi ha
assoldato come guardia del corpo. Il giovane elegante e ben educato ci fa
accomodare in una tavola apparecchiata all'indiana. Dopo poco l'uomo che ci ha
aperto la porta entra portando un vassoio con 3 ciotole di riso basmati che
pone sul tavolo.
-
Come è
nata questa tua passione per l'India? Se non erro i tuoi genitori sono inglesi.
-
Si
Bronte, è esatto, sono entrambi inglesi; ma in realtà, nonostante la loro
cittadinanza britannica, io sono nato in India, dove mio padre ha lavorato per
molti anni come diplomatico.
-
E' per
questo quindi che mantieni le usanze di lì?
-
Si, ma
non solo per questo. Ho deciso, dopo anni di studi religiosi e filosofici, di
intraprendere la via del Buddha
-
Di
chi? - entro nella conversazione come un rinoceronte a testa bassa, mentre i
due mi lanciano occhiate allucinate per la mia maleducazione – Bronte – e la
mia ignoranza – il biondo.
-
Non
conosci gli insegnamenti del Buddha? - al mio diniego il ragazzo sospira
pesantemente, dopo di che, alzandosi e dirigendosi verso la libreria presente
nella stanza, preleva un libro che mi porge subito dopo – tieni, leggilo,
questo ti chiarirà le cose
-
Non
potresti farmi un sunto? Sai ho molto da studiare per l'esame di Economia e non
ho molto tempo – lo sguardo assassino di Bronte mi fa desistere – ah ah ah …
scherzavo … lo leggerò. Grazie
-
Non
devi ringraziarmi. E' importante che il messaggio del Buddha venga fatto
conoscere a più persone possibili
-
ehi
amico, calmati, sembri uno di Scientology … non è che questo Buddha ha una
filosofia tipo quella di Tom Cruise? – il secondo sguardo assassino di Bronte
mi fa chiudere immediatamente la bocca.
-
Eh eh
… scusami Alexander … sai … lui è un po' ignorante
-
Non
chiamarmi con quel nome … mi è così fastidioso
-
Ah …
scusami …. io … e come vuoi che ti
chiami?
-
Il mio
nome ora è Shaka
-
No ...
ti prego … come Cassius Clay che si fece chiamare Mohamed Alì o come Karim
Abdul Jabar …. anche qui c'è la moda dei nomi? - il pizzico di Bronte mi fa
cacciare un urletto degno di una Drag Queen – ma ora che ho detto?
-
Lascialo
stare Bronte … l'ignoranza non si può combattere con la violenza – alle sue
parole la rossa avvampa con il risultato di rendere il suo volto uguale ai suoi
capelli – devi sapere Milo … è questo il tuo nome vero? … dicevo … Shakamuni è
il nome con il quale veniva riconosciuto Buddha …
-
E tu
quindi credi di essere … Buddha?
-
Leggi
il libro … poi ne riparleremo – Alex, o Shaka o Buddha o come diavolo si chiama
esce dalla stanza senza aggiungere altro.
-
Col cavolo che ne riparleremo … questo per quanto
mi riguarda sarà il mio primo e unico incontro con l'illuminato … o meglio … il
fulminato … ma dove li va a pescare tua madre questi folli?
-
Smettila
Milo … mi stai mettendo in imbarazzo. Prima il vaso e poi la tua ignoranza! -
guardo Bronte allibito
-
Senti
.. ma per caso ti piace la reincarnazione
di Barbie?
-
Non
sono affari che ti riguardano – il suo colorito mi fa comprendere di aver fatto centro e per
questo resto visibilmente sconvolto – non guardarmi così! Oh uffa … e va bene …
lo ammetto … ho un debole per i biondi con gli occhi azzurri … quando incontro
ragazzi così non ha importanza cosa dicono o fanno .. perdo completamente il
lume della ragione
-
Anche
io sono biondo con gli occhi azzurri, ma non mi sembra che mi stai sbavando
dietro … o mi sbaglio?
-
Tu sei
il ragazzo di mio fratello
-
Cosa?
… Sai che …
-
Scherzo
… sto scherzando … - il suo sorriso mi fa calmare – il fatto è che con te non
ho avuto modo di avere la mia solita reazione … ero troppo concentrata
sull'obiettivo di far soffrire Camus
-
A
questo proposito non vuoi proprio dargli un'altra possibilità?
-
No … e
non voglio più affrontare il discorso
-
Va
bene va bene …. vuoi che me ne vada e ti lasci sola con Barbie?
-
Smettila
di chiamarlo così ….
Bronte non fa in
tempo a concludere la frase perchè il biondino rientra in sala, sedendosi
nuovamente a tavola
-
Scusatemi.
Sto organizzando il mio viaggio in India e ho delle pratiche da evadere per
tempo, prima di partire.
-
Quando
parti? E quanto rimarrai in India?
-
Partirò
tra una settimana e ci rimarrò un paio d'anni – sul volto di Bronte si forma un
espressione delusa e un moto di rabbia invece invade il mio
-
Scusami
Saskia
-
Shaka
-
Skiasia
-
Shaka
-
Vabbè
fa lo stesso!
-
No …
non fa lo stesso … il mio nome è S-h-a-k-a … a te farebbe piacere si ti
chiamassi Miro?
-
Non mi
frega nulla come mi chiami … quello che vorrei capire è perchè, visto che
sapevi di dover stare fuori così a lungo, hai accettato di uscire con Bronte
-
Per
accontentare mia madre
-
Balle!
- il ragazzo mi guarda stupito
-
Come
prego?
-
Sono
tutte balle … uno che vuole partire per trovare la via di mezzo …
-
Allora
conosci gli insegnamenti del Buddha!
-
No …
una volta però ho letto su un giornale che la Terra di Mezzo di Frodo era un
po' come la via di mezzo di Buddha
-
… - il
biondino se potesse mi incenerirebbe con uno sguardo
-
Rispondi
sinceramente
-
E va
bene … se non avessi accettato di uscire con Bronte, mia madre mi avrebbe
tagliato i viveri e io non avrei avuto i soldi per il mio viaggio
-
Lavorare
no?
-
Hai
voglia di scherzare? Il lavoro è solo una perdita di tempo – rimango basito e
senza la forza di continuare la conversazione, ma a questo punto è Bronte ad
intromettersi
-
Vuoi
dire che hai accettato la cena con me solo per i soldi di tua madre?
-
Si …
certo … e tu perchè lo hai fatto?
-
Io ….
andiamocene Milo …. di tutti quelli che ho conosciuto tu sei il peggiore …
opportunista, ipocrita, menefreghista
Cerco di
trascinarla via prima che finisca gli epiteti pronunciabili e passi ai veri e
propri insulti, ma il richiamo del biondino ci blocca prima che riesca a
guadagnare la porta.
-
Scusatemi
…. ma nella sala manca un oggetto
-
Si?
che oggetto?
-
Un
vaso …. prezioso … molto prezioso – comincio a sudare freddo … il suo modo di
dire prezioso mi inquieta e non poco
-
Beh …
e quindi?
-
Prima
che arrivaste voi il vaso c'era e ora non c'è
-
Ehi
amico mica sono Houdini! Come pensi che possa averlo fatto sparire? Mica posso
nascondermi il vaso sotto la camicia … e Bronte non ha neanche la borsa – si sa
che nelle borse le donne riuscirebbero a far entrare anche un carro armato.
-
Ma
gettandolo dalla finestra si potrebbe farlo sparire benissimo – con un tempismo
perfetto nel corridoio si materializza l'uomo che ci ha aperto la porta con in
mano la prova del reato e affianco una donna stravolta e furiosa – la
destinataria probabilmente dei cocci caduti
-
Ehm ….
beh … forse è il caso che togliamo il disturbo
Prima che la
situazione degeneri mi do alla fuga, trascinandomi dietro una Bronte isterica
che ride come una pazza. Salendo in macchina e vedendo che la sua ilarità non
cessa, le domando cosa la faccia ridere tanto.
-
il
fatto che tu riesca ad attirarti i guai addosso. All'inizio pensavo che ero io
a renderti la vita un inferno … ma ora ho capito che sei tu … tu sei la fonte
dei cataclismi
-
Non
c'e' da ridere …. il tuo futuro santone può denunciarmi per furto, per
danneggiamento, la donna invece per tentato omicidio … e per omissione di
soccorso
-
Ah aha
ha hahah …. non preoccuparti … Saskia non farà nulla … e convincerà la donna a
fare altrettanto
-
Come
fai ad essere sicura?
-
Perchè
tra un po' lo chiamerò e gli dirò che se non ti lascia in pace spiffererò tutta
alla sua cara mammina … vedrai che lo convincerò
-
Sei
una strega.
-
Si … e
ho voglia di festeggiare
-
Cosa?
-
L'essere
sopravvissuta ai disastrosi appuntamenti finora organizzati dalla mia cara
mamma.
Sorridendo chiedo
a Sebastian di accompagnarci in un pub, dove, dopo averla fatta sedere, le
prendo una birra.
-
Ma
perchè continuo a perdere tempo così? - al sua domanda improvvisa mi spiazza
-
Che
vuoi dire?
-
Perchè
perdo tempo dietro a queste cose che organizza mia madre...
-
Veramente
è quello che mi domando anche io … in fondo hai carattere per opporti alla
stupida volontà dei tuoi genitori, perchè non lo fai? … No … non posso crederci
…. pensi di incontrare l'uomo della tua vita con questi appuntamenti?
-
Beh …
io … no … forse … si …. non ridere! Lo so … sono una stupida … ma ho un animo
romantico … e pensavo che magari …. ma è evidente che i figli degli amici dei
miei genitori sono tutti degli idioti
-
Beh …
diciamo che non brillano certo …
-
Già …
adoro questa canzone – nel locale si sente il suono di una canzone degli U2 …
riconosco la voce del cantante, ma sui titoli sono sempre stato negato –
balliamo?
-
Senti
Bronte …. con tutto il rispetto … penso che ormai avrai capito che io e il
ballo siamo due mondi a parte
-
Uff ….
ti dispiace se vado io?
-
No
figurati …
Dopo dieci minuti
di ballo avvinghiata ad un altro, il mio compagno Fitz decide di ribellarsi
alla mia ottusità e, rialzando la testa,, mi spinge a riprendermi il mio
territorio. Manco fossi un cavernicolo, mi getto sulla donna che accompagno,
strappandola dalle braccia di un ragazzo brufoloso. Bronte si lascia guidare ed
io tentando di seguire il ritmo di una canzone latina, cerco di barcamenarmi in
una serie di mosse in cui risulto veramente poco credibili. Alla fine, dopo
aver trangugiato la poca birra rimasta,, in preda al desiderio ridesto di Fitz,
la trascino fuori in un angolo nascosto del locale. Mentre tento di baciarla,
però veniamo interrotti da un gruppo di bestioni armati con coltelli e
spranghe.
-
Te la
farò pagare – il capo della banda mi punta il coltello addosso – nessuno può
togliere una ragazza a mio fratello
-
Che? -
vedo dietro al gruppo di bulli il ragazzo brufoloso e comprendo tutto – guarda
amico che c'e' un errore … lei era con me .. e
Prima che possa
proseguire, Bronte afferra il braccio dell'energumeno e tirandolo a se gli
sferra un calcio dove non batte mai il sole, dopo di che lo fa volare come un
fuscello e senza che riesca a muovere un mignolo, in poco più di 1 minuto, fa
fuori tutta la banda con delle mosse mai viste in vita mia. Io e il ragazzo
brufoloso ci guardiamo sconvolti domandandoci perchè mai abbiamo litigato per
la rossa. Mister brufoli se la da a gambe, fregandosene del fratello e io
comincio a pensare che forse dovrei seguire il suo esempio, visto il mio
comportamento poco rispettoso. Mi attacco al muro come un geko, chiudo gli
occhi e attendo la raffica di botte di Bronte, ma con mia grande sorpresa la
ragazza dopo avermi sussurrato “odio essere interrotta” attacca le sue labbra
alle mie.
Ecco il nuovo
capitolo, in cui entra in scena il caro Shaka (il nome Alex ovviamente è di mia
invenzione). Ringrazio come sempre tutti quelli che stanno leggendo questa
storia, spero che ogni tanto qualche sorriso riesca a strapparvelo.
X jackosaint:
ah mie care … avere due recensioni al prezzo di una è favoloso. Innanzitutto
grazie per i complimenti. Su Aioria avete ragione, totalmente ragione, però mi
tocca sottolineare nuovamente, per non creare dubbi, che in questa storia Milo
è etero, su questo non ci sono dubbi :-))...vi do una delusione? Mi spiace
...veramente ...spero che mi perdonerete lo stesso.
X sagitta72: eh
si Milo a volte dovrebbe tenere la lingua a freno ...però almeno così potrebbe
evitare a Shaina delle brutte sorprese ...forse … magari no ...boh …
x diana924: il
divano apparterrà all'epoca napoleonica, visto il modo in cui si è ridotto Milo
… su Aioria concordiamo tutti ...soprattutto Marin ...su Camus – Shaina e Milo
...bah ...chissà come finirà :-(
x
charm_strange: Camus e Shaina? Bisogna capire chi dei due morirebbe prima
;-))...però in effetti è la parola di Bronte e basta ...chissà … magari … ;-)