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Autore: secretdiary    25/08/2010    4 recensioni
Ciao a tutti!
Questo racconto è una one-shot scritta per una mia amica.
I due protagonisti sono personaggi di nostra invenzione.
La storia descrive l'amore tra un vampiro e un'umana, futura cacciatrice.
La loro storia è insana ed inspiegabile, ma comunque non meno reale e appassionata.
Buona lettura!
Bisous.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Piccola annotazione prima di iniziare:
Cari lettori, innanzitutto vi ringrazio per aver aperto questa storia e per aver scelto di spendere un po' del vostro tempo per leggerla.
Vi rubo solo un paio di righe prima di lasciarvi al racconto: è finalmente uscito il mio primo romanzo.
Ora, finalmente, sono un'autrice pubblicata.
Se amate le storie fantasy, nel campo destinato al mio profilo, trovate tutte le informazioni relative al romanzo.

Grazie per l'attenzione ;)
Buona lettura!!
Bisous *-*

Insana, inspiegabile esigenza di te

 

Il mio cuore batteva all'impazzata.

Sentivo le tempie pulsare.

Il mio respiro si faceva sempre più affannato.

I miei piedi nudi calpestavano le foglie cadute, la fresca erba del bosco, e la morbida terra che attutiva i miei passi.

La vestaglia di lino bianca danzava nel vento generato dalla mia corsa per la salvezza.

Qualcuno mi stava inseguendo.

Sentivo i loro passi, ma avevo troppa paura per voltarmi e scoprire l'identità dei miei inseguitori.

La luna era alta nel cielo e la sua luce filtrava raramente tra le fronde degli alberi; come se anch'essa non volesse aiutarmi.

All'improvviso quella sensazione di terrore smise di attanagliarmi.

Rallentai fino a fermarmi.

Il respiro si condensava poco distante dalle mie labbra socchiuse per permettere al mio ritmo di tornare normale.

Mi guardai intorno, cercando di orientarmi.

Non conoscevo quel bosco.

La pelle delle mie braccia si accapponò.

Un'inaspettata ondata di freddo mi fece venire i brividi, ma non di terrore.

Quella sensazione proveniva da dietro di me, come se due cubetti di ghiaccio mi stessero toccando le braccia.

Non seppi perché, ma non mi voltai, rimasi a guardare i sempreverde davanti a me.

Una voce calda sussurrò qualcosa alle mie orecchie:

"sei la terra di mezzo dove ho lasciato il mio cuore".

Sobbalzai.

Riconobbi quella voce, apparteneva a Lucas, il vampiro che mi aveva rapita una settimana prima.

Non mi mossi.

Le sue mani mi accarezzarono le braccia, salendo fino al collo; una lo cinse con la sua presa forte e al contempo dolce, l'altra spostò i miei capelli da una parte.

Il mio collo era scoperto.

Avvertii il suo volto avvicinarsi al mio.

Le sue labbra mi baciarono la gola, chiusi gli occhi.

Un dolore acuto.

Il freddo mi attanagliava.

I suoi canini erano penetrati nel mio collo, affondati nella giugulare.

Mi stava mordendo.

Aprii gli occhi.

Ero madida di sudore.

Passai una mano tra i miei capelli, scendendo dal letto.

Era la quarta volta che ripetevo quel sogno.

Istintivamente portai la mano sulla cicatrice del morso di Lucas, un ricordo del nostro primo incontro.

La mia punizione per aver tentato di fuggire.

Ora però ero al sicuro, a casa mia.

E allora perché continuavo a sognarlo?

Mi accorsi che la finestra della mia camera era stata spalancata dal vento che ululava terrificante.

La chiusi.

Mi girai per tornare a dormire, quando lo vidi: Lucas era lì.

Accesi la luce e lui era scomparso.

-Sto impazzendo- pensai.

Tornai a letto, ma non avevo sonno.

Il quaderno dei disegni era sul mio comodino.

Lo presi e iniziai a disegnare la scena del morso, dovevo liberarmi da quella visione.

 

Perché non riuscivo a togliermela dalla testa?

Perché avevo il suo odore nelle narici, la morbidezza della sua pelle tra le mie mani, la dolcezza del suo sangue in bocca?

Quelle domande erano senza risposta per me.

Era solo un'umana, eppure non riuscivo a non pensare a lei.

Dovevo sapere cosa faceva, se stava bene, se era felice.

Fu per questa ragione che decisi di proteggerla, restare nascosto ed accertarmi che niente potesse sporcare la sua purezza.

Ero certo che alcune volte mi avesse visto, o forse ero proprio io che volevo farmi vedere.

In quell'istante lei era a scuola, mentre io nella mia cripta aspettavo che il sole calasse.

Non riuscivo a non pensare a Daisy.

Perché lei aveva quel potere su di me?

Possibile che i nostri istinti, e parlo di istinti giacché non posseggo più un'anima, si siano uniti?

Scossi il capo.

Restai a riflettere sulla mia situazione fino a quando il carro di Apollo portò a riposare il sole.

Feci per uscire dal mausoleo: Daisy era una cacciatrice, ma non lo sapeva ancora, perciò presto o tardi qualcuno le avrebbe rivelato il suo destino, ed allora le forze del male si sarebbero scatenate, rendendo necessario il mio intervento.

Aprii la pesante porta di legno quando apparvero Ashley e Samuel.

La prima era una vampira, la miglior luogotenente di Samuel, dopo di me; il secondo era il capo del mio clan.

Il loro arrivo mi stupì.

Loro non sapevano ancora del mio interessamento verso Daisy, verso il loro obiettivo.

Il piano di Samuel era convincerla a diventare una cacciatrice oscura, una cacciatrice che lavorasse per le forze del male, contro il bene, ma il nostro tentativo di convertirla alla nostra causa era fallito.

"cosa volete?" domandai laconico.

"uccidere Daisy" mi rispose Ashley.

Nascosi il mio disappunto per quella decisione, per quell'ordine.

"non proviamo più a..." provai ad obiettare, ma Samuel mi interruppe.

Scosse il capo dotato di una massa informe di ricci biondi e socchiuse gli occhi verdi.

"no, Lucas -rispose- c'eri anche tu quando ci abbiamo provato.

Morirebbe piuttosto che abbracciare le tenebre".

Annuii.

Era vero.

Aveva sopportato ogni sorta di tortura, eppure non aveva ceduto.

"la ucciderai tu" concluse Ashley.

Annuii nuovamente.

Era la scelta più logica.

Ero stato invitato in casa sua quando ancora non sapeva quanto male avrei potuto farle.

Ashley gettò i capelli rossi all'indietro, dando in una fredda risata.

"almeno avremo una futura cacciatrice in meno.

E' meglio ucciderla ora che non ha ancora manifestato le sue capacità piuttosto che aspettare che si formi e ci venga a cercare".

Aveva ragione.

Se non mi sentissi così "attratto" da Daisy, avrei agito immediatamente.

"Lucas?" mi chiamò Samuel con tono piatto, quasi irato.

"va bene -mi affrettai a rispondere passando la lingua sulle labbra; non che avessi avuto bisogno di inumidirle, non producevo saliva essendo il mio corpo morto, era solo un gesto retorico- domani sarà morta".

Samuel mi fissò, come se mi stesse leggendo, beh, i vampiri non hanno anima, ma era come se egli stesse scrutando i miei sentimenti più profondi.

Sostenni lo sguardo.

"andiamo Ashley" concluse abbandonando la mia cripta.

 

Dovevo andare.

Era giunto il momento di uccidere Daisy.

Attraversai il cimitero e raggiunsi a piedi casa sua.

Non potevo ucciderla.

Non ne avrei avuto la forza.

Per ore mi ero immaginato quel moment6o ed ero giunto alla conclusione che l'avrei salvata.

Sapevo che i suoi genitori erano partiti per una seconda luna di miele.

Daisy era sola in casa.

La finestra era aperta, entrai in casa e mi ritrovai in cucina.

Sentii il rumore della televisione accesa, così mi diressi in soggiorno.

La trovai con le gambe rannicchiate su una poltrona, intenta a mangiare pop-corn e a guardare un vecchio film romantico.

Non mi aveva sentito.

"Daisy, ascoltami" cominciai.

Lei ebbe un sussulto.

Scattò in piedi brandendo un attizzatoio preso dal caminetto spento.

"vattene!" intimò.

Scossi il capo.

"ti vogliono uccidere, devi scappare" continuai imperterrito nel mio tentativo di salvarle la vita.

"tu mi volevi uccidere" puntualizzò lei.

"beh, sì, ma ora sono qui per salvarti".

"io di te so' solo il tuo nome" continuò.

"mi devi credere" ripetei io.

Notai un cambiamento nel suo atteggiamento: abbassò l'attizzatoio.

Come se mi avesse creduto.

Uscimmo di corsa.

Corremmo in direzione del parco pubblico.

Là avvertii qualcosa.

Mi fermai all'istante.

"cosa c'è?" chiese Daisy.

Le feci cenno di tacere.

Udimmo applaudire.

"ben fatto, Lucas -affermò Samuel rivelando la sua presenza, accompagnato da Ashley- grande mossa portarla fuori di casa per farla uccidere a me".

Guardai Daisy, era sconvolta.

Scossi il capo, allungando una mano nella sua direzione.

"non è così" mormorai.

Lei indietreggiò.

Samuel corse nella sua direzione.

Non ci pensai due volte e mi misi in mezzo.

Spinsi via Samuel che andò a sbattere contro una sequoia.

Ashley ringhiò e mi saltò addosso.

Fu facile evitare il suo attacco: mi spostai a destra.

Aveva la schiena scoperta.

Le presi il collo, come le leonesse afferrano i cuccioli per spostarli; le feci compiere un salto mortale, andando a lasciarla cadere violentemente contro la panchina di granito che si ruppe in due.

Mi misi dietro di lei, costringendola ad inginocchiarsi.

Ashley non cessava di ringhiare.

Le ruppi il collo, separando la testa dal resto del corpo.

Samuel si avvicinò a me.

Lo guardai furente.

Aveva voluto vedere il combattimento, pensando di assistere alla mia morte; era rimasto deluso.

Ci guardò, prima Daisy e poi me.

"tornerò" minacciò prima di andarsene.

"grazie" mormorò Daisy.

 

Da quando Lucas mi salvò la vita, presi l'abitudine di lasciare la finestra della camera aperta, così che lui potesse entrarvi quando ne aveva voglia.

Lo aspettavo seduta sul letto; ascoltavo della musica.

Un filo di vento agitò le tende ed io alzai lo sguardo.

Era lì.

"temevo non venissi" dissi scherzando ed inarcando un sopracciglio.

Lui sorrise e si chinò su di me.

"lo sai che starò sempre con te".

Il suo corpo gelido sfiorò il mio; le sue labbra di ghiaccio si unirono alle mie.

Lui era un vampiro, io ero un'umana.

La nostra era un'insana, inspiegabile esigenza.

*-*-*-*-*-*

Spazio dell'autrice:

Questo racconto è stato scritto per una mia amica "dei GdR"..
Socia, spero che ti sia piaciuta!
Ho cambiato il colore dei capelli di Ashley, perché altrimenti c'erano troppi biondi nella storia xD
Bisous *-*

   
 
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