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Autore: Morea    03/09/2010    18 recensioni
Prendete Harry e Percy e chiudeteli nel solito Ufficio.
Qualche piano più in su, mettete insieme un Ministro della Magia, un raffinato Editore ed una caliente segretaria.
Ad Hogwarts, prendete un'Hermione irrequieta e fragile ed aggiungete un Torneo di Quidditch, con una Ginny sovraeccitata ed un Malfoy più tronfio che mai.
Il tutto condito con lettere minatorie provenienti da una minaccia ancora incognita...
Niente è immutabile e fisso, e saranno in molti a capirlo.
Dal capitolo X:
- Sono troppo biondi, in quella casa. Servono due diversivi, señorita. Tu prenderai il giovane, io quello bello - esclamò perentoria e solenne.
Quella conversazione stava rasentando il ridicolo. La sua futura suocera esordiva dal nulla con delle dichiarazioni simili, senza che l'avesse mai conosciuta prima: tra l'altro, il solo pensiero che avesse potuto intuire un suo interesse nei confronti di Malfoy era bizzarro, se non addirittura fantascientifico.
- Cosa le fa credere che...?
[...]- Tu lo stai studiando, querida. E non si studia ciò che non ci interessa.
Dal capitolo XII:
- Zitta - la interruppe lui, con un dito sulle sue labbra rese asciutte dal timore. Continuò a muovere le sue, mentre appoggiava la sua fronte contro quella di lei, mentre tutto sembrava immobile - perfino l'ombra proiettata dalle lampade non sfrigolava più come la fiamma che le animava, perfino il rumore della pioggia arrivava ovattato, attutito, incorporeo: lui sussurrava qualcosa, ripeteva una parola che Hermione comprese solo quando fu emessa ad un millimetro dal suo volto. - Liberami.
Le appoggiò le labbra tra i capelli, per poi sentire quella stessa testa svanire, man mano che Hermione si lasciava cadere a terra, lo sguardo fisso di fronte a sè.
Vincitrice dei premi Best WIP, Best Comedy e Readers' Choice ai Neverending Story Awards.
Rating modificato da Giallo ad Arancione.
Genere: Commedia, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Ron Weasley | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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primocapitolo


Essere nella Cacca



A Valaus, per la sua Frustata.






Quando Barnabus Cuffe, noto Editore de La Gazzetta del Profeta, irruppe al Ministero della Magia con l'espressione più irrequieta e disperata dell'intero mondo magico, tutti coloro che si trovavano a passeggiare in quell'esatto momento nella hall strabuzzarono gli occhi, increduli. Doveva essere successo qualcosa di terribile ed impronosticabile, se il Direttore della Voce più autorevole di tutto il Regno Unito era talmente distrutto da aver perso tutto il decoro che si confaceva alla sua persona.
Quando poi varcò le griglie dorate dell'ascensore strapieno, dovette convivere fino al Primo Livello con un fastidioso formicolio alla base della nuca, innegabile conseguenza delle decine di sguardi che vertevano esattamente su di lui.
La metà dei maghi lì presenti dimenticò di uscire dall'ascensore al piano giusto, troppo curiosa di scoprire a cosa fosse dovuta quella disperazione in un periodo così lieto, l'altra metà venne colpita dagli svolazzanti promemoria interuffici mentre si alzava sulla punta dei piedi per scorgere meglio ogni singolo muscolo facciale appartenente all'angosciata figura del Signor Cuffe.
Barnabus Cuffe, nel frattempo, continuava a tirarsi nervosamente su le maniche di camicia, ad aggiustarsi il gilet sulle spalle, ed a rigirarsi il sigaro tra le labbra: i suoi abiti Babbani erano quantomai fuoriluogo al Ministero, ma, dopotutto 'io non ho tempo per le formalità, merda, dopotutto io sono uno che lavora, merda, quanto ci mette quest'ascensore?, merda, sto perdendo solo tempo, come se il Ministro potesse poi risolvere il mio problema, merda, spero solo di non essere venuto qui per non ottenere niente, merda!'.
Kingsley Shacklebolt poteva comunque ritenersi abbastanza fortunato, finchè l'intercalare preferito da Cuffe rimaneva semplicemente 'merda'. Chi lo conosceva o lavorava a stretto contatto con lui, sapeva quanto potessero essere presagi di sfuriate epiche imprecazioni come 'cazzo', 'porca puttana', e L'Imprecazione per eccellenza, appresa durante un viaggio di lavoro in Italia. Sì, perchè quando Barnabus Cuffe esclamava 'maremma maiala' con un accento che avrebbe fatto sbellicare dalle risate qualunque abitante della florida Toscana, chiunque gli fosse vicino sbiancava e cominciava ad augurarsi la morte, prima che essa avvenisse a causa di traumi cranici ed emorragie interne causate dal lancio improprio di qualsiasi oggetto potesse trovarsi sulla scrivania del Direttore. Ed erano rare le occasioni in cui sulla scrivania c'erano solamente pergamene o portapiume, perchè Barnabus Cuffe non si portava il lavoro a casa, ma la casa al lavoro. I suoi giornalisti più bistrattati ricordavano di essersi visti piombare addosso bollitori in rame, calderoni in peltro e persino uno sfrullatore di cui Cuffe si era appropriato durante un'intervista sotto mentite spoglie a dei Babbani aggrediti da una veletisione che invece di proiettare immagini, aveva proiettato i personaggi di quelle immagini nel salotto della tranquilla Famiglia Stone. Famiglia Stone che, incautamente, quella sera stava guardando un racconto di mostri, e che dopo l'Oblivion di Cuffe non ricordò più nè la trama del racconto, nè l'aggressione, nè di aver mai posseduto uno sfrullatore, che adesso giaceva inutilizzato tra pile di fogli e plichi di relazioni, in quanto quella coda lunga che terminava con tre punte doveva forse essere infilata da qualche parte, perchè non c'era verso di farlo funzionare.
Primo Livello. Ufficio del Ministro della Magia. Uffici del Personale di Supporto.
Barnabus Cuffe uscì dall'ascensore continuando ad imprecare qualcosa di simile a 'proprio al Primo Livello doveva stare, merda, ho dovuto sorbirmi tutte, tutte!, le fermate dell'ascensore, lento, lentissimo, straziante, come se non avessi niente da fare, merda!'.
- Signor Cuffe, la prego di aspettare...
Barnabus Cuffe non guardò neppure in viso la fonte di tanto fastidio. Sapeva solo che aveva una voce femminile e che, dunque, era stupida.
- Aspettare? Aspettare?! Lo sa che ore sono? 
- Sì, Signor Cuffe, ma il Ministro... 
Oltre che stupida, era anche insistente.
- Ditegli di muoversi, merda, mi aspettano per lo speciale sugli allenamenti del Puddlemere United, poi devo intervistare l'autrice di Belle. Come Diventarlo, e recarmi alla Gringott per... 
- Non mi interessa cosa deve fare dopo, cazzo!
Barnabus Cuffe sollevò la testa, decidendosi a guardare negli occhi quell'indegna sottospecie di donna che aveva osato rivolgersi a lui con quel tono, e che - soprattutto - aveva usato un termine che nella sua Scala di Improperi, era più volgare del suo, e, come tale, impossibile da usare prima che lui facesse lo stesso.
- Prego? 
La guardò con disgusto.
- Ho detto che non ho tempo da perdere per ascoltare i suoi impegni, che non mi paiono certo densi di significato. Adesso lei si siede composto, ed aspetta che il Ministro Shacklebolt abbia terminato la sua riunione... 
- Ma...? 
- Niente 'ma', porca puttana! 
In quell'esatto momento, mentre la segretaria personale di Kingsley Shacklebolt si voltava per fare ritorno alla sua scrivania, Barnabus Cuffe decise che l'avrebbe sposata.

***


- Ti rendi conto, Hermione? 
- Sì, Ginny. 
- Oh no, ma tu non puoi rendertene conto. 
- Okay, non me ne rendo conto. 
- Hermione, ma mi stai ascoltando? 
- Ginny, è da un'ora che non fai altro che parlare di Quidditch, come puoi pretendere che io ti stia ancora ascoltando? 
- Beh, ora mi ascoltavi, o non mi avresti risposto. 
Ginny Weasley si lasciò cadere sul divano della Sala Comune, con lo sguardo sognante rivolto al soffitto.
- Hermione? 
L'interpellata sospirò, rinunciando ad allontanarsi da lì, e cominciando a sparpagliare libri e pergamene sul tappeto di fronte al focolare.
- Sono qui. 
La testa di Ginny fece capolino da dietro il divano, mimetizzandosi quasi perfettamente con la stoffa vermiglia che lo ricopriva.
- Secondo te, io sono brava abbastanza? Voglio dire... Osservatori! 
Hermione sospirò. Da quando la sera precedente, al Banchetto di inizio anno, Minerva McGranitt aveva parlato del Torneo Trescope di Quidditch, a Hogwarts non si parlava d'altro. Hogwarts, Beauxbatons e Durmstrang avevano deciso di comune accordo di indire un Torneo di Quidditch che avrebbe avuto lo scopo di ricostruire i rapporti tra maghi, parzialmente, se non del tutto, perduti durante la Guerra, e, visto che il Torneo Tremaghi recava ricordi ancora troppo dolorosi ed indesiderati, si era optato per trasferire la Sfida su un piano prettamente sportivo. Quidditch, in poche parole. E la novità era che ci sarebbero stati Osservatori di alcune importanti squadre europee, nascosti sugli spalti, e che, quindi, tutti i partecipanti avrebbero dovuto dare sempre il massimo, se miravano ad un futuro nel dorato mondo dello sport magico più amato.
- Ginny, sai che non ci capisco niente di Quidditch, ma mi sembri brava, sì. 
Ma Ginny non la ascoltava già più.
- Certo, non ci saranno Osservatori delle Pride of Portree, sono solo madre e figlie lì, no, no... magari ci saranno Osservatori dei Chudley Cannons? Non vincono da un secolo, però... 
- Ginny? 
- Servirebbe a nulla dirti che dovremmo fare il tema di Pozioni? 
- No, Hermione, non credo. 
- Beh, io invece voglio farlo subito. Devo rinunciare al sogno illusorio di vederti comparire in Biblioteca, armata di piume e pergamene? 
- Sì, Hermione, credo di sì. 
La Caposcuola infilò un libro e delle pergamene nella propria borsa di pelle, dopodichè si avvicinò all'uscita del dormitorio. Quando era ormai vicinissima al ritratto della Signora Grassa, un urlo la fece voltare.
- Ferma! 
- Cosa c'è, Ginny? 
- Oh, Hermione, mi ero scordata che frequentiamo lo stesso anno, sai com'è, il Quidditch, le Wimbourne Wasps... 
- Non ricominciare! E, sopratutto, non mi ricordare che frequentiamo lo stesso anno... mi sento... bocciata. 
- Il giorno in cui Hermione Granger sarà rimandata in qualche materia, io entrerò nella Nazionale inglese di Qu... 
- No! 
- Okay, scusa Hermione, non parlerò più di quello, ma aspettami. 
- Perchè quest'improvvisa voglia di fare i compiti? - chiese, accigliata.
Mentre un'espressione forzatamente angelica compariva sul volto di Ginny, Hermione capì immediatamente perchè anche lei faceva Weasley di cognome, perchè anche lei aveva i capelli rossi, e perchè anche lei aveva quell'insopportabile ascendente su di lei e sulla sua pazienza.
- Non ti farò il tema, Weasley. 
- Ma non mi negherai un aiutino! - esclamò Ginny, raggiante, mentre insieme varcavano il buco del ritratto.

***


In quel preciso istante, Harry Potter sbuffò per la trentaquattresima volta.
Il conto dei sospiri era stato tenuto con cura maniacale da Percival Ignatius Weasley, temporaneamente trasferito nel suo ufficio, dato che parte del Quinto Livello era chiusa per ristrutturazione. Del resto, l'
Ufficio Internazionale della Legge sulla Magia poteva permettersi dei giorni di ferie, data l'apatia che permeava i delinquenti di ogni sorta. I suoi ultimi interventi, tutti al limite del ridicolo, riguardavano maghi che avevano dimenticato di non esplodere di gioia di fronte a Babbani perplessi, facendo sprizzare scintille - o fuochi d'artificio - dalle bacchette, ed andando in giro con mantelli svolazzanti e variopinti. Roba da richiamo, multa di qualche galeone, e banale Oblivion sui Babbani coinvolti. Roba noiosa per chi faceva dell'applicazione delle regole il suo Credo, e si ritrovava ad esercitare la propria autorità su innocui maghi iperattivi.
Il trentacinquesimo sbuffo arrivò insieme ad un pugno sul tavolo.
- Niente, niente, niente! 
Percy alzò un sopracciglio, incerto se parlare o meno.
- Dovremmo esserne felici, Harry. 
- Oh, ma io sono felice, Percy! - esclamò un po' troppo in fretta, con l'effetto di risultare poco credibile.
- Ti capisco, sai, il nostro lavoro è noioso, in certi casi, ma far rispettare la legge deve essere nostro dovere soprattutto in questi periodi, dove abbassare la guardia può risultare fatale! 
- Fatale? Fatale?! Percy, nessuno ruba neppure uno zellino! 
Percy dissimulò una risatina dietro un esagerato colpo di tosse.
- Ti ho sentito, Percy. Cosa c'è da ridere? 
La sorpresa per l'essere stato scoperto causò a Percy un'autentica scarica di colpi di tosse, che rischiò di strozzarlo.
- Ora capisco perchè ti hanno messo a capo degli Auror, non ti si può nascondere niente, sei proprio, ehm, bravo, sai? 
- Le tue moine e i tuoi complimenti potevano essere utili con Caramell, ma non illuderti di fare lo stesso con me! Non cambiare discorso... 
Percy sbiancò, messo con le spalle al muro.
- Mi chiedevo se... il tuo malumore c'entra qualcosa con il Torneo Trescope. 
Harry Potter gli lanciò un'occhiata assassina, poi sbattè di nuovo il pugno sul tavolo, ed infine spezzò la prima piuma che gli capitò a tiro. Poi, per non passare direttamente dal Ministero ad Azkaban per aggressione od omicidio, optò per la cosa più innocua che sarebbe riuscito a fare in quel momento.
Il trentaseiesimo sbuffo.

***


- Prego, signorina De Torres, faccia entrare il signor Cuffe. 
La profonda voce, pacata fino alla noia, di Kingsley Shacklebolt riecheggiò nell'anticamera del suo ufficio, mentre un brusco cenno della testa della signorina De Torres indicò a Barnabus Cuffe il corridoio alla sua destra.
- De Torres? Sangre caliente? - borbottò il Direttore della Gazzetta del Profeta, alzandosi.
Lo spesso sopracciglio nero della segretaria si mosse impercettibilmente, stizzito come la proprietaria.
- Candida Flor Paciencia Dulcinea Fermina De Torres, un'altra parola sul mio sangre, e sarà il suo ad insozzare il pavimento. 
Barnabus Cuffe si grattò la testa. Chiunque avesse battezzato quella donna, l'aveva fatto spudoratamente a caso.
Candida quando la sua pelle era abbronzata ed i suoi vestiti scuri.
Flor quando la sua bocca ospitava una loquela per niente femminile e delicata.
Paciencia quando la sua pazienza l'aveva persa nel giro di due minuti e ventiquattro secondi dall'entrata di Barnabus nel suo territorio.
Dulcinea quando era dolce quanto una Manticora.
Fermina... Fermina sì, poteva andare. Aveva la fermezza e la determinazione di cento Harry Potter. O, peggio, di cento Colui-Che-Non-Doveva-Essere-Nominato.
Si congedò con un cenno della mano, che venne puntualmente ignorato da Candida eccetera eccetera.
- Signor Cuffe, il suo scambio di opinioni con la mia assistente è giunto fino alle orecchie mie e di tutti coloro che erano in quest'ufficio. 
Barnabus distolse lo sguardo dalla burrosa figura della signorina De Torres, voltandosi verso Kingsley Shacklebolt, che lo attendeva alla sua scrivania con un serafico sorriso dipinto sul volto. Si chiese come facesse a rimanere calmo con un'arpia del genere nelle vicinanze.
- Sa, Barnabus, di solito la signorina De Torres si comporta in maniera civile con i miei ospiti, ma, se provocata, tende a non rispondere più dei suoi comportamenti. 
- Avevo solo un po' fretta. 
- Oh, Candida odia la fretta. Dice che rovina qualsiasi buon lavoro. Deve essere per questo che l'hanno chiamata anche Paciencia. 
'Oh sì deve essere solo per questo', pensò silenziosamente l'Editore.
- Adesso arriviamo al dunque, per favore. 
Barnabus Cuffe si ricordò improvvisamente del perchè fosse lì, e l'agitazione si impossessò nuovamente di lui.
- Siamo nella merda! 

***



Hermione impiegò poco più di un'ora per scrivere un tema di due metri - a calligrafia ovviamente minutissima - mentre Ginny investì lo stesso tempo nel redarre una lettera per il suo Auror preferito. In quella lettera, che Hermione aveva sbirciato di tanto in tanto con aria di disapprovazione, Quidditch e Trescope erano le espressioni più ricorrenti, insieme a è un sogno! e ti rendi conto?.
- Harry non ne sarà molto felice - si limitò ad osservare.
Ginny scrollò le spalle.
- Io gliel'avevo detto di tornare ad Hogwarts, e invece no, il signor Io-Faccio-Tutto-Di-Testa-Mia è voluto diventare Auror subito, quando era chiaro che in un momento simile, anche le lezioni di Storia della Magia sarebbero state più emozionanti di un posto al Ministero. Per cui, mi pare più che lecito farlo morire di invidia. 
- Certe volte mi chiedo perchè tu non sia finita a Serpeverde, Ginny. 
- Perchè avevo i capelli troppo rossi. 
- Beh, il cognome non è poi così discriminante, guarda le sorelle Patil... 
- Oh, non mi riferivo a quello. Dicevo solo che i colori di Grifondoro sono gli unici che si intonano ai miei capelli. 
Hermione si rifiutò di replicare, aprendo il libro di Aritmanzia ad una pagina a caso e cominciando a leggere.
- Tu non scrivi a mio fratello, Hermione? 
La Caposcuola girò la pagina con un po' troppa foga, strappandola.
- Reparo - mormorò Ginny, e la pagina tornò intatta.
- Grazie.
Trascorsero altri secondi silenzio, prima che Ginny si decidesse ad interromperlo di nuovo.
- Beh? Hermione puoi dirmelo... non voglio abbastanza bene a mio fratello da non vedere ogni suo singolo difetto... 
- Ginny! 
- Oh, io gli voglio tanto bene, il problema è che lui ha difetti altrettanto enormi. 
- Non è qualcosa che ha fatto o detto... 
Ginny tese l'orecchio, interessata, ma Hermione si interruppe quasi subito; Madama Pince era in agguato dietro lo scaffale.
- Andiamo fuori.
- Ma Ginny, il tuo tema! - esclamò Hermione, sconvolta dall'indolenza della compagna.
- Il tema è per lunedì prossimo, e tu sei di sicuro l'unica ad averlo già fatto, Hermione. Muoviti! 
Ed Hermione la seguì riluttante, mentre con un rapido gesto della bacchetta appellava tutto il materiale rimasto sparpagliato sui tavoli. Era giunto decisamente il momento di parlare del suo problema con qualcuno.

***



Percival Ignatius Weasley continuava imperterrito a riordinare relazioni e documenti.
All'inizio aveva optato per un'ordinazione per data di redazione dei suddetti, poi aveva provato a dividerli secondo la loro rilevanza, ed infine aveva ripiegato su un banale, e per questo disapprovato, ordine alfabetico. Il suo sogno di apparire tra le Figurine delle Cioccorane in quanto Inventore del Miglior Metodo di Catalogazione di Documenti Ministeriali si era dunque infranto in quell'opaco primo lunedì di settembre, sconfitto dalla regolarità e dall'imperturbabilità della lingua inglese.
Anche lui, dunque, decise di contribuire al ricircolo dell'aria, regalando all'etere il suo primo sospiro della giornata, che fece eco al cinquantottesimo sbuffo di Harry Potter.
Harry Potter che non aveva ancora riaperto bocca da quando erano state pronunciate le due parole che odiava più al mondo, perlomeno in quella circostanza.
Torneo.
Trescope.
Il silenzio di tomba che regnava in quell'Ufficio del Secondo Livello, che solo respiri più rumorosi di altri e voci lontane provenienti da remote stanze del Ministero avevano osato rompere fino ad allora, venne improvvisamente scosso da un gufo grigio e spennacchiato, che aveva deciso di concludere in bellezza il proprio volo sbattendo violentemente contro la finestra, ovviamente chiusa.
- Non avete mai avuto un grande gusto in fatto di Gufi, voi Weasley - mormorò Harry mentre si avvicinava al luogo dell'impatto.
- Non è nostro, quel Gufo. 
- Lo so, ma questa lettera è chiaramente di tua sorella. 
Porse una ciotola d'acqua al pennuto sofferente, dopodichè mostrò a Percy una busta imbrattata con cuoricini e manici di scopa.
- Di tanto in tanto, riconosco ancora la Ginevra che ti ha attribuito occhi verdi e lucenti di rospo in salamoia. 
- Certe tendenze al romanticismo sono difficili da perdere. 
Nel dubbio che i disegni sulla busta anticipassero qualcosa sul suo contenuto, Percy decise saggiamente di allontanarsi da quell'Ufficio, adducendo come scusa la curiosità per l'avanzamento dei lavori al Quinto Livello. In realtà, sapeva benissimo che quella parte del Ministero era al momento inagibile, quindi decise di spostarsi nella stanza del Direttore dell'Ufficio Applicazione della Legge sulla Magia, ovvero suo padre, neopromosso a tale ruolo.
- Percy! A cosa devo la tua presenza qui? - esclamò Arthur Weasley, raggiante e, anche lui, senza troppi impegni a cui dedicarsi.
- A tua figlia. 
- Cos'è successo alla mia bambina? 
- Oh, alla tua bambina non è successo niente, ma... shhhh! Ascolta. 
Un urlo di rabbia oltrepassò come se niente fosse le pareti di otto uffici diversi, e per qualche strano motivo, arrivò alle orecchie di padre e figlio addirittura amplificato.
- Era Harry, quello? - chiese Arthur, titubante.
- No, era il più giovane cercatore di Grifondoro da più di cento anni che non può partecipare al Torneo Trescope perchè ha scelto di ritirarsi in un Ufficio dove non ha niente da fare. 
Arthur alzò gli occhi al cielo.
- E Ginevra non ha perso tempo per farglielo notare... 
- Immagino di sì - convenne Percy - Spero solo che non abbia rimarcato anche un altro fatto. 
- E ciòè? 
- Che l'unico Cercatore al suo livello al momento presente ad Hogwarts è Draco Malfoy. 
- Conoscendo Ginny, credo che gliel'abbia anche sottolineato - mormorò Arthur, sospirando.


***






NOTE:


- Barnabus Cuffe è un personaggio menzionato dalla Rowling come membro del Lumaclub di Lumacorno, ma il suo carattere, le sue parole e le sue esperienze personali sono roba mia, in quanto non credo che nei libri sia stato specificato niente al suo riguardo, a parte il suo ruolo come Editore della Gazzetta del Profeta.
- Candida Flor Paciencia Dulcinea Fermina de Torres è invece un personaggio fuoriuscito dalla mia mente malata, come omaggio spassionato all'altrettanto ' fine ed aggraziato ' Fermin Romero de Torres, personaggio de L'Ombra del Vento di Zafon, che io adoro.
- Le scelte di vita del Trio, e il lavoro al Ministero di Arthur Weasley, sono - per ora - quelle decise per loro dalla Rowling, mentre Ginny non è ancora una giocatrice delle Holyhead Harpies, ma - immagino sia chiaro - lo diventerà alla fine dell'anno.
- Ho deciso per Percy Weasley un'altra mansione al Ministero, e doveva essere per forza qualcosa di relativo alla suprema Legge, conoscendolo.
- Gli occhi verdi e lucenti di rospo in salamoia sono un verso della sublime Valentina di Ginny per Harry, in Harry Potter e la Camera dei Segreti.







Effebì
Mi trovate... qui .





  
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