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Autore: reb    03/08/2010    3 recensioni
Dopotutto per quale altro motivo Teddy, il suo fratellone, il suo eroe, avrebbe dovuto voler baciare volontariamente Victoire? Un femmina! Ancora non riusciva ad allontanare del tutto lo schifo. Baciare Victoire. Una femmina. Baciare una femmina sulla bocca. Che schifo! La botta doveva essere stata veramente forte per fargli fare una cosa del genere.
Genere: Commedia, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: James Sirius Potter, Teddy Lupin, Victorie Weasley
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Dad, I'm fall in love! Ehm...ops DAD!'
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"Ehi!"

James era ricomparso; si era liberato di baule, gufo e carrello, e moriva dalla voglia di raccontare qualcosa.

"C’è Teddy laggiù – ansimò, puntando alla sue spalle, verso le nuvole di vapore – l’ho appena visto! E indovinate cosa sta facendo? Si bacia con Victoire!"

Guardò verso gli adulti, chiaramente deluso dalla mancanza di reazioni.

"Il nostro Teddy! Teddy Lupin! Che si bacia con la nostra Victoire! Nostra cugina! Gli ho chiesto cosa stava facendo…"

"Li hai interrotti? – domandò Ginny – Sei proprio come Ron…"

"…e lui ha detto che era venuto a salutarla! E poi mi ha detto di andar via. Si stavano baciando!" aggiunse James, come se fosse preoccupato di non essere stato abbastanza chiaro.

 

 

 

Era passata una notte dalle spiegazioni schifate che James Sirius Potter, ancora dodicenne, aveva dato ai genitori riguardo il fattaccio di cui si era ritrovato scioccato spettatore eppure ancora non riusciva a capire. E, come la scuola di Hogwarts sapeva molto bene, quando James Potter pensava troppo non potevano arrivare che guai. Così erano anni prima con quel James Potter e così era ora con questo James Potter.

Se il giorno prima, troppo eccitato per l’inizio di un nuovo anno, per le chiacchiere con gli amici e le solite litigate con i Serpeverde aveva momentaneamente dimenticato quel bacio tra Victoire, sua cugina, e Teddy, il suo Teddy, ora non poteva fare a meno di ripensarci. E si sa, le lezioni di Storia della Magia, sono utili solo per dormire o per elucubrazioni mentali di grande livello.

Elucubrazioni che avevano portato a una risposta così semplice che il ragazzino avrebbe voluto prendersi a schiaffi da solo per non averci pensato prima. Era così ovvio! Teddy doveva aver battuto la testa durante uno di quegli assurdi allenamenti all’Accademia Auror.

Dopotutto per quale altro motivo Teddy, il suo fratellone, il suo eroe, avrebbe dovuto voler baciare volontariamente Victoire? Un femmina!

Ancora non riusciva ad allontanare del tutto lo schifo. Baciare Victoire. Una femmina. Baciare una femmina sulla bocca. Che schifo! La botta doveva essere stata veramente forte per fargli fare una cosa del genere.

James si sfregò le labbra con la manica della camicia al solo pensiero.

Perché c’era una cosa che aveva imparato in dodici anni di vita: le femmine sono appiccicose. E piangono. Fanno i dispetti. E ti tormentano se non giochi con loro. Ti lanciano gli oggetti se le fai arrabbiare, meglio se pesanti. E, infine, vogliono sempre, sempre, baciarti.

Nonna Molly lo faceva ogni volta che lo vedeva. Rose pretendeva un bacio da tutti per il suo compleanno e per Natale. Dominique teneva il broncio per ore per farsi coccolare. Roxanne, la figlia di zio Geroge, aveva un anno e non faceva altro che piangere o dormire, insomma era ancora più inutile. Victoire, invece, lo trattava come un orsetto di pezza ogni volta che lo vedeva. E poi c’era lei. Lily.

Sua sorella era peggio del diavolo. Quando aveva detto a mamma che probabilmente era posseduta come nei film babbani sui mostri che guardava insieme ad Albus, beh più o meno lo costringeva o lo ricattava a seconda dei casi, si era beccato due settimane di punizione. Solo per aver detto ad alta voce quella che, a suo parere, era la verità. Perché Lily piangeva, gli lanciava ogni oggetto a portata di mano, faceva dispetti, andava da papà lacrimosa quando lui non voleva giocare, era appiccicosa e lo abbracciava quando ne aveva voglia o voleva qualcosa. Perché James, come suo padre, aveva un debole per le bambine con i capelli rossi e, come suo nonno prima di lui, non riusciva a dire di no a un incredibile paio di occhi verdi. In definitiva Lily lo fregava sempre.

La campanella suonò riportandolo nel mondo dei vivi. Il ragazzino lasciò quindi la classe insieme al suo migliore amico, Jason, e Fred, suo cugino, ormai convinto della sua posizione: quella botta doveva essere stata veramente forte e doveva dirlo a Victoire prima che si facesse chissà che idee. Magari avrebbe potuto pensare che erano fidanzati e per Teddy sarebbe stata la fine!

 

 

 

Era tutto pronto e il piano era perfetto. Quando aveva esposto a Fred e Jason la sua teoria era stato pienamente appoggiato dal cugino, che era rimasto schifato quanto lui dalla cosa, mentre invece quel traditore di Jason aveva cercato di fermarlo, dicendo “James fatti gli affari tuoi. Magari sono innamorati davvero!”

Innamorati! Puah! Teddy non era certamente così stupido da innamorarsi. Innamorarsi voleva dire sposarsi, avere dei bambini, insomma era una cosa da grandi. Così aveva liquidato con un gesto annoiato della mano le parole dell’amico ed era andato avanti con il suo piano a cui, fortunatamente, si era aggregato anche Fred. Allora in famiglia c’era qualcuno di intelligente e dotato di buon senso a parte lui!

Il piano che avevano elaborato in realtà era molto semplice, Jason sebbene contrario a quella che lui definiva una pagliacciata si era opposto coraggiosamente, degno di un vero Grifondoro, alla prima idea partorita dal cervello bacato degli altri due, ovvero confondere Victoire con la magia per farle raggiungere autonomamente, e soprattutto senza destare sospetti, la Torre di Astronomia che a quell’ora era sicuramente vuota. Così in caso di crisi isterica dovuta a un cuore spezzato, nel caso la ragazza avesse già avanzato pretese dopo la momentanea perdita di cervello di Lupin, nessuno l’avrebbe vista strapparsi i capelli e buttarsi a terra urlante.

Dopotutto James sapeva che a volte le femmine facevano anche paura e voleva evitare uno spettacolo del genere al resto della scuola. Ma Jason no, li aveva convinti, oddio era una parola un po’ grossa ma in ogni caso l’altro piano era stato degradato come semplice piano B, ad andare a cercarla al termine delle lezioni e chiederle di parlarle. Che stupidaggine! Così noioso, nemmeno dovevano tirare fuori la bacchetta, ma soprattutto sarebbe stato da solo, perché Fred, quello stupido di Fred, si era fatto mettere in punizione subito dopo pranzo per aver colorato i capelli di un Serpeverde del quarto anno di rosso e oro.

Così terminate anche i corsi pomeridiani James si diresse velocemente all’aula di Trasfigurazione, almeno sulle indagini preliminari Jason non aveva trovato niente da ridire, e aspettò la cugina uscire camminando avanti e indietro senza sosta. No, decisamente quel piano non faceva per lui, ma almeno doveva tentare, l’aveva promesso accidenti e un Grifondoro mantiene sempre la parola data.

"Vicky posso parlarti un attimo?" dannazione era arrossito, succedeva sempre quando vedeva lei o Dom o zia Fleur.

Maledette donne francesi e dal sangue strano!

"Problemi Jamie?" si avvicinava pure con un sorriso dolce. Quasi si sentiva in colpa a dirle quelle cose perché anche se lo trattava sempre come un bambolotto gli piaceva abbastanza, magari avrebbe veramente avuto una crisi di pianto.

Intanto si era allontanata dal gruppo di amiche con cui stava parlando pochi secondi prima e che lo guardavano curiose.

"Volevo parlarti di Teddy…" cavolo quelle parole non sembravano nemmeno sue, ma Jason aveva voluto che imparasse il discorso a memoria. No, dico a memoria!

"Dio Jamie, tutto bene? Non sembri nemmeno tu…" appunto, se n’era accorta anche lei, piano d’emergenza, piano d’emergenza.

No, okay poteva farcela. O al diavolo il discorso per cui aveva perso tutta la lezione di Pozioni, avrebbe improvvisato.

"Tu e Teddy non state insieme." oddio finalmente era di nuovo James Potter!

"Cosa?" stupore, irritazione o dolore? Stupore, decisamente. Per ora non doveva temere per la sua vita.

"Ieri vi ho visto bac… alla stazione."

"Lo so ci hai anche chiesto cosa stavamo facendo, no?"  ancora non era arrabbiata, bene.

"Non devi pensare che state insieme solo perché ti ha baciato. Ecco, Jason, non voleva nemmeno che te lo dicessi, ma dovevo farlo, no? Perché Teddy prende un sacco di botte in questo periodo, è sicuramente per quello che ieri alla stazione ti ha…baciato?" l’ultima parola era suonata come una domanda a causa dell’espressione di lei.

Victiore non era arrabbiata, decisamente. Anzi sembrava che stesse per scoppiargli a ridere in faccia.

"Quindi Teddy mi ha baciato perché aveva battuto la testa, giusto Jamie?"

"Beh, per quale altro motivo avrebbe dovuto voler baciare una ragazza?" ora era lui a essere confuso.

"Non è ancora successo, vero Jamie?" quel tono lo stava facendo sentire davvero in colpa. Il sorriso di Vicky era dolce e la voce carica di tenerezza. Gli stava parlando come avrebbe fatto con un fratellino idiota, quando invece lui le aveva appena detto di non farsi illusioni.

"Cosa?"

"Non hai mai baciato una ragazza?"

"Perché dovrei fare una cosa del genere?"

"Non è male, sai."

"Come lo sai, hai provato? A baciare una ragazza, intendo."

Non si erano allontanati abbastanza dalle sue amiche perché loro non potessero cogliere qualche battuta. E lui, adesso, sentiva benissimo le loro risatine. Dio come erano irritanti.

"Scemo. Dico solo che magari qualcuno, più grande di te, moccioso, lo potrebbe trovare interessante e…bello, ecco. Ma non puoi saperlo, giusto?"

"Io so solo che…"

"Jamie, Prometto di non costringere Teddy a sposarmi e portarlo via, chessò in Francia solo perché mi ha baciata, qualunque fosse la motivazione, davvero."

Victoire dicendo quelle parole centrò una situazione, La situazione, che aveva tormentato James dalla mattina prima in stazione. Finalmente lui realizzò quello che era il vero problema.

Non che Teddy fosse improvvisamente impazzito. Non che avesse baciato Victoire, un’appiccicosa femmina. Non che fosse troppo giovane per avere una famiglia.

Jamie non voleva che Teddy se ne andasse. Voleva che ogni settimana cenasse a casa loro. Che gli scrivesse due volte il mese. Che il sabato entrasse di straforo a scuola per chiacchierare un po’ con lui. Che a Natale stesse nella sua squadra durante l’annuale battaglia a palle di neve. Che d’estate nel laghetto vicino casa lo prendesse sulle spalle per farlo tuffare. Che rimanesse il suo fratellone dai capelli azzurri che diventavano blu quando lui combinava qualcosa, ma non riusciva a rimproverarlo severamente.

"Lo prometti davvero, Vicky?" la vocina non era più quella di quel borioso ragazzino che girava per Hogwarts con gli stessi modi spacconi, ma buoni, del nonno paterno. Sembrava un bambino.

"Promesso, James."

James, lei non lo chiamava mai James. Era Jamie, solo Jamie. Il ragazzino che coccolava senza curarsi della sua resistenza. Quello che ancora metteva a letto come se avesse solo quattro anni nonostante le proteste. Quello cui aveva insegnato a nuotare durante l’estate dei suoi sei anni perché Harry Potter era troppo occupato al Ministero. Quello che le leggeva storie dell’orrore per farle dimenticare la paura. Quello che… cavolo a pensarci così sembrava una sorella più grande, un po’ come Teddy. Cavoli a pensarci così non sembrava nemmeno poi tanto male, Vicky.

"Forse non sei una inutile femmina appiccicosa Vicky."

"Forse tu non sei un orsacchiotto senza cervello, Jamie."

"Forse un po’ mi piaci."

"Forse un po’ piaci anche a me."

Ora che ci pensava nessuno, nemmeno Teddy poteva chiamarla Vicky. Solo per lui era Vicky. Solo per lei era Jamie.

Era arrossito di nuovo, ma stavolta non se ne crucciò. Ormai erano soli in corridoio e Vicky sapeva mantenere quel segreto, come aveva sempre fatto. Così, per la prima volta, la abbracciò. Con nessun’altra avrebbe mai fatto una cosa del genere.

Ma con lei non c’era mai stata vergogna, era lei per prima a stropicciarlo ogni volta che si vedevano. Braccia a circondarle la vita e una mano di lei ad accarezzargli i capelli.

Durò un attimo, ma non importava. Lei aveva capito. Tutti e due lo avevano fatto.

"Dillo a qualcuno e negherò fino alla morte." poteva anche piacergli abbastanza, ma da lì ad andare a raccontarlo in giro…

"Non è una cosa di cui vantarsi, essere abbracciate da un moccioso."

Moccioso, anche prima l’aveva chiamato così. C’era un sorriso in quella parola, ogni volta che lo chiamava così. Anche quando l’aveva detto poco prima. Per una volta, la seconda quel giorno in realtà, poteva lasciargliela passare, sentiva che era la cosa giusta. Un ultimo sorriso e se ne andò con una frase così stupida che la fece ridere e mise definitivamente fine a quei discorsi seri, lui che odiava i discorsi seri, ma che quel giorno poteva accettare perfino quello.

Perché era con Vicky. Perché era per Teddy.

 

 

 

Tre ore dopo, James Sirius Potter, entrò nella Sala Comune dei Grifondoro con un sorriso da schiaffi stampato in faccia e l’espressione più soddisfatta che gli si fosse mai vista da quando, l’anno prima, per vendicarsi di Mrs Purr II, il cui miagolio gli era costato una settimana di punizioni per una piccola gita notturna, le aveva trasfigurato la coda, nessuno ancora sapeva come, in una sveglia che suonava ad ogni suo verso facendola spaventare non poco. Si diceva che da allora la gatta avesse seri problemi respiratori. Si diceva anche che da allora non si avvicinasse nemmeno al grifondoro.

Stranamente il piccolo Potter non si diresse dal suo gruppo di amici, ma invece verso uno degli anni più vecchi dove, udite udite, si trovava anche Victoire Weasley. La ragazza, sentendosi tirare per la manica, si voltò trovandosi davanti il cugino e, soprattutto, la sua espressione stralunata.

Non ebbe bisogno di parole, James non dovette farle il nuovo discorso che si era, stavolta da solo, preparato. In un secondo l’espressione soddisfatta di lui si trasferì anche sul volto di lei illuminandola letteralmente. Alcuni ragazzi del quarto anni, lì vicini, inciamparono nei loro piedi vedendola.

Ma Vicky non era tipo da trattenersi, non con il cuginetto preferito almeno. Un urletto di gioia e James si ritrovò soffocato dai capelli della ragazza che lo stava stritolando tra lei sue braccia. Ricambiò la stretta giusto per un secondo prima di staccarsi, non poteva mica rimetterci la faccia solo perché sua cugina era una mezza francese sciroccata.

"Avevo ragione, eh moccioso?" ora il sorriso che sempre accompagnava quel “moccioso” era anche sul suo viso, era un sorriso dolce che non le aveva mai visto, forse solo la mattina prima in stazione con Teddy.

E per la prima volta si sentì un po’ speciale, un po’ privilegiato invece che irritato per come lo trattava.

"Ora non montarti la testa. Se non avessi saputo una cosa del genere, tu che hai cinque anni più di me, voleva dire che eri senza speranza…"

Le concesse un altro abbraccio mortale, o meglio evitò di perdere la faccia mostrando a tutta Grifondoro, che ancora li guardava curiosa, che non era in grado di sottrarsi alle sue braccia. Vicky così fragile e delicata all’apparenza, di fatto aveva più forza di lui se voleva.

Maledette donne francesi dal sangue strano!

 

 

 

Quel sabato Teddy ebbe una bella sorpresa quando spuntò dal passaggio segreto che partiva da Mielandia. Ad aspettarlo non c’era solo James, ma anche Victoire, che ancora non poteva impedirsi di gettare le braccia al collo del cugino ogni volta che le passava davanti, facendolo diventare una specie di pupazzo vivente anche per tutte le sue amiche, tra l’altro. Cosa che James non poteva dire di disprezzare poi così tanto come una settimana prima. Ah beata innocenza andata!

Vicky non si fece problemi a staccare le braccia dal piccolo Potter per gettarsi su quello che ormai poteva considerare il suo fidanzato senza temere recriminazioni.

"Teddy, il nostro piccolo Jamie è diventato grande!"

"Cosa?"

 

Il povero Teddy impiegò tutto il giorno per farsi spiegare la storia dalla sua bella fidanzata che seguiva con gli occhi il ragazzino in ogni sua mossa con una faccia degna di una mamma orgogliosa.

Per chiunque, quel secondo giorno di scuola del secondo anno, avrebbe segnato una svolta nella vita di James Sirius Potter, perché aveva accettato che nel mondo di Teddy, il suo Teddy, ci fosse una persona così importante.

 Ma per Victoire Weasley, quel secondo giorno di scuola del secondo anno, James Sirius Potter era diventato grande perché aveva dato il suo primo bacio.

 

 

 

 

 

Il primo paragrafo di First kiss non appartiene a me, ma è stato ripreso dall'ultimo capitolo di Harry Potter e i Doni della Morte, nel famoso "diciannove anni dopo".

 

Questa storia, insieme a Castelli di carta, sono nate così un po’ per caso un po’ per gioco, ma mi facevano troppa tenerezza per lasciarle a marcire nel pc come succede a molte altre. Così ho deciso per il grande passo e le ho pubblicate. Non mi aspettavo niente da Castelli di carta, è stata scritta nel giro di due ore e invece sembra essere piaciuta. Cavoli, a pensarci ora ho impiegato più tempo a capire come metterla online che a scriverla, ma mi piaceva.

Lo stesso per questa, scritta in tre ore e spero pubblicata in molto meno. Ma non ci scommetterei visto quanto io e la tecnologia siamo compatibili.

L’altra volta ero talmente concentrata che nemmeno ho scritto una nota a fine capitolo, ma stavolta volevo farmi conoscere almeno un po’, anche se sono una di quelle persona che credono che anche una lista della spesa racconti più di mille parole.

 

Se mai leggerai questa piccola storia senza pretese, cara nisba, vedrai che il primo ringraziamento va a te che hai scritto la prima recensione. Ho avuto in faccia un sorriso per almeno due ore pensando a quello che avevi scritto. Sappi che James quando pensa alla polisucco faceva tenerezza anche a me, sono contenta di essere riuscita a trasmettere qualcosa.

Lovely_Mary tantissimi baci e ringraziamenti anche a te. Ammetto di aver letto tante storie molto belle su James e Lily, ma mi piace pensare che sia lei, per una volta, a fare il primo passo, che nonostante la confusione dovuta alla scoperta di quel qualcosa che prova per James la affronta come una vera Grifondoro.

Grazie anche alle persone che hanno letto soltanto, spero di aver dato qualcosa anche a voi..

Rebecca.

   
 
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