La fiera era molto bella
e molto affollata, i bambini giocavano allegri in attesa dei fuochi d’artificio
mentre i genitori parlavano e ridevano, c’erano danze e musiche ovunque.
Solitamente Usagi andava matta per quelle feste dove ti divertiti e mangiavi a
volontà ma quella sera era molto silenziosa e pensierosa, aspettava con
impazienza il momento in cui avrebbe parlato a cuore aperto con Mamoru...
eppure non sapeva come intraprendere il discorso.
Potrei esser diretta
e digli che mi piace tanto... ma poi potrebbe pensare che sono troppo
agguerrita.
Potrei fare la
timida... ma così potrei non riuscire a dirglielo mai.
Potrei girarci in
torno... ma così si potrebbe stufare e se ne andrebbe via.
- Uffi! Perché
dev’essere così difficile?
- Cosa Usa é difficile?-
chiese Jonathan voltandosi a guardarla.
La ragazza arrossì
accorgendosi di aver parlato ad alta voce.
- Nulla... Jonathan...
nulla... – di scusò cercando di apparire normale ma con scarsi risultati.
- Usagi sei distratta
oggi. – constatò il ragazzo con uno sguardo strano – E’ successo qualcosa?
La ragazza scosse il
capo.
No, Jonathan non é
successo nulla... ma sta per succedere.
- Sai Mamoru anche tu mi
sembri distratto. – sentenziò acida Aruka – Hai altri pensieri per la testa.
- Non mi sento tanto
bene Aruka. – cercò di giustificarsi il ragazzo – Scusami se ti sembro assente.
Aruka poteva sembrare
un’oca svampita ma non era stupida... guardò il suo ragazzo poi Usagi... quei
due non gliela raccontavano giusta. Doveva fare qualcosa ma prima doveva
assolutamente parlare con qualcuno di importante.
- Devo assentarmi un
attimo..- fece Aruka con un finto sorriso – ho dimenticato di fare una
commissione.
- Vuoi che venga con
te?- chiese gentilmente Mamoru ma si vedeva che non ne aveva assolutamente
voglia.
- Oh no... stai pure con
loro. – rispose la ragazza – Ci metterò una decina di minuti.
Intanto Jonathan stava guardando
l’orologio.
- Accidenti. – mormorò
scocciato.
- Cosa c’é?- chiese
Usagi.
- Avevo promesso ai miei
che avrei chiamato per l’ultimo. – prese il cellulare e imprecò sotto voce –
Questo aggeggio infernale non prende. Vado a cercare una cabina... ci vediamo a
casa tra mezz’ora!
Usagi annuì con una
strana espressione... sembrava quasi che quei due volessero lasciali soli per
coglierli in flagrante.
- Mamoru a te sembra
normale tutto questo?- chiese sospettosa.
- No. – rispose il
ragazzo con uno sguardo di fuoco – Vieni. – le disse poi prendendole una mano –
Andiamo a vedere cosa doveva fare di così urgente Aruka.
Non sapeva dove poteva
trovarsi quella vipera ma era certo che non aveva nessuna commissione urgente
da fare, Aruka doveva incontrarsi con qualcuno, non era geloso, anzi se la
beccava con un altro era l’occasione giusta per mollarla, ma conoscendola non
avrebbe mai lasciato il suo ragazzo da solo con Usagi Tsukino senza una ragione
ben precisa. Aveva immaginato che se doveva palare con qualcuno senza farsi
vedere doveva andare in un posto meno affollato, così si diresse verso i parchi
pubblici.
- Mamoru cos’hai in
mente? – chiese Usagi che gli camminava dietro continuando a tenerlo per mano.
- Aspetta e vedrai.
Camminarono nascosti
dietro gli alberi fino a quando Mamoru non la vide, era seduta su un’altalena
che guardava il cielo. Silenziosamente i due si nascosero dietro i cespugli che
crescevano vicino alla giostra e attesero.
Non fu un’attesa
lunga... dopo pochi minuti arrivò Jonathan.
Usagi non capiva come
mai quei due si incontravano di nascosto.
- Aruka credo che il tuo
piano per separare Usagi e Mamoru sia fallito. – iniziò a dire il ragazzo
prendendo una sigaretta e infilandosela tra le labbra – Quei due si lanciano
occhiate di fuoco.
- Beh sei tu che non ti
impegni abbastanza!- urlò furiosa la ragazza mora – Mi avevi assicurato che
quando ti avrebbe visto sarebbe caduta ai tuoi piedi.
- Ti avevo anche detto
che l’avevo combinata grossa con lei… Usagi non perdona tutto… è già tanto se
sono riuscito a strapparle qualche bacio.
Jonathan fece una lunga
boccata e buttò fuori il fumo grigio.
Mamoru sentì Usagi
stringerli di più la mano, le lanciò uno sguardo, era inferocita.
- Neppure tutte le
informazioni che ho dato a Mamoru sono servite a qualcosa… anzi… lui non fa che
pensare a lei. – Aruka strinse le catene dell’altalena – Io che credevo di
fargli un favore dicendogli quanto stupida fosse quella ragazzina.
- Usagi non è stupida. –
rispose lievemente adirato l’altro – E’ troppo buona e si fida del prossimo…
due caratteristiche che non vanno bene nelle ragazze carine come lei.
- Beh il piano per
separarli non finisce di certo qui…- disse la ragazza alzandosi in piedi –
andremo fino in fondo, vedrai che Mamoru sarà totalmente mio.
- Io non ci conterei. –
disse poco convinto l’altro schiacciando a terra il mozzicone della sigaretta.
- Non mi sembravi così
pappamolle quando ti ho visto nell’ufficio di mio padre. – sibilò velenosa la
ragazza- Eppure mi avevano detto che eri una vera carogna.
- Se al lavoro sono lo
stronzo numero uno non significa che lo sono anche nel privato.
Aruka sorrise maligna.
- Ne sei ancora
innamorato…- scosse il capo e si guardò attorno – non posso crederci, prima
dici che non la vuoi vedere nelle mani di un altro e ora sei disposto ad
abbandonare al primo ostacolo.
- Sai Aruko…- fece lui
avvicinandosi alla ragazza e mettendogli un dito sotto il mento – sei molto
bella… meriteresti molto di più di quello straccio di Chiba. In fondo lui si è
messo con te perché ha visto Usagi baciarmi e lei si fa vedere in giro con il
sottoscritto solo per far ingelosire lui. Un circolo vizioso che può stufare
con l’andare del tempo.
Jonathan si avvicinò
alle labbra della ragazza dandogli un bacio famelico, quasi violento.
- Non rinuncio mai al
mio divertimento. – mormorò lei quando le labbra si separarono.
Mamoru aveva sentito e
visto abbastanza, facendo ancora meno rumore portò via Usagi e tornarono alla
villetta di Aruka.
- Non posso crederci!-
urlò Usagi imbestialita appena varcata la soglia – Hanno fatto tutta questa
sceneggiata solo per poterci separare.
Mamoru era arrabbiato
tanto quando lei, non con Aruka... ma con Jonathan.
Non si può prendere
in giro la mia Usagi!
La ragazza serrò i pugni
e chiuse gli occhi.
- Sai... – mormorò con
un filo di voce - c’ero cascata in pieno... c’é stato un attimo in cui ho
creduto che Jonathan fosse cambiato veramente. Che sciocca vero?
Mamoru si avvicinò a lei
e l’abbracciò.
- Tranquilla, quello é
solo un idiota. Tu meriti di meglio.
Usagi poggiò la fronte
sulla sua spalla.
- Mi dispiace per quello
che ha detto di te quel demente.
- Non mi interessa. –
rispose l’altro sinceramente – E, comunque, quello che ha detto é vero.
Usagi alzò la testa
curiosa.
- Vale a dire?
- Che mi sono messo con
Aruko solo perché ero geloso... perché credevo che quel Jonathan ti aveva
portato via da me.
Usagi sorrise e scosse
il capo.
- Anche su di me aveva
ragione... io davo retta a quel cretino solo perché vedevo te e Aruko perennemente
appiccicati. Non volevo darti la soddisfazione di vedermi soffrire.
- Anche noi siamo stati
due idioti. – mormorò dolcemente Mamoru poggiando la fronte su quella di Usagi.
- Già, hai proprio
ragione.
Rimasero in silenzio per
un po’, poi Usagi scoppiò a ridere.
- Cosa c’é di
divertente?
- Hanno fatto di tutto
per dividerci ma alla fine siamo più uniti di prima.
Mamoru annuì e le prese
una mano.
- Usagi?
- Dimmi Mamoru.
- Torniamocene a casa.
Quando i due tornarono
indietro alla villetta si trovarono davanti Mamoru e Usagi in salotto con le
valigie già fatte.
- Cosa succede Mamoru?-
urlò Aruka sorpresa.
- Succede...- rispose
piano il ragazzo avvicinandosi a lei – che io non sono qui per il tuo
divertimento.
Aruka impallidì...
l’avevano scoperta.
- Mamoru è arrivato il
taxi. – fece Usagi guardando fuori dalla finestra.
Il ragazzo annuì e prese
le valigie.
- Usa io…
- Risparmia il fiato
Jonathan,- tagliò corto lei – risparmialo per la prossima ingenua ragazza che
si fida del prossimo.
Uscirono dalla porta
quando Mamoru poggiò le valigie sulla piccola veranda e tornò indietro.
- Scusa un secondo
Usagi.
Come un fulmine il pugno
di Mamoru colpì in pieno il viso di Jonathan spaccandogli il naso, il ragazzo
biondo cadde a terra e subito fu soccorso da Aruka.
- Era da quando ti ho
visto la prima volta che sognavo di farlo. – sorrise Mamoru prima di chiudersi
la porta alle spalle.