“Saul!”
“Heilà Susan! Splendida anche di prima mattina!”
La madre di Laurel era corsa incontro al ragazzo quando, mentre era intenta ad annaffiare le sue begonie, l’aveva visto arrivare.
“Oh Saul! Oggi parti! Non sei nemmeno venuto a cena una volta, quante volte te l’ho chiesto?”
“Lo so Susy, ma sai, ho avuto da fare...”
“Certo certo... oh, c’è anche quel ragazzo... Michael...” disse la donna sbirciando oltre la spalla del riccio “E anche quel William... gira ancora attorno a mia figlia?”
“Sì, credo si girino attorno a vicenda”
“Se penso che tra un paio di mesi sarà a Los Angeles da sola con quel tipo...”
“Da sola? E io che ci sto a fare zia!”
Perla era spuntata dalla porta, nei sui short in jeans e il top corto che fece rimanere Slash senza parole. L’incontro con Michelle e Mandy gli aveva fatto dimenticare per un po’ quanto fosse bella ed eccitante, ma adesso...
“Ciao vichingo! Sei venuto a lasciarmi la carriola?”
“S... si... si!” scrollò la testa ‘cazzo Slash ripigliati!!!’assunse poi la solita faccia furba “sempre che tu riesca ad accenderla”
“Vuoi un’altra dimostrazione? Non ti è bastata quella di ieri?”
Axl era comparso dietro di loro “Hey ciao Perla, signora...” Susan fece solo un cenno del capo “Laurel?”
“Oh arriva, vi accompagnamo all’aeroporto... ci sono anche Sue e Kris”
A sentire il nome di Sue, anche Izzy scese dal pick-up e si avvicinò al gruppo.
“Cazzo Duff, ci hanno piantati qui come due coglioni!”
“Come un coglione Steven, uno solo... tu! Io scendo...”
“Hey! Aspettami!”
Di li a poco scesero anche le tre ragazze. Laurel li vide tutti li, con le loro valige gettate sul pick-up e quei finti sorrisi felici stampati in volto.
Axl si limitò ad avvicinarsi, la presenza di Susan lo metteva stranamente a disagio, proprio lui che di solito se ne fotteva di tutto e di tutti. Fu la ragazza a prendergli la mano e sorridergli.
“Che ne fai del pick-up?” domandò Sue a Izzy.
“Non me lo posso portare... pensavo... Laurel, tuo padre ha un’officina giusto?”
“Si”
“Bhè, questo a Los Angeles non ci arriva... lo lascio a lui. Digli... di farne quello che vuole...”
“Oh... ok...”
“Sei affezionato a questo vecchio catorcio Izzy...” disse Steven quasi stupito della scelta dell’amico.
“Si, ma non me lo posso portare, per cui... allora, andiamo? Siamo in ritardo!”
Slash si avvicinò a salutare Susan, la donna lo abbracciò affettuosamente, quello strambo ragazzo in fondo le sarebbe mancato.
“A proposito, Bill non è in casa?” domandò il riccio.
“No Saul, è in officina”
“Ah... cazzo... peccato, volevo salutarlo...”
“Non preoccuparti, gli dirò che sei passato”
In fretta salirono tutti sul pick-up, Slash insistette per fare il suo ultimo viaggio con il bolide, per cui si infilò nella macchina e subito al suo fianco prese posto Perla.
“Hey! Scendi subito!”
“No... dovresti farmi guidare, arriveremmo prima”
“Non ci pensare nemmeno... se devi stare qui chiudi il becco e non fiatare”
“Nervosetto?”
“No”
“Sembri una checca isterica”
“Te la faccio vedere io la checca isterica se non la smetti!”
“Muoviti Slash! O arriveremo domani mattina!” gli urlò Izzy alla guida del pick-up, passandogli a fianco. Il ragazzo mise in moto e partì.
Il suo sguardo vagava cauto tra le vie della vecchia Seattle mentre lasciava quel poso. Era piuttosto triste, dopotutto ci aveva vissuto per anni in quel posto, e in fondo sapeva che qualcosa di quella topaia perbenista gli sarebbe mancato.
“A cosa pensi?”
“Che?”
“Hai una faccia...”
“Bhè... pensavo che... senti, com’è Los Angeles? Tu ci sei stata no? Studi li... com’è insomma, è fico?”
“Fico... vediamo, è... trepidante, in continuo fermento, eccitante, movimentata, caotica, ma sai... è una delle città più belle che abbia mai visto, perchè ci vedi la vita dentro... è piena di vita... e non intendo la vita da star, le nottate nei locali e cose così... intendo la vita vera... con tutti i suoi lati, belli e brutti”
“Oh...”
“Ti vedo perplesso”
“Non lo so, è solo che cazzo... questo fottuto posto è stato il nostro mondo per anni... e se finiamo nella merda? Voglio dire, diciamocelo, tutto questo è un enorme salto nel buio, che cazzo stiamo facendo?”
“Slash... non avrai paura?”
“Chi? Io paura?! Piccola, non dire cazzate... io non mai paura”
“E allora perchè ti preoccupi tanto? Vai e fai del tuo meglio, quello che sarà sarà...”
“Si, si... hai ragione...”
Improvvisamente, invece di seguire Izzy verso l’aeroporto, Slash voltò bruscamente a destra in un’altra strada, accelerando.
“Che fai?! Ti stai dando alla fuga adesso?!”
“Naaaa...”
“Slash cazzo!”
“Datti una calmata! Voglio solo passare da Bill”
“Ah... ok... per un attimo ho pensato che stessi scappando...”
“Non mi conosci proprio tettona, io non scappo mai, solo quando rubo qualcosa”
“Non chiamarmi così!”
Arrivato davanti all’officina del padre di Laurel, il ragazzo iniziò a strombazzare col clacson fino a quando l’uomo spuntò fuori con aria interrogativa. Sorrise appena vide di chi si trattava.
“Oh Saul! Sei venuto a darci la sveglia! Perla! Ci sei anche tu?” domandò stupito.
“Si zio io e le ragazze stiamo accompagnando questi scimmioni all’aeroporto, ma il pazzo qua ha voluto fare una piccola deviazione...”
“Volevo salutarti cazzo!”
“Mi fa piacere che tu sia venuto, pronto a spiccare il volo?”
“No”
“No?!”
“Ha paura!” rise Perla.
“Smettila non è vero!”
“Paura di cosa Saul?”
“Non ho paura? Ok? Solo che mi mancherà questo posto, sono un tipo nostalgico io!”
“Bhè ma guarda che Seattle mica sprofonda domani.. siamo sempre qui, e potrai tornare quando vuoi... sono sicuro che anche Ola la pensa come me!”
“Slash è tardi sul serio...”
“Si, Bill, grazie di tutto... ci vediamo presto”
“Certo ragazzo, fate buon viaggio”
“Ah! Hey! Ti aspetto ad un nostro concerto! Guarda che ci conto!”
“Come no! Ci verrò con Ola, si che ridere?”
“Ola? Quella spacca il culo a tutti Bill! Andiamo, altrimenti chi li senti quelli!”
Slash mise in moto, e a tutta velocità si diresse verso l’aeroporto.
“Ma che cazzo di fine ha fatto?”
“Non lo so! Era dietro di noi e poi è sparito!”
“Si è imboscato con Perla!”
“Smettila Steven! Se non arriva entro cinque minuti lo ammazzo!”
“Eccoli!”
Laurel indicò il bolide rosso che spuntò da dietro l’angolo, parcheggiando velocemente. I due ragazzi scesero e Slash lanciò le chiavi a Perla, che le prese al volo.
“Trattala bene o farai conti con me!”
“Che paura”
“No dico sul serio Perla, se ci trovo anche solo un graffio, ti magio!”
“Ok, ok... te la riporto tale e quale ad ora il tuo gioiellino...”
“Buon per te... hey piccola....” Slash si chinò sul cofano rosso fiammante accarezzandolo, sotto gli occhi allibiti di tutti “mi mancherai, ma ci vedremo presto ok? E stai tranquilla, se quella pazza ti fa qualcosa dimmelo...”
“Ma sei scemo?!” urlò Duff “Siamo in ritardo cazzo! E tu ti metti a parlare con una macchina?!”
“Eddai Duff! Un po’ di sensibilità, lo sai quanto ci tiene!”
“Izzy non ti ci mettere anche tu!”
“Ma che hai ti ha morso una tarantola stamattina?!”
“Fanculo Adler!”
Il biondo si staccò dal gruppo, prendendo la sua valigia ed entrando all’aeroporto, incamminandosi da solo verso il gate dove avevano appuntamento con Brixx.
“Ma che cazzo gli prende?” domandò Steven.
“Lasciatelo in pace” rispose semplicemente Axl andandogli dietro.
“Ma che hanno tutti quanti?!”
“Steven finiscila di fare domande come un piscialetto...” gli disse Slash spingendolo e prendendo Laurel per mano per poi entrare, così come Kris, Izzy e Sue.
“Ma che ho detto?!” Steven scosse la testa sconsolato, e li seguì all’interno.
Axl aveva nel frattempo raggiunto Duff che camminava spedito.
“Hey! Tutto ok?”
“Si”
“Non mi pare”
“Ma che vuoi?!” sbottò il biondo fermandosi di colpo e voltandosi a fissare Axl.
“Che ti calmi tanto per cominciare...”
“Sono calmo”
“Non direi... Duff, ti conosco troppo bene, non mi fotti amico... che cazzo ti prende?!” Duff sospirò girando lo sguardo di alto. Non era molto difficile da capire, specie dopo la discussione che avevano avuto quella notte “Perchè non la chimi?”
“Cosa?”
“Hai capito, chiamala... abbiamo ancora un po’ di tempo...”
“No, io non...”
“Duff muovi quel cazzo di culo e vai al telefono! O ti ci trascino per i capelli!”
Duff guardò Axl, poi sorrise.
“Grazie”
“Muoviti...”
Corse al telefono più vicino, e ringraziò di avere in tasca qualche moneta... compose il numero tu tu tu tu... niente... riprovò e riprovò, ma non rispose nessuno.
“Merda!”
***
“Mandy la finsci di fumare? Non si respira!”
“Sono nervosa...”
“Me ne sono accorta... Senti perchè non ci facciamo una bevuta e non ci pensi più?”
“Perchè ci penserei lo stesso Isa!”
Le due ragazze erano sedute sul divano a casa di Mandy. Era tornata li dopo la notte con Slash, si sentiva a pezzi. Aveva chiamato l’amica in lacrime raccontandole tutto quello che era successo, compresa la sua piccola parentesi di sesso con il riccio. Non si era arrabbiata, dopotutto se era vero che Slash le piaceva, era anche vero che non glie ne importava per più di una buona scopata.
“Senti, perchè non provi di nuovo a parlarci allora?”
“Ma se mi ha mandato a fanculo!”
“Era arrabbiato Mandy! Lo sai come sono... un vaffanculo e sperano di risolvere tutto... non ce l’aveva con te, ne sono sicura... è solo che sta male anche lui, cerca di capirlo...”
“Io ho sempre cercato di capirlo, ma... cazzo! Anche lui dovrebbe cercare di capire me!”
“E secondo te perchè ancora non si è visto?”
“Cosa vuoi dire?”
“Che se non si è ancora fatto vivo pregandoti di andare con lui è solo perchè sa che hai ragione e non vuole obbligarti a fare qualcosa di cui poi potresti pentirti”
“Dici?”
“Dico dico...”
“RAGAZZEEEEEEE! Generi di conforto in arrivo!”
“Jake! Quanto tempo ci hai messo?!”
“Hey! Non sono Speedy Gonzales! Sono dovuto andare fino all’Highway per questi!” Sbottò il ragazzo gettando sul tavolino la scatola piena di donuts al cioccolato.
“Grazie Jake, sei fantastico” sorrise Amanda.
“Lo so zuccherino... tieni affoga le tue amarezze in questo ammasso di calorie”
Le ragazze si avventarono sui donuts.
“Tu Isa vacci piano, primo non sei tu quella depressa e poi hai già due chiappe in via di espansione!”
“Fotitti Jake!”
“Hey! Io non sono depressa...”
“No bambina, certo che no... su su... avanti mangiane un altro!”
“Mi vuoi ingozzare per caso?!”
“Ti farà bene un po’ di zucchero”
La ragazza sospirò “Non so che fare Jake...”
“Sai che farei io?”
“Cosa?”
“Chiamerei un taxi e mi fionderei all’aeroporto...”
“Non voglio andare a...”
“Non ho detto che devi partire... ma non credi sia meglio vederlo per un’ultima volta in maniera civile? E magari fare un bel finale esplosivo, già me lo vedo... lui ti vede... tu ti blocchi guardandolo nei suoi immensi occhioni verdi da felino... lui sbatte per terra la valigia e cammina verso di te... tu gli corri incontro saltandogli tra le braccia... lui ti stringe stretta stretta e ti da un bacio da guinnes! Mio dio che emozione!!!”
“Certo che ne hai di fantasia...” commentò Isabell ridendo.
“Ehhhh... si, quante volte l’ho sognato...”
“Di saltare in braccio a Duff?!”
“Fatti i fatti tuoi strega! Allora tesoro, hai capito cosa farei io?”
Amanda fissava il pavimento muovendo nervosamente la gamba e smangiucchiandosi un unghia. Le parole di Jake le frullavano in testa martellandola. Forse aveva ragione. Certo sarebbe stato più difficile staccarsi da lui, ma almeno avrebbero chiarito le cose e non sarebbe rimasta con l’amaro in bocca. Scattò in piedi.
“Devo andare”
“Oh ti sei decisa! Ti chiamo un taxi!”
“No aspetta! Io sono qui con la mia auto! Forza andiamo!”
“Jake fermo, guido io! Col tuo passo arriveremo domani mattina!”
Isa rubò le chiavi dell’auto dalle mani di Jake e prendendo Mandy per mano si fiondò in strada.
“Aspettatemiiiiiiiii!!!!!” urlava il ragazzo correndole dietro.
***
“Niente?” domandò il rosso quando Duff li raggiunse al check in.
“Niente... non è in casa”
“Finalmente!” la voce di Brixx tuonò nell’atrio “in ritardo come sempre!”
“Bhè ora siamo qua” disse semplicemente Axl.
“Bene...”
“Dov’è Niven?”
“E’ già a Los Angeles, è partito un paio di giorni fa per sbrigare degli affari. Forza, salutate chi dovete, è ora di andare”
“I nostro strumenti?” chiese Slash con un po’ di ansia.
“Non preoccuparti, sono già stati portati là dove alloggerete, forza facciamo il check in e andiamo all’aereo”
Era giunto il momento. Axl si avvicinò a Laurel stringendola in un forte abbraccio. Le accarezzava i capelli, sentiva che era sul punto di piangere.
“Ci rivedremo presto”
Laurel non rispose, nascose il viso nel suo cpllo, inspirando il famigliare odore della sua pelle cercando di memorizzarlo. Le sollevò il viso e la baciò a lungo.
Izzy fece lo stesso con Sue, quel ragazzo era diventato sempre più importante per la ragazza che ora non sapeva accettare completamente il fatto che se ne sarebbe andato.
“Sono solo due mesi...” continuava a ripetersi per convincersi che in fondo non era troppo tempo... ma il punto non era quello. Il punto è che come Izzy aveva detto, nessuno sapeva che fine avrebbero fatto e come sarebbero andate le cose. In quei due mesi poteva succedere di tutto, e la ragazza temeva che al loro arrivo a Los Angeles il prossimo settembre, le cose sarebbero state ben diverse per loro.
“Ti chiamerò...” gli sussurrò lui in un orecchio.
Steven quasi stritolò Kris, i due erano molto affezionarti, ma senza dubbio quelli che meno avevano problemi a doversi lasciare... se non per il fatto che Steven sapeva che la ragazza non li avrebbe raggiunti.
“Mi mancherai scimmione...”
“Anche tu” disse semplicemente, ed era la cosa più sincera che avesse mai detto.
Duff se ne stava da solo in un angolo. Aveva salutato velocemente Sue e Kris con un abbraccio, ma era nervoso, si vedeva lontano un miglio. Laurel sui avvicinò a lui, non sapeva bene cosa dire, ma vederlo così le faceva un brutto effetto. In realtà avrebbe avuto voglia di abbracciarlo forte, dirgli di non preoccuparsi, che sarebbe andato tutto bene e... che gli voleva bene... invece si limitò a qualche parola.
“Ciao Duff... ci… ci vediamo…”
“Ciao” rispose freddo.
Laurel si voltò e fece qualche passo allontanandosi, quando il ragazzo in un impeto le si slanciò contro afferrandole il braccio, e voltandola verso di se. Poi l’abbracciò, immergendo il viso nei suoi capelli, senza dire altro. Non sarebbe servito. Axl stette a guardare, per un attimo ebbe l’istinto di staccarlo da lei e magari spaccargli la faccia, ma fortunatamente la ragione lo fece ravvedere. Non era il caso, non questa volta. Per cui cambiò direzione dello sguardo concentrandosi su altro, e facendo finta di nulla. Slash lo notò ‘aprezzabile Rose, davvero aprezzabile...’
“Allora Slash, è arrivato il momento dei saluti”
“Così pare Perlina”
La ragazza sorrise, iniziava ad abituarsi alla sua presenza, e ora se ne doveva andare.
“Bhè, ci vediamo presto, a quanto pare non mi libererò di te tanto facilmente”
“Dillo che ti fa solo piacere”
“Mai!”
Le labbra di Slash erano arrivate a pochi centimetri dal suo volto. Il riccio sapeva di poler annullare quella distanza in pochi attimi ‘un bacio, solo un bacio...’
“Non ci provare...” sibilò Perla quasi a leggergli nel pensiero.
Slash si allontanò sconsolato. Quando all’improvviso, senza nemmeno che se ne rendesse conto, per una sola fantastica frazione di secondo, fu Perla a posare le sue labbra sulle sua bocca carnosa e calda. Rimase biasito per un attimo, poi sul suo viso apparve un’espressine compiaciuta accompagnata da un sorrisetto malizioso.
“Non montarti la testa, era solo un saluto”
“Oh si, come no” disse ammirando la ragazza che si era voltata per andare a salutare gli altri “Sei mia baby, sei mia...” aggiunse poi a mezza voce gongolando.
“Hey principessa!”anche per Slash e Laurel era giunto il momento dei saluti “che cos’è questa faccia, non andiamo mica in guerra! Corriamo incontro alla nostra vittoria, alla fama mondiale, alle vette della musica e al...”
“Ok, Slash ho capto!”
“Oh... si... allora non fare quella faccia triste ok? Ci rivedremo presto io e te... so che sarà difficile starmi lontano, ma dai, passano in fretta due mesi”
“Lo so... mi mancherai”
“Anche tu... e… Laury... dimmi un po’... ti mancherò più i o quel rotto in culo di Axl?”
“Ma che domande mi fai?!”
“Fottiti Slash!” gli urlò Axl facendogli il dito.
“Hey! Sono stato io a iniziare tutto quindi non rompere ok?! Ricordi quando ci siamo conosciuti?”
“Si... mi sei venuto addosso in corridoio...”
“Già!”
“E hai insistito per accompagnarmi a casa”
“Già… sono un drago...”
“No sei solo un rompi coglioni!”
“Ahhh avete finito di starmi addosso? Adler vai a pisciare ok? Dicevo... bhè cazzo... ne abbiamo fatte insieme... ti ricordi quando ho menato Jessy?”
“Sì... e le hai anche prese...” Laurel rise ricordando quei momenti.
“Solo perchè mi hanno colto di sorpresa! Ma hey... cos’è quella lacrima... Laury... dai adesso che Axl è girato!” Slash la strinse a se, baciandola sulle labbra.
Un bacio fugace, ma allo stesso tempo carico di amore. Una amore diverso da quello comunemente detto, ma pur sempre amore. Quando si staccò facendo finta di nulla Laurel rise. Le sarebbe mancato tremendamente.
“Allora, avete finito?” li richiamò Maxweel.
“Si si arriviamo...” di nuovo Axl abbracciò Laurel.
“I think about you... honey... ricordatelo...” le baciò la fronte e poi si staccò da lei, scomparendo insieme agli altri dietro il banco del check in.
Se ne erano andati.
Perla abbracciò Laurel per le spalle insieme alle altre due ragazze se ne andarono alla grande vetrata che dava sulla pista, dove era già pronto l’aereo che li avrebbe portati sulla via del successo.
***
“Corri Mandy!”
La macchina di Jake si fermò davanti all’ingresso e Mandy scese veloce correndo a più non posso all’interno dell’aeroporto. Scrutò velocemente il tabellone alla ricerca del volo per Los Angeles.
“Uscita 3...”
Si precipitò verso l’uscita. Doveva vederlo, doveva parlarci... abbracciarlo per l’ultima volta. Arrivo davanti alla grande vetrata, eccolo… se ne stava salendo all’aereo con gli altri, era arrivata troppo tardi. Picchiò sul vetro urlando.
“Duff! DUUUUUFF!!!” ansimava e le lacrime scorrevano ormai dai suoi occhi “Merda... MERDA!!!” urlò picchiando un pugno contro il vetro. Chiuse gli occhi cercando di calmarsi. C’era gente li, non voleva dare spettacolo.
Ma le ragazze l’avevano vista. Laurel si avvicinò a lei cauta, quasi temendo la sua reazione. Non aveva mai avuto grandi rapporti con lei. Mandy era sempre stata fredda nei suoi confronti e sapeva anche qual’era il motivo. Ma vederla così comunque le dispiaceva, perchè immaginava come potesse sentirsi in quel momento.
“Amanda...” sussurrò piano.
La ragazza al momento fece finta di nulla, pareva non averla nemmeno sentita. Poi di colpo si voltò, il viso rosso e rigato dalle lacrime, e un’espressione furente. Sembrava una bambina senza trucco il trucco che era solita portare.
“Che cazzo vuoi si può sapere?! Sei contenta? E’ tutta colpa tua” sbraitò tra i singhiozzi.
Laurel arretrò di qualche passo colpita e ferita da quella reazione. Provava così tanto rancore nei suoi confronti? Evidentemente si. Ma poteva capirla... in fondo se Duff non si fosse incaponito a stare dietro a lei, a quest’ora anche Mandy sarebbe stata su quell’aereo, felice al suo fianco.
“Vieni Laurel, non darle retta…” Sue la trascinò via insieme a Kris. Non la giudicavano, stava male, e le ragazze sapevano capire quel genere di situazioni.
Solo Perla rimase li, anche lei capiva perfettamente la situazione, ma quella sbottata non le era piaciuta.
“Hey”
“Che vuoi?”
“Non pensi di avere esagerato?”
“Oh vaffanculo! Perché non mi lasciate in pace tu e le altre signorine per bene!!!”
“Senti so che stai male, ma pensi davvero che trattare Laurel in quel modo migliori le cose? Ti senti meglio per caso?”
Aveva ragione. Se l’era presa con lei perchè le era venuto facile... ma dopotutto nemmeno Laurel aveva colpa di quello che era successo. Nessuno ne aveva.
“Se ti può far sentire meglio lui non ce l’ha con te... ti stava chiamando prima ma non ti ha trovata...”
Mandy sorrise tra le lacrime “Perfetto... lui cercava di chiamarmi e io cercavo di raggiungerlo... destino infame eh?”
Perla le posò una mano sulla spalla e le passò un fazzoletto “Senti, noi tra un paio di mesi prendiamo la macchina e ci facciamo un bel viaggetto fino a Los Angeles... se ti va di venire...”
“Non cambierò idea”
“Bhè, in caso contrario sai dove trovarci...”
“Grazie...”
“Andiamo adesso...”
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Bene... e con questo capitolo siamo giunti alla conclusione di questa storia... o almeno della prima parte!
Si perchè ora continuerò aprendo un'altra storia, il seguito di questa! Hey, quando l'ho iniziata non credevo di farla così lunga! Ma chi è anche autrice lo sa, più scrivi più scrivi... e così siamo arrivati a 97 capitoli. Come avrete notato al titolo ho aggiunto una specie di 'sottotitolo', you could be mine... chissà a chi si riferisce :-P... L'altra si chiamerà sempre walk throgh the fire e qualcos'altro, ancora devo decidere!
Colgo l'occasione per ringraziare tutti di cuore, tutti quelli che capitolo per capitolo mi hanno seguita, chi ha letto soltando e soprattutto chi ha commentato, invogliandomi ad andare avanti... Spero mi seguirete anche con il seguito di questa ff! A presto, Lau