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Autore: _Ella_    13/08/2010    5 recensioni
Era gay, bene, ed era innamorato di una persona che aveva odiato fino a poco tempo prima. Meglio ancora. "And so the prince bite the princess and they lived happily forever"
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Axel, Roxas, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto, Contesto generale/vago
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Ed eccomi con un ennesimo capitolo! :D Ma io vi amo!!! *____________* Se vi chiedete se questa storia avrà mai fine... bhè, si cel'ha xD Il prossimo capitolo sarà lunghissimo e pieno di novità! :P Baci, recensite che mi gasate! ^^

 

Un anno insieme

Roxas saltò dal letto non appena sentì la sveglia; si tuffò nel letto di Sora intimandolo a muoversi, poi tirò i pugni nel muro, urlando a Naminè di spicciarsi. Si fiondò nel bagno e si preparò velocemente, poi corse fuori, cominciando a giocare con la neve che era scesa durante la notte. Era tutto così bello quando nevicava… tutto imbiancato e persino il luogo più brutto e squallido diventava un angolo di paradiso. Axel diceva che era ovvio che amasse quella stagione, dopotutto era un angelo! Il suo angioletto custode. Sorrise soddisfatto quando i suoi due gemelli, ancora mezzo addormentati, seguirono la madre verso l’auto. La scuola era praticamente quasi deserta, se non per quelli che arrivavano con l’autobus; poi c’erano un sorridente Axel e un ancora assonnato Demyx che sembrava stesse dormendo in piedi, proprio come i cavalli.
-‘Giorno angioletto!- lo salutò il rosso, baciandolo dolcemente -Ho organizzato una bella serata per noi due-
-Non vedo l’ora- sorrise, baciandolo un’altra volta -Ti ricordi quando mi hai chiesto di non farti regali?- l’altro roteò gli occhi verdi, sbuffando
-Nanerottolo, devi imparare ad ubbidirmi-
-Stai calmo, non te ne ho fatti, non ho comprato niente ma… avrei un idea niente male- sussurrò l’ultima frase nel suo orecchio, dovette alzarsi sulle punte per farlo.
-Non avresti dovuto dirmelo… adesso per tutte le cinque ore di scuola sarò impegnato con le mie fantasie erotiche-, Roxas rise, poi arrossì.
-Un contentino posso dartelo anche ora-.
Sentì Axel tremare leggermente, trattenere un gemito e sorrise ingenuamente, prendendolo per mano e portandolo nel retro della scuola, dove la finestra dello sgabuzzino era sempre aperta, nonostante sembrasse chiusa bene. Scavalcarono e poi la chiusero, da fuori non si sarebbe mai visto nulla, il vetro era troppo sporco di polvere. Il rosso lo spinse contro il muro, con una mano gli carezzava i capelli mentre l’altra era già scivolata a toccargli l’intimo da sopra i pantaloni. Roxas gemette tra le sue labbra, infilandogli le mani sotto la maglia, carezzandogli la schiena per poi infilarle nel pantalone.
-Ora mi spieghi come fai ad eccitarmi solo per una carezza innocente- vece con voce rotta il più grande, succhiandogli il labbro
-Non è molto innocente quello che stiamo facendo- rise l’altro, facendo scorrere velocemente le mani sui fianchi di Axel, sfiorandogli l’inguine da sopra la stoffa delle mutande; sorrise compiaciuto al suo gemito e alla sua evidentissima erezione -Ora penso io a questa-.
Il piromane scivolò a terra, ansante, i pantaloni ancora sbottonati mentre appoggiato al muro c’era il biondo che sorridendo si ripuliva le labbra; poteva sembrare un bambino che si ripulisce le labbra dalla glassa della torta… solo che quella non era glassa. Roxas lo baciò dolcemente, mentre l’altro si dava una sistemata.
-Dai, torniamo che tra cinque minuti dobbiamo entrare in classe-.
Dopo le noiose ore di lezione, l’intervallo lo passò in classe per copiare le cose arretrate dal quaderno di Naminè; non aveva voglia di farlo a casa, poteva anche stare un quarto d’ora in più in classe ma sarebbe rimasto in camera anziché stare l’intera giornata col suo ragazzo. Quando anche l’ultima campanella suonò, si precipitò fuori per primo, tirando il giubbino dall’attaccapanni rischiando di staccarlo dal muro, quindi scese le scale correndo per fiondarsi fuori. Maledetta sciarpa lunga, ci inciampò dentro finendo addosso a Xaldin. Ma di cos’era fatto, cemento?! Si portò la mano alla fronte massaggiando il punto in cui era andato a sbattere contro la schiena del metallaro, che si era girato a guardarlo, poi aveva riso.
-Funghetto, dovresti essere meno imbranato!- lo tirò in piedi, tenendolo stretto per il polso, portando il viso del biondo alla sua stessa altezza e facendogli penzolare i piedi in aria, era un po’ imbarazzante -Se vuoi il tuo ragazzo sarà qui a momenti!-
-Xa-xaldin mi metti a terra? Guardano tutti- si lamentò e quello lo lasciò andare, intanto era anche arrivato Axel, con al seguito Demyx che lo stava intrattenendo come al solito con le sue chiacchiere
-Hey, Soffio di Fiamme Danzanti, lo sai che il funghetto è leggero come una bambolina?-
-Ne ho il sospetto da quando mi ha montato-
-AXEL!- urlò, rosso in volto, avrebbe volentieri voluto sciogliersi ed unirsi alla neve.
mentre tutti ridevano del suo imbarazzo, compreso il suo fidanzato, si sistemò meglio la sciarpa e fece finta di non sentirli.
-Allora ci vediamo oggi, angioletto, attendo impaziente il tuo regalo-
-Brutto pervertito- l’ammonì, anche se brutto non lo era nemmeno un po’; il suo ragazzo sorrise, lo baciò per poi andare via con Demyx.
Nonappena vide l’auto di sua madre vis i fiondò dentro, dicendole di lasciare a piedi gli altri quattro, che voleva tornare a casa al più presto. Sentì la donna ridacchiare e la guardò attraverso lo specchietto retrovisore
-Come mai oggi così euforico?- arrossì, deglutendo, se glielo diceva era capace di rovinare tutti i suoi piani
-Niente- si limitò a dire, puntando lo sguardo altrove.
Finalmente i suoi gemelli e i suoi amici entrarono in macchina e Kairi gli sorrise
-Come festeggerete il vostro anniversario, tu e Axel?-.
La fulminò con lo sguardo, come poteva essere così cretina?! Forse si era accorta dello sguardo ed accennò un sorriso imbarazzato, sua madre emise un gridolino eccitato
-Per festeggiare potresti farlo venire a casa!- no, ti prego, no!
-Veramente volevamo…-.
Non ebbe modo di finire, la macchina frenò improvvisamente e guardando fuori al finestrino notò che c’era Axel che si stava infilando il casco. Quello salutò educatamente, poi Aqua gli sorrise
-Perché oggi non ti fermi a casa? Magari ceni con noi se ti va- il rosso lo fissò, Roxas, seduto dietro il seggiolino di sua madre, gesticolava e faceva di “no” anche col labiale, sperando che rifiutasse la proposta, tremò quando il rosso gli sorrise maligno
-Ma certo! Magari vedrò delle sue foto di quand’era piccolo, che ne dice, signora?- il biondo lo bruciò con lo sguardo
-Idea magnifica! Ad oggi, allora-.
Roxas si tirò uno schiaffo in pieno volto, irritato. Quel cretino… che gran bastardo! Gliel’avrebbe fatta pagare, poco ma sicuro. Batteva infuriato il piede per terra, avanti a sé sua madre aveva un sorrisino idiota stampato sul volto, ma ti pare?! Axel era uno stronzo patentato, sicuramente avrebbe fatto di tutto per rendergli la vita impossibile quel giorno… eppure sapeva quanto sarebbe stato felice a passare la giornata soltanto con la sua compagnia. Come se non bastasse suo padre nemmeno lo sapeva che sarebbe venuto e l’avrebbe presa male, molto male. Ma che situazione di merda! Mezz’ora dopo bussò il campanello, Axel si presentò a loro vestito con un jeans stretto, un dolcevita verde a collo alto con sopra una giacca nera, ai piedi un paio di scarpe da tennis; era bello da mozzare il fiato, anche sexy, peccato che il biondo fosse troppo incazzato per notarlo. Il rosso aveva in mano una torta, Aqua gli sorrise radiosa e lo fece accomodare; aveva tirato fuori da chissà dove centinaia di migliaia di foto con un Roxas piccino e, soprattutto nel primo anno di vita, nudo con il ciuccio in bocca, l’aria dolce e sveglia, un ciuffetto di capelli biondi in testa.
-Oh, adorabile- commentò il suo ragazzo, sfogliando gli album, guardandolo con un espressione tenera carica di sarcasmo, va a farti fottere… mi sa tanto che toccherà a me farlo!
Quando finirono le foto, sua madre e i suoi gemelli si misero a discutere animatamente. Non aveva mai amato essere al centro dell’attenzione, ora avrebbe persino voluto che si fossero dimenticati di lui ma a quanto pareva l’argomento “Roxas” era amato.
Sentirono la porta di casa aprirsi poi in salotto li raggiunse Terra che salutò con ostilità Axel, che aveva lo sguardo di una tigre pronta ad attaccare. L’atmosfera si era gelata, suo padre e Axel discutevano di tutto ma evitavano di accennare che era il fidanzato di Roxas.
-E così sei gay- inopportuno Terra, il figlio lo fulminò con un occhiata esplicita; il rosso invece di imbarazzarsi sorrise sghembo, un magnifico sorriso sghembo
-No, si sbaglia. Sono bisex- il sorriso lasciò spazio ad una specie di ghigno beffardo -E con tutto il rispetto, è più normale Roxas che lei-.
Gli sguardi cominciarono a passare dal rosso a Terra, da Terra a Roxas, da Roxas al rosso.
-Con questo che intendi, sentiamo?-
-Insomma, fa finta che io le stia simpatico ma so quello che pensa di me… di noi. Almeno il mio ragazzo è coerente e non ha la mentalità ferma a cento anni fa-
-Può darsi, rimane comunque mio figlio e ho tutto il diritto di dirgli ciò che penso-
-Non ho detto il contrario-.
Si scambiarono un occhiata di fuoco, si sarebbero presi a morsi, mancava poco che lo facessero quando Axel sorrise, un sorriso che non poteva essere più finto e che ebbe il potere di far infuriare ancora di più Terra.
-È ora che vada, è stata una bellissima giornata-.
Salutò ed uscì dopo essersi messo il cappotto, quindi andò via.
L’uomo fissò suo figlio furente, quest’ultimo sospirò, incapace di dire qualsiasi cosa.
-Sinceramente? Avrei preferito mi portassi una puttana-
Il biondo alzò lo sguardo dal pavimento e lo puntò negli occhi del padre. Stava dicendo che Axel gli faceva più schifo di una puttana?! Rise stancamente, quella situazione sarebbe durata per un altro anno?
-Sono io la puttanella della situazione, non te ne sei accorto?- sputò con rabbia
-Basta!- urlò Sora -Come fai a non vedere quanto è felice? Devi sempre rovinare tutto!-
-Sta zitto, questi non sono affari tuoi-
-Sì che sono affari miei! Perché anche io sono gay!-.
I presenti lo guardarono a bocca aperta; ora che Roxas ci pensava non aveva mai visto suo fratello con una ragazza a differenza sua. Si spiegano parecchie cose. Terra sembrò sul punto di collassare e si lasciò cadere sulla poltrona.
-Naminè, dimmi che tu sei normale… ti prego, dimmi che ti piacciono gli uomini-
-Sì, piacciono gli uomini anche a me-.
Wow. Anche Sora era come lui e già immaginava da chi fosse attratto. Sgattaiolarono tutti via prima che l’uomo si mettesse a piangere di disperazione. Lui e il gemello erano nello stesso letto, quello del biondo che era vicino alla finestra, ai loro piedi era seduta la ragazza che li fissava.
Avevano parlato dei due “anormali” della situazione. Loro padre non li avrebbe nemmeno guardati in faccia. Avevano saltato la cena, lo stomaco era chiuso; Roxas sbuffò, bell’anniversario! Auguri! Il cellulare vibrò ed il biondo lo tirò fuori.
Affacciati, angioletto”.
Si alzò di scatto dal letto, cercando qualcuno giù in strada ma era deserta; la faccia di Axel gli comparve improvvisamente avanti alla sua, era a testa in giù, urlò spaventato, che ci faceva sul tetto?!
-Buona sera, gemelli!- gli altri due erano rimasti con gli occhi sgranati -Dai, angioletto, vieni che ti aiuto a salire-.
Lo tirò di peso sul tetto, dove c’era una coperta e un cestino del picnic. Roxas era ancora sconvolto ma riuscì a notare che c’era una luna bellissima e che le stelle erano splendenti. Sorrise come un cretino… come aveva potuto credere che Axel gli potesse rovinare la giornata? Sentì qualcosa di freddo vicino al collo, era in pigiama e non aveva nemmeno preso qualcosa per coprirsi, si toccò il collo e sentì il metallo sotto le dita, sorrise: lo yin yang. Posò i suoi occhi azzurri sul rosso che aveva preso a fissare il cielo.
-Ti amo-
-Anche io, tanto- Axel si sporse per baciarlo, poi si tirò indietro, prendendo un pacchettino, scartandolo e tirando fuori il polsino con gli anelli -Ho girato giorni interi per trovarli!- esclamò
-Grazie-
-Questo e altro per il mio angioletto- gli arruffò dolcemente i capelli, sorridendo.
Lo tirò a sé, baciandolo dolcemente, amoreggiarono come ragazzini. Si stesero, la schiena contro la coperta, il biondo poggiò la testa sulla spalla di Axel che gli carezzò dolcemente la guancia.
Non si poteva stare più bene, davvero, era tutto così perfetto da togliergli il fiato. Rabbrividì dal freddo e il rosso lo strinse, mettendogli il suo giubbotto indosso. Avvicinò il viso al suo orecchio e glielo morse dolcemente.
-Ho pianto come un matto quando ho sognato che saresti morto… io nemmeno avrei mai immaginato di amarti-.
Roxas strusciò il volto contro la spalla del più grande, cercando di riscaldarsi il naso.
-Voglio dormire con te stanotte, me lo fai quest’altro regalo?-.
Axel lo scostò arrampicandosi giù dal tetto, bussando alla finestra. Tornò su poco dopo e gli sorrise.
-Abbiamo la stanza di tua sorella. Vieni-.
Uno migliore non l’avrebbe mai trovato. Il rosso sorisse e lo baciò
-Auguri, angioletto-
-Sei pazzo, sai?-
-Lo sospettavo… dai, andiamo-.
Quella notte era da segnare nelle più belle della sua vita. Si stupì che Axel non avesse voluto fare nulla, anzi, era stato proprio lui a precisare che si sarebbero solo coccolati, perché voleva che tutto fosse speciale.

   
 
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