Mamoru si guardò allo specchio cercano di convincersi che
aveva indossato gli abiti giusti per quella serata. Non era sicuro del suo
abbigliamento anche perché non aveva mai partecipato a quel tipo di feste ma
ritenne che, tutto sommato, non aveva fatto un pessimo lavoro.
Lo zio era già uscito da un paio d’ore… sicuramente sarà
stato in qualche bar a bere… ma non era un problema, non ora almeno.
Si sistemò meglio il colletto della camicia e guardò l’ora,
beh era ancora presto.
Uscì sul piccolo balcone e guardò la città dall’alto, il
crepuscolo di avvicinava velocemente, i lampioni si accendevano uno dopo
l’altro, si sentiva una musica in lontananza segno che da qualche parte
qualcuno aveva già iniziato i festeggiamenti.
Improvvisamente i suoi pensieri andarono a Usagi, si era proprio
comportata in maniera strana e, chissà poi perché, si sentiva in colpa.
Possibile che avesse fatto qualcosa a quella ragazza senza
rendersene conto?
Aveva deciso di non pensarci, di sperare in un cambiamento
Lunedì mattina e, se le cose non fossero migliorate, avrebbe fatto qualcosa
solo allora.
Ma ora, solo in quella quiete, i suoi pensieri volarono
subito alla ragazza con i buffi codini.
- Usagi... Usagi...- mormorò mentre osservava la luna
pallida in cielo – possibile che mi stia innamorato di te?
Usagi si guardava anche lei allo specchio, il kimono che
stava indossando era di sua madre che ormai era troppo grande per metterselo,
era blu con i ricami in argento, aveva raccolto i due codini e si era truccata
leggermente, non stava male… anzi poteva dire che era proprio carina.
- Usagi sono arrivate le tue amiche! – urlò Ikuko dal
salotto.
La ragazza scese di corsa rischiando seriamente di cadere
dalle scale e rompersi l’osso del collo, anche le sue amiche erano molto belle.
Minako aveva un kimono arancione, Makoto sui toni del verde,
quello di Ami era verde acqua e Rei ne aveva indossato uno rosso e nero. Tutte
sembravo molto più grandi rispetto alla loro vera età.
- Wow ragazze! – esultò con gli occhi scintillanti – Siete
bellissime!
- Anche tu sei molto bella. – sorrise Rei.
- E’ il kimono di mia madre. – spiegò lei facendo una
giravolta – Veramente mi sta bene?
- Sì!- rispose sicura Minako con un sorriso malizioso – Su
chi devi fare colpo Usagi? Sul bel Mamoru Chiba?
Usagi fece una smorfia disgustata e trascinò l’amica nelle
stradine già affollate.
- Lo sai che Mamoru non mi piace. – fece sembrando
disinteressata – E poi stasera andrà alla festa di quella smorfiosa di Aruka…
figurati se li troveremo in giro.
- Già, - echeggiò Makoto osservando una bancarella – una
come lei non si mischia alla gente comune, rimane nella sua villa alla sua
megafesta.
- Io mi diverto di più qui. – valutò Ami guardano dei
bambini giocare per strada.
- Basta pensare a queste cose! – gioì Usagi felice – Divertiamoci!
E tutte le sue amiche non ebbero nulla da obbiettare a quel
suggerimento.
La serata fu molto divertente, Usagi provò a vincere un paio
di pesci rossi, Ami e Rei avevano adocchiato una bancherella di oggetti in
legno fatti a mano, Makoto assaggiava ogni piatto che attirava la sua curiosità
solo per capire le ricette e Minako si guardava attorno cercando l’uomo della
sua vita.
Usagi lasciò perdere i pesci rossi e si guardò attorno alla
ricerca delle sue amiche ma non riusciva a vederle tra la folla.
Iniziò a camminare guardando nei dintorni e chiamandole, di
certo non voleva perdersi proprio quella sera!
- Ragazze! Ami? Rei? Matoki? Minako?
- Faccia di Luna hai bisogno di una mano?
Usagi rimase pietrificata… quella voce…
Una risata acuta e fastidiosa, quanto un gatto che si
arrampica sulla lavagna con le unghie, scoppiò pochi secondi dopo.
E quella risata stridula…
Si voltò lentamente, Mamoru stava dietro di lei, era
veramente bello con quei vestiti eleganti, sotto braccio teneva Aruka avvolta
in un kimono bellissimo di seta color oro con ricamate delle pietre che
sembravano quasi veri diamanti, un notevole modo per mostrare le sue ricchezze,
i capelli neri erano rimasti sciolti sulle spalle mentre quei due occhi di
ghiaccio e pieni di perfidia puntarono Usagi nel suo modesto vestito.
- Non potevi trovare soprannome migliore Mamoru, caro. – strillò la ragazza – Usagi ha proprio una
faccia da Luna!
La ragazza iniziò a tremare di rabbia, come aveva potuto
chiamarla in quel modo davanti a quella smorfiosa?
E poi caro... caro?
- No, ce la faccio benissimo da sola grazie Mamoru. –
rispose serrando le mani in due pugni così stretti quasi da conficcarsi le
unghie nei palmi.
- Sei sicura? – insistette il ragazzo dolcemente, tanto
dolcemente che la sua compagna gli lanciò un’occhiata maligna.
- Mamoru caro, - squittì Aruka con un sorriso – se dice che
ce la fa da sola... perché continui ad insistere?
- Già, - echeggiò Usagi che avrebbe sol voluto prendere le
gemme di quel vestito e cacciargliele in gola – perché insisti? E poi non
dovevi esser alla sua festa?
Aruka rise di nuovo.
- Morivo dalla voglia di vedere come si festeggia per
strada... e Mamoru é stato così gentile ad accompagnarmi.
- Per me poteva anche accompagnarti all’inferno! – pensò
Usagi lanciando un’occhiata di fuoco a Mamoru, occhiata che non passò
inosservata, anzi il povero ragazzo si trovava tra due fuochi senza neppure
capire molto bene il perché.
- Usagi!- urlò in quel momento Ami cercando di farsi vedere
dall’amica – Siamo qui!
- Vai Usagi...- disse falsamente gentile Aruka – non
preoccuparti per Mamoru... ci sono io a fargli compagnia.
Mamoru giurò di aver visto le fiamme negl’occhi della sua
compagna di classe, si chiedeva come Aruka non fosse spaventata da quello sguardo.
- Ci vediamo in classe Chiba. – sibilò velenosa Usagi
prima di voltarsi e correre verso le sue amiche.
- Chiba?- pensò Mamoru disorientato – Da quando ha ripreso a
chiamarmi Chiba?
Usagi non volle palare con nessuno di quell’incontro... era
una cosa che doveva risolvere da sola.
Stava sul tetto della scuola, era l’intervallo e fissava il
cielo azzurro cercando conforto nelle nuvole bianche a paffute, un conforto che
non arrivava.
Da quella sera Aruka stava attaccata a Mamoru peggio di una
mosca sulla carta moschicida, voci di corridoio assicuravano che stavano
insieme, lei non lo credeva vero o, forse, non voleva crederci.
- Tsukino. – fece
una voce fredda alla soglia.
Usagi si voltò lievemente spaventata... nessuno sapeva che
era lì... nessuno tranne Aruka.
- Che cosa vuoi?- chiese distaccata tornando a guardare il
cielo.
- Solo metterti in guardia.
- Riguardo a cosa?
- Mamoru. – fu la semplice risposta dell’altra.
Usagi fece un debole sorriso e tornò a guardare la sua
rivale.
- Lo sapevo che prima o poi ci avresti provato Aruka.
- Non ci metto nulla a schiacciarti come un moscerino Tsukino, so che quel ragazzo ti piace... ma lui é
mio. – tagliò corto l’altra seria.
- Non mi sembra di averci visto il tuo nome tatuato da
qualche parte, - rispose lei agguerrita, quella non le faceva paura – non mi
fai paura.
- Invece dovresti aver paura. – disse calma ma molto
crudelmente Aruka – Sono io che comando qui.
- Io non prendo ordini da nessuno, specialmente da una
viziata snob come te.
Aruka socchiuse gli occhi.
- Vedremo Tsukino
chi avrà ragione.
- Non vedo l’ora...- sibilò l’altra duramente.
Aruka se ne andò lasciando Usagi, di nuovo, sola sul tetto, la biondina guardò per qualche secondo la porta poi tornò a fissare il cielo.