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Autore: FunnyPink    01/08/2010    7 recensioni
La mia storia, mi dispiace ma non ho saputo trattenerla mi è venuta e ho dovuto scriverla, le parole sono uscite con vita propria.
Edward e Bella sono destinati a incontrarsi, lei non ha avuto una vita facile, vive per strada, neanche lui ha conosciuto subito la felicità, ma l'ha trovata grazie e a Esme e Carlisle, ma quando entrerà nella sua vita Bella...
Sono umani, sono giovani, cosa hanno da perdere, tutto e niente!
Dal -Capitolo 10-:
-Dopo qualche secondo la sua voce mi arrivò agli orecchi
"aiutami, ti prego, Edward, aiutami"
Crollò, le sue gambe cedettero, e sentii, il suo peso scivolare giù, le feci forza sul suo corpo tenendola, in un attimo mi ero chinato, e le avevo passato un braccio dietro i ginocchi, la sua testa stava appoggiata di lato al mio braccio, senza forze, ma sveglia, sentivo il respiro e lievi gemiti
"Edward, ti prego"
"ci sono io, non ti preoccupare ci sono, io, ti aiuto io"-
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film, Contesto generale/vago
Capitoli:
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Ciao!! ho dovuto saltare qualche giorno per postare, ho avuto qualche impegno, ma nei ritagli ho scritto e questo per quanto sia venuto un po' spezzettato, in quanto l'ho scritto in più momenti, è il risultato. Si parla ancora della storia ormai iniziata e ancora è il punto di vista di bella che ci descrive tutto.

 

 

 

Bella Pov

 

 

 

 

Quando l'ambulanza spense la sirena e rallentò, mi capacitai che eravamo arrivati, il viaggio non era durato molto, il portellone si aprì e ne entrò subito il ragazzo che guidava slacciandomi la cintura, e stavolta non ebbi paura del gesto, neanche quando mi diede una mano a scendere stringendomi il braccio, capivo l'intenzione e conoscevo il fine, voleva solo aiutarmi, sembrava una buona persona.

Mi fece avvicinare nel pronto soccorso, si avvicinò subito un'infermiera a noi e il ragazzo partì con la sua diagnosi

"neonato, pochi mesi, principio di ipotermia e ventilazione irregolare, deve essere portato subito in un'incubatrice e tenuto al caldo, non sappiamo niente di lui, sarà opportuna un'analisi del sangue, questa ragazza lo ha trovato in un cassonetto"

concluse, l'infermiera, anch'essa aveva uno sguardo stupito, e si era portata una mano alla bocca, poi si volse e fece per prendere il bambino dalle mie braccia, all'inizio mi ritirai, non volevo lasciarlo, lui era la mia salvezza e io la sua.

"Starà bene, non ti preoccupare, Maria è una brava infermiera sarà gentile e se ne occuperà personalmente" annuii, lo guardai nel suo musino dolce e gli diedi una bacetto sulla guancia, come portafortuna, forse il suo destino sarebbe stato migliore.

"ciao piccolo Sam" mi ritrovai a dire

"Sam?" mi chiese il ragazzo

"scusate, ho improvvisato" risposi in imbarazzo, cedendo il bambino

"hai fatto bene invece, per adesso non ha un nome, gli verrò assegnato un numero, ma potremo chiamarlo Sam"intervenne l'infermiera che si allontanò.

Io e il ragazzo rimanemmo un attimo lì, guardando la donna allontanarsi, quando varcò delle porte, sentii sussurrare

"auguri piccolo Sam" si volse nuovamente verso di me

"vuoi qualcosa alle macchinette automatiche?"

"no grazie, non ho soldi" mi sentii subito in imbarazzo

"offro io, volevo prendere un pacchettino di ringo, ho un buco nello stomaco" titubante, e ignara di cosa fosse un ringo, lo seguii, c'era molta gente in giro, molti camici e vicino alle macchinette anche quelli che erano sicuramente parenti e pazienti. Mi offrì un sacchettino, lo aprii e ci trovai dentro dei biscottini, 6 diceva il pacchetto, ne mangiai uno era buonissimo, pensai di conservare il resto ma il ragazzo che aveva praticamente già finito e si era praticamente ingozzato, mi chiese

"non ti piacciono? Non conosco nessuno che non ami i ringo!"

"oh no sono molto buoni, grazie, non dovevi" e dovetti mangiarne così anche gli altri.

"fa niente, ti ho praticamente portato via a causa di quello stupido del mio collega, non siamo tutti così imbranati" si guardava continuamente intorno, stava cercando qualcuno forse, buttò via il pacchetto vuoto nel cestino, e poi mi rifissò.

"adesso mi occupo di te, seguimi"

"co-cosa?" mi gelai, lui si volse a guardarmi

"non ti lascio con quel ginocchio, dai devo solo ripulire la ferita non ci vorrà molto" e mi fece cenno di seguirlo, sulle prime non lo feci, ma mi guardai intorno, e rividi nuovamente tutto il viavai delle persone della strada, chi correva a destra chi a sinistra, persone, abiti, suoni, e in un secondo, gli corsi dietro. L'altro giorno ero quasi stata investita, e ero caduta malamente sull'asfalto, grattugiandomi tutta la pelle, ma si notava che era un po' bianco forse si era infettata.

Lo vidi entrare in una stanza, e lo seguii.

Appena entrata però mi bloccai, lui dietro di me chiuse la porta.

L'ansia crebbe in un attimo, la stanza era piccola, c'era un lettino e degli strumenti medici che non conoscevo, studiai tutto in un attimo, non c'erano altre porte se non quella che il ragazzo aveva chiuso, mi volsi immediatamente per non dargli le spalle, sulle prime non mi stava guardando, quando alzò finalmente lo sguardo e incontrò il mio sfigurato dalla paura, si bloccò e il suo divenne di stupore.

Mi allontanai camminando all'indietro e mi scontrai con il bancone delle attrezzature.

"stai bene?ti senti bene?"mi chiese, non mi sembrava pericoloso, ma continuavo a stare all'erta, era l'istinto.

"hai...hai paura di me?" chiese sembrava altamente stupito e pensieroso. Io non mi mossi da lì.

" hei non devi aver paura di me non ti faccio nulla di male, voglio solo pulirti la ferita al ginocchio, vedi il bianco? È pus, vuol dire che si è infettato, te lo pulisco, lo disinfetto e magari lo fasciamo, non voglio farti altro giuro" disse stavolta alzando le mani, come una persona che si arrende.

"Anzi guarda" tornò indietro e riaprì la porta "vedi la porta è aperta, non siamo chiusi, sono un dottore, il mio nome è Edward Cullen ho 23 anni e sono un paramedico dell'ospedale, abito fuori New York, in Bordout Street 54, in una villetta insieme a mia sorella Alice, e l'altro mio fratello, nonché suo fidanzato Jasper, ho altri due fratelli loro sono sposati, ma non pensare male! Non c'è un incesto, non siamo veramente fratelli, siamo stati tutti adottati."

Non so perché, ma in meno di un minuto, mi aveva detto praticamente la storia della sua vita, rimasi stupita per quella specie di dichiarazione, e non potei fare a meno di alleggerire la tensione e avvicinarmi al lettino. Lui aveva raccontato a me, una sconosciuta praticamente, la sua vita, lui si fidava della gente, forse a lui la vita era andata meglio, forse lui aveva conosciuto la felicità anche se adottato.

"Ah giusto abbiamo avuto anche un gatto, adottato da mia sorella, ma veniva sempre a dare a me il tormento in camera ma non so perché, e si chiamava, indovina un po' principessa " alzò gli occhi al cielo, era una cosa simpatica, per quanto fosse sarcastica, mi spunto un leggero sorriso "solo lei poteva mettere questo nome a un gatto, aveva pure un collarino nero con dei brillantini, era rosso e col un bel pelo morbido, talvolta lo scambiavo per un peluche"sorrise e mi guardò di sottecchi, "allora vogliamo curare il ginocchio miss?"

Mi fidai, non potevo fare altro, i suoi occhi erano chiari e sinceri, si era aperto e io mi fidavo, come non succedeva mai. Raggiunsi il lettino e mi issai a sedere, notai il suo sorriso compiaciuto, mentre prendeva degli strumenti dal mobiletto al muro, guardai brevemente mentre mi puliva e curava il ginocchio. La mia attenzione fu rapita da un'altra cosa. Lui.

Le sue mani grandi e calde, si muovevano delicate sulla mia ferita, mentre il volto, sereno, ma concentrato era fisso su questo, e non potevo fare a meno di fissarlo.

Non ce n'era stato tempo, non era stata la mia priorità, ma non lo avevo visto bene, di solito sono una buona osservatrice, ma non sono abituata a VEDERE questo genere di cose. Non potetti, dopo pochi secondi di osservazione, che definirlo, Bello.

Era davvero bello, capelli corti e sopra un po' scompigliati, castano forse un po' rossicci, lineamenti maschili e mascella un po' squadrata, il naso dritto, un velo di barba, e labbra carnose, insolite per un uomo, Edward possedeva un fascino particolare, al limite dall'essere etereo, quasi finto, come quello di un angelo di qualche pittore famoso.

"Ecco qua" disse mentre faceva un ultimo giro con la fascia e la fermava.

Alzò lo sguardo e ci fissammo un attimo ancora, poi sorrise brevemente e riabbassò il volto, come fosse imbarazzato, lui.

Riportò al suo posto, tutto ciò che aveva utilizzato, e lo guardai ancora, se prima mi ero soffermata sul suo volto...beh adesso vedevo anche altro. Era molto alto e robusto, ma non sembrava un tipo da palestra, l'altro ragazzo quello imbranato sembrava più gonfio di muscoli, arrossii quando per un attimo, mi soffermai sul suo lato B, ma distolsi lo sguardo per non farmi trovare imbarazzata.

"Bene Miss il suo ginocchio è come nuovo, sarà un po' complicato piegarlo, ma almeno la ferita non si infetterà di nuovo, tra qualche giorno cambia la fascia, e lascialo un pochino all'aria, così guarirà anche più in fretta, quando avrai la crosta cerca di non prenderci il sole e potrai stare tranquilla non resteranno cicatrici e potrai portare gonne e pantaloncini senza problemi di mostra le tue...insomma non si vedrà nulla" finì grattandosi la nuca con una mano, e sorrise, distogliendo lo sguardo, poi continuò cambiando discorso "che caldo oggi, vuoi qualcos'altro dalle macchinette? Un succo, una coca-cola...oppure vieni guardiamo cosa c'è" mi invitò a tornare nella sala di prima, quella piena di gente, qui c'era sempre questa confusione, parole una sopra l'altra, comprese quelle amplificate che chiamavano un dottore, tutto si muoveva frenetico, c'era delle persone che piangevano, qualcuno che fissava il vuoto, e altri che parlavano tranquillamente, fui distratta da tutto ciò dalla sua mano che mi sfiorò il braccio e mi chiese ancora "vuoi qualcosa?"

- Si, voglio aiuto-.

 

 

 

Che dite? Chi ha occhi per guardare dia una sbirciatina, direi!! XD

Apparte gli scherzi, spero si capisca la tensione di Bella, per le persone sconosciute, e l'altrettanto gesto importante di Edward, che in mezzo secondo gli snocciola informazioni su di lui, per farla stare tranquilla, diciamo che era più Edward quello stupito della situazione, del fatto che lei avesse paura di lui, e di come ha sputato tutte quelle cose su di lui a un'estranea in fondo.

Inoltre vorrei dire GRAZIE A TUTTI!!!

 

MoonLight_95:come vedi non è proprio una scintilla, è qualcosa che deve essere alimentato, soprattutto per lei, che ha paura delle persone ha paura di fidarsi, ma si accorge comunque di lui, insomma ha gli occhi e li usa ;)

 

vanderbit:ciao, sono daccordo con te per quello che è successo in francia, il piccolo Sam, della storia, credo che lo ritroveremo sicuramente,ancora non so quanto importante sarà la sua parte, ma ha già in mente una cosetta.

 

Giova71:e menomale che c'era Edward, si notaquanto edward sia molto più portato di Jake per quel lavoro, ciao e grazie ti aspetto per questo capitolo

 

   
 
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