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Autore: Tony Porky    02/08/2010    6 recensioni
Matt e Mello non riuscivano a dimostrare all'altro quello che era inglobato nel loro cuore, perchè era penetrato troppo a fondo. E una sera di Ottobre, quella che ha preceduto il loro presente, avevano riversato tutte le loro parole in un foglio di carta.
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Matt, Mello
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Letters to Mello
   Letters to M. ~
(in un'altra vita)


Volgeva al termine quella giornata d'Ottobre, e un cielo cupo sovrastava la campagna, cosparsa dei resti del grano raccolto. Mello e Matt sostenevano che non esisteva  nulla di più bello quanto la pioggia che batteva sulle porte, e faceva ondeggiare i gambi dei fiori nella imitazione di una danza leggiadra.

Quel pomeriggio avevano deciso di evadere dalla loro monotona realtà, concedendosi quello spazio che solo loro sapevano crearsi.
Volarono oltre il cancello, corsero attraverso le strade affollate e si ritrovarono raggianti e senza fiato vicino all'Ufficio Postale.
Le loro mani si scoprirono in un gesto identico, e strette in ciascuna di esse c'erano due buste giallognole, chiuse con un timbro di ceralacca rossa.
"L'hai letta?" si offrì Matt per cominciare, piccole gocce di sudore che gli solcavano la fronte corrugata.
Mello lisciò il suo petto fasciato dal gilet nero, e gli dedicò un sorriso misto all'incertezza.
"E tu l'hai fatto?"
Matt si abbandonò al suo stesso sorriso, e a quella vista, i loro occhi rifletterono la stessa risposta
"No"

Si dicevano che l'attesa avrebbe aumentato il desiderio. Sarebbe stato sensato, e quanto meno intelligente, consegnarsi a vicenda le lettere che avevano scritto, ma la loro cieca convinzione si era trasformata in una regola ferrea.
Si osservarono a vicenda, le mani già inghiottite dal mostro con la gola rossa, che avrebbe mangiato le loro lettere e le avrebbe riconsegnate a loro il giorno stesso, o la settimana seguente.
Matt e Mello non riuscivano a dimostrare all'altro quello che era inglobato nel loro cuore, perchè era penetrato troppo a fondo. E una sera di Ottobre, quella che ha preceduto il loro presente, avevano riversato tutte le loro parole in un foglio di carta.
Lo stesso foglio di carta che stringevano tra le mani, socchiuse e un attimo dopo distese. In un fruscio come del grano, cadde volteggiando sopra altre promesse di amicizia eterna.

E' improponibile quanto il dolore del distacco, si possa tramutare in un sentimento ancora più disperato. Roger sedeva dietro la sua scrivania, gli occhiali che scivolavano lentamente lungo quel naso da uccello, e le sopracciglia troppo bianche per impedire la percezione di occhi scuri e espressivi.
Mello si dondolava senza riconoscerne l'espressione e si limitò ad osservarlo.
Matt dice che i grandi, quando stanno per dare brutte notizie, si massaggiano gli occhi...
E il pensiero razionale di Matt ancora una volta lo precedette. Roger si avvicinò i polpastrelli agli occhi neri, e li premette a fondo, come a donargli un loro posticino al di là del cervello.
"E' scaduto il tuo tempo, Mihael...oggi pomeriggio, dovrai lasciare l'orfanotrofio"
Mello abbasso lo sguardo ad osservare scarpe marroni che riflettevano il colore del suo dolce preferito si chiese se Matt avrebbe mangiato la sua cioccolata quando lui non ci sarebbe stato più.

Matt lo osservò con un miscuglio di sentimenti che riempirono il suo petto di emozioni contrastanti, e improvvisamente senti sulle spalle il peso della sua innocenza. Fu la sua incertezza a fargli esplodere dalle labbra parole che non volevano essere di commiato.
"Chi saprà mai dove andrai, per portarti la mia lettera?"
Mello conquistò la sua mano e la strinse, sentendo sotto la pelle tirata e scarna le nocche glabre.
"Dimmelo adesso, quello che hai scritto"
Matt lo guardò e tra quei due oceani vide una richiesta che avrebbe potuto realizzarsi se solo la sua bocca si fosse mossa comandata dalla spinta del cervello.
Ma per la seconda volta, l'innocenza lo precedette.
"No, voglio che il nostro patto rimanga eterno..ci eravamo fidati l'uno dell'altro, e se tu non potrai leggere la mia lettera io non ti dirò un bel niente"
Mello lasciò la sua mano che sentì stringersi in una morsa irrigidita.
"Mi mancherai Matt..."
Anche tu, Mello non mi lasciare, ho bisogno di farti sapere cosa ho scritto nella mia lettera, devi conoscere i miei sentimenti per te, sei un fiore che sboccerà in autunno, ma quando ancora nel vento si sente il sapore d'estate...
"Addio, Mello"

Matt pianse quando la porta si chiuse con un tonfo che acquistò il sapore del definitivo. Pianse la sua debolezza e le sue incertezze, il suo corpo da bambino e la sua mente orgogliosa, e si sentì perso in una nube densa quanto una cioccolata calda.
Si stropicciò gli occhi con mani trasfomartesi in ghiaccio, barcollò ancorato alla speranza che Mello sarebbe tornato abbracciato alla sua barretta di cioccolato, un bambino dagli occhi azzurri e il sorriso trasformato in uan buccia di mela su un campo di neve.
Ma la porta non si riaprì.
Matt cadde a terra, il viso spinto sotto al letto, le mani ad arpionare la polvere...e una barretta di cioccolato.
Quando se l'avvicinò al viso, vide la carta argentata baluginare su quel campo marrone. La scartò e ne addentò un pezzo, rabbrividendo al suo sapore amaro e dolce, intenso e piacevole. Il contatto con le labbra lo ripudiava, ne avvertiva tutte le sfumature, e si odiò ancora una volta per aver seguito il suo pensiero razionale.
Questa cioccolata è finita dove tu non finirai mai, Mello. Nella polvere dei miei ricordi.

La settimana seguente alla partenza di Mello, Matt aveva sostituito la sua anoressica costituzione con una più rotonda corporatura, merito della ambivalente figura che si era prefissato di rappresentare. Matt era Matt con gli occhiali e i capelli rossi, Matt era Mello con la bocca costantemente ricoperta di cioccolata e i fianchi morbidi.
La sua vita era diventata una continua corsa per acciuffare il tempo, plasmarlo e renderlo compatibile con la sua situazione. Studiava materie che non gli interessavano, leggeva libri che non gli piacevano, cercando di riempire gli spazi della sua mente che cercavano di indurlo a leggere la lettera di Mello.
Il giorno dopo la sua partenza, una lettera con il suo nome stampato a lato gli venne consegnata da un uomo che assomigliava alla caricatura grottesca di un mastino. Matt la girò e la compresse con le dita, lasciando orme con le sue dita sporche di cioccolata.
Si chiese perchè mai non la lacerasse, non ne ispirasse il profumo, non seguisse i contorni della scrittua fluida e inclinata di Mello.
Si chiese anche perchè le sue mani reagirono in un moto involontario, e lanciarono la lettera sul copriletto.
Due settimane dopo, chino contro la pioggia battente che segnava il suo ingresso nel mondo dei vivi, lo capì.
Non l'avrebbe condivisa nemmeno con sè stesso fintanto che Mello fosse rimasto lontano dalle sue braccia.


Quando lo prese tra le sue braccia, la parte destra del suo volto era stata lambita dalle fiamme, ma gli occhi vibravano di una luce che esprimeva tutta la perdita di una innocenza che non sarebbe più tornata. Matt lo trascinò lontano dall'inferno, e si dimenticò per sempre di una lettera scritta troppi anni prima.

Mello avvertì il fuoco sulle sue membra, ma il tocco che lo sollevò dal terreno era gelido come l'Inverno. I capelli del suo salvatore erano rossi, ma non c'era niente di pericoloso nel colore della sua agonia.
Le sue labbra si mossero, e le uniche parole che pronunciò rimasero incomprensibili alle orecchie dell'altro.
"Se hai letto la mia lettera, Matt, sai che ti avevo chiesto di non venire a salvarmi".





"Ehi, da quand'è che i giapponesi possono andare al giro con dei cannoni del genere?
Ma dopotutto sono un complice del rapitore di Takada, quindi dubito che spariate, con tutte le cose che vorrete sapere da M..."
BANG
"Idiota"
Una lettera mai aperta ricadde con un fruscio invisibile all'interno della sua tasca.


Caro Matt,
cercherò di non piangere sull'inchiostro perchè sono un pignolo e l'acqua cancellerebbe le mie tracce.
E tu sai che io non voglio essere dimenticato.
Mi chiedo se la lettera che custodivi dentro la tua tasca si sia sbriciolata quando i colpi di pistola hanno fatto volare la tua anima dove non la potrò raggiungere.
Se non l'hai letta, Matt, ci sarà una scritta sulla tua lapide fittizia.
"Le sigarette mi bruciavano gli occhi, ma quando ti compravo un pacchetto, i tuoi occhi mi sorridevano."
Ed è ciò che ti dedico amico, le mie ultime volontà da bambino.



"Perdonami Matt, non pensavo che ti avrebbero ammazzato"
TU-TUM


Caro Mello,

rammenterò per un tempo indefinito quello che mi dicesti. Non avrei mai potuto esprimere le mie parole con gesti o suoni, ma solo in forma di inchiostro e carta.
La mia lettera, quella che scrissi da bambino, è bruciata assieme al nulla. Mi chiedo se tu l'abbia mai letta, o se l'hai anche solo toccata, o se ti è mai giunta dopo la tua partenza.
Non avevi il tempo di dedicarti alle richieste di un piccolo dai capelli rossi.
E allora, appoggiata in una lapide che non ha nome, ti dedico l'ultimo epitaffio, parole che racchiudono i miei desideri di bambino.
"La cioccolata mi ha sempre fatto schifo, Mello, ma la mangiavo solo perchè me la offrivi tu."

E le mie mani sono estremamente fredde per il caldo che c'e' quassù.  Ma so che presto verrai a cercarmi.

Il fuoco bruciò l'ultimo ricordo di una vita che ormai, non esisteva più.






Angolino nell'Armadio:
Niente da fare, le OneShot mi stanno simpatiche, quelle a finale triste e deprimente anche di più, ma c'e' una note di speranza nelle ultime parole della lettera scritta da Matt, in un posto dove non c'e' nè tempo nè spazio.
Amo questi dueeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee!! enjoy in tutti i casi, sia che l'abbiate odiata, sia che vi sia piaciuta almeno un pochino.
Tony P.
   
 
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