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Autore: AliceWonderland    17/08/2010    4 recensioni
Londra, XIX secolo. Una giovane psicologa-detective alle prese con la doppia personalità del suo paziente...! (Prideshipping)
Genere: Avventura, Mistero, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Atemu, Dark/Yami Yuugi, Nuovo personaggio, Seto Kaiba, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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-Sono desolata per quanto è accaduto

La maggior parte dei personaggi presenti in questa storia appartiene al loro rispettivo autore: Kazuki Takahashi! Questa fanfic è stata scritta senza alcuno scopo di lucro. (Se però volete fare un'offerta..! NdA) (AUTRICE! <_< NdXso) (Come non detto. NdA). Buona lettura!

Phase 3: Prime testimonianze sullo strano caso del Dr.Yami

-Sono costernata per l'accaduto. Dovrò scusarmi col signor Kaiba-;

-Oh, Kaiba-boy è un ragazzo forte. Supererà lo shock, non temete- ridacchiò Maximillian Pegasus, mentre passeggiavamo per i candidi giardini della villa.

La prima neve era già caduta da parecchie settimane, ed il manto erboso e le solitarie ed impeccabili statue di veneri sparse su di esso, ne erano già abbondantemente ricoperte.

-Piuttosto miss, come vi è sembrato il vostro paziente?-mi domandò ad un tratto, posando lo sguardo sulle alte cime dei castagni.

-Normalissimo al momento, mister Pegasus, ma era così turbato nel mio studio. Mi ha riferito di alcune sue aggressioni a delle domestiche e addirittura al signor Kaiba-;

-Sì, è accaduto qualche sera fa- mormorò lui, abbassando la voce.

-Saprebbe spiegarmi com’è avvenuto?-;

-No, mia cara. Purtroppo io sono giunto dall'America pochi giorni fa, e non conosco la dinamica dell’accaduto. Ma forse le domestiche..-;

-Già, le signorine Mana ed Anzu! Se non erro sono state le prime ehm, ‘vittime’-dissi pensierosa mentre il mio accompagnatore annuiva concorde.

-Come intende procedere, dunque?-;

-Mi verrà in mente qualcosa al momento giusto, non temete, inoltre non credo sarà complesso estorcere informazioni alla servitù.-;

-Sì, le cameriere sono delle grandi chiacchierone. E poi Roland: anche lui ha visto qualcosa -mi ricordò.

-Esattamente. Sarà meglio darsi da fare! Il signorino Yami..?-;

-Di solito a quest’ora è nella biblioteca. Il mattino è il momento migliore per aggiornare la corrispondenza- bisbigliò l’uomo, rivolgendomi un’occhiatina complice.

-Corrispondenza, signore?-domandai perplessa, fermandomi.

Maximillian Pegasus sorrise affabilmente, facendosi da parte sulla soglia e lasciandomi passare prima di chiudersi la porta alle spalle: -Non crederete davvero che le sue numerose ammiratrici si lascino scoraggiare dal suo fidanzamento ufficiale col nostro Seto Kaiba?-.


Lasciai il signor Pegasus nell’atrio e girovagai per la casa alla ricerca del mio paziente, quando il pavimento prese pericolosamente a vibrare sotto i miei piedi. Era una cosa piuttosto inconsueta! Un terremoto a Londra? Raggiunsi lo scalone principale e mi poggiai al corrimano; in quell’attimo non mi passò un solo istante per la testa, l’idea che a causare quella scossa potesse essere ben altro! Cosa, vi domanderete. Ebbene..

-COS’E’?!-esclamai incredula, una volta raggiunta ed inglobata da un alto polverone, che mi travolse facendomi violentemente scivolare, faccia a terra: -Urgh!-;

-FERMI TRUPPA! Abbiamo investito qualcosa- disse una voce sconosciuta, seguita da un vivace e tonante abbaiare.

Non alzai immediatamente il volto, per scoprire la natura di quell'inconsueto ‘fenomeno’: in quel momento ero troppo impegnata ad assicurarmi di non aver nulla di fratturato. Dalle spalle alle punte delle dita, ogni muscolo pareva inviarmi rassicurazioni, nonostante ogni fibra dei miei arti formicolasse fastidiosamente, e le gambe fecero altrettanto, seppur leggermente indolenzite dalla botta. Se solo avessi indossato l’ampia crinolina della zia Agatha, probabilmente avrei evitato un brusco impatto col pavimento, a costo di rimbalzare per ore nell’atrio, ma visto che i danni erano trascurabili, decisi che era ora di scoprire chi ringraziare per quella sconvolgente esperienza!

-Signora, va tutto bene?-.

La voce che poco prima aveva gridato l'alt, tornò a farsi strada nelle mie orecchie e lentamente alzai il volto dal tappeto.

-Se questo incidente fosse accaduto quand’erano ancora in voga le crinoline, ora le mie condizioni sarebbero decisamente migliori- biascicai.

-Lo devo prendere per un sì?-mi chiese quello, tendendo una mano in mio soccorso. Era una mano molto piccola, infantile; ciononostante la presi delicatamente e mi tirai a sedere.

-Sto bene, non preoccupatevi.-lo rassicurai, guardandolo in volto.

Era un ragazzino sui dieci, undici anni, quello che mi osservava; dai lunghi e sbarazzini capelli corvini e dai profondi occhi scuri. Indossava una graziosa camicia alla marinara e dei pantaloncini che due enormi alani tiravano vivacemente.

-Buon Dio!-esclamai arretrando alla vista dei due molossi, che ricevevano abbondanti ed affettuose carezze dal loro padroncino e se ne stavano a fissarmi, apparentemente docili come gattini.

-Loro sono Radcliffe e James- disse il piccolo, -E’ strano che non vi abbiano già azzannata. In genere detestano gli sconosciuti-;

-Bé, credo che per oggi abbiano già fatto abbastanza- sbottai, rimettendomi goffamente in piedi e spolverandomi la gonna del tailleur.

-Hm, in realtà, credo si siano stancati prima, durante la loro corsa giornaliera dietro a Joey Wheeler-;

-Ah, e-erano loro che l’hanno inseguito, stamane?-domandai sbigottita, senza perderli di vista.

-Sì. Ogni mattina, quando lui viene a trovare Yugi, loro escono dal recinto e si appostano davanti a casa sua. E’ un giochetto piuttosto divertente, dovreste assistere alla scena!-;

-Immagino..-.

Povero signor Wheeler, pensai amareggiata per la sua povera persona. Fortunatamente era un giovanotto scattante o chissà cosa gli avrebbero fatto quei mastini se solo l’avessero atterrato!

-Posso sapere il tuo nome?-chiesi infine, tornando ad osservarlo.

-Sono Mokuba. Comunque, non è buona educazione fare domande prima del padrone di casa. Chi siete?-replicò lui, riducendo gli occhi a fessure.

-Oh, perdonami. Io sono un’amica del signorino Yami. Sono arrivata questa mattina da fuori città e..-;

-E parlate ancor prima che vi siano state rivolte successive domande. Che strano personaggio siete-mi interruppe il ragazzino con altezzosità, lasciandomi basita, -Dunque, affermate di essere un’amica di Yami? Voi siete a conoscenza del fatto che lui è fidanzato?-;

-Bé, certo!-;

-Ah. E tuttavia, la cosa non vi scoraggia?-continuò, girandomi intorno assieme ai cani, ben guardinghi; come me del resto. Era una situazione di stallo quella fra me e le due bestiole, che sembravano attendere un mio 'passo falso' per mettere in piena mostra i loro canini affilati. Comunque, nonostante il grosso malinteso, dovetti ammettere che per essere un bambino, era molto più sveglio rispetto a certi adulti che avevo avuto modo di conoscere!

-No signorino, non sono interessata a lui in quella maniera. Sono qui in visita d’amicizia- risposi fra i denti.

-Questo spiega perché James e Radcliffe non vi hanno sbranata- mi spiegò carezzando i capi dei due animali, ora seduti compostamente al suo fianco.

-Li hai ammaestrati per sbranare gli ospiti?-esclamai, sconvolta dal suo sorrisetto impertinente.

-Non tutti gli ospiti: chiunque si avvicini ai membri della nostra famiglia, ed in particolar modo a Yami, con strane intenzioni. Voi capite a cosa alludo?-;

-Certo. Ma dev’essere stato piuttosto complesso riuscire a spiegare queste cose a loro- dedussi piuttosto divertita da quel dialogo.

-Gliel’ha insegnate mio fratello, nel giro di una settimana-;

-Tuo fratello? E chi è tuo fratello?-;

-Seto Kaiba-.

Al sol sentire pronunciare quel nome, i muscoli del mio volto si contrassero: -Sei il fratello minore di Seto Kaiba?-farfugliai impallidendo.

-Sì. Sono proprio suo fratello- ripeté lui; negli occhi una fastidiosa aria di superiorità.

-Effettivamente, per certi versi, vi somigliate moltissimo.-ammisi a labbra serrate.

Era uno strano ragazzino. Non sapevo se definirlo impertinente o semplicemente molto buffo, nelle sue intenzioni di emulare ogni gesto ed espressione del fratello maggiore. Ma..io dimenticavo di avere un impegno!

-Ora devo andare dal signorino Yami. E’ stato un piacere parlare con te-;

-Posso farvi una domanda? Perché indossate ancora quell’abito?-;

-Cosa dovrei indossare?-chiesi arrossendo e fissando il mio completo.

-Bè è già mattina inoltrata- mi fece notare lui, saccente, - A quest’ora una signora indossa l’abito da mattino! Se.ue quello da pomeriggio o da ricevimento se il padrone di casa intrattiene degli ospiti e poi l’abito da sera se..-;

-Ehm, ho capito, ho capito-esclamai paonazza, -Allora, credo che prima mi cambierò. Grazie per avermelo ricordato-.

Tutti quegli abiti in un solo giorno!? Ero sbalordita! Non avevo un cambio d’abiti così vasto e se persino un bambino aveva notato una cosa simile, che figura avrei fatto davanti a tutto il resto della famiglia? Corsi verso la mia stanza, con gran disagio. Avevo un lavoro da svolgere, mi era stato affidato un incarico e non potevo perdere tempo, ogni tre ore, a cambiare d’abito! Di questo passo non avrei risolto nulla e così addio al mio primo e vero incarico e al mio bel paziente..pagante! Ma quale insano di mente aveva imposto simili usanze?!

Quando aprii le porte della mia stanza, il soriano schizzò sotto al letto spaventato, ed una folata di venticello frizzante mi investì il viso. Le finestre erano state aperte, le tende ondeggiavano al vento, sollevandosi leggere e vaporose, mentre due giovani piegavano accuratamente delle lenzuola al centro della stanza. Ci fissammo in silenzio per qualche istante, poi decisi che era il caso di farmi avanti: -Voi siete..-;

-Noi siamo le domestiche- esclamò una di loro, piuttosto vivacemente, -Abbiamo dato un’ultima sistemata alla vostra stanza! Vi piace? Dunque, siete voi l’ospite del nostro padroncino-.

Si fece avanti con la veste nera ed il grembiule svolazzante e prese le mie mani, lasciandomi di stucco: -Caspita, siete giovanissima! Noi ci aspettavamo una donna molto più..-;

-Mana!-.

La seconda cameriera, dai tratti più maturi e dal folto caschetto castano, l’afferrò alle spalle e le chiuse la bocca costringendola a lasciare le mie mani: -Mana, cos’è tutta questa confidenza?!-la rimproverò, mentre la più piccola si torturava le labbra imbarazzata.

-Hai ragione Anzu. Perdonatemi, miss. Non accadrà più-.

Esaminai con attenzione il suo visetto candido e fresco, sormontato da due immacolate guance rosate, ed avvicinandomi le sorrisi con gentilezza. Dunque erano loro le domestiche che erano state aggredite dal signorino Yami!

-Non scusatevi e grazie per esservi prese il disturbo di aerare la stanza- dissi infine.

-E’ nostro compito, miss. Per qualunque cosa non fatevi problemi a chiamarci- disse Anzu, servizievole.

Mentre avanzavo verso l’ampio armadio, in cerca di un abito che potesse vagamente somigliare ad una veste da primo mattino, decisi di trattenerle per porre loro qualche semplice domanda.

-Lavorate qui da molto tempo?-chiesi, facendo segno alla giovane Mana di avvicinarsi per reggere alcune sottovesti.

-Da circa sei, sette anni, miss- rispose nel frattempo, Anzu.

-Otto anni!- la corresse prontamente Mana, -Il signorino era così..così piccolo e adorabile- sospirò sognante, mentre io continuavo a rovistare nel bagaglio e a posarle cappellini in testa.

-Immagino siate in ottimi rapporti! Personalmente io la trovo una persona molto garbata e sensibile- replicai.

Anzu cominciò a notare la difficoltà di Mana, nel reggere in testa i miei otto copri capi e si avvicinò per prestarle soccorso, prima che questa soffocasse sotto la mia biancheria.

-Ecco, si..!-balbettarono entrambe, -E’ così-;

-Credo siate molto fortunate a lavorare per lui! Dico bene?-esclamai infine, facendo riemergere la testa dall’armadio.

-Sì, è vero!-ammise la più giovane sbucando da sotto una camicia, -Anche se ultimamente è un po’..-;

-Mana!-la interruppe severa, la compagna.

-Un po’, come?-insistetti io, mostrandomi, ad ogni modo, tranquilla e distesa.

-Strano- furono le uniche parole della biondina, il cui tono di voce cristallino andava affievolendosi.

-Strano?- sorrisi, -Cosa gli accade? E’ forse sonnambulo?-.

Con quell’affermazione sperai vivamente di smuovere qualcosa in loro, ed effettivamente dopo la mia esclamazione parvero più turbate e taciturne di prima.

-Si- rivelò Mana, affranta, mentre i suoi occhioni verde turchese si facevano lucidi.

-Oh, Mana- sussurrò Anzu posandole la mani sulle spalle, -Scusatela, ultimamente è molto stanca-.

Mi sentii un po’ in colpa per aver suscitato in lei quel senso di sconforto, e lasciando cadere gli abiti sul letto, mi chinai di fronte a loro con un sorriso rassicurante.

-E’ tutto a posto, Mana. Non preoccuparti, siediti qui, forza.-;

-Grazie miss. Diteci, voi siete molto amica del signorino Yami?-mi domandò alzando gli occhini umidi su di me; come se avessero potuto leggere perfettamente la risposta nel mio sguardo. Non lo sviai. Avevo la netta sensazione che stesse per rivelare qualcosa di importante a cui aveva assistito quella notte, ed io ero troppo decisa ad andare fino in fondo alla faccenda, per evitare le sue occhiate e dare tutt’altra impressione.

-Sì. Ci conosciamo da tempo. Perché me lo chiedi?-.

Anzu strinse nervosamente la mano della compagna.

-Se voi siete così legata a lui allora, forse..-;

-Mana, non dovresti!-intervenne la mora.

-E invece sì!-esclamò la piccola, -Perché io voglio bene al signorino Yami e non posso più sopportare di vederlo nello stato in cui era la scorsa sera!-.

Anzu impallidì e distolse lo sguardo, prendendo a torturarsi nervosamente le mani.

-Potete rivelarmi cos’è accaduto? Se c’è qualcosa che posso fare per Yami, non fatevi problemi a parlarmene-.

Lanciai un’occhiata alle due giovani, in cui riversai tutte le mie buone intenzioni ed i miei buoni propositi nell’aiutare il loro padrone e fortunatamente, le due parvero cogliere prontamente i miei onesti sentimenti verso il suddetto.

-Vuoi che ne parli io, Mana?-sussurrò la più grande, comprensiva. La cameriera assentì, mentre io le passavo un fazzoletto.

-Ditemi pure, cara-;

-E’ accaduto poche sere fa: i padroni erano a letto da qualche ora e noi stavamo terminando i nostri compiti prima di ritirarci.- cominciò Anzu, -Roland stava finendo di chiudere bene tutte le porte, mentre noi cominciammo ad incamminarci verso il primo piano per spegnere i lumi del corridoio. Ad un tratto incontrammo il signorino Yami. Era avvolto dalla semioscurità, c’era solo un lume rimasto acceso e lui era lì, che ci dava le spalle fissando i soffitti, le pareti..sembrava spaesato! Subito, non ci preoccupammo più di tanto. Pensammo che avesse delle disposizioni dell’ultimo minuto da darci e ci avvicinammo-.

Nel frattempo Mana si era calmata e nonostante gli occhi arrossati alzò lo sguardo e prese parola, stringendo forte il fazzoletto nelle manine tremanti.

-Quando gli fummo vicine, lui si voltò e parve non riconoscerci.- spiegò, -Pareva un’altra persona, eppure posso affermare con certezza che era lui! Ma i suoi occhi erano..erano così lucidi, pieni di rabbia e di malinconia allo stesso tempo..-, si bloccò, stringendosi nelle spalle, -..e poi colpì Anzu. La colpì come se fosse stata una minaccia per lui: come se gli avessimo rivolto dei coltelli contro! Sembrava molto spaventato! Anzu si rialzò e lui procedette verso di noi. Ci spingeva via, voleva allontanarci e senza rendercene conto ci trovammo sulla punta delle scale..-;

-Io riuscii a trattenermi al corrimano prima di scivolare giù ma, Mana cadde e rotolò dalle scale fino all’entrata.- intervenne Anzu mostrando la bendatura che la giovane portava avvolta al ginocchio e al polso.

-Fortunatamente presi solo una distorsione e una brutta botta.-;

-E poi cosa accadde? Lui cosa fece?-domandai col cuore che batteva all’impazzata.

-Rimase per un attimo sulle scale a fissarci ma, arrivò Roland attirato dalle nostre grida e il signorino corse via. Lui lo inseguì ma, il corridoio era vuoto. Era svanito nel buio- terminò Mana.

Rimanemmo tutte e tre in silenzio per qualche istante. Doveva essere veramente difficile per loro parlarne ma, confidavo nel fatto che le mie parole e le mie offerte d’aiuto le avrebbero sollevate dal peso che si portavano dentro.

-Avete messo al corrente di questo il signor Kaiba, oppure qualche altro membro della famiglia?-dissi.

-Dell’aggressione? Bé sì, era più che doveroso da parte nostra ma, voi capirete che è una cosa molto strana a udirsi. Tutti conoscono il signorino Yami e non è il genere di persona che compie atti simili. E poi il signor Kaiba, soprattutto, non ha assolutamente voluto crederci, nonostante il signorino si fosse preso le sue responsabilità. E’ stato sempre molto gentile nei nostri confronti, nonostante tutto. Tentava anche di domandarci ulteriori dettagli riguardanti quella sera ma, noi non ci sentimmo di turbarlo ulteriormente, voi capite, miss?-chiese Anzu, amareggiata, -Per questo motivo cercammo di evitarlo il più possibile..-;

-Dopo quella sera, noi cercammo di dimenticare tutto. Come se non fosse accaduto nulla. Cominciammo semplicemente a pensare che fosse preda di qualche incubo..-;

-Intendete dire sonnambulo?-l'aiutai.

Le giovani cameriere annuirono.

-E in seguito all'accaduto tutto tornò alla normalità?-;

-No. La notte seguente Roland lo incontrò nuovamente. Il signorino Yami era di fronte alla stanza del signor Kaiba e quando gli domandò per quale motivo si trovasse lì, quello gli rispose in una lingua sconosciuta! Incomprensibile!-affermò Mana, sicura, -Poi scappò via e scomparve nuovamente.-;

-Comprendo. C’è altro che dovrei sapere?-. Mancava l’aggressione a Seto Kaiba, ne ero consapevole.

Anzu e Mana si lanciarono occhiate sfuggenti, serrando le labbra a disagio: -Bé, riguarda il signor Kaiba-;

-Capisco. Ecco perché questa mattina, al mio arrivo, il signorino Yami ha domandato al signor Kaiba perché si fosse tolto alcune ingessature così prematuramente- esclamai, come per incoraggiarle.

-Si, anche lui è stato aggredito. Due notti dopo- ricordò la biondina portandosi l’indice sul mento, piuttosto impensierita.

-Ma noi non abbiamo assistito e il signor Kaiba non ne ha mai parlato, se non con il signorino Yami- aggiunse Anzu, -Ha vietato categoricamente a noi domestiche di proferire parola al riguardo di questa storia, per non turbarlo ulteriormente e poi, credo che il secondo motivo sia chiaro-;

-Più che chiaro, Anzu- assentii, seria. E me lo aveva riferito anche il diretto interessato: le voci e le indiscrezioni erano dietro l’angolo e facevano notizia, soprattutto per chi ne poteva trarre vantaggio.

Decisi di congedare le sue domestiche, ringraziandole infinitamente per la fiducia concessami e facendole promettere di non riferire ad anima viva della nostra ‘chiacchierata’.

-Ah, un’ultima cosa!- esclamai prima che queste lasciassero definitivamente la stanza, -Gli occhi del signorino Yami erano aperti, dunque?-;

-Sì. Ben aperti, miss-.


Non era sonnambulismo. Per meglio intenderci: con ‘sonnambulismo’ si intende uno stato caratteristico di chi, durante il sonno, intraprende azioni più o meno complesse senza svegliarsi. Ma i suoi occhi erano aperti! Ben aperti, ed inoltre erano lucidi, pieni di rabbia e di malinconia, spaventati: tutti sentimenti che non avevano ragione d’esistere, in base a quanto mi era stato riferito dal mio paziente! Strano. Era veramente tutto molto strano!

-Dottor Van Helsing, lei cosa ne pensa?-mi domandai pensierosa, gironzolando per la biblioteca e facendo roteare l’enorme mappamondo, -Non è sonnambulismo, pertanto forse la mia prima ipotesi potrebbe essere attendibile!-sospirai, scrutando con attenzione le regioni transilvaniche, -E se il Dottor Yami fosse uno dei suoi vampiri?-pensai ad un certo punto, rabbrividendo, -Buon Dio, no! Se così fosse non rimarrebbe molta sostanza delle due cameriere e dei restanti inquilini della casa-;

-Mi sembrate afflitta, miss-;

-AAAAH! Dott..Y-Yami!- esclamai voltandomi e reggendo l’enorme planisfero prima che questo si infrangesse a terra, -Ero assorta e non vi ho sentito entrare-;

-Vi chiedo scusa, miss!-ridacchiò il mio giovane paziente, facendo spallucce e gettandosi sul piccolo sofà, -Ho udito delle voci provenire dalla stanza e così, mi sono chiesto chi citasse il nome di Abraham Van Helsing- spiegò.

-Oh, ecco, il fatto è che…-;

-Mi piacerebbe molto sapere cosa vi collega all’illustre dottore, miss.-;

-C-credo che prima di questo, dovrei mettervi al corrente del mio ‘colloquio’ con le vostre domestiche.-;

-Ah sì? -esclamò stupito, il ragazzo, -Avete preso molto sul serio questo incarico. Stupendo! Ebbene, ditemi tutto-.

Riferii al signorino Yami di ogni cosa e a giudicare dalla tensione, che lentamente si faceva strada sul suo viso, compresi il tentativo da parte sua, di rivivere quei moenti rimasti avvolti nella più fitta oscurità.

-Dunque è questo ciò che hanno visto. Mio Dio, devo averle terrorizzate a morte- sussurrò portandosi le mani alle tempie, confuso, -Eppure io continuo a non ricordare-;

-Sì, erano terrorizzate ma, erano soprattutto molto preoccupate per voi, Yami- aggiunsi.

-Come avete fatto a..?-;

-Bé, credo che dopo l’accaduto avessero bisogno di sfogarsi con qualcuno e con chi, se non con una delle vostre più ‘care’ amiche? Avete fatto bene a chiamarmi- dissi, sedendomi di fronte a lui, -Non abbiate timore. Giuro che riuscirò a risolvere tutto. Vi prego, abbiate fiducia in me-.

Lui alzò lo sguardo sorpreso, e sulle sue labbra si dipinse un affettuoso sorriso che mi sciolse il cuore.

-Ho piena fiducia in voi, miss. Se non l’avessi già affidata al mio consorte, so per certo che la mia vita, l’avrei affidata a voi- affermò.

E-esagerato! Mi stavano salendo le lacrime agli occhi. Cielo, che imbarazzo! Mai nessuno mi aveva concesso una tale e smisurata fiducia!

-Aveva proprio ragione la signorina Mana!-gemetti cominciando a singhiozzare, sempre più emozionata da quelle due profonde e dolci ametiste, che erano i suoi occhi.

-Eh? Cosa diceva Mana?- mi domandò lui, sbattendo le palpebre con innocenza.

-Che..che siete così piccolo e adorabile- esclamai abbracciandolo, come fosse stata una preziosa e fragile bambola di porcellana.

-...Oh -;

-D-DEGENERE PROGENIA DEL MIO STESSO SANGUE! CI VUOI ROVINARE TUTTI?!-ruggì una voce di anziano, facendo violentemente irruzione nella biblioteca e spaventandoci a morte.

-N-nonno!-esclamò immediatamente il signorino Yami, mentre lo liberavo dal mio abbraccio, paonazza. Ma cosa mi era preso di abbracciarlo in quella maniera così sconsiderata? Buon Dio, neanche ci conoscevamo! Che razza di idea si sarebbe fatto di me, il mio paziente?

-Nonno, cosa facevate dietro la porta? Spiavate, forse?-lo rimproverò nel frattempo, il diretto interessato, portandosi le mani sui fianchi longilinei.

L’anziano, piuttosto basso, dai folti capelli grigi e con indosso una camicia dimessa e sporca di terra, serrò le labbra e ridusse gli strani occhi a mezzaluna, con fare accusatorio.

-Non cambiare discorso, nipote! Fidanzato ufficialmente da soli cinque mesi e già tradisci?! Almeno attendi a dopo il matrimonio!-sbraitò, in collera.

-Ma come potete insinuare certe cose, nonno? Avete completamente frainteso la situazione- sospirò il giovane a braccia conserte, sviando il suo sguardo, -Lei è una mia carissima amica giunta questa mattina da fuori città. Ah, ehm..miss, questo è nonno Simon!- disse in seguito, voltandosi verso di me, ancora accovacciata a terra e in preda ai più svariati ed imbarazzanti pensieri.

-Uh?-. Mi alzai immediatamente, tossicchiando per ridarmi contegno e sorrisi all’anziano, il quale inarcò le sopracciglia, stupito.

-Oh! Dunque stanno così le cose! Vogliate perdonare questo povero vecchio, signorina. Benvenuta nella nostra umile dimora- esclamò afferrandomi bruscamente la mano e baciandola, -Ditemi, siete sposata?-chiese alzando lo sguardo acceso sulla mia (povera) persona.

-EEH?!-;

-NONNO!-intervenne Yami dandogli una pacca sul capo, -Ma cosa vi viene in mente?!-, di seguito si voltò verso di me, bisbigliando: -Scusatelo miss, è alla disperata ricerca di moglie, con scarsi risultati-.

Non ne dubitavo! Con certe maniere, ed un baciamano che riduceva in frantumi l’arto!

-Tu guarda a che gesti sconsiderati arrivano le nuove generazioni. Colpire così un povero vecchio -borbottò deluso il parente, da sotto i baffi grigi.

-Nonno, non dovevate travasare i gerani? Perché non vi incamminate, su. E ricordate di potare i bonsai, mi raccomando- fece il ragazzo spingendolo delicatamente fuori dallo studio, sotto il mio sguardo sbigottito e ancora confuso.

-Di un po’, questo fidanzamento ti ha già dato alla testa, nipote? Solo ordini e spintoni! Cosa sono queste maniere? Guarda che io ho le ossa fragilURGH!-.

Il Dottor Yami si richiuse le porte scorrevoli alle spalle e vi si poggiò sopra, passandosi una mano sulla fronte, accaldato.

-Sono costernato, miss- disse, -Che casa vivace, eh?-;

-E’ un fatto positivo, non trovate?-affermai ridacchiando, -E chiedo umilmente perdono per il mio comportamento vergognoso di poco fa-.

Il giovane tornò a sedersi sul sofà cremisi e sorrise divertito.

-Sono stato abbracciato da una bella ed intelligente giovane come voi! Che motivo avrei di lamentarmi?-disse allegro, facendomi violentemente arrossire.

Bella e intelligente..! Faceva sempre piacere all’autostima, sentir pronunciare quelle parole, di tanto in tanto!

Che adulatore, il Dottor Yami!

Continua…

Salve a tutti!

Terzo giro, terzo capitolo: la storia comincia a prendere forma e consistenza e ben presto entrerà nel vivo dell'azione! Mi sto divertendo davvero molto a scriverla, inoltre, l'idea di avere un pubblico mi sprona ancor di più a dare il meglio per rendere ogni paginuccia, succulenta ad ogni palato! Continuate a seguirla, mi raccomando!

Ringraziamenti: Soe Mame! Lieta che anche questo capitolo ti sia piaciuto, nonostante la coppia principale! Porta pazienza ^_^°! Essì, the persona di fiducia è lo zio Peggy! Ma ci sono ancora parecchi personaggi da presentare e pian piano spunteranno tutti fuori come funghi sotto un acquazzone! (Ma che razza di metafore..?! NdAlly) (Lascia fare, lascia fare! Ho studiato il fenomeno, quindi so di che parlo! u_u NdA_versione Sherlock Holmes) (-__-...aiuto. NdXso) Per quanto riguarda la tua domanda..uhm, bé credo proprio che userò i nomi occidentali! Come hai detto tu, si adattano maggiormente al contesto della storia! Per Anzu ho fatto un'eccezione..Tea proprio non mi piaceva! ^_^

Tayr Soranance: io e la mia Tension siamo decisamente commosse dai tuoi sempre ultra graditissimi commenti! Grazie infinite per il tuo sostegno! Sono veramente felice di averti ritrovata anche qua! Che farei senza di te?! Cosa? Un libro? Bè, magari! Ma non credo di essere ancora così eccelsa! ^_^/// C'è sempre così tanto da imparare, sopratutto da altri autori! Comunque, lieta che i personaggi e sopratutto la mia psicologa-detective ti aggradi!!!

A prestissimo col quarto capitolo!

+AliceWonderland+


  
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