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Autore: DanP    14/08/2010    4 recensioni
Non esiste nulla che porti all'uomo l'immortalità o la felicità.Ma sei sei già immortale, come raggiungi ciò che ti manca? Alec/Magnus
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Finalmente, dopo molto tempo ho deciso di pubblicare questa ficcina ispirata ad uno dei miei libri preferiti in assoluto!>//////<

Cassandra Clare ha creato dei personaggi fantastici ma io, con il mio spropositato amore per lo yaoi, non potevo che innamorarmi di questa coppia.....*3*

Premetto che potrebbe esserci qualche incoerenza con la trama del libro, semmai ne trovaste vi prego di perdonarmi ma è per una mia necessità ai fini della storia....U.U

Attenzione: la storia contiene spoiler!

 

 

Non esiste nulla che porti all'uomo l'immortalità o la felicità.

Ma sei sei già immortale, come raggiungi ciò che ti manca?

 

 

Di Sommi Stregoni e Cacciatori.

 

 

Oh, non dirmi che adesso non ardi più dal desiderio di andare alla Corte Seelie?

 

Con la sua solita, sfrontata, arroganza, Jace era uscito dalla porta dell'appartamento di Magnus Bane, il Sommo Stregone di Brooklyn, lasciandolo completamente basito.

Non era certo di essere in collera con lui per la sua scelta di abbandonarlo lì, ma le occhiate che Magnus gli stava lanciando non facevano presagire alcun chè di buono.

 

-Dunque...che ne faccio ora di te...?-

 

Quella sera, dopo che sua madre l'aveva chiamato nella biblioteca per spiegargli i motivi del suo eccesso di rabbia nei confronti di Jace – Jonathan – e di un eventuale altro argomento che ancora lo turbava – Hodge li aveva traditi?- Alexander aveva velocemente guadagnato l'uscita dell'Istituto, con il bisogno di riflettere su quello che era diventata la sua vita.

 

Un amore non corrisposto, l'arrivo di una Cacciatrice del tutto inutile che gli stava portando via ciò che per anni aveva amato- e che tutt'ora gli era impossibile dimenticare- e poi lo Stregone.

 

Sì, c'era anche un altro elemento da considerare.

 

Magnus Bane era di certo l'uomo- ultracentenario- più scostante, imprevedibile, sconvolgente e materialista che potesse esistere nel mondo dei Mondani, e dubitava sinceramente che anche a Idris potesse nascondersi una creatura dotata di simili caratteristiche.

 

Con suo disappunto si accorse di trovarsi in un parchetto dall'aria decadente e per nulla rassicurante, il genere di luogo in cui i demoni uscivano per uno spuntino, aspettandosi qualche ignara e del tutto indifesa vittima, fece velocemente retro front e scorse la sagoma instabile di un'altalena di ferro battuto, questa cigolava in modo sinistro nella brezza serale, fredda e pungente.

 

Si strinse di più nel cappotto nero e si avvicinò, i rami degli alberi proiettavano figure inumane nel terreno, il cielo andava scurendosi sempre più e le nubi nere iniziarono a coprire la Luna- quella notte era piena e questo gli suggerì che avrebbe potuto incontrare qualche lupacchiotto neonato, indifferente agli accordi – ma non se ne fece un problema, sentendo nelle tasche interiori il peso confortante e freddo di alcune spade angeliche.

 

Andò a sedersi sull'altalena, che nonostante le apparenze sembrava resistente.

Aveva la necessità di riflettere su molte cose.

Era rimasto angosciato e sconvolto quando Jace l'aveva abbandonato in mezzo al corridoio dell'Istituto, dove lui aveva erroneamente lasciato credere al Cacciatore biondo di ritenerlo un bugiardo.

 

-...e non m'interessa. Per me sei sempre lo stesso.-

aveva pronunciato quelle parole con un tono di voce a malapena udibile, con il cuore che sembrava sul punto di balzare fuori dal suo petto.

 

Perchè fondamentalmente non m'interessa, che io possa sperare nel tuo amore non l'ho mai creduto, potrò solo stare a guardarti, mentre sorridi in quel modo gentile e quasi estraneo alla persona che ami...che non sarò mai io.

Perso nei suoi pensieri, non si accorse del cellulare che vibrava insistentemente nel taschino, lo estrasse e senza nemmeno tentare di reprime il fastidio, pronunciò un secco – Pronto?-

 

-Il mio Alec è di cattivo umore?Non sia mai!-

 

Magnus, pensò il ragazzo, spiazzato.

Non si rese conto di aver parlato ad alta voce finchè l'interpellato non rispose con un tono tanto mellifluo da farlo arrossire.

 

-Mi piace sentire la tua voce sussurrare il mio nome, credo di aver aspettato settecento anni solo per sentire questo.*-

 

Il respiro di Alec si mozzò in un secondo.

-Settecento anni?-gracchiò il ragazzo.

 

-In realtà ottocento, ma ti va di parlare davvero di questo? Perchè sai...è maleducazione discutere con una simile ragazzaccia come me, della propria età.-

Alec si chiese se non avesse sentito sua sorella pronunciare la medesima parola per descriverlo.

 

-...p-perchè hai chiamato...?-

Alec si maledisse mentalmente, perchè ogni qualvolta avviava una discussione con lo Stregone finiva sempre per arrossire e balbettare come una donnicciola qualsiasi?! Lui era un Nephilim!Un figlio del Cielo!

 

-Ultimamente, ho notato, avete l'abitudine di interrompere un'autorità magica quale è il sottoscritto, per inezie di qualsivoglia genere, dunque mi è parso giusto, per equità, pretendere un giusto compenso che ancora non mi è pervenuto.- concluse Magnus, con un ghigno che Alec non potè vedere, all'altro capo del telefono.

 

-Per il pagamento...Clary aveva un conto in sospeso su questo...i ricordi della sua infanzia che le hai bloccato, per i tuoi interv...-

 

-Ciò che quella bambina mi chiede.- lo interruppe lo Stregone, con voce roca -... non ha nulla a che fare con quello che mi chiedi tu, mio caro Alexander.-

 

L'uso per intero del suo nome lo fece fremere, per pura testardaggine diede la colpa al vento, che in quel momento sferzava freddo e pungente e gli penetrava nelle ossa, come mille aghi, sotto la pelle.

 

-Io...-cercò di dare una parvenza di controllo alla sua voce tremante.

 

-Tu?- lo esortò l'uomo.

 

-Quale dovrebbe essere ...il mio pagamento?-concluse, la gola occlusa dalla tensione.

 

-Tu cosa proponi?-

 

Alec sobbalzò, come risvegliato da un sogno.

La voce proveniva da un luogo molto più vicino di quanto si aspettasse, senza curarsi di premere il tasto di chiamata conclusa, si girò lentamente.

D'avanti a lui stava Magnus Bane, con i suoi soliti occhi verdi-dorati da gatto e le labbra serrate, quasi stesse per fare le fusa.

In un ennesimo tremito- che non seppe neppure definire se di freddo o di sorpresa- serrò le mani nelle catenelle che sorreggevano il suo appoggio, queste tremolarono sotto la sua stretta e fecero ampliare il sorriso del figlio di Lilith.

 

-Nervoso?-sogghignò nuovamente, ritrovandosi d'avanti agli occhi due pozze blu che lo guardavano con sospetto.

 

-Io non lo sarei...sai, penso di aver aspettato abbastanza questo momento e sarebbe ora di mettere le carte in tavola.-

 

Alec tentò una flebile protesta, che venne prontamente respinta quando dalle labbra dello Stregone uscì qualcosa di vagamente simile ad un ringhio.

 

-Il tuo persistente attaccamento per qualcuno che nemmeno ti considera, la tua fragile e debole convinzione che il mantenere un segreto e portartelo nella tomba sia la mossa più efficace e meno dolorosa per tutti...- proseguì Magnus, avvicinandosi tanto al Cacciatore da averlo seduto sotto di sè, in sua completa balia.

-Questo non ti salverà, Alec, e non ti porterà nemmeno a vivere una vita spensierata e felice per cui...-

 

-Che cosa vuoi?- lo attaccò il sedicenne, che per nulla al mondo riteneva qualcuno in grado di comprendere appieno i suoi desideri, e non avrebbe lasciato a nessuno il lusso di dirgli quello che doveva fare a riguardo.-Che abbandoni tutto ciò per cui ho combattuto fin'ora, con la sicurezza che non otterrò nulla in cambio...!-

 

-E che pensi di ottenere ora?!-

 

Mai, dal loro primo incontro, aveva sentito Magnus alzare la voce contro lui, o chiunque altro.

I suoi occhi avevano assunto un colore pericolosamente scuro e le labbra erano tesa a mostrare dei denti bianchissimi e appuntiti.

Rabbrividì.

E probabilmente lo Stregone se ne accorse, perchè abbandonò il suo aspetto letale, ritraendosi un poco, giusto per lasciare che il bagliore tenue della Luna illuminasse ancora i tratti delicati del Cacciatore.

 

-E' un avvertimento, perchè tengo abbastanza a te da non volerti vedere con il cuore a pezzi, quando ti renderai conto di non essere più in grado di tornare indietro.-

 

Quando mi ritroverò sul bordo di un precipizio e capirò che non sono io, no, la persona che aiuterà Jace a non seguire suo padre.

 

Perchè continuerò a vedere solo la sua schiena, ma anche allungando la mia mano, non riuscirò nemmeno a sfiorarlo.

 

Perchè il mio rinchiudermi nella convinzione che un giorno, forse aspettando, lui si accorgerà di me, non fa altro che allontanarmi da lui.

 

-Quale sarebbe il mio pagamento?-concluse infine, quasi con rassegnazione.

 

Magnus sbuffò stizzito, non poteva ottenere quello che desiderava da un così testardo Cacciatore...però...

 

-Ti permetterò di continuare per la strada che hai scelto...-e si affrettò ad aggiungere- ad una condizione.-

Alec lo guardò stranito, qualunque cosa gli avesse proposto sarebbe stato un prezzo troppo alto, che valeva un sacrificio del medesimo peso.

 

-Il pagamento è...-

 

* Per chi non avesse letto il terzo libro, spoiler a gogò!^^

Bene, così termina il primo capitolo, spero abbiate pazienza e perdoniate l'assenza di OC....ç___ç

   
 
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