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Autore: _Ella_    12/08/2010    7 recensioni
Era gay, bene, ed era innamorato di una persona che aveva odiato fino a poco tempo prima. Meglio ancora. "And so the prince bite the princess and they lived happily forever"
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Axel, Roxas, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto, Contesto generale/vago
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Ecco il capitolo che, a quanto pare, aspettavate per sapere che diamine è successo! So che mi impiccherete per avervi fatto piangere "pen niente" ma sono abbastanza cattiva e stronza ù.ù Sono bastarda dentro!
In ogni caso, vi ringrazio per le splendide recensioni e mi scuso in anticipo perchè il capitolo non è molto lungo! *si inchina*

 

 

 

 

 

 

Game over

Sbatté più volte le palpebre, era tutto bianco, poco definito proprio come una nuvola, una luce l’accecò. Sono in paradiso?
-È sveglio!- urlarono e piano quel bianco divenne consistente, mostrandogli il vetro che c’era a diversi passi dal suo letto, il medico che muoveva la lucina sui suoi occhi -Sta benone, solo un po’ scosso-.
Saltò a sedere, sentendosi dire che doveva stendersi, che doveva stare calmo. Vide sua madre entrare, abbracciarlo stretto. Sono vivo?! Che era successo? Un miracolo, forse?
-Che diavolo succede?!- urlò, ferendosi la gola
-Amore, sei stato in coma per tre giorni… quel bullo, lunedì a scuola ti ha fatto sbattere la testa contro il muro-.
Sgranò gli occhi, che diamine stava dicendo? Che era stato tutto un sogno? Che aveva sognato un anno della sua vita?! Un anno stupendo, in cui stava con Axel e in cui poi, alla fine, moriva? Si sentiva anche più vecchio, per la miseria!
-Lo denunceremo non appena uscirai da qui, purtroppo non potrà espulso perché è successo tutto fuori orario scolastico-.
Cercò di calmarsi, era tutto come un anno fa… no, era come aveva sognato.
-Non voglio che lo denunci, perché io lo amo, mamma-.
Eppure, ora non poteva sapere se il rosso avesse ricambiato il sentimento, ora doveva ricominciare daccapo. Sospirò, sua madre aveva gli occhi sgranati. Come un videogioco. Era morto ed ora ricominciava dall’ultima volta che aveva salvato, era così snervante. Avrebbe dovuto riconquistare Axel, richiedergli di lasciarlo stare, poi di morderlo… Aspetta un momento, è come una seconda chance! Posso cambiare le sorti, posso velocizzare, posso soffrire di meno!
Era strano, credeva che tutto fosse uguale al sogno una volta uscito dall’ospedale, eppure non era così. Tutto era diverso, come se tutto fosse stato cancellato ed ora riscritto; non doveva pensarci, era un sogno… un sogno davvero reale ma pur sempre immaginario e doveva dimenticarlo, sebbene ricordasse ogni minimo particolare e se pensava che con Axel non aveva fatto niente di niente gli montava la rabbia perché aveva paura che sarebbe stato tutto diverso.
Aveva una piccola cicatrice dietro la nuca, coperta dai capelli biondi, per fortuna non glieli avevano tagliati tutti… si stava facendo raccontare da Sora quello che era successo in quei giorni, per tenersi aggiornato, insomma. Axel era sempre il solito bullo, ora molto più incazzato di prima e per colpa sua. Disse anche che lo trattava un po’ male. Ma io lo amo lo stesso. Già, lo amava lo stesso e voleva vederlo. Lasciò il suo gemello senza dire niente, facendogli morire le parole in gola. Infilò la felpa ed uscì fuori, correndo verso casa di Axel… sempre se quello non fosse un ricordo del suo sogno. Eppure, quasi per fortuna, la casa era lì, come la ricordava. Vide il Liberty verde mela e fu felice che il rosso fosse in casa, ora che notava si sentiva anche la musica di Demyx provenire dalla stessa villa; bene, almeno non sarebbe morto. Bussò, deglutì quando gli occhi verdi si puntarono su di lui squadrandolo dall’alto in passo, poi si piantarono nei suoi occhi.
-Che cazzo vuoi, nanerottolo?- un brivido gli percorse la schiena, l’ultima volta che l’aveva chiamato così l’aveva posseduto per tre ore… arrossì a quel pensiero ma per fortuna a salvarlo ci fu il biondo, che prendendolo per un braccio lo strattonò dentro, buttando per aria Axel e chiudendo la porta
-Chiedigli scusa!- fece, le braccia incrociate al petto -L’hai fatto rimanere in coma per tre giorni, tre!-
-N-no, sono io che volevo scusarmi- i due lo fissarono sconcertati -Insomma, non avrei dovuto dirti quelle cose io non… scusa- sospirò infine, guardandolo negli occhi -E con le scuse voglio anche dire che sono riuscito a non farti denunciare-
-Ora scommetto che ti devo un favore- sbuffò il più grande, il suo ragazzo immaginario
-Vorrei solo parlarti, nient’altro-.
Il Notturno Melodico sorrise, scompigliandogli i capelli, uscendo e dicendo che avrebbero dovuto fare pace o lui si sarebbe infuriato. Calò un silenzio imbarazzante, caspita quanto gli mancava ciò che aveva sognato. Sospirò, ora o mai più.
-Sai, devo ringraziarti per questi tre giorni di coma- Axel alzò un sopracciglio per guardarlo, che diavolo farneticava -Ho sognato, un sogno lungo quasi un anno… un anno maledettamente bello-.
Forse, dettato da quella che era stata un cieca fiducia verso di lui, un amore cieco che era stato devastante. Arrossì, nel dirgli di loro, ma lo guardò negli occhi serio, vedendo che più parlava più il rosso pendeva dalle sue labbra. Non si risparmiò niente, dai mesi che aveva pianto per non potergli parlare a quando gli aveva chiesto di essere morso, quando si erano baciati per la prima volta e quando avevano fatto l’amore in quelle splendide coperte di seta… ricordava tutto alla perfezione, sentiva le sensazioni sulla sua pelle. Si fissò la mano destra, peccato non avere quel polsino e quegli anelli, si toccò la gola dispiacendosi che non vi ci fosse il ciondolo. Una lacrima gli scivolò dal volto, come poteva essere triste di essere vivo? Non era per quello, era tutta una paura che niente sarebbe stato come prima, perché il sogno era stato così meraviglioso.
-Facciamo finta, che questa lacrima rappresenti due mesi di pianto-.
Si alzò di scatto, prendendogli il volto tra le mani, spostandoglielo lentamente al lato per avere libero accesso al suo collo, su cui si sporse gentilmente, cominciando a leccarlo e succhiargli la pelle, facendolo sospirare, facendogli desiderare di più.
-Hey hey, angioletto… nel tuo sogno è durato tutto così tanto, perché vuoi bruciare le tappe?-
-E’ snervante rifare tutto per la seconda volta-
-Mh… e… dimmi, nel tuo sogno, che ti facevo, di solito?- gli leccò l’orecchio, facendolo tremare
-Se per te va bene e non vorrai coperte di seta, stelle e luna, posso anche dirtelo adesso- la risata roca di Axel gli scaldò l’orecchio
-Sai, ti sembrerà strano, ma ho fatto il tuo stesso sogno, ho sognato anche quando rimanevo solo…-
-Quindi è come se avessimo vissuto assieme la stessa situazione?-
-È come se non fosse cambiato nulla, si continua-.
Non gli sembrava possibile. Lo stesso sogno, avevano fatto lo stesso sogno! Era tutto un continuo di quello che avevano sognato.
-Sai, angioletto, in ogni caso io l’ho urlata veramente quella frase…- lo baciò un'altra volta
-Gli altri non riusciranno a seguirci… siamo un anno avanti-
-Sai quanto me ne importa?-.
Nemmeno a lui importava parecchio; non aggiunsero altro, non c’era più bisogno di parlare, di spiegare. Con una fortuna incredibile avevano sognato le stesse cose ed ora si sentivano confusi, perché tutte le cose sognate non erano vere, perché con gli altri si sarebbero dovuti comportare in modo diverso; tra di loro no, avrebbero finto che era quasi un anno che erano fidanzati, tra due mesi avrebbero festeggiato il loro anno di fidanzamento e tutti sarebbero rimasti sconcertati. Non potevano capire e loro non volevano che capissero. Roxas si staccò dalle labbra di Axel a malincuore ma doveva dirglielo.
-Sei ancora fidanzato con Larxene, giusto?-
-Bhè… sì, però dopo le dico di vederci e la lascio, non voglio tradirti!-
-In realtà è lei che viene tradita- ridacchiò
-Non è vero, sono fidanzato da quasi un anno con te e sei resuscitato perché Dio non ti sopportava… sei così lagnoso!-
-Lagnoso io?!- si finse sconvolto -Allora credo che per avermi dovrai cambiare tono, caro mio! Sono offeso, la nostra storia potrebbe essere arrivata al capolinea!-, il rosso rise, tirandolo su dalla sedia
-Vorresti concederti a me, nonostante sia fidanzato?-
-Axel questa parte non ti si addice-
-Che parte?- chiese, alzando un sopracciglio per poi preoccuparsi di baciare il biondo che poté rispondere solo a tratti
-La… parte… di quello a cui… dispiace tradire-
-Eh no, tu sei l’unico che non tradirei!-.
Infilò le mani sotto la maglietta di Roxas, cominciando a farle pattinare fin dietro la schiena, per poi infilarle nei jeans; il più piccolo tremò leggermente, anche per il solletico, poi cinse il collo di Axel con le sue braccia, baciandolo famelicamente mentre il rosso lo palpava da sopra le culottes. Lo prese di peso, facendolo sedere sul tavolo, staccandosi dalle sue labbra per scomparire sotto la sua maglia, leccandogli i pettorali appena accennati. Roxas rise di gusto, lo tirò fuori da sotto la sua maglietta e gli fece notare che la finestra della cucina era aperta e che uno sconvolto Demyx boccheggiava come un pesce.
-Cos’è, Dem? Perché non fai finta che questo sia un film porno? Non ti sconvolgere!-
-Idiota! Almeno potreste essere un po’ più intimi… e da cos’è scaturito tutto questo sbaciucchiamento?-
-È una lunga storia- rise il più piccolo, scendendo dal tavolo per avvicinarsi alla finestra -Una storia lunga più o meno un anno!-.
Il rosso rise per l’espressione del suo migliore amico
-Oh, come se tu poi non sapessi nulla!- lo schernì, ridendo ancora.
Avrebbe voluto studiare ma già aveva fatto quei compiti tempo prima… almeno era avvantaggiato. Se pensava alla faccia di Demyx rideva ancora. Anche volendo non riuscirebbe a capire, ma in realtà non voleva dire niente a nessuno. Vibrò il cellulare nella sua tasca, com’era contento di avere ancora l’ultimo modello vivo e vegeto! Sorrise, l’aveva lasciata! Evvai! Urlò un “sì” entusiasmato, attirando l’attenzione dei suoi due gemelli che erano seduti al tavolo con lui per fare matematica. Gli chiesero cosa ci fosse di così entusiasmante in quel messaggio.
-Oh, niente, Axel ha lasciato la Ninfa Selvaggia-
-Cosa?! Stavano assieme da un anno!- face Naminè, già felice di aver trovato un nuovo gossip
-Veramente lui è fidanzato da un anno con me- Sora soffocò con la saliva, prendendo l’espressione più idiota del mondo e facendolo ridacchiare; la gemella lo guardava confusa e sconcertata
-State assieme da un anno?! Ma è impossibile!-
-Possibilissimo, invece; tra due mesi è il nostro anniversario di fidanzamento!-.
Si alzò dal tavolo, uscendo fuori per chiamare Axel; si stese sull’altalena a panchina, mettendo un piede sopra il bracciolo. Si fece raccontare tutto nei minimi particolari e rise quando il rosso gli disse che aveva tutti i capelli impiastrati di frappé al cioccolato.
-E tutto questo per te, baby!- esclamò -Se mi raggiungi ci facciamo la doccia assieme!-
-Hai gli ormoni in subbuglio come un quattordicenne arrapato. Devo dire che la proposta mi alletta ma tra mezz’ora ho gli allenamenti di scherma-.
Sentì il rombare del motore del Liberty di Axel, vedendolo poi spuntare da dietro la curva. Il rosso posò il telefono e Roxas preferì ignorare il fatto che lo stesse usando mentre guidava.
-Mi farò bastare venti minuti! Dai, salta su angioletto-.
Non se lo fece dire due volte. 

 

 

Io non avrei nemmeno aspettato che lo proponesse... andiamo, chi malato di mente preferirebbe la scherma ad Axel?! CHI!? ù.ù

   
 
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