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Autore: miss dark    29/07/2010    4 recensioni
Uno dei momenti più commoventi ed importanti del film visto dal punto di vista di Samvise Gamgee: i sentimenti di questo fedele amico e i ricordi dei momenti passati.
Tremano le gambe, le braccia, il corpo; trema il cuore all’idea di essere così vicini alla riuscita e alla disfatta, alla vita e alla morte insieme, trema il cuore, non avvezzo ad un sentimento così grande e così forte.
[Prima classifica al concorso "The Lord of the Rings" - Sulle magiche note dei Keane" indetto da DarkRose86]
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Frodo, Sam
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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C'è una cosa che mi porto nel cuore



I vostri occhi riflettono il nulla, le vostre pupille non contengono più disperazione, dolore, paura, smarrimento o angoscia; contengono il nulla e basta. Sono il nulla stesso, che annienta ogni vostra difesa, che spegne le vostre labbra e il vostro viso, che vi distrugge e vi lascia inerme nelle mani di un diabolico anello, minuscolo e profondo portale verso il fondo più marcio di qualsiasi anima, anche della più pura.

Vedervi così, disarmato e abbandonato all’aria calda e asfissiante di questo vulcano dannato, vedervi che nemmeno provate più a far entrare in voi il minimo alito di ossigeno mi distrugge.

Non riuscire a riempire il vuoto dei vostri occhi con la speranza dei miei, non riuscire a comunicarvi con le mie braccia la forza che ho conservato per tutti e due, in vista di questo momento, mi spezza, mi lascia in balia di un dolore che mi attanaglia, ma a cui non posso permettere di sovrastarmi.

Io sono qui, sono stato mandato qui solo per sostenervi, per tenervi d’occhio, per salvarvi, per darvi speranza, per sollevarvi dal dolore, per guarire le piaghe del vostro corpo e della vostra mente. Sono qui per voi e non per me, nemmeno ora che la morte sembra essere contenuta in tutto, nelle pietre e nell’aria stessa, nei vestiti, nella carne, nel respiro. Non posso permettermi di lasciarvi sprofondare nella sabbia con cui avete dovuto riempire il vostro cuore per sopravvivere. Non posso e dunque vi stringo a me e piango. Piango sui vostri capelli e sui vostri vestiti, piango al vostro posto.

E parlo al vostro posto.

Vi parlo della nostra erba, dei nostri alberi, dei nostri odori, dei nostri frutti; vi parlo della gioia che ci aspetta, del sole che ci scalderà, della speranza che ci guiderà a varcare la soglia di casa nostra e dire al nostro cuore: “Ce l’abbiamo fatta.”

Vi parlo di tutto ciò, vi chiedo di ricordare il suono dello scorrere dell’acqua, ma non ricordate. Dite che non potete ricordare, che non c’è spazio alcuno che vi divida dall’”occhio”, dalla “ruota di fuoco”. Dite che c’è buio, solo buio attorno a voi, buio che non lascia spazio.

Siamo noi, Padron Frodo, siamo solo noi.

Siamo voi con il vostro fardello ed io, Samvise Gamgee, con il mio compito di proteggervi.

Non ci sono esseri schifosi e striscianti, ingannatori e meschini. Non ci sono mostri da cui scappare, nemici contro cui combattere, ostacoli da superare. Non c’è più niente se non noi, non ci sono più scuse per rimandare il momento in cui compiere ciò per cui siamo partiti. Non ci sono più vie da cui divergere.

Siamo a metà di una salita troppo faticosa per voi, per il peso enorme ed insopportabile che portate, per le vostre gambe troppo spossate dalla fatica, per il vostro animo troppo secco, e c’è solo una cosa ancora che io posso fare: “Coraggio Padron Frodo... Non posso portare l'Anello per voi... ma posso portare voi! Coraggio!

Prendo il vostro corpo oltremodo leggero in spalla e inizio a muovere i miei passi verso la bocca del vulcano. Tremano le gambe, le braccia, il corpo; trema il cuore all’idea di essere così vicini alla riuscita e alla disfatta, alla vita e alla morte insieme, trema il cuore, non avvezzo ad un sentimento così grande e così forte. Trema la mente al ricordo di tutto ciò che abbiamo passato finora e che adesso, a riguardarlo dall’alto, ad esaminarlo in un secondo, sottoforma delle mille immagini che mi scorrono davanti agli occhi, sembra insensato. Sembra solo un susseguirsi inutile di azioni difficili e dolorose che ci hanno portati qui, in un luogo fuori da spazio e tempo come questo.

Ho di nuovo la vostra vita tra le mie mani, Padron Frodo; la sento tra le dita come fosse un piccolo e fragile bastoncino che non ha la capacità di camminare, né di pensare, né di dormire e di sognare. Un bastoncino secco e inerme nelle mie mani grandi e tozze e inesperte e spaventate.

E forse sarebbe meglio trovarsi di nuovo di fronte ad un ragno gigante, in preda a scosse di adrenalina e di paura, posti di fronte ad un’unica possibilità: lasciare da parte il terrore e prendere in mano il proprio coraggio, abbandonarsi agli istinti ed unirli all’astuzia.

Sarebbe davvero meglio, sarebbe più facile. Perché adesso è così faticoso portarvi sulle spalle e andare avanti verso l’entrata di quel vulcano. E’ così faticoso, perché so che sarebbe tanto più semplice e naturale fermarsi qui e voltarvi le spalle. Non c’è una paura concreta da cui possa nascere il coraggio, non c’è una situazione complicata da cui tirare fuori una soluzione; c’è solo un susseguirsi di pietra da calpestare.

Ed è difficile, Padron Frodo, andare avanti con la tristezza che si fa largo nel cuore, quella stessa tristezza che ho sempre provato ad arginare per non ferirvi e che ora che non potete vedermi, inizia a distruggermi il cuore. La tristezza di non sentirvi qui, la tristezza, la disperazione, di non vedervi motivato, di non vedervi spaventato, di non vedervi, semplicemente. La tristezza di sentirmi un mezzo di trasporto da cui scendere e su cui, magari, non risalire mai.

È come nelle grandi storie”, vi ho detto, “Padron Frodo. Quelle che contano davvero. Erano piene di oscurità e pericoli, e a volte non volevi sapere il finale. Perché come poteva esserci un finale allegro? Come poteva il mondo tornare com'era dopo che erano successe tante cose brutte? Ma alla fine è solo una cosa passeggera, quest'ombra. Anche l'oscurità deve passare. Arriverà un nuovo giorno. E quando il sole splenderà, sarà ancora più luminoso. Quelle erano le storie che ti restavano dentro, anche se eri troppo piccolo per capire il perché.

Ecco, Padron Frodo, adesso anche per me la speranza viene meno, adesso anche io inizio a dubitare di avere la possibilità di sposare Rosie Cotton, di avere dei bambini e di raccontare loro le avventure di due impavidi eroi quali ci piaceva immaginare di essere.

Ma c’è una cosa che mi porto nel cuore e che mi impedirà di fermarmi: la fiducia in noi. La fiducia nella forza del vostro animo, che, seppur abbattuto e frantumato, avrà la forza di gettare quell’anello e distruggerlo per sempre; la fiducia nella vita, che ora sembra solo una scommessa che noi siamo destinati a perdere, ma che in realtà è l’obiettivo per cui noi stiamo combattendo: una vita libera, sollevata dalle preoccupazioni di una guerra perpetua per il potere; una vita serena e tranquilla, non solo nella Contea, ma in tutto il mondo. Una vita migliore. Forse non per noi, Padron Frodo, segnati nel profondo da questi anni di estenuante resistenza contro un essere astratto ed enormemente più forte di noi. Forse non per voi, scavato nella mente e nel corpo da un’esperienza così deleteria. Forse non per noi, ma sicuramente per tutte le persone che conosciamo, che amiamo, che non abbiamo mai visto, di cui non sappiamo il nome, ma che vivranno grazie a noi.

Per questo, Padron Frodo, per questa fiducia che ho sempre cercato di infondere in voi, io so che sorpasseremo l’ingesso di questo vulcano, ci sbarazzeremo dell’anello e sopravvivremo.

E per questo sentimento d’amicizia forte e cieca, Padron Frodo, vi tengo adagiato nelle mie mani e vi proteggo da una tempesta in cui solo uno stupido idiota vi lascerebbe andare.

 

 

 

 

 



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Era da moltissimo tempo che questa storia mi frullava in testa e mi ossessionava, in qualche modo, per cui, appena ho visto il bando per il concorso " Lord of the Rings Contest ~ Sulle magiche Note dei Keane" di DarkRose86 ho pensato di approfittarne.

E direi che andata bene, visto che questa storia si è classificata prima e ha ricevuto il premio per lo stile :)

Ringrazio ancora DarkRose per il giudizio e invito tutti ad andare a leggere anche le altre storie che hanno partecipato al concorso.

La frase a cui mi sono ispirata e che è citata alla fine è "Ti tengo adagiata nelle mie mani e ti proteggo da una tempesta in cui solo uno stupido idiota ti lascerebbe andare"; proviene dalla canzone Sunshine dei Keane (http://www.youtube.com/watch?v=0idn1SpsTGo).

Le frasi in corsivo, invece, sono del film "Il signore degli anelli" di Peter Jackson.

Direi che tutto quello che c'era da dire è stato detto.

Per cui, che questa storia vi sia piaciuta o no, lasciate un commento.

Alla prossima,

Miss Dark.

 

 

  
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