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Autore: ClaudiaSwan    22/08/2010    8 recensioni
Chi si piace ha senza dubbio una vita stupenda
Chi si piace sa affrontare i problemi per quello che sono
senza inveire contro gli dei sospettando un certo accanimento nel loro
infierire.
Chi si piace sa come guardare alla vita.
Per questo la vita delle ragazze bionde con i vestiti rossi
è perfetta.Essere bionde già le esonera dal difficile compito di creare
un cliché attorno alla loro persona.
Partono avvantaggiate.
Samantha Butler è una giornalista. Un'insicura, cinica e
solitaria giornalista che si barrica dietro le sue strampalate teorie,
nate a cura delle delusioni subite. Samantha ha un parere su tutto,
una teoria su tutto e soprattutto su tutti.
In particolare su William Musterson, il suo dirimpettaio, alias "il
poltergeist". Ma tutte le sue trovate saranno costrette a cadere nel
momento esatto in cui Will le dimostrerà quanto il suo modo di
guardare il mondo sia del tutto superficiale ed errato.
Perchè se guardi il mondo con gli occhi della delusione e del pregiudizio, nulla potrà mai andare per il meglio.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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v per vendetta

2

V per vendetta

 

 

Qualcuno vorrebbe pensare che la grazia divina venga assicurata per l’intera giornata nel momento in cui un misero essere umano decide di compiere la sua buona azione giornaliera.
Se non proprio per l’intera giornata almeno per alcune ore.
Basterebbero anche un paio di minuti. Insomma… una piccola situazione spiacevole che ci viene evitata a seguito di un’azione caritatevole nei confronti del prossimo sarebbe utile a darci un segno dell’esistenza di un qualcosa di superiore, di un’intelligenza più grande nell’universo.
Ma se spero che aver donato dieci sterline alla ricerca tramite un messaggino telefonico dopo una striscia pubblicitaria televisiva possa evitarmi questa scena, mi sbaglio di grosso.
Certamente Dio tiene in gran conto le nostre buone azioni, soprattutto se sono sincere. E prima di aprire la porta di casa questa mattina io non avevo la minima intenzione di assicurarmi un’indulgenza da parte Sua. Volevo solo dare una mano, nel mio piccolo, a risolvere i problemi del mondo.
Ma inciampando in una palla gigantesca di quelle che una volta erano candidi lenzuoli, mentre ora sembrano più il manto di una mucca pezzata rossiccia, ammetto di aver sperato di essermi comprata, almeno per questa breve parentesi di giornata, il favore dell’Altissimo.
E invece no.
La prossima volta donerò venti sterline, promesso.
- mmm…- grugnisce la vacca pezzata ai miei piedi, tutta avvolta nel lenzuolo macchiato di quello che suppongo sia vino, ma non escluderei che possa essere anche qualcos’altro.
Del tutto indifferente al dolore fisico che probabilmente il mio piede gli sta provocando, proseguo con il difficile compito di chiudere la porta di casa, che a quanto pare oggi affaccia su un panorama degno della caduta di Gerusalemme al termine della seconda crociata.
Corpi del tutto privi di sensi vestiti di drappi che una volta erano bianchi, ricoprono il linoleum del pianerottolo, somigliando molto a dei templari caduti in battaglia, non fosse che, anziché abbracciare le proprie spade, i soggetti in questione stringono principalmente bottiglie vuote.
Senza troppa grazia e cortesia scavalco la salma ai miei piedi, impiegando almeno cinque secondi per decidere dove avrei dovuto appoggiare il mio prossimo passo per non finire accusata di vilipendio di cadavere. Insomma… oltre al danno anche la beffa, proprio no!
Con una certa dose di soddisfazione per le mie insperate prodezze atletiche nella camminata ad ostacoli, riesco a raggiungere le scale, che per lo meno sono un po’ più libere nella loro accessibilità.
Questa il poltergeist me l’avrebbe pagata, e anche cara. Lui e i suoi festini non avrebbero avuto lunga vita!
Scendo svelta, e dopo una rapida occhiata alla cassetta della posta (vuota) sono fuori.
Passo per il Whitecross Street Market e supero St Luke’s Church, per fermarmi davanti alla “clean it”. Che nome originale per una lavanderia a gettoni!
Sul serio, non vorrei mai trovarmi nei panni di chi sta per aprire un’attività al momento della scelta del nome dell’insegna. Ore di sonno totalmente perse a cercare di qualcosa di carino, originale, divertente, inconfondibile, non troppo difficile e si spera indimenticabile da far vergare su neon luminosi all’ingresso del negozio che, comunque, tutti conosceranno solo con il nome generico di “il bar”, “la lavanderia”, “la cartoleria”  e via discorrendo.
Credo che chi abbia scelto un nome come “clean it” si sia fatto quattro conti e abbia deciso che certamente la sua fantasia avrebbe avuto un futuro migliore se impiegata in qualcosa di più utile.
Come tutte le lavanderie a gettoni che si rispettino, la “clean it” ha un pavimento fatto di mattonelle bianche e nere e delle pareti stinte giallo ocra, su cui sono appesi qua e là con lo scotch cartelli di avvisi scritti a mano che vietano cose assurde, come “è vietato lavare scarpe, stoviglie, giocattoli e animali nelle macchine” come se a qualcuno potesse mai venire in mente di infilare un barboncino nell’oblò o portarsi i piatti sporchi da casa. Ma se il cartello c’è… la stupidità umana è senza confini.
Senza pormi ulteriori domande, scelgo tre lavatrici a caso e divido bianchi, scuri e colorati lanciando in ogni oblò ben due salviette acchiappacolore, tanto per stare tranquilla. Nel caso non si fosse capito, non sono esattamente una brava massaia.
- tu credi che quelle stronzate funzionino?-
Ok. È più che evidente che la mia donazione mattutina alla ricerca non è stata considerata poi questa gran cosa nell’alto dei cieli. Pecco di superbia se cerco di trarne un merito per salvarmi dalla piaga sociale che ha appena fatto il suo ingresso nel locale tentando di relazionarsi con me?
Evidentemente si. Mister festini a tema ha deciso di perseguitarmi anche qui!
- sul serio… quelle lì non servono a niente. Ecco, prendi queste - dice ancora il poltergeist lanciandomi tre fazzolettini bianchi a una lavatrice di distanza da me.
Lo studio con malcelato disgusto ma comunque lieta che abbia abbandonato stole e infradito, nonché corone d’alloro da dio greco, per tornare a vestire i panni di una persona apparentemente normale.
Sono qui che medito di iniziare la mia filippica sull’articolo sette del regolamento condominiale, ma mi vedo impedita nell’intraprenderla. Rapido e metodico, ha separato la roba bianca da quella scura, ha controllato le tasche dei jeans, ha sistemato la manopola della temperatura e ha chiuso tutto nel cestello assieme a una boccia di detersivo, una salvietta acchiappacolore e dell’ammorbidente.
William Musterson sa fare il bucato.
Meglio di me.
Ok, ci vuole poco, ma io sono una donna… dovrei in ogni caso essere più portata di lui in queste cose. Sarà uno dei suoi superpoteri da poltergeist.
- tranquilla, non permetteranno che le tue adorate felpe e jeans si sciolgano- insiste con un sorrisetto ironico recuperando dai miei cestelli le salviette che avevo già messo e facendole sparire nel
cesto dell’immondizia.
- e come mai sai queste cose?- domando indifferente mettendo i gettoni nelle apposite fessure prima di far partire le macchine.
Chi sono io per interferire con le rare manifestazioni in cui l’essere prova di avere una qualche utilità? Nessuno, quindi pigio i tre bottoni rossi che avrebbero fatto partire il lavaggio e prendo posto una delle tante sedie di plastica rossa che seguono il contorno del muro.
- sono un uomo che vive da solo. Ti basta come risposta?-
Si. E direi che mi basta e avanza anche come conversazione.
Già è incredibile che l’essere mi perseguiti anche in lavanderia, ma  essere costretta a conversarci mi sembra una pretesa discutibile, soprattutto se si tiene conto del fatto che lui, la sua musica assordante e i suoi “amici” alcolizzati hanno insistentemente attentato con successo al “sonno dei giusti” dell’intera palazzina!
Cercando di non contare mentalmente tutte le ore di sonno che mi ha rubato e tentare di ripartirle nelle prossime pennichelle per recuperarle, estraggo dalla borsa la mia agenda prendiappunti e la apro alla prima pagina vuota. Scappuccio la penna, la appoggio sul foglio e aspetto.
“Cosa?”, vi starete chiedendo.
Ebbene aspetto letteralmente un illuminazione.
Aspetto un pensiero che mi folgori e mi spinga a scrivere.
Aspetto di trovare l’ispirazione.
Non so mai cosa scriverò quando prendo in mano la mia agenda. Appoggio la penna sulla carta e attendo facendo vagare lo sguardo su ciò che mi circonda ma senza cercare in realtà nulla.
È così che faccio il mio lavoro: osservando, aspettando, annotando un’impressione.
Un’impressione qualsiasi, anche scollegata da quella precedente… qualsiasi cosa.
Il negozio è praticamente vuoto, fatta eccezione del proprietario che legge silenziosamente il suo giornale seduto su una sedia di plastica appena fuori dalla porta e un ragazzo che, armato di cuffiette bianche, ammazza il tempo dell’attesa armeggiando con il suo Ipod.
E il poltergeist, s’intende.
Lui e la sua maglietta vergognosamente attillata sui pettorali se ne stanno semplicemente seduti, a braccia conserte e con le gambe allungate a guardare girare la sua roba all’interno dell’oblò.
Mi piacerebbe pensare che sia immerso nei suoi pensieri, ma dal giro che fanno i suoi occhi potrei anche affermare che non sta pensando a nulla con una certa dose di sicurezza. Insomma, essere seduta sulla sedia accanto alla sua mi da una visuale pressoché perfetta della direzione del suo sguardo.
Uno sguardo per certi versi intenso, e assolutamente vivo, anche se apparentemente assente.
I suoi occhi azzurri sono fissi su un punto solo e non si spostano.
Sembrano, anzi no, sono stanchi… cisposi, come di uno che si è buttato giù dal letto troppo presto dopo una sbronza. Beh, è andata quasi sicuramente così, ma il modo in cui se li stropiccia di tanto in tanto è particolare.
Non so dire in cosa, fosse nella strana torsione del polso che fa portandosi la mano sul viso…
Sta di fatto che osservarlo così da vicino non è consigliabile. È obbiettivamente davvero bello.
Ma non bello in modo convenzionale…
È un bello… non so dire nemmeno come.
Il taglio della bocca, delle sopracciglia castane…. Qualcosa nel modo in cui corruga la fronte…
È affascinante.
- peccato tu non sia venuta alla festa ieri sera. C’era parecchio da divertirsi- dice con un leggero sorrisetto.
Si è accorto del fatto che lo stavo osservando, ma l’unica forma di vita nel suo cervello che passa metà del suo tempo a chiedere aiuto al mondo esterno e l’altra metà a piangersi addosso per la sua del tutto evidente sciagura, ha saggiamente deciso di non farmelo notare, dato che, nel momento in cui i suoi occhi azzurri mi hanno sorpresa, ho subito distolto lo sguardo imbarazzata, senza riuscire a celare il rossore che mi aveva certamente tinto le gote di un rosso acceso.
- si come no. Immagino che la rievocazione del disastro di Pompei di stamattina sul pianerottolo facesse parte del divertimento. Come salme eravate particolarmente realistici- ribatto acida cercando in qualche modo di regolare i conti con me e la mia vena smielata mattutina.
Trovarlo bello e affascinante… ma per favore!
La mancanza di sonno fa degli scherzi davvero pessimi! A osservarlo meglio ha anche il viso lievemente asimmetrico e sarà certamente così anche quando rilasserà quel ghigno che si è dipinto sulla faccia.
- oh… quello. Beh, sono… come dire? Effetti collaterali non previsti-
- beh, io trovo assurdo non prevedere l’eccidio come effetto collaterale di una serata a base di alcool-
- non ho detto che non ci sarebbero stati dei caduti, solo non immaginavo che avrebbero scelto il pianerottolo come luogo di eterno riposo-
- beh, spero che il loro riposo sia soltanto momentaneo, e che risorgano presto a nuova e più cosciente vita perché non ho intenzione di giocare ogni mattina a prato fiorito per uscire da casa mia-
- tranquilla, non sarai costretta a fare Heidi. Le margheritine hanno già levato le tende-
- bene -
Ok. Il fatto che sia oggettivamente bello non lo esime dall’essere classificato come insopportabile.
Già il fatto che risponda con sarcasmo mi innervosisce, anche se meno del fatto che per qualche secondo io mi sia concessa di trovarlo, se non altro, un piacere per gli occhi.
In più, a fomentare la mia stizza, c’è il fatto che con lui seduto al mio fianco io non riesca a fare quello che di solito faccio.
Guardo la carta immacolata tra le mie mani e il mio cervello mi rimanda un’immagine altrettanto bianca dei miei pensieri.
Oddio! Lo sapevo che era contagioso, lo sapevo!
Mesi di reticenza, chiusura e avversione presi e buttati all’aria per due fazzolettini di carta in una lavatrice.
La mia brillante teoria del silenzio ostile – parla poco e quando lo fai, sii acida. Prima o poi si stuferà di socializzare. È un uomo e non da importanza a chi non gliene da a sufficienza – fatta svanire nel giro di pochi minuti.
Dovrò impegnarmi più seriamente nel metterla in pratica.
- si può sapere cos’hai contro il divertimento?-
A partire da ora.
- si può sapere perché tenti di andare d’accordo con me con tutto questo zelo?-
- i rapporti tra vicini sono importanti. Non sai che il 23% degli omicidi qui a Londra nascono per liti di vicinato?-
- mi domando perché-
- senza contare che vivere in un clima emotivo stressato non fa per niente bene -
- che tu ci creda o no, a stressarmi sono più le tue feste, i tuoi schiamazzi e il rumore della tua lavastoviglie che non il fatto che tu non mi rivolga la parola. Sono certa di poter sopravvivere ad un dirimpettaio asociale-
- a no. Non dare la colpa ai miei elettrodomestici e alle mie feste. Tu sei acida e stressata di tuo. Direi a tratti nevrastenica-
Regola numero uno del manuale di sopravvivenza per imbecilli: quando non si sa più a che santo votarsi, il puntare il dito sui nostri difetti è l’unico modo per uscire se non proprio vincente almeno non sconfitto da una discussione.
Non importa che sia un marito, un compagno, un amico o il tuo dirimpettaio. Lui sarà sempre un essere senza peccato perché… perché tu – in questo caso io – presenti un carattere del tutto incompatibile alla vita comunitaria.
Viva l’originalità.
- come appena detto, a meno che tu non sia sordo, è tutto merito tuo. Io sono acida, stressata e nevrastenica solo con te-
- e non ti dà da pensare il fatto che tu lo sia se io non sono altro che il tuo vicino di casa? Non dovresti darmi tutta questa importanza, potrei anche pensare di piacerti.-
Regola numero due del suddetto manuale: nonostante sia risaputo che le donne non dicono mai quello che pensano e se lo fanno c’è di certo un altro modo in cui verrete ingannati, mettetele alle strette. È chiaro che le donne più sono criptiche e acide più sono attratte da voi. Dovete solo farle uscire allo scoperto!
Giuro, da un lato invidio gli uomini. Hanno scorte immense di autostima, oserei dire infinite! Pare che ne coltivino sempre di più di quella sufficiente all’autoconsumo, forse per regalarla generosamente a un altro individuo maschio che ne abbisogni in quantità maggiori.
Però! Li facevo solo scemi, non anche altruisti!
- tu piacermi? Ma per favore!-
- allora perché impieghi tutte queste energie ad odiarmi se non abbiamo alcun rapporto se non la condivisione di quattro metri quadrati davanti alle nostre rispettive porte?-
- tu non mi piaci-
- bene. È un passo averlo ammesso -
- ammesso cosa? Che non mi piaci? Non te l’ho già detto in più di una metafora in questa illuminante conversazione?-
- no, è un passo aver ammesso che sei una nevrastenica. Se hai detto che non ti piaccio e che quindi non è per me che sei così acida allora vuol dire che la tua è un’autentica patologia e che io sono semplicemente l’oggetto su cui si riversano i tuoi sintomi-
Regola numero tre: se non ammette spontaneamente l’attrazione, l’esasperazione è un espediente infallibile per ottenerla.
- come ti pare. Sta di fatto che se mi fai trovare un’altra volta un percorso a ostacoli davanti alla porta farò in modo che tu possa sperimentare le gioie dell’essere un senza tetto. Ci siamo capiti?-
- e cosa ti fa pensare che riuscirai a sbattermi fuori di casa?-
- oh… so essere molto perfida, se mi metto d’impegno -
- credimi, non fatico a crederlo-
Lo odio.
Davvero.
Lo odio!
Lui e la sua aria flirtereccia. Lui e il suo ghigno soddisfatto stampato sulla faccia. Lo odio!
Odio come mi parla. Odio come mi guarda e odio, odio come sta seduto! Con aria strafottente da cacciatore provetto che sa di avere la preda nel sacco.
Non voglio dire che ci stia provando con me. Sicuramente non è così, ma odio lo stesso il suo modo di rivolgersi a me come se lo stesse facendo!
Per sfogare il mio nervosismo represso, mi alzo dalla sedia come a controllare qualcosa nell’oblò, anche se in realtà tutto ciò che cerco di fare è respirare fuori dalla nube tossica della sua scia adirante. 
- ciao. Scusa… se sono così sfacciato ma potresti darmi una bustina del tuo ammorbidente? Come uno scemo, ho dimenticato a casa il mio-
Alzo lo sguardo e lo incrocio con il ragazzo dalle cuffiette bianche e l’Ipod.
Distrattamente pesco dalla scatola di cartone della confezione e gliene passo due bustine prima di dedicarmi alla raccolta di tutte la cartacce che avevo lasciato sul ripiano della lavatrice quando avevo aperto le salviette.
- emm… grazie…-
- di nulla -
- vieni spesso qui? Non ti ho mai vista da queste parti -
- vengo solo quando ho enormi carichi di roba da lavare, cioè circa una volta ogni due settimane -
- ah… si in effetti, mi sarei ricordato certamente di te -
- mh-mmm-
- beh… grazie ancora…- conclude ingobbendosi sulle spalle magre prima di far ritorno alla sua seduta.
Quando si allontana per tornare a sedersi con la sua musica su una delle sedie rosse dall’altro capo della stanza, lo imito dopo aver amaramente constatato che manca ancora troppo allo stop del lavaggio. E che il poltergeist sembra stare facendo possibile e impossibile per trattenersi dal ridere.
- si può sapere che hai da ridere ora?- sbotto lasciandomi cadere seduta al suo fianco.
- sei davvero nevrotica!-
- mi sembrava di aver già chiarito che la cosa non mi tange-
- beh, sappi che il tuo scarso autocontrollo ha profondamente segnato la vita di quel povero ragazzo, che probabilmente avrà ripercussioni gravissime sulla sua futura vita sociale-
- per aver chiesto dell’ammorbidente?-
- porca miseria, ma davvero non ti sei resa conto? Ci stava provando con te!-
Questa è davvero, davvero buona.
Un tizio, provarci con me, in una lavanderia????
Lancio uno sguardo nella sua direzione e non noto nulla di strano. È esattamente allo stesso posto, nell’identica posizione in cui l’ho visto l’ultima volta.
- e allora? Dovrebbe essere un mio problema perché?- rispondo annoiata sporgendomi a prendere una delle riviste messe a disposizione per ammazzare il tempo. Tanto lavorare con lo spettro accanto è praticamente impossibile.
- non lo vedi? È lì che sta setacciando il pavimento alla ricerca delle sue palle che tu, manco fossi un boia professionista, hai provveduto a recidere!-
- beh, affari suoi -
- sai inizio a credere che tu soffra di una forma particolarmente acuta di misandria -
Non l’ha detto sul serio.
Non può averlo detto sul serio.
E invece si.
I suoi occhi azzurri puntati dritti su di me mi dicono che ha parlato seriamente, anche se non perdono quella luce di sarcasmo che ormai credo sia il suo tratto caratteristico.
- hai finito di analizzarmi?-
- oh, tesoro vorrei poterti dire di sì, ma tu sei affascinante quasi quanto uno di quei casi assurdi che solo Grey’s Anatomy riesce a tirare fuori. Come quella puntata della tipa con due uteri che stava partorendo due figli ognuno con un padre diverso-
Cheeee?
E che centrano i telefilm med e gli uteri adesso?
Gli sembro forse un mistero clinico che deve essere approfondito?
- ok. Senti… se vuoi che ti scorti ai gruppi di sostegno che dovresti frequentare dillo subito. Se ti senti solo e vuoi qualcuno che ti accompagni tanto per non sentirti così pazzo come invece io credo che tu sia hai solo da chiederlo-
- uhhhh! Cos’è? Mi stai invitando?-
- ceeeeeeerto!-
- davvero?-
- no!-
Beato, benedetto silenzio.
Non c’è niente di meglio della pausa d’imbarazzo che segue alla scoperta della falsità di un’illusione volontariamente indotta.
Ecco, quello è il silenzio più puro.
- ti rendi conto che questa è la conversazione più lunga che abbiamo mai fatto da tre anni a questa parte?-
Ok, ora mi ha scocciato sul serio!
- e tu ti rendi conto che se questa è la prima in tre anni un motivo deve pur esserci? Vuoi che ti illumini ancora una volta o decidi di dare ascolto all’unico neurone che dovrebbe orbitare nella tua scatola cranica? Sempre che abbia conservato una minima forma di raziocinio e non stia ancora navigando a vele spiegate nel mare di birra con cui hai tentato di ucciderlo ieri sera!-
- oh si, ti prego. Illuminami. Ti passo a prendere per le otto, che ne dici? Credo di poter afferrare meglio il concetto davanti a un branzino in crosta di sale ed erbe aromatiche. Sai, io e il mio unico neurone mezzo affogato siamo creature semplici. Siamo più disposte alla comprensione a stomaco pieno-
Una parola sola gravita nella mia mente. Una parola che inizia per V.
Una parola da cui ci si deve sempre guardare, di cui bisogna diffidare, di cui bisogna fare uso solo in rare occasioni.
Vendetta.
- ok -
- dici sul serio?-
- si. Offrimi la cena e ti illuminerò meglio di quanto potrebbe fare un falò appiccato da Robinson Crusoe in persona-
Mi guarda a lungo scettico, probabilmente avendo già intuito qualcosa. Stringe gli occhi in due micro fessure prima di aprire di nuovo bocca
e per un attimo sospetto del fatto che abbocchi sul serio al mio piano.
- perché sono convinto del fatto che questo tuo accettare immediato senza una lunga opera di convincimento da parte mia nasconda qualcosa?-
Perspicace il ragazzo, devo ammettere di essere sorpresa da tanta prontezza d’intelletto.
- perché sei un uomo di poca fede, che crede di conoscermi senza sapere niente di me – rispondo civettuola sforzandomi anche di tirare un sorriso che possa apparire sincero e spensierato almeno da lontano.
- ok, touchè. Sarò da te alle otto e prometto di lasciare tutti i pregiudizi che ho su di te sul divano con Dag-
- bene. Sii puntuale -
- credo di riuscire ad essere da te alle otto, non preoccuparti-
- oh, tranquillo. Non mi prendo di certo il disturbo di farlo-
Vendetta.
Vendetta finalmente!!!!
Ahhhhh poltergeist dei miei stivali. Ti farò pentire del tuo invito. Chissà che alla fine della serata tu non ti renda conto del fatto che è importante non sfidarmi!
 

 

 

Abbigliamento Sam

Abbigliamento Will

 

 

Eccomi qui di nuovo, dopo una lunga attesa.
La pausa vacanziera mi ha imposto di non aggiornare, anche se avevo già scritto il capitolo che aveva cmq bisogno di essere rivisto e corretto.
Purtroppo non so quando arriverà il prossimo post, poiché domattina sono già di nuovo in viaggio anche se questa volta immersa nello studio e non nello splendido mare della Grecia. Ahhhhhhh spiaggia di Santa Barbara quanto mi manchi!!!!
Beh, in attesa che torniate tutti dalle vostre vacanze, permettetemi di prendermela ancora comoda :P
Ricordo ancora l’ultima one shot che ho scritto “per un terzo di bacio” e il blog su cui tenersi aggiornati per sapere spoiler ed eventuali avvisi.
Grazie a tutti quelli che hanno messo la storia tra preferiti, seguite e da ricordare, spero di non deludervi!
Un bacio!!!
 
 
Recensioni:  
 

  lagii5  

Ciao Giorgia! Grazie per essere passata a leggere la storia in un periodo, mi sembra chiaro, infausto per la pubblicazione di nuove storie. Le vacanze portano spesso lontano dal pc. Sono davvero felice del fatto che ti sia piaciuto l’inizio e spero di non deluderti continuando.

Il personaggio di William si evolverà con il tempo, poiché questa, a differenza della mia ultima storia pubblicata, sarà in un pov solo. Spero quindi di non fallire nell’impresa e di mantenere la curiosità attorno al suo personaggio (non farlo parlare con la sua bocca è davvero dura!!). nel frattempo mi sfogo con Sam!

Grazie anche per i complimenti sul mio modo di scrivere :)

Un bacio grande e a presto!

  romina75  

Ritardo pazzesco da parte mia a parte (dovuto alle vacanze)… ma ciaoooooooooooooo!!!!!!

Tesoro che bello trovarti anche qui!!!! *____*

Ancora non ti sei stufata delle mie pazzie????

Bah, spero di no!!!!

40 giorni e 40 notti è troppo bello e Gerard…. Beh…. Gerard…. Che dire se non che è un figo che non può far altro che ispirare?????

Spero di risentirti presto!

Un bacio grande a te e uno al tuo piccolo Andrea! Ma quanto è tato?????

  Enris  

Carissima, ben ritrovata!!!! Mi hai seguito anche qui!!! :)

In effetti il personaggio di Sam concede molto spazio di manovra per il suo passato scarsamente menzionato, la sua solitudine e il suo cinismo, ma ormai sappiamo che se i miei personaggi non si fanno almeno un paio di giri mentali e non sono anche solo lievemente paranoici nemmeno mi prendo la briga di inventarli!

Che dire???? Grazie grazie della fiducia e spero che il relax delle vacanze mi porti anche un po’ di ispirazione! :)

Un bacio grande grande!

 

  dindy80  

Ebbene si, tesoro :), Sam è proprio Mandy!!!! E Gerard… irresistibile!!!!!!!

Questa ff sarà corta e leggera… la sto scrivendo per svago perché le altre mi prendono troppe energie e quando ho voglia di scrivere qualche carognata apro questo file… visto che Sam è nostra signora del cinismo mi devo sentire particolarmente in vena :P

Spero che cmq ti piaccia anche questa storia.

Un bacio grande grande

 

  Aching4perfection  

Ciao :) visto che hai già letto plvk bentornata!!!!

Sono felice del fatto che il nuovo personaggio ti intrighi e spero di riuscire a mantenerlo perché da come l’ho ideato è molto particolare nel senso che tende ad andare molto per i fatti suoi.

Per l’analisi… mi trovo assolutamente d’accordo con te, credimi. Anche io trovo sia un piccolo difetto di tanto in tanto, e giuro, cerco di correggermi. In genere quando devo fare una parte di dialogo scrivo prima quello, senza descrizioni in mezzo, ma quando leggo mi sembra sempre di non aver reso bene la scena… non so… voglio sempre che vediate la scena come la vedo io e tendo a descrivere tutto.

Pian piano sto cercando di contenermi però :P anche perché a volte mi vengono due pagine solo di descrizioni e mi rendo conto che non è proprio il caso.

Per quanto riguarda l’uomo immaginario… hai ragione anche qui nel dire che poteva sembrare che stessi riprendendo un po’ il vecchio Matt ma davvero non è così. Anche se ammetto sono molto affascinata da viaggi nel passato e spiriti, in questo caso il Sam maschio è solo strumentale al personaggio di Samantha e non alla storia vera e propria come è stato per l’altra. Non comparirà spesso, anzi… farà qualche comparsata di tanto in tanto ma nulla di più.

Grazie mille per le osservazioni che mi hai fatto, dico sul serio! Aiutano molto di più di una sfilza intera di complimenti che ti fanno sentire un dio della scrittura :)

Spero alla prossima ;) , un bacio

 

  JessikinaCullen  

Ma buonasera!!!! :) che piacere ritrovarti anche qui *____*

Sono davvero davvero contenta del fatto che la storia ti piaccia e si… mi ricordo molto bene la tua citazione di 40 giorni e 40 notti! E come dimenticarla???? Come dimenticare i giorni di festeggiamenti scaduta l’astinenza???? Bellissimi!!!! Sono arrivata a leggere poco dopo quel capitolo, 4 o 5 capitoli dopo se non sbaglio ma devo rileggermelo dall’inizio per ricordarmi bene tutto. Se riprendessi ora mi sa che farei solo casino :P

Le vacanze sono andate benissimo!!! La Grecia è stupenda e andarci con un gruppo di 10 persone una più pazza dell’altra la rende indimenticabile! Purtroppo domani parto di nuovo e starò lontano dal pc per un’altra settimana :(

Grazie per il sostegno e la pazienza che mi mostri ogni volta quando si tratta di attese. Devo preparare due esami e uno è davvero duro ma non mollerò tranquilla! Anzi! Chissà che l’odio verso la materia non mi dia lo slancio di cinismo necessario a fare bene Sam!!!!

Un bacione carissima e a presto ;)

  Angyr88

Tornata oggi dalla Grecia!!!!!! *____*

Mi credi se ti dico che mi veniva da pensarti ogni volta che sentivo un accento barese attorno a me? E fidati… erano tante volte! Volevo spedirti una cartolina ma poi ho pensato che sarebbe stato meglio spedirtela da qui con un piccolo allegato :P quindi vedi di riscrivermi il tuo indirizzo a breve perché non mi ricordo più che fine ha fatto il foglietto!!!!

Allora… so che avrei dovuto postare prima di partire dato che il cap era praticamente pronto ma il fatto che ho fatto e disfatto le valige un sacco di volte non ha aiutato la concentrazione!!!!!

Addirittura la Kinsella???? So!!!! Ma la kinsella è un genio!!!!! Che ti sei bevuta per paragonarmi a lei!!!! Però sai bene anche che sto gongolando come una matta dalla felicità!

Un bacio grande grande So!!!!! Ci sentiamo presto presto presto!!!!! Ti voglio tanto bene!!!!!

 

 

   
 
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