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Autore: Fuuma    03/08/2010    3 recensioni
Il piano era semplice.
Neal doveva portare la valigetta nel luogo designato dall'FBI.
Poi tutto sarebbe venuto da sè.
Non serviva altro per portare a termine l'operazione Screw the WhiCo.
[Lieve spoiler sulla puntata 2x02]
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Titolo: Operation: Screw the WhiCo

Serie: White Collar
Rating:
PG
Genre:
Commedy
Character:
Neal Caffrey, Peter Burke, Diana Lancing, Clinton Jones
Pairing:
PeterxElizabeth
(implicit)
Warning:
SPOILER (lieve)

Conteggio parole: 903
Note:
Questo telefilm mi sta dando alla testa ed il finale della puntata 2 della seconda serie mi ha ucciso. Neal che saltella con la foto incriminata canticchiando è imperdibile XD. La fic comunque si pone più o meno nella seconda serie, nel periodo giusto, in un luogo a caso nella città di New York. Chiaro, eh *_*"?

Comunque questa volta lo slash non c'è davvero... anche se è implicito che quei due si amino e roba del genere *_*".
Disclaimers:
I personaggi di White Collar sono degli aventi diritto.
Flashfic basata sull'episodio 2x02 - Need to know

 

.Operation: Screw the WhiCo.

Tic-tac.

Il tempo passava, bastardo ed inesorabile.

I polmoni reclamavano aria e le gambe si stavano facendo sempre più pesanti.

Non sapeva quanto ancora sarebbe riuscito a tenere quel ritmo, ma era giovane diamine!, era riuscito a scappare per tre interi anni alla caccia serrata dell'FBI (all'insistenza di Peter!) e si convinse di avere abbastanza fiato per fare gli ultimi chilometri che lo distanziavano dal luogo designato per l'operazione “Screw the WhiCo”.

Mentre stringeva tra le dita la ventiquattrore, cercò di trovare la forza necessaria per andare avanti. Pensò a Peter, al fatto che lo stessero tutti aspettando e che non poteva deludere il Bureau. Non quando, dalla riuscita dell'operazione, sarebbe dipeso l'approvazione di Peter.

Doveva resistere solo un'altra manciata di minuti.

Poi tutto sarebbe finito.

 

Nel luogo designato, i federali avevano già predisposto i primi preparativi, ma senza la valigetta che Neal portava con sé tutto era inutile.

Jones scosse il capo, rassegnato, portando le mani alla nuca quasi interamente rasata.

«Non farà in tempo...» mormorò a denti stretti.

Maledizione.

Ma proprio quando gli agenti stavano per gettare la spugna, la voce del falsario rimbombò nella stanza e la sua figura si mostrò sulla porta: «Ci sono, ci sono!»

Diana fu la prima a corrergli in contro.

«Neal, finalmente! Possibile che devi sempre arrivare all'ultimo momento?»

Lo raggiunse e cercò nel suo sguardo una prova che le avrebbe permesso di capire che era riuscito a seguire il piano.

«Appena in tempo, eh?» Neal ansimava, ma questo non gli impedì di mostrare un sorriso pieno di un'arrogante soddisfazione. Ce l'aveva fatta, non contava nient'altro.

«Presto, abbiamo poco tempo.»
 

Pochi minuti dopo, tutti i tasselli che servivano per portare a termine l'operazione stavano andando al loro posto grazie ai pezzi di un'enorme fotografia che Neal aveva nascosto nella ventiquattrore. Ogni dettaglio combaciava come in un puzzle -perfino Mozzie avrebbe approvato la perfezione con cui tutti i pezzi andavano incastrandosi tra loro- ed il piano si avvicinò alla parte più delicata: la fine.

 

Appiattito contro la parete e nascosto dietro la porta, cercando di captare ogni rumore proveniente dalle scale, Jones era in all'erta. Non passò molto, che sentì un rumore di passi proveniente dalle scale che portavano alla stanza.

L'uomo che stavano aspettando era arrivato.

«In posizione.»
Diede il segnale e gli agenti trattennero il fiato, portando istintivamente le mani alla fondina delle pistole, anche se sapevano perfettamente che, questa volta -per la gioia di Neal-, non sarebbe stata necessaria alcuna arma.

 

Nel momento in cui l'uomo entrò gli agenti uscirono allo scoperto circondandolo per impedirgli ogni via di fuga.

Sentendosi in trappola, estrasse l'arma d'ordinanza puntandola avanti a sé, con la canna rivolta dritta-dritta tra gli occhi di Neal che ingoiò un: «Giuro che non è stata mia l'idea!»

Di fronte a lui, pistola alla mano, l'agente speciale Peter Burke fissava incredulo i suoi colleghi e, alle loro spalle, l'enorme fotografia che tappezzava quasi un'intera parete e che lo ritraeva con quegli orribili baffetti che il falsario aveva definito alla Mario Bross.

A caratteri cubitali e colorati, sotto la foto, spiccava la frase: Happy Bday, Boss.

«Che cosa vi è saltato in mente?» fu l'unica cosa che riuscì a boccheggiare Peter, prima che un'ondata di “Buon compleanno!” lo travolgesse in pieno, lasciandolo per qualche istante stordito; poco per volta, però, le labbra iniziarono ad arricciarsi in quel suo tipico sorriso che portava anche l'occhio destro ad assottigliarsi, il capo a reclinarsi di qualche grado e le labbra sottili a schiudersi.

«D'accordo, è stata una bella sorpresa.» concesse, ringraziando i presenti con un semplice sguardo, per poi tornare a guardare la vergognosa gigantografia. Iniziava ad avere la pessima sensazione che da un momento all'altro, dal soffitto, sarebbero caduti decine di funghetti da sconfiggere saltandoci sopra, ma fece finta di niente.

«Allora, chi devo ringraziare per la fotografia, eh?» domandò e, contemporaneamente, tutti gli agenti si ritrovarono d'accordo nel fare un passo indietro e indicare il giovane falsario, l'unico ad essere rimasto fermo, nervosamente sorridente, a chiedersi dove fossero le vie di fuga.

«Neal.» pronunciò Peter, scandendo le lettere una ad una.

«Peter.» soffiò il più giovane.

«Dovevo immaginarlo.»

«Dici che è sufficiente un “cento di questi giorni”, per farmi perdonare?»

Il federale fece una pausa, fingendo di pensarci sopra, ma quando lo sguardo ritrovò quello birbante del falsario, la risposta fu ovvia.

«No.»

«Lo temevo. A mia discolpa, posso dire che è stata Diana a proporre di farla stampare così grande.» mentì e la cosa gli valse una silenziosa minaccia dalla donna, mentre Peter sospirava, ruotando gli occhi al soffitto, trovando perfino quello tappezzato di orribili fotografie Bros!Peter.

«Quando lo racconterò ad El, come minimo mi prenderà in giro anche lei.»

«Oh Peter, non devi preoccuparti, ci sto già pensando io.» miagolò sornione Neal, puntando l'obbiettivo della telecamera del cellulare verso l'uomo e poi facendo una breve panoramica del luogo «Mi raccomando, Elizabeth, appena puoi raggiungici.» chiocciò infine alla donna che aveva videochiamato e che rispondeva con una risata ed un “Peter, non capisco perchè hai voluto bruciare tutte le altre foto in cui avevi i baffi, eri così... carino♥!”

«Cosa? Che... Ma... e quello quando l'hai tirato fuori? Neal! E smettila di riprendere! Elizabeth, smettila di rispondere alle chiamate di Neal e tu smettila di chiamare mia moglie! Basta ho detto! No, le foto no! CAFFREY!»

Non c'era alcun dubbio: l'operazione Screw the WhiCo era stata un pieno successo.

 

.THE END.

   
 
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