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Autore: Feel Good Inc    07/08/2010    3 recensioni
Kingdom Hearts e Walt Disney: gli incontri mai visti.
#01: Xemnas | Grimilde ~ Qualcosa che si è perso una volta non tornerà mai più indietro. Kuroshitsuji
#02: Xigbar | Megara ~ La vera libertà è potere ogni cosa sopra se stesso. Michel de Montaigne
#03: Xaldin | Pocahontas ~ Le dune si trasformano con il vento ma il deserto rimane sempre uguale. Paulo Coelho
#04: Vexen | Stregatto ~ Io sono uno scienziato, non un filosofo! Frankenstein Junior
#05: Lexaeus | Aurora ~ Il segreto del canto risiede tra la vibrazione della voce ed il battito del cuore di chi ascolta. Kahlil Gibran
#06: Zexion | Peter Pan ~ Perché non voli? Faresti prima. Paulie, il pappagallo che parlava troppo
#07: Saïx | Bestia ~ Non esiste il bene o il male. Esiste solo il potere, e quelli troppo deboli per averlo. Harry Potter e la Pietra Filosofale
#08: Axel | Ade ~ Odiare ed essere odiati: non mi piacciono queste cose. Ghost Hunt
#09: Demyx | Ariel ~ Uomo libero, amerai sempre il mare! Charles Baudelaire
#10: Luxord | Esmeralda ~ Il destino mescola le carte ma siamo noi a giocarle. Arthur Schopenhauer
#11: Marluxia | Biancaneve ~ Questo nostro caduco e fragil bene / ch’è vento ed ombra ed à nome beltade. Francesco Petrarca
#12: Larxene | Clopin ~ E dopotutto cos’è una bugia? Solo la verità in maschera. George Byron
#13: Roxas | Stitch ~ Chi ti vuol bene ti fa piangere. Miguel De Cervantes
#14: Xion | Tarzan ~ Quando sei miserabile cerchi qualcosa che sia più miserabile di te. Elfen Lied
#Epilogo: Sora | Merlino ~ Come corpo ognuno è singolo, come anima mai. Herman Hesse
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Altro Personaggio, Organizzazione XIII, Sora, Xion
Note: Cross-over, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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VII

È la volta di Saïx! Vi confesso che non mi piace molto questo personaggio .__. Non è stato facile trovare una trama in cui coinvolgerlo, anche perché lui è il membro meno ‘attivo’ dell’Organizzazione dopo Xemnas, nel senso che non ha alcun ruolo in 358/2 days se non quello di assegnare le missioni agli altri membri. Ma alla fine ho trovato un’analogia che mi è sembrata buona e… Beh, ecco a voi il risultato.

Ringrazio profondamente le tre recensioni!

Dany92: Anch’io adoro Peter *-* E ho voluto giocare proprio su quel contrasto assurdo tra lui e Zexion. Perché, sotto sotto, a me Zexion sa di puccioso. xD Sono felice che ti sia piaciuto! (Nessuno meglio di me può capirti; Roxas è sempre un colpo al cuore. <3 Quando seppi che lo doppiava Jesse McCartney mi sono un po’ allarmata, ma alla fine il risultato mi è sembrato più che buono xD Nuu, stai seguendo Kuroshitsuji?! Kyah, Ciel vestito da ragazza che viene molestato dal Visconte è una sagoma xD E hai visto la scena del corpetto? Yaoi spudorato o__ò ! xD) Un bacio e a presto!

Sarephen: Ti adoro. No, sul serio. Ho letto la tua recensione a Come in un film e ho detto queste esatte parole, e adesso le ripeto. Ti adoro. La precedente recensione è arrivata, tranquilla; e anche di quella non so come ringraziarti. Mi hai commossa, dico davvero. <3 Spero che anche questo capitolo ti piaccia!

kimagattinanera: Lol, anche per me è stato divertente abbinare Vexen allo Stregatto xD Grazie mille per il tuo commento!

Grazie anche a chi si limita a leggere. Vi lascio al capitolo ^^

 

 

Prompt: #14. Bad and good, black and white – there is no such thing

Rating: Giallo

Genere: Drammatico

Ambientazione: Circa la prima settimana di 358/2 days

 

 

 

 

 

VII

 

 

 

 

 

 

 

 

Non esiste il bene o il male. Esiste solo il potere, e quelli troppo deboli per averlo.

{ Harry Potter e la Pietra Filosofale }

 

 

 

 

 

 

 

Il prigioniero ansima di fatica. Il corpo immenso, abbandonato sul pavimento della fredda cella in cui lo tengono rinchiuso da giorni, è scosso da tremiti, il petto si abbassa e si solleva in quella corsa infinita che è il respiro di una creatura stanca. Il muso contorto in un’espressione di sofferenza, i denti aguzzi baluginanti nella penombra, gli artigli scheggiati.

Bestia, lo chiamano ora. Perché ha perso il suo nome nello stesso momento in cui ha perso la sua umanità.

Eppure mai nessuno direbbe che non è umano, pensando al modo in cui si ostina a resistere.

Il motivo di quegli artigli rotti, di quel dolore nei tratti, di quel corpo esausto è l’attaccamento a quella stessa umanità che la Bestia ha già perso e che vuole tenersi stretta anche se da anni per lui è già troppo tardi.

Ha percosso le pareti, preso a pugni il pavimento, morso le sbarre, e malgrado la sconfitta non si arrende ancora.

Il carceriere lo guarda e pensa che vorrebbe averne tanti di mostri come lui.

Si avvicina, lo studia attentamente, senza una parola, ma le bestie hanno sensi molto più fini di quelli degli esseri umani. Il prigioniero tiene gli occhi chiusi, ma ringhia alla sua presenza – due file di denti pericolosi in vari modi.

« Non ne avete ancora abbastanza? »

È la Bestia a pronunciare quelle parole, che suonerebbero molto più giuste dalle labbra del Nessuno al di qua delle sbarre. Saïx resta impassibile a quella dimostrazione di fierezza, ma sente che non molti altri saprebbero dissimulare la riverenza di fronte a tanta forza d’animo.

« Questo è esattamente ciò che ero venuto a dirti. »

La Bestia si tira su di scatto, spalancando gli occhi ferini, e sputa veleno e bile ai suoi piedi, al di là delle sbarre.

« Non cederò mai. Mai. »

« Tu non hai bisogno del mondo là fuori. » Lo circuisce: sa che è inutile, ma non può fare altrimenti. Lui è uguale a loro, in quel cuore che ancora ha. « Non riesci a capire? Rifletti. Sposando la nostra causa avrai tutto ciò che desideri. Avrai il potere di un cuore che potrà conferirti un nuovo aspetto, l’aspetto di uomo che ti è stato negato per pura presunzione di giudizio. Perché non accetti di lavorare con noi? È ciò che di meglio potrai mai ottenere. »

Il prigioniero resta immobile nel centro della cella, a ringhiare la sua rabbia contro un essere che non può comprenderla semplicemente perché non ricorda cosa sia.

« Quelli come te non possono capire » risponde, e questa volta la sua voce è bassa e roca, trattenuta. Quasi a voler fargli capire, invece. « Menti a te stesso, uomo. Io non sono come voi. Anche se ho perso mani e piedi e le mie membra si sono riempite di una forza animale, riesco ancora a discernere la differenza tra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. »

Saïx scaccia via quelle parole e l’ironia di cui gronda la parola ‘uomo’ con un unico gesto secco della mano.

« Giusto o sbagliato, male o bene… Credi davvero che esista tutto ciò? Sei abbastanza intelligente da capire che nulla è sbagliato e nulla è giusto, ma che tutto esiste in funzione di uno scopo. Tornare ad essere veri uomini è ciò di cui abbiamo bisogno, tu ed io e i miei compagni. Non è giusto, non è sbagliato, è unicamente il nostro obiettivo. »

La Bestia, di colpo, sembra una creatura sfinita. Sospira e con un braccio afferra una delle aste di ferro che li dividono e che segnano solo i confini fisici della sua prigione. Forse potrebbe riuscire a piegarla, ma forse non ne ha più la forza o forse non ne ha più la voglia.

« Tu non sai… Non sai… »

« Cosa, non so? »

Si passa una zampa artigliata sul muso. Un gesto tanto repentino che gli artigli incidono la carne e un taglio scuro compare sulla sua guancia, ma lui non sembra neppure accorgersene. La lascia cadere e si abbandona contro la parete. La sua voce non è ancora quella della sconfitta.

« Tempo fa, probabilmente ti avrei obbedito. Avrei seguito la tua strada senza protestare. Vedi, anch’io come te non avevo nulla… Nulla da perdere. »

Si interrompe, come a sfidarlo di volerlo contraddire. Saïx tace. Non può contraddirlo. I Nessuno non hanno nulla, e quel poco che hanno è per loro fonte di tormento e rimpianto. O di qualcosa che sembra essere tale.

« Ma poi… » La Bestia abbassa la voce, china il capo e sorride. E non c’è più traccia dell’animale in quel sorriso. « Poi è arrivata lei. »

« Conosco la tua storia. » Saïx ripete lo stesso gesto; non ne capisce il motivo, ma non intende più ascoltarlo. « Di come pensi che quella giovane sia la persona che spezzerà la tua maledizione. Tuttavia ti ripeto che non hai bisogno di illuderti. Non hai bisogno di lei Adam. »

Gli occhi della Bestia tornano a scintillare d’ira, e con il loro bagliore spezzano l’oscurità della stanza e del mondo intero.

Forse gli ha fatto male udire di nuovo il proprio vecchio nome, o forse semplicemente le parole che sono venute prima.

« Cosa ne sai, tu, di ciò di cui ho bisogno io? »

È un lampo: prima di vedere il suo movimento, Saïx sente alla gola la morsa delle sue zampe bruscamente infilate tra le sbarre. Cerca di recuperare il fiato, gli occhi a poca distanza dalle fauci della Bestia.

« Cosa ne sai, tu, di un’ossessione che ti fa stare bene anziché male? »

Racimola abbastanza forze da evocare la sua Claymore. Cerca di colpire il mostro che gli sta di fronte, ma il risultato è che le sbarre vengono danneggiate, e che la Bestia, ringhiando, inizia a forzarle per uscire dalla cella.

« Cosa ne sai, tu, della speranza e della fiducia? »

Gli salta addosso. Saïx cerca nuovamente e ripetutamente di colpirlo, ma la Bestia è fuori di sé e la disperazione lo rende innaturalmente lucido. Evita ogni suo colpo, finché è abbastanza vicino da posargli gli artigli sul petto e gettarlo a terra, calando su di lui. La sua bocca è un tunnel nero famelico e pulsante di ferocia.

« Cosa ne sai, tu, dell’amore? »

E ad un tratto, proprio quando Saïx si vede perduto, la Bestia si ferma.

È come se un’ombra si diradasse lentamente dal suo volto. I lineamenti contratti si distendono, gli occhi perdono quella luce folle e assassina che li animava, e alla rabbia si sovrappongono uno ad uno stupore, fatica e infine il nulla assoluto.

La stretta su di lui si allenta e il mostro si ritrae lentamente, alzandosi sulle zampe posteriori, come un essere umano.

Saïx esita per qualche istante, ma rendendosi conto che l’altro non intende attaccarlo di nuovo si decide infine a sollevarsi su di un gomito, stupito dalla sua resa.

La Bestia lo guarda a lungo, con gli occhi che potrebbe avere un vecchio che ha visto scorrere la vita del cosmo.

« Le nostre strade sono diverse. » Nel silenzio, la sua voce è il sussurro del soldato reduce da una guerra che non ha mai voluto combattere. « Qui ci dividiamo definitivamente. Segui la tua. Io seguirò la mia. »

Scatta verso l’unica porta della segreta, lasciandogli addosso solo una goccia del suo stesso sangue, scorso via dalla ferita che si è procurato da solo, in quell’attimo di debolezza rappresentato dal pensiero di ‘lei’.

E sparisce nel buio di fuori.

Saïx si alza con gesti cauti, lenti. Riflette. È stata dura catturarlo. Sarà impossibile riprenderlo. A questo punto, non gli resta che inviare il custode del Keyblade al Castello della Bestia, e di stare a guardare.

Raccoglie la Claymore e si volta a guardare con disprezzo le sbarre distrutte sparse sul pavimento. Alla fine, non è neppure riuscito ad ucciderlo.

Debole.

Eppure, se ripensa al suo sguardo, alle sue parole, alla sua voce mentre parlava di Belle, non può fare a meno di chiedersi se la Bestia non sia in realtà molto più umano di chiunque altro abbia mai conosciuto, dotato di cuore o meno.

   
 
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