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Autore: Epicuro    02/09/2010    3 recensioni
Finalmente, dopo i lunghi e sofferti scontri tra la dea Atena e i suoi antagonisti, la Terra può tirare un sospiro di sollievo e l’umanità godersi la pace da poco conquistata. La spensieratezza e la calma di questi giorni sta però per terminare, mentre una nuova e tremenda sventura sta per calare sugli ignari santi di Atena. Riusciranno i nostri eroi a sopravvivere?Oppure soccomberanno per opera delle loro stesse mani?
Genere: Demenziale, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Servi, padroni e dei: il nuovo Grande Sacerdote!'
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( Capitolo III)

 

Casa dolce Casa!

 

Atene, Grande Tempio.

12:30, ora locale.

 

GROOOOWN!

Il brontolio della pancia vuota del cavaliere risuonava per tutta la sesta casa. Digiunava dall’inizio dello sciopero, per aumentare la sua capacità di viaggiare in astrale e comunicare con gli dei. Almeno, questo era quello che aveva fatto credere ai colleghi, ma in realtà non era semplicemente in grado di accendere il gas. Già, da quando era diventato cavaliere della Vergine, Shaka, si era sempre e solo occupato di meditazione e yoga, e non si era mai interessato della conduzione della casa. D’altronde pensava a tutto Luca! Ma ora il suo servo non c’era e lui era solo davanti al fornello.

“Dai, fatti forza. Non sarà poi così difficile accendere questo aggeggio infernale; se ci riesce Milo posso farcela anch’io! Infondo ho combattuto contro i Titani e sono sopravvissuto...che sarà mai prepararsi un uovo sodo?”

Con questi pensieri cercava di darsi forza mentre metteva il padellino sul fornello.

“Conto fino a tre e poi l’accendo”:

«Uno...due...due e mezzo....due e tre quarti...tre!»

Shaka girò la manopola e la fiammella azzurra iniziò a danzare allegra sotto la padella.

«PFIÙ! Non era poi così complicato! Sono proprio il migliore tra i dodici!»

La soddisfazione del santo della Vergine però durò poco. Infatti, la simpatica fiammella azzurra, si mutò di colpo in un’enorme fiammata che, dopo aver incenerito il pentolino, si diresse sinuosa verso le tende della cucina:

«NO! Le tende in pura seta!»

Ma la fiamma le bruciò senza pietà e, ancora affamata, si diresse verso il servizio da tè in preziosa porcellana cinese:

«Maledizione, anche quello no!»

Il cavaliere non poté far altro che guardare impotente mentre correva a prendere la pompa dell’acqua, ma nemmeno con questa riuscì a placare il diabolico fuoco.

Nel frattempo il fumo aveva allarmato Aiolia, che raggiunse la casa della Vergine munito di estintore.

«Lascia fare a me! Con questo riusciremo sicuramente a domare le fiamme».

Aiolia si diresse sicuro di se verso il rogo e aprì l’estintore. Purtroppo la pressione era troppo elevata e la schiuma bianca fece partire a razzo la bombola con attaccato il santo del Leone. L’anomala accoppiata si diresse fuori dalla cucina, attraversò il salotto e schizzò fuori verso la rampa che dava alla casa del Leone, andandosi a schiantare contro una colonna dell’ingrasso.

«Argh! Il mio salotto d’ebano con intarsi pregiati!» Shaka aveva iniziato a soffrire di un tic nervoso al sopracciglio destro.

«Buon giorno a tutti! Ho una fantastica notizia da darvi! Al supermercato in piazza Caio e Sempronio ci sono gli sconti sui prodotti del banco frigo. Si risparmia fino al 10%! Aiolia perché abbracci una colonna? Carenza d’affetto o vuoi imitare Seiya?»

Aiolia guardò truce Camus che era appena arrivato con le borse della spesa.

«Insomma perché queste facce?» continuò il santo dell’Acquario rivolgendosi a Shaka, ma il cavaliere era troppo preoccupato per il tappeto in ermellino dell’androne per dar retta a lui.

«Ma non vedi che la casa sta andando a fuoco?» Sbottò Aiolia che nel frattempo si era staccato dalla colonna.

«Tutto qua? Vi perdete proprio in un bicchiere d’acqua!» Canus guardò con sprezzante superiorità il saint del Leone e della Vergine (“Ok che si l’unico diplomato, ma cala la cresta!” pensarono gli altri due). Poi, con il suo solito fare glaciale, aggiunse:«non ci vuole mica una laurea per spegnere un incendio! Ora spostatevi che sistemo tutto io: Freezing coffin!»

«NOOO! Che hai fatto!» urlarono Shaka e Aiolia in coro.

«Che c’e? il fuoco è spento no?»

Il fuoco effettivamente si era spento, ma...la casa della Vergine era inglobata in una maxi bara di ghiaccio eterno. Al santo del Leone caddero le braccia, mentre Shaka gli saltò addosso per riempirlo di botte.

«Ehi! Ma che fate? Abbiamo un nemico in comune e voi vi azzuffate come niente fosse; mentre loro se la ridono »

«Fratello mio, per fortuna sei arrivato!» esclamò Aiolia ed insieme ad Aiolos separarono i due litiganti ( più che altro trattenevano Shaka perché Camus era più di là che di qua).

«Shaka calmati! Non che ci importi molto di Camus, ma è l’unico che può scongelarti la casa! Poi, a cosa ti servono tutte le ore che passi in meditazione, se non riesci a tenere i nervi saldi per così poco!» l’apostrofò il santo del Sagittario.

Il cavaliere si placò, più che altro per non perdere la sua fama di santone.

«Bene, ora cha siamo tornati tutti amici, qualcuno mi spieghi l’accaduto»

Il cavaliere della Vergine allora raccontò i fatti al collega.

«Humm, un comportamento veramente anomalo per un fornello. Mi sa che c’è sotto qualcosa di losco; sarà meglio che vada a fare una visita ad Epicuro» commentò Aiolos strofinandosi il mento.

Il nobile gold saint del Sagittario si allontanò, mentre Aiolia aiutò Camus a tornare all’undicesima casa:

“ E che cavolo, oggi mi hanno preso per un crocerossino?” pensava il cavaliere del Leone mentre portava a spalle il collega.

 

XXXXXXXX

 

«Epicuro! Dove sei? Io e te dobbiamo scambiare due parole». Aiolos era giunto all’accampamento dei servi.

« Oh! Nobile gold saint del Sagittario! Qual buon vento vi porta? Avete preso la saggia decisione di accettare le nostre richieste?»

«Giammai! Non acconsentirò assolutamente alle vostre assurdità, soprattutto dopo gli ultimi eventi! Questo non è uno sciopero, ma una vera e propria guerra!»

«Guerra? Che brutta parola. Io la chiamerei “ simpatici scherzi tra amici”»

«Cosa!? Quali scherzi! Questi sono attentati alle nostre vite! Ma se pensate che staremo a guardare vi sbagliate di grosso»

Il cavaliere se ne andò furente seguito dallo sguardo soddisfatto di Epicuro: “Meglio del previsto direi. Stanno iniziando a perdere le staffe”

«Epicuro, la missione è riuscita perfettamente!» la voce di Luca lo fece voltare.

«Luca ha manomesso il gas ed io, Abel del Centauro, ho direzionato la fiamma!» Aggiunse fiero di se il santo d’argento.

«Ho avuto modo di costatare. Ottimo lavoro ragazzi! Inoltre ho delle buone notizie da darvi: Calogero ha ceduto, a patto che Salvatore ripulisca la casa del Cancro. Ora però bisogna mettere fuori gioco Camus, in modo che Shaka sia costretto a patteggiare con Hyoga, ma di questo si sta già occupando Natalia».

 

XXXXXXXXX

 

Un’ancella troppo sexy

 

Camus, dopo essere stato accompagnato a casa, si era sdraiato sul letto con un sacchetto di ghiaccio sulla fronte.

“Uno cerca di dare una mano e guarda come lo ripagano! Sono solo invidiosi perché io mi passo le ferie al fresco in Siberia, mentre loro stanno qui a schiattare di caldo!”. I suoi pensieri vennero però interrotti da due morbide labbra che delicatamente si posarono sulla sua guancia.

«Natalia!? Che ci fai qui? Non scioperavi con gli altri?»

«Camus dovresti saperlo che non potrei mai stare senza di te. Ho fatto solo finta di aderire allo sciopero per fare il doppio gioco»

«Allora non è rischioso per te stare qui?»

«Un po’, ma ho saputo della zuffa e mi sono preoccupata, poi....mi mancavi!»

«Naty quanto sei dolce!»

La ragazza si slacciò il kitone e, lasciandolo lentamente scivolare a terra, scoprì un baby-doll in pelle nera alla cat woman.

«Wow!» il cavaliere rimase letteralmente senza fiato «sei sempre stata super sexy, ma così hard mai!» esclamò Camus, mentre i suoi occhi percorrevano ogni sua curva da brivido.

«Vedi, le persone non si conoscono mai abbastanza»

L’ancella estrasse un paio di catene dorate dal reggiseno ed incatenò l’accondiscendente santo dell’Acquario alla testiera del letto. Le sue labbra rosse si posarono su quelle di lui, che già pregustava tutto il resto, ma con un sorrisetto perfido si allontanò dicendo:

«Ragazzi è tutto vostro!»

Camus sbiancò alla vista di Ugo, il postino, con in mano una siringa contenente anestetico per cavalli e Seiya con uno scatolone pieno di oggetti non meglio identificati. Cercò di divincolarsi, ma le catene erano troppo resistenti.

«É inutile che ti agiti, non riuscirai a liberarti nemmeno se bruci al massimo il tuo cosmo» gli disse Seiya ( le catene erano infatti state fornite dall’armatura sacra di Shun).

«Quindi stai buono e sarà una cosa rapida ed indolore» cercò di tranquillizzarlo Ugo, anche se la sua espressione era tutto tranne che rassicurante.

«Natalia, perché?» urlò disperato e confuso Camus.

«Il perché chiedilo alle spogliarelliste del night club che frequenti. Caro “ Ghiaccio bollente”»

gli occhi impietosi dell’ancella furono l’ultima cosa che vide prima di perdere i sensi.

 

Più tardi al piazzale della Meridiana.

 

«Togliete subito quel coso dalla meridiana; è indecente!»

Camus fu svegliato dall’urlo di Atena e aprendo gli occhi vide: la dea infuriatissima, Shaka con gli occhi sgranati, Aldebaran, Calogero e Doko che ridevano come matti, Mu, Saga, Aiolia, Aiolos e Milo che facevano delle smorfie assurde cercando di non scoppiare a ridere anche loro, Shura con un espressione schifata e Afrodite che continuava a fargli l’occhiolino.

«Perché ridete?» chiese prima di avvampare di rosso per la vergogna.

Il cavaliere era appeso alla meridiana in boxer a fiori con un boa di piume di struzzo rosa confetto attorno al collo, babbucce di paperino ai piedi e due fantastiche alette di cartone sbrilluccicanti al sole, sulla schiena.

«Argh! Tiratemi subito giù prima che qualcun altro mi veda!» urlò in preda al panico il gold saint (ma ignaro di essere già finito su youtube).

«Si tiratelo giù, non è una bella visuale» ordinò Atena mentre si allontanava per tornare ai suoi appartamenti. Però, prima di salire l’immensa scalinata, non perse l’occasione di fare il mazzo a tutti e dodici:

«E cercate di ripulire i vostri templi. Diamine sembrano un porcile!»

la dea era infatti scesa per fare un’ispezione e vedere come procedeva la situazione.

Raggiunta finalmente la sala del trono, Saori ( dopo aver ben controllato di essere sola), scoppiò in una sonora risata. “Era da anni che non mi divertivo così! Già, da quando, da bambina, prendevo a frustate gli attuali santi di bronzo per giocare alla domatrice di cammelli! Quei servitori sono veramente ba@@@@di”.

 

Sesta Casa

 

«Bella casa Shaka, di poca utilità, ma d’effetto. Magari potresti provare ad affittarla a qualche pinguino».

«Hyoga, accidenti, c’è poco da scherzare! Ora che Camus è stato spedito in Africa a combattere la desertificazione del Sahara, come punizione per atti osceni in luogo pubblico, chi è che può liberarla dal ghiaccio!»

Shaka era seduto sui gradini dell’ingresso della casa della Vergine e si teneva la testa tra le mani con aria depressa ( come se normalmente fosse l’ottimismo fatto a persona).

«Si potrebbe provare con le armi di Libra. Ah, dimenticavo, Doko è già tanto che si regge in piedi e la dea ne ha vietato l’utilizzo senza la sua autorizzazione e....mi è giunta voce che non te l’abbia concessa»

Shaka era sempre più depresso

«Ma se ti può interessare» continuò Hyoga «io sono riuscito a superare il mio maestro, raggiungendo lo zero assoluto. Quindi, per me, rompere la teca di Camus è una bazzecola»

«Davvero? Dici sul serio?» Gli occhi del santo della Vergine si illuminarono ( era così depresso che si era dimenticato di chiuderli)

«Certo amico! Basta solo che metti una firmetta qui, qui e qui!»

 

Occhio per occhio, dente per dente

 

La riunione era stata convocata da Aiolos e si sarebbe tenuta nella sua casa dopo cena.

«Bene, visto che ci siamo tutti possiamo cominciare» aprì il cavaliere del Sagittario.

«Ma Aiolos, siamo solo in nove. Mancano tre cavalieri all’appello» fece notare Mu.

«Non credo che verranno. Calogero e Shaka hanno ceduto, mentre Camus è stato mandato in missione in un posto molto caldo» Il Gold Saint fece un lungo respiro e ricominciò con tono solenne «Nobili Cavalieri d’Oro di Atena sarò breve e conciso. Gli eventi successi oggi al Grande Tempio non sono stati accidentali, ma sono opera della mente diabolica di Epicuro e dei suoi. Io penso che non sia onorevole, da parte nostra, stare con le mani in mano subendo passivi i loro subdoli tiri mancini»

«Cosa hai in mente?» chiese Saga.

«La vecchia legge del taglione: occhio per occhio, dente per dente. Se vogliono la guerra noi li accontenteremo. Siete liberi di agire come meglio credete, basta che li mettiate in ginocchio. Voglio vedere Epicuro supplicare pietà!»

«Devo ammettere che è una strategia geniale! Saresti stato un ottimo grande sacerdote» commentò compiaciuto Doko.

«Grazie, ma bando alle ciance. Andate e fate quello che ogni saint sa fare meglio: perseverare, perseverare e perseverare ancora fin quando il nemico non è sconfitto!»

  
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