QUINDICESIMO CAPITOLO
-Scusa,
Hiwatari? Forse non ho capito bene... puoi ripetere?-
-Figlio.Di.Puttana.-
Kei scandì le
parole con calma, pur sapendo a cosa stesse andando
incontro.
Il primo pugno
lo colpì al viso, intensificando il dolore che già
provava a causa della presa ferrea delle due guardie che lo tenevano
fermo.
Il secondo
allo stomaco, e fu ancora più intenso.
-Vedi, Kei...
prima o poi imparerai a startene buono, al tuo posto
e a tenere la bocca chiusa. E a quel punto capirai quanto sei stato
stupido.-
Il giapponese
rise. Rise in maniera isterica e divertita. Vorkov
lo guardò, sorpreso.
-La cosa ti
diverte?-
Kei riprese
fiato: -Molto.-
Stavolta fu
Vorkov a sogghignare: -Tu e la tua arroganza non andrete
da nessuna parte, lo sai, vero? Lo sai che le cause del tuo dolore
derivano
prima di tutto da te?-
Non rispose,
fissandolo il suo aguzzino con aperto disprezzo.
-Le tue
risposte.. i tuoi comportamenti anarchici, la tua
prepotenza. E intanto passi più tempo nelle celle di isolamento che al
poligono
di tiro.-
-Terrificante.-
rispose ironico Kei alzando lo sguardo.
-Quell'aria
che hai... quello sguardo irritante, lo spegnerò. Ti
renderò ancora peggio di quello che sei. Peggio di un morto che
cammina. Non avrai
più voglia di fare l'idiota.-
Fece un cenno
alle guardie, e una delle due tirò fuori un coltello
dalla tasca e glielo porse. Vorkov lo prese, per poi puntarlo sul collo
del
giovane.
-Non hai paura
di niente tu, vero?-
Kei non
distolse lo sguardo, né esitò:
-No.-
-Il dolore?
Non ti fa paura il dolore?-
-No. Fa male,
non fa paura.-
Emise un
gemito sommesso quando la lama attraversò la sua carne,
percorrendo centimetri di pelle. La mano di Vorkov la condusse lungo
gran parte
della lunghezza del collo, fino alla spalla.
-E ora... non
hai paura che te lo faccia di nuovo?-
Kei osservò la
lama, sporca del suo sangue. Vorkov leccò via il
liquido rosso dalla punta, una luce sinistra e spaventosa negli occhi.
-No.-
Testardo,
troppo testardo, come gli faceva sempre notare l'uomo
che si divertiva a torturarlo.
Il coltello lo
ferì di nuovo, gelido e deciso fra le mani di quel
pazzo.
-Bastano un
paio di parole, Kei. Se mi implorerai in modo
abbastanza convincente, forse non ti succederà nient'altro, per ora...-
-Fottiti.-
Vorkov
sogghignò di nuovo. -Sei davvero testardo.-
Kei si svegliò e
si mise seduto, aprendo gli occhi con calma e
vedendo solo il buio della stanza d'albergo. Cercò di ricordare cosa
gli
avessero fatto dopo, ma non ci riuscì. In effetti non ci teneva nemmeno
tanto a
saperlo. Gli sembrò di sentire un bruciore al collo.
Le sue
passeggiate notturne erano ormai un'abitudine, ovunque si
trovasse. Si chiese se soffrisse di insonnia, pensando di darsi ai
sonniferi
più potenti in circolazione. Sedò quei pensieri scoordinati mentre
usciva in
balcone, silenzioso come un gatto. C'era un freddo non indifferente
anche per
lui, che era ancora abituato al clima rigido della Russia.
Si accese una
sigaretta, avanzò fino al cornicione e poggiò le
braccia su di esso, guardando il panorama poco illuminato senza vederlo
veramente. Perché in quel momento vedeva solo il volto sadico di
Vorkov, la
lama sul suo collo e le risate delle guardie. Si erano sempre divertiti
con
poco...
Inevitabilmente
gli venne in mente Yuri, e strinse un pugno con
rabbia.
-Insonnia?-
chiese una voce alle sue spalle.
-Credo di sì.-
rispose Kei senza voltarsi, riconoscendo la voce di
Takao.
Il ragazzo gli si
avvicinò fino ad affiancarsi a lui. Sapeva che
Kei non avrebbe mai iniziato una conversazione:
-Sei un coglione.-
L'esordio lasciò
Kei decisamente perplesso.
-Eh?-
-Mi hai capito.
Vuoi fare tutto da solo, come sempre. Credi che
sia così terribile contare su qualcun altro?-
Scosse la testa,
con un sorriso sarcastico: -Ho sempre fatto
così, cosa vuoi che sia una volta in più. Parliamo di te, invece. Hai
la
sindrome della crocerossina.-
Takao alzò un
sopracciglio, in attesa che continuasse.
-Vuoi avere
sempre la situazione sotto controllo. Vuoi che sia
sempre tutto a posto.-
-Se è possibile,
sì.-
Kei gli diede un
colpo leggero ma deciso in fronte. -Sei proprio
un bambino.-
Non aveva mai
litigato con Takao, a parte il breve alterco della
sera prima.
-E tu, lo
ribadisco, sei un coglione. Io sono un bambino? Lo sei
anche tu. Ti atteggi e maturo e indipendente, ma saresti già morto se
mio padre
non ti avesse tirato fuori di prigione.-
-Ehi, ho
risvegliato il tuo lato oscuro per caso? Non è da te
rinfacciare qualcosa in questo modo...- rispose Kei, divertito.
-E piantala di
trattarmi come un idiota, mi dà fastidio.-
Quello gli soffiò
il fumo in faccia, provocandogli un violento
attacco di tosse.
-Takao, così
svegli tutti.-
Lo guardò con gli
occhi lucidi per il fumo, stupito per
quell'atteggiamento. Ma d'altronde cosa si aspettava? Kei era così,
quantomeno
un tipo difficile.
-Se quello è il
posto di cui mi avevi parlato, quello dove sei
cresciuto... e se quello che fanno lì dentro non è legale, non c'è
nessun modo
per... per fare qualcosa, insomma?-
L'altro alzò gli
occhi al cielo.
-No.- scandì, gettando la sigaretta giù dal balcone e accendendosene
un'altra
all'istante. Takao lo lasciò fare. Se avesse commentato anche quello,
probabilmente Kei l'avrebbe picchiato.
-Mi dici perché?-
-È così e basta,
è un organizzazione che non puoi nemmeno pensare
di ostacolare.-
Chi diavolo aveva
voglia di parlarne? Della mafia che c'era
intorno, dei morti, della polizia totalmente corrotta. Di che genere di
ragazzi
miravano a tirare su. Non era roba per Takao.
Glielo disse:
-Non serve a niente parlarne. Non si può fare nulla,
quindi datti pace.-
-Buffo, detto da
te. Non sono io quello che si deve dare pace.-
-Sto bene,
piantala di preoccuparti inutilmente.-
Takao iniziò a
pensare di estrarre la bandiera bianca.
-D'accordo, hai
ragione. Mi arrendo. Basta.-
-Hallelujah.-
La partenza era fissata per
la
sera, alle otto. Per ancora qualche ora avrebbero potuto continuare a
girare
per la città, possibilmente senza perdersi, come aveva chiesto la
Kanagi.
-Non è meglio se
li teniamo nello stesso posto? Sono stanco di
rincorrerli dappertutto.- si lamentò Crawford, seduto al bar a prendere
un
caffé con la collega.
-Non essere
sempre così scocciato. Lasciali divertire, questa gita
ha avuto degli alti e dei bassi... un po' troppi bassi, a dirla tutta.-
-Alla fine non è
successo niente di che.-
Mara alzò un
sopracciglio: -Io ho ancora i brividi per quel posto.
E non so se abbiamo fatto bene a lasciar correre quello che è successo
con
quella guardia.-
-Non sono affari
nostri.- ribatté Crawford finendo il suo caffé
con un'ultima sorsata.
-Si che lo sono.
Kei è sotto la nostra responsabilità. Se prende a
pugni una persona, come minimo ci importa. Specie se la persona che ha
preso a
pugni misteriosamente lo conosce, a migliaia di chilometri da casa, e
sembra
viscido come un cobra. E ci dovrebbe importare se Kei sembrava
quantomeno
sconvolto.- stavolta fu lei a seccarsi.
-D'accordo, hai
ragione.- tagliò corto lui, poggiando i gomiti sul
tavolo e prendendosi la testa tra le mani. -Non ne accompagno più
classi in
gita. È troppo stancante.-
Mara sogghignò:
-Ho un immagine di te molto meno arrendevole.-
-Certo, mentre io
cercavo di sedare ogni notte quelle oche e
quegli imbecilli, tu dormivi.-
-Uhm, stai
parlando dei tuoi alunni?-
-E di chi se no?-
-A proposito di
questo...- iniziò la Kanagi alzando lo sguardo e
puntandolo qualche tavolo più in là -...credo che Hiwatari e Huznestov
stiano
bevendo vodka alle dieci del mattino.-
Crawford si voltò e li vide,
comodamente seduti con una cameriera particolarmente carina che
sembrava molto
interessata ai due.
-Oh, ma dite
davvero? Io ho vissuto per quattro anni in Giappone,
quando ero più piccola.- stava appunto dicendo la ragazza.
-E che ne dici di
tornarci? Sai, casa mia è grande, anche il mio
letto lo è, staresti davvero comoda.- rispose Boris.
-Ahah... no, no,
sono tornata qui perché lo preferisco. Certo che
se volete fare un giro prima di ripartire...-
-Ma certo,
dolcezza.-
-Bene! E poi... Non abito lontano.-
Kei mandò giù un
po' della sua "colazione", sentendo
quel bruciore alla gola a cui ormai era fin troppo abituato.
-Ma che schifo.
Quelli non sono normali.- sbottò Crawford
alzandosi e andando verso di loro.
-Ok, aspettatevi
qualunque cosa appena rimettiamo piede a scuola.
Prima di tutto chiederò di sospendervi, ma lo sapevate già. E avrò ore
e ore di
aereo per pensare a qualcosa che vi faccia passare la voglia di fare
gli
idioti.- decretò, strappando di mano il bicchiere a Kei che si accigliò.
-Oh, siete tutti
così dove vivete voi?- chiese la cameriera,
squadrandolo con interesse.
-Sono minorenni.-
la informò Crawford indicando i due.
-Tu no, giusto?-
Lui ignorò gli
apprezzamenti e afferrò Kei e Boris per un braccio
a testa, trascinandoli via.
-Ciao, tesoro.-
salutò Boris ricevendo un occhiolino dalla
ragazza, che, un po' delusa, tornò a lavorare.
-Avete rotto.-
annunciò, sbattendoli su due sedie libere nel proprio
tavolo.
-Non vi muoverete
di qui fino a stasera. Volete i cani da guardia?
E li avrete!-
Kei alzò un
sopracciglio: -Ah, finora cos'era?-
Crawford sorrise,
gesto poco rassicurante: -Oh, ti assicuro che
finora ti ho lasciato tutta la libertà di questo mondo.-
Il ragazzo
distolse lo sguardo e lo fissò sul legno del tavolo,
privo di qualunque voglia di discutere. Boris fece lo stesso, e l'aria
si fece
abbastanza tesa.
-Io voglio un
altro caffè.- sospirò Mara facendo un cenno ad un
cameriere.
-Due. Prendine
due. Il mio corretto.-
Grazie alla bontà
d'animo della Kanagi e dopo aver
"giurato" di non fare danni, Kei e Boris poterono almeno fare un giro
nei due chilometri lì intorno.
-Stavo pensando
di diventare amico di Takao. La sua eloquenza
smisurata compenserebbe il tuo mutismo.- esordì il russo, mentre si
gettavano
su una panchina.
-Mh.-
-Ecco, proprio
quello che stavo dicendo. Senti, fra qualche ora
saremo su un aereo che ci porterà a chilometri di distanza da qui.-
-Lo so.-
-Qual'è il
problema?!- chiese, spazientito. Kei alzò lo sguardo,
fulminandolo.
-Voglio.Yuri.-
scandì.
-Oh. Bene, direi
che è abbastanza esplicita come cos..-
-Idiota, hai
capito. Voglio che esca da lì. Come noi.-
Boris sospirò:
-Hai ragione.-
-Ho ragione. Ma
non so cosa fare. E non voglio tornare lì, ma
Vorkov ha qualcosa di pronto apposta per me.-
L'altro non disse
nulla, poi gli diede un pugno sulla spalla:
-Ehi, perché non andiamo a mangiare qualcosa? Stai deperendo. Va a
finire che
la tua massa muscolare va a farsi fottere.-
Kei alzò gli
occhi al cielo e gli diede retta, seguendolo verso
una strada che pullulava di bar e negozi di vario e dubbio genere.
-Ok, ci siamo
persi.- annunciò Sarah guardandosi intorno e
iniziando a sentire l'adrenalina.
-No. Insomma, ci
basterà ripercorrere la strada al contrario, e
saremo a posto.- rispose Kaori, che non si perdeva mai d'animo.
In effetti loro
due, Seto, Zane e Hilary stavano girando da
mezz'ora per strade che sembravano tutte uguali, c'era un freddo polare
e le
vie erano poco frequentate.
-Io non mi perdo
mai, non è possibile.-
Detto questo
Kaiba tirò fuori il cellulare dalla tasca, attivando
il navigatore satellitare:
-Da quella
parte.- concluse, inziando a camminare.
-Oh, Seto, come
faremmo senza le tue infinite risorse?- lo prese
in giro Sarah appendendosi al suo braccio.
-Mh. Credo che
siano piuttosto inutili... questo è un vicolo
cieco.- decretò il castano fermandosi di nuovo e controllando il
cellulare.
-Eh? No dai. Non
possiamo perderci così, è da idioti.- sospirò
Hilary, preoccupata.
-Senza contare
che non mi sembra proprio una bella zona...-
continuò Kaori al suo posto.
-State zitte un
attimo, sto cercando di cavarne piede.- sbottò
Seto trafficando con il navigatore.
Nel frattempo Kei
e Boris avevano abbandonato la strada principale
per infiltrarsi in quelle secondarie lì intorno, armati di bottiglie
di
alcolici che ai bar vendevano come l'acqua.
-Kei, non starai
esagerando? È presto.- gli fece notare Boris,
osservandolo trangugiare un enorme quantità di vodka.
-Non seccare.-
Il russo alzò le
spalle: -Ok, ok. Ti faccio compagnia allora.-
Lo imitò,
sentendo la testa girare e le guance infuocarsi.
-Uuuh. Non male.
Ascolta, fra poco inizierò a barcollare. O
poggiamo il culo da qualche parte o preparati a numeri eccezionali.-
Kei annuì, nelle
stesse condizioni. Bevve un'altra sorsata,
mentre iniziava a vedere davvero doppio.
-Oh, cazzo. Mh.
Quelle sono... Hilary?- chiese, scorgendo l'esile
figura della compagna di classe a qualche metro da loro.
-Ehm si, anche se
in realtà è una sola... sicuro che non ti vuoi
sedere?- fu la risposta di Boris, mentre Kei svuotava del tutto la
bottiglia.
-Ehi, turisti. Vi
siete persi?- aggiunse, mentre l'attenzione dei
cinque in difficoltà si focalizzava su di loro.
-Oh, ditemi che
sapete come tornare perché ammetto che ci siamo
persi.- disse Hilary avvicinandosi insieme agli altri.
Kaori in
particolare si accostò a Kei:
-Ma dai, dimmi
che non l'hai svuotata tu quella.-
-Avevo sete.- si
giustificò il ragazzo, gettandola in terra e
mandandola in mille pezzi, facendo un gran chiasso.
-Boris, dacci un
taglio.- aggiunse lei vedendo che l'altro non
aveva la minima intenzione di lasciare una goccia d'alcool nella
bottiglia.
-Di là, comunque.
Come avete fatto a perdervi in mezzo
chilometro?- li prese in giro Kei, trascinando le parole e sottraendo
la
bottiglia al russo.
-Non rompere,
Hiwatari. Piuttosto, non ti sembra un po' presto per
alcolizzarsi?- chiese Zane.
-È sempre l'ora
della vodka. E in ogni caso faccio il cavolo che
mi pare.-
-Vi prego,
evitate di litigare?- chiese Hilary mettendosi fra i
due.
-Tu che vuoi?- fu
la risposta di Kei, che le prese il mento fra
due dita.
-Sei ubriaco.-
Zane fece un
passo avanti per togliere le mani dell'altro dalla
sua ragazza, ma lei ci pensò da sola, scostandosi bruscamente.
-Mh, e quindi?-
-Non dovresti,
tutto qui.-
-Fatti gli affari
tuoi.-
Kaori osservò
prima l'uno e poi l'altro, infine si intromise e
afferrò Kei per un braccio. Il ragazzo la guardò un po' sorpreso mentre
lei lo
trascinava in un vicolo senza dire nulla.
-Che fai?-
-Ti devo parlare.
Non parliamo mai.-
-Senti, Kaori,
non stiamo insiem...-
-Lo so.- lo
interruppe, per poi proseguire aprofittando dello
stato di Kei. -So che non stiamo insieme. Ma io ti piaccio e tu mi
piaci.
Molto. Ci siamo baciati e abbiamo dormito insieme. Ti ho regalato una
papera
e... penso che qualcosa siamo.-
-Mh.-
-Ad ogni modo io
sono preoccupata per te e non puoi impedirmelo.
-Kei alzò un sopracciglio: -Posso ignorarti però.-
-E io sarò
talmente insistente che tu non potrai ignorarmi troppo.
Per prima cosa sei ubriaco, ed è meglio se Crawford non ti vede in giro
in
queste condizioni. Poi, voglio sapere perché hai bevuto così
tanto. E
sapere chi era quel tizio, Yuri, cos'è per te quel posto e... bè, che
posto è.-
Kei fece una
smorfia sentendo le ultime due frasi, ma rispose:
-Crawford può impiccarsi a una trave. Ho bevuto perché avevo sete. Quel
tizio è
un mio conoscente. Quel posto è stato la mia casa per anni. È un luogo
di
tortura e morte. Sei contenta adesso?-
Kaori lo guardò,
sconcertata.
-Tortura? Cosa...-
-Hai capito bene.
E sono stanco di sentire domande in proposito,
quindi chiudiamola qui.-
E il tono di Kei
era realmente stanco. Stanco e poco sano.
-Kei, forse è il
caso che ti siedi, sei... sei pallido. E sei
ubriaco, anche se te l'ho già detto...-
-E allora non
ripetermelo. Ma che avete tutti quanti? Sapevo che...-
buttò giù una sorsata d'alcool, chiuse gli occhi e si portò una mano
alla
tempia -che sarei finito in mezzo a un tipo di gente con cui non ero
abituato
ad avere a che fare ma voi superate ogni limite. Fatevi gli affari
vostri!-
Era la prima
volta che alzava la voce con lei.
-Non dire
cazzate. Sei abituato male e basta. È il nostro il
comportamento normale, non il tuo! Sei tu quello...- si morse un
labbro, e lui
sogghignò:
-Fuori luogo.-
concluse al suo posto.
-N...no,
aspetta...-
-Non ti agitare,
è così. Hai detto la verità. E quindi cosa ci
vogliamo fare?-
La tirò a sè,
ignorando la sua espressione allarmata.
-Se vuoi avere a
che fare con me, adattati tu. Toglietevi
tutti quanti dalla testa che io possa in qualche modo modificare quello
che
sono. Sono stato plasmato troppo bene.-
Quelle parole
sembrarono turbarla:
-Kei, lasciami.-
Lui non la trattenne oltre,
allentando la presa.
-D'accordo, ho
capito. Ma non mi sono ancora arresa.-
Avevano avvicinato il gruppo
di
dispersi alle strade principali, per poi tornare sui loro passi e
incappare
nella solita sfortuna, incontrando Crawford. Parlava al cellulare
guardando le
vetrine, ma senza vederle realmente. Vide invece molto chiaramente loro
due
tentare di fare retromarcia in un vicolo, dentro il quale furono subito
raggiunti.
-Huznestov, vai a
chiamare la Kanagi. E tu... Dammi quella
bottiglia.- ordinò, gelido. La sua ira era palpabile e spaventosa.
Boris lanciò
un'occhiata all'amico, per poi obbedire suo malgrado e girare l'angolo.
D'altronde, date le condizioni di Kei, un professore in più non sarebbe
stato
del tutto inutile.
-No. Mi lasci in
pace.- fu la risposta secca di Kei, mentre i
sensi annebbiati iniziavano ormai a giocargli brutti scherzi.
Crawford tentò
con la forza di strappargliela di mano ma l'altro
lo precedette e la finì in due sorsate, per poi porgergliela:
-Ecco, ora è
tutta sua.-
La strafottenza
con cui aveva pronunciato quella frase fece uscire
ulteriormente di testa il docente, che lo spinse contro al muro e in un
attimo
gli fu addosso, afferrandolo per i capelli con poca grazia:
-Basta. Adesso basta.
Non ho idea di cosa fare con te.
Senza contare che non me ne frega niente di aiutarti, riportarti sulla
retta
via o ascoltare le vicende del tuo passato turbolento, e se anche io
avessi
avuto interesse, bè, tu me l'hai fatto passare. Che cazzo vuoi ottenere
con
questo comportamento?!- gli ringhiò in faccia.
Kei assimilo
quelle parole per poi rispondere.
-Niente. Non
voglio ottenere niente.- il suo tono non era
minimamente mutato rispetto a poco prima, cosa che accadde nell'istante
successivo.
-Voglio solo... smettere di sentire dolore.-
Crawford non
mollò la presa, ma la sua espressione si fece meno
accigliata, per quanto fosse possibile.
-Non mi sembra il
metodo migliore.- constatò, rilassandosi un po'.
-Non ne trovo
altri.-
-Ma bere fino a
stare male per poi vomitare, e devastarsi con un
viaggio in aereo di ore ed ore non lo ritengo davvero una soluzione
adatta.-
Kei chiuse gli
occhi, mentre una fitta quasi gli spaccava la
testa.
-Dai, siediti.-
disse Crawford lasciandogli i capelli. Il ragazzo
non era in grado di polemizzare, e si lasciò scivolare sul muro fino a
terra.
-Acqua...-
mormorò.
-Ti prenderei a
calci, altro che acqua.- rispose il più grande,
ancora furioso, chinandosi su di lui e toccandogli la fronte. -Tu a
casa ci
torni morto, ti è pure tornata la febbre. Perfetto.-
§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§
Eh, ormai sarete abituati ai
miei
aggioramenti-lampo, eh? Cavolate a parte, questa gita finirà nel
prossimo
capitolo con il ritorno a casa. Kei sta un tantino perdendo il
controllo, direi
che è comprensibile. Ma gliene combinerò altre, non temente! Rispondo
in breve
alle recensioni:
Elena_chan: Oh wow! Mi fa
piacere
che ti sia piaciuta tanto da leggertela tutta d'un fiato o.O Grazie!
Spero che
leggerai anche questo capitolo! Un bacio
Aphrodite: Ciao cara! Scusa
l'attesa. Le tue recensioni sono sempre così azzeccate! Mi fanno sempre
molto,
molto piacere. Si sarà capito che le intenzioni di Vorkov non sono
proprio le
migliori xD Grazie davvero per i complimenti , un abbraccio!
Lexy90: Eh sì, immagino siano
tanti quelli che credono che non aggiorni più. Sono davvero una capra
:D Ciao
cara! Anche a me piace come si sta delineando il rapporto tra Kei e
Boris, lo
sai? Spero di mantenerlo sempre così. Quanto a Crawford... il suo ruolo
sarà
chiaro più avanti. Ora come ora non dovete credere che provi qualche
tipo di
affetto per Kei, lo odia anzi. Anche quando ha visto com'era ridotta la
sua
schiena la sua reazione è stata minima xD
Chiedo anche a te scusa per
il
ritardo, grazie di tutto! Bacione <3
BenHuznestova: Ciao Ben! Mi
fa
piacerissimo che ti piaccia Crawford xD ci tengo ai miei personaggi e
ai vari
rapporti.
Quanto a Yuri...
boooh, chissà che ci faceva lì! E chissà
cos'aveva addosso. Ok ok basta xD
Quanto ai
riferimenti yaoiosi, li dedico tuuutti a te e a Iria
<3 Spero mi farai sapere la tua opinione anche su questo. Un bacione
gigante! Grazie!
Avly: Tesoro! Sei adorabile,
il
tuo entusiasmo darebbe motivazione a chiunque! Spero davvero di essere
più
presente, ma come sempre non garantisco xD Quanto a Yuri, ovviamente lo
rivedremo, stai pure tranquilla. I tuoi paragoni sono fantastici! Uah,
grazie
di cuore cara, spero che questo capitolo ti sia piaciuto come gli
altri. Un
abbraccio <3
Faith Yoite: Nessun problema,
figurati! Sono contenta che ti sia piaciuto. L'esame come è andato?
Bacioni!
Talia90: Ciao! Saprai presto
cosa
hanno evocato gli occhi di Kei nella mente di Crawford. Uhm no, in
effetti non
credo che sarà presto, però sarà u.u è questo l'importante Xd
Che gioia vedere
che quest'uomo è così apprezzato ç_ç
Finalmente un
apprezzamento anche per il povero Takao, che si
becca la cattiveria di Kei.
Lieta che ti
piacciano il rapporto Kei-Boris (altra cosa a cui
tengo parecchio) e Kaori. Un bacio, alla prossima!
Soryl: Oddio, spero non siano
troppo lunghi! Anch'io preferisco leggere capitoli di media lunghezza,
non
vorrei aver fatto gli ultimi un po' troppo lunghi. Grazie per i
complimenti!!
Mi hanno fatto un immenso piacere, a costo di risultare ripetitiva :D
Quello che vuole Hilary? Mi
sa che
non lo sa nemmeno lei. Per ora se ne sta tranquilla con Zane, per Kei
prova
solo una forte curiosità. (E un minimo di attrazione, d'altronde stiamo
parlando di Kei *_*)
Thank you, alla
prossima! Bacione.
Iria: Ammmore! Ma che bella
recensione bomba! Ti adoro, sì sì! E la risposta sarà altrettanto
epica! ò.ò
<3
Riguardo a Kei al
monastero: Tranquilla, non sei solo tu a
pensarla così. È anche mio parere che Kei avesse più importanza degli
altri al
monastero, essendo nipote del vecchiaccio. Tuttavia penso che sia
impossibile
che lui ne sia uscito totalmente intatto (in ogni senso) specialmente
con
accanto uno come Ivanov, stuprato (nell'idea malsana di monastero
Vorkov che
molti si sono fatti) dalla mattina alla sera u.u In
pratica a Kei
è andata bene, in confronto agli altri. Ma ammetto di aver accentuato
mooolto
la cosa in questa fanfiction, per esigenze di copione. Mi serviva
proprio per
la storia. Quello a cui ho pensato è un nonno che odia così tanto il
nipote da
dare carta bianca a Vorkov sul trattamento da riservargli. Chiarito
questo,
qualora lo rendessi una donnina piangente, sei pregata di ricoprirmi
davvero di
insulti :D mi raccomando.
Sono d'accordo
sui dialoghi e subplot (ma come siamo english
today!), mi fa piacere che apprezzi i personaggi e spero che per quanto
riguarda la presenza di Yuri anche questo capitolo ti abbia
soddisfatto. È seeempre
nella testa di Kei, mhuah ah ah. Soffriranno, non ti preoccupare!
La mia attenzione
non sarà focalizzata solo su Kei. Troveranno il
loro spazio anche Yuri, Boris, Crawford e altri. Ammetto che molti
personaggi
sono solo di contorno (come Sarah o molti componenti della classe) ma
dovendolo
ambientare appunto, in una classe di liceo c'era bisogno di molti
personaggi, e
ho preferito inserire quelli originali anche se rimarranno marginali
(non tutti
però u.u).
Bè, ho finito!
Grazie mille tesoro, spero che commenterai ancora
perché sai quanto è importante per me il tuo parere ;) un bacione!
Pich: Ciao gioia mia xD ti ho
già
scritto in chat quanto mi faccia piacere il fatto che ti piaccia il
personaggio
di Crawford!
I piani di Vorkov
sono abbastanza chiari, salteranno fuori presto
e per Kei non sarà proprio una gioia :S
Grazie mille per
tutto, tesoro! Un bacio grande, ti voglio bene!