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Autore: Neko    04/09/2010    1 recensioni
Quando Ero-sennin morì, Shikamaru, nel tentativo di consolarmi, mi aveva accennato che un giorno saremo stati noi, i maestri di qualcun altro e che avremo avuto la responsabilità di preservare la vita ai nostri allievi come avevano sempre fatto i nostri sensei, ma allora mi sembrava una cosa così surreale, lontana e invece…domani conoscerò quei tre ragazzini a cui dovrò insegnare tutto quello che so.
Genere: Avventura, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Naruto Uzumaki
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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Cap 3: avvicinamento

 

 

Portai i miei due allievi all’Ichiraku ramen, ma durante il tragitto mi accorsi che Miiko rimaneva indieto e camminava a testa bassa. Chiacchieravo con Sora, ma con la coda dell’occhio non la perdevo di vista.

Mi stringeva il cuore a vederla in quello stato e senza nemmeno rifletterci un attimo, mi avvicinai e gentilmente con la mano dietro la schiena, la spinsi tra me e Sora, dopo di chè le accarezzai la testa. Volevo rassicurarla, farle capire che poteva fidarsi di me.

Miiko a quel gesto alzò la testa di scatto e mi guardò con aria stranita.

Mi chiesi se sapesse cosa significasse ricevere dimostrazioni d’affetto, perché mi guardò in un modo come per dire “cosa vedi in me per trattarmi diversamente?”.

So esattamente quello che si provava. Ricordo benissimo il giorno in cui mi sentii così, quando Iruka-sensei mi difese da un gruppo di ragazzini che avevano cominciato a spintonarmi.

Rammento che si abbassò alla mia altezza e, portandomi vicino a un lavandino, delicatamente mi ripulì la ferita che avevo nel braccio.

Rimasi a fissarlo per tutto il tempo, non capendo perché lo facesse. Non credevo che qualcuno potesse dimostrasi gentile nei miei confronti.

 

“Salve vecchio! Guarda chi ti ho portato!” dissi salutando il proprietario del chiosco.

“Oh Naruto! Accomodati. E questi? Non dirmi che sono i tuoi allievi!” chiese curioso.

Annuii e glieli presentai.

“piacere di conoscervi, siete i benvenuti. Cosa vi posso servire?” chiese.

“Io una doppia porzione di ramen con carne!” dissi tutto convinto.

“Bhe, non saprei. Ramen con miso è possibile?” chiese Sora educatamente.

“Certo, tu signorina?” chiese, ma come previsto non ottenne risposta.

Decisi di provarci io.

“Se hai paura per il conto, non pensarci. Offro io. Ordina tutto quello che vuoi!” le dissi sorridendo.

Mi guardò sorpresa, poi lentamente m’indicò il compagno.

“Anche tu ramen con miso?” le chiesi e ottenni un cenno della testa.

Le nostre porzioni arrivarono subito e Sora e Miiko guardarono la mia doppia porzione, riempita fino all’orlo, con mille decorazioni di carne e verdure al suo interno.

“Ehm…non è un po’…” cominciò Sora.

“Piccola vero? Per questo di sicuro ne ordinerò un'altra ciotola!” dissi facendo sgranare gli occhi anche a Miiko.

Il vecchio scoppiò a ridere alla reazione dei miei allievi e li informò che se volevo potevo essere un pozzo senza fondo, soprattutto se si parlava di ramen.

Sora mangiò tranquillamente la sua porzione, mentre Miiko la fissò per lungo tempo, finchè incoraggiata dal sottoscritto, cominciò a mangiare prima lentamente, poi…bhe diciamo che poteva battere il sottoscritto talmente aveva divorato il suo piatto.

Sembrava che non mangiasse da giorni  e sinceramente, dato la sua magrezza, questo pensiero non scomparve all’istante.

“Di la verità, non hai mai mangiato il ramen!” le chiesi e, infatti, annuì.

“Oh bhe allora dobbiamo recuperare. Che ne dici di venirci anche domani?” dissi sorridendo.

“Io ci sto!” disse Sora e Miiko accennando un sorriso annuì.

Ero ormai alla terza porzione e me la stavo per gustare ben benino, quando una pacca sulla spalla piuttosto forte, mi fece sputare il boccone che avevo in bocca.

“Ehilà, Naruto! Che fai insegni ai tuoi allievi il piacere di mangiare ramen?” disse il mio maestro sorridendo. Non si vedeva, ma da come stringeva gli occhi, si riusciva a intendere quale smorfia facesse sotto la maschera.

“Kakashi, potresti anche avvertire quando ti avvicini!” gli dissi fulminandolo.

L’hokage si portò una mano dietro la testa e si scusò per l’energia che aveva messo nel colpo “Spero che tu li alleni anche oltre a rimpinzarli di cibo!”

Misi il broncio. Mangiare tutti insieme era un modo per stringere amicizia a mio parere.

Si guardò intorno  per poi chiedermi come mai Eichi non era con noi.

Sora gli spiegò che non si era voluto unire a noi.

“Credo che fosse arrabbiato con me. Gli ho fatto notare certi suoi atteggiamenti e…bhe se prima non mi sopportava, ora mi odia!” dissi facendo sgranare l’unico occhio visibile di Kakashi.

“Questa mi è nuova! Ti ha sempre ammirato e ieri non ha fatto altro che chiedermi che tipo di ninja eri?” mi disse l’hokage sorprendendomi.

“Era da un po’ che non lo vedevi vero? bhe con le persone che gli piacciono è scontroso e antipatico, mentre con chi gli è antipatico davvero, lo ignora completamente!” mi informò. “Ha quell’atteggiamento da”vi odio” anche con me e sua madre!”

“Certo che quel ragazzino è proprio strano!” dissi.

“Con una madre come Anko che ti aspettavi?” disse Kakashi divertito.

Mi venne un dubbio a quella rivelazione. Avrei dovuto parlare con Eichi o lasciare che la situazione si evolvesse per vedere fino a quanto fosse orgoglioso.

Iruka mi aveva detto che la mia squadra era particolare.

 

Uscimmo dal chiosco e non appena messo piede fuori, sentii che qualcuno tirava la mia tenuta da jounin.

Era Miiko che, aggrappandosi a me e nascondendosi dietro la mia schiena, fissava un punto, spaventata.

Non capendo seguii il suo sguardo per vedere un omone, con una canottiera bianca sudicia, passeggiare per le vie di Konoha e sembrava portare due pesanti casse di birra.

Non sapevo chi fosse, ma neanche a me ispirava molta simpatia e cercai di tranquillizzare la ragazza, spiegandole che non doveva aver paura di certi tipi. A volte si mostravano solo strani, ma potevano rivelarsi anche delle brave persone, fatto sta che la mia allieva sembrò calmarsi solo quando lo strano tipo, scomparve dietro l’angolo.

 

Il giorno dopo il mio gruppo fu nuovamente puntuale agli allenamenti.

Sora e Eichi sembravano parlare tranquillamente, anche se il secondo sembrava un po’ contrariato. Miiko, invece, era nuovamente per conto suo, ma questa volta mi accorsi che aveva pianto. I suoi occhi erano rossi proprio come se le lacrime avessero solcato il suo viso per tutta la notte.

Volevo sapere cosa avesse, ma allo stesso tempo pensai che avesse avuto bisogno semplicemente di qualcuno che le stesse vicino, senza che le si porgesse domande.

Dissi a Sora e Eichi di iniziare a riscaldarsi facendo qualche flessione e qualche giro di corsa, mentre  io cercavo di far venire anche Miiko ad allenarsi.

Mi avvicinai a lei con un sorriso sulle labbra e inginocchiandomi le porsi una margheritina appena raccolta.

“Per la ragazza più bella e simpatica di Konoha!” dissi sperando di farle piacere e a quanto pare così fu.

Si asciugò le lacrime con la manica e mi sorrise.

Le misi il fiore nei capelli sperando reggesse, quando all’improvviso vidi un curioso insetto su di esso. Lo presi e afferrando la mano di Miiko glielo porsi.

“Le coccinelle portano fortuna sai?  Ho come l’impressione che tu ne abbia bisogno!”.

 Le dissi vedendola abbassare la testa.

“Vogliamo provare una cosa? Hai mai sentito dire che le coccinelle ti indicano la strada per il tuo vero amore?” le chiesi. Essa scosse la testa, ma sembrava incuriosita.

Le spiegai che colpendo l’insetto con un dito per farlo volare, esso volava verso la persona che ti amerà per tutta la vita.

Ci avevo provato una volta, ma destino volle che la mia coccinella fosse mangiata da un gatto.

Miiko fissò per un po’ l’animale che le percorreva il palmo della mano, poi volle tentare l’esperimento.

Osservammo la coccinella volare.

Sorrisi, mentre Miiko abbassò la testa, mentre la vidi arrossire.

“Ehi Eichi, guarda che bella? Hai una coccinella sulla spalla!” sentii dire a Sora, mentre Eichi gli ordinava di levargliela subito.

Comunque ero curioso di vedere se fra Eichi e Miiko potesse nascere qualcosa, non che credessi a certe storie popolari, ma chissà.

Quando finalmente vidi che Miiko si era calmata, le chiesi di unirsi agli altri per l’allenamento e potei cominciare.

Come inizio chiesi loro di allenarsi al lancio degli shuriken e Kunai.

Subito Eichi sbuffò pensando che fosse un allenamento stupido che in accademia aveva fatto milioni di volte, ma quando vide comparire parecchie copie di me stesso, diciamo un centinaio, si girò a guardarmi confuso.

“Lo so anch’io che è facile come bere un bicchier d’acqua centrare un bersaglio fermo. Ma si dà il caso che il nemico non sta immobile ad aspettare che tu gli lanci un’arma. Esso si muoverà, probabilmente anche a velocità elevata, e sarà solo chi si è allenato maggiormente a centrare il proprio avversario per primo.

“quindi il nostro bersaglio sarai tu, Naruto-sensei?” chiese Sora.

Annuii sorridendo. Sarebbe stato tutt’altro che facile.

Anche solo dopo un quarto d’ora, potei vedere il campo di allenamento sparso di kunai e shuriken e i miei allievi con un certo fiatone.

Avrei dovuto muovermi meno velocemente e rendere un po’ più semplici le cose, anche perché si migliora piano piano, ma volevo far comprendere ai ragazzi, che non è per niente semplice riuscire a seguire, anticipare e colpire l’avversario.

Mi fermai per farli riposare e ripulire il campo, dopo di chè avremmo continuato.

Mi misi seduto ad attendere che i ragazzi raccogliessero i kunai, quando sentii Sora chiamarmi con fare agitato.

Era vicino a Miiko, la quale era in ginocchio e aveva il respiro molto affannato. Troppo per un simile allenamento.

Mi avvicinai a loro appena in tempo, per vedere Miiko perdere i sensi.

Non ci pensai un attimo, spedii  Sora e Eichi a casa e mi recai all’ospedale di Konoha.

Chiesi immediatamente aiuto e una barella mi fu portata per appoggiarvi la ragazza. Subito dopo sentii la voce di Tsunade chiamarmi e chiedermi cos’era accaduto.

“Non so, io…è svenuta all’improvviso.” Dissi agitato.

“Calmati, hai visto qualcosa?” scossi la testa, ma qualcun altro rispose al mio posto.

“Si teneva una mano sulla spalla e sembrava farle molto male!” disse Sora comparendo al mio fianco con Eichi.

La donna aveva deciso di essere stanca di stare tutto il giorno dietro una scrivania e aveva ceduto il suo posto a Kakashi, mentre lei continuava di tanto in tanto il suo ruolo da medico, nonostante l’età.

Amava il suo lavoro e per questo era ancora la migliore sul campo e non potei fare a meno di affidare Miiko alle sue cure.

I due ragazzi si erano recati sul posto per sapere come stesse la loro compagna, anche il figlio di Kakashi, anche se non avrebbe mai ammesso di essere preoccupato.

Tsunade spinse la barella in una stanza. Diede il permesso a me di entrare, mentre i miei allievi dovettero stare fuori ad attendere.

Vidi Tsunade alzare una manica a Miiko, per scoprire diversi lividi sul suo corpo. Sia io che lei sussultammo a quella vista. Quei lividi di certo non poteva esserseli procuranti durante un allenamento, per quanto intenso potesse essere, ma non eravamo arrivati a quei livelli, dopo un solo giorno.

Tsunade mi fece segno di andare dietro al separé per poter togliere i vestiti a Miiko e controllarla per bene. Non vidi niente, ma la donna mi mise al corrente di tutto.

Aveva una brutta slogatura alla spalla e vari lividi e graffi in tutto il corpo.

Ricordai di averle già visto un livido il primo giorno, ma la ragazza mi aveva riferito di essere caduta.

“A meno che non sia rotolata per dieci piani, dubito che cadendo si possa ridurre in questo modo! Credo che la causa dello svenimento sia dovuto al dolore e alla debolezza fisica, è troppo magra per i miei gusti!” mi disse Tsunade.

Era esattamente quello che pensavo e mi vennero i brividi a pensare a un’altra motivazione per cui la bambina fosse ridotta in questo modo.

“Naruto, per caso sai in quale ambiente vive? Con chi vive?” scossi la testa. Volendo, non potevamo nemmeno chiederglielo, non ce lo avrebbe detto.

“Se solo potessi sapere dove abita. Andrei a dare un’occhiata, chissà magari scopriamo qualcosa di utile o di orribile!” dissi sperando che ci fosse una motivazione diversa dal maltrattamento di minori da parte di uno dei suoi parenti, cosa al momento più plausibile.

“Negli archivi della biblioteca ci sono informazioni su tutti gli abitanti del villaggio!” mi disse Tsunade “Devi solo trovare la chiave per poter accedere a quella sezione!”

Sgranai gli occhi “Non è violazione della privacy?”

Tsunade annuii, tu cerca di non farti vedere e nessuno lo saprà. Io non so niente!” mi disse e frugando in un mazzo enorme di chiavi che aveva in tasca, cercò quella che mi interessava.

Non le chiesi cosa ci facesse con una copia della chiave, poiché avrebbe dovuto cedere tutto a Kakashi…in quel momento non mi interessava.

Tsunade fasciò accuratamente la spalla a Miiko e le medicò le ferite, dopo di chè diede il permesso a Sora ed Eichi di entrare.

“Come sta?” mi chiese Eichi facendo il finto disinteressato, ma le occhiate preoccupate che lanciava alla compagna lo tradivano.

“Starà bene!” dissi, meravigliato del cambio di atteggiamento che aveva avuto nei suoi confronti in così poco tempo. Possibile che le mie parole lo avessero turbato così tanto?

Rimasi con lei diverso tempo, finchè finalmente non riaprì gli occhi.

Si guardò attorno confusa e quando mi vide, la sentii pronunciare le sue prime parole.

“Naruto-sensei!” disse con un filo di voce “M-mi dispiace!”

Le accarezzai i capelli, dicendole che non doveva dispiacersi per nulla.

“Ora riposa e cerca di riprenderti!” le dissi serio.

“n-non posso. I-io devo…”disse cercando di alzarsi, ma una fitta di dolore la costrinse nuovamente a stendersi.

“Non ammetto repliche.  Miiko, fino ad adesso non ti ho voluto costringere a parlare, ma le tue condizioni non sono le migliori e so che non sei caduta. Chi ti ha fatto questo?”

La vidi sussultare, guardandomi impaurita, poi abbassò la testa per scappare dal mio sguardo indagatore. Glielo chiesi ripetutamente, ma non riuscii a farle dire niente.

“Ok, per ora lasciamo stare. Riposati e non pensare a niente. Ritorneremo sul discorso un’altra volta!” le dissi sistemandole le coperte.

Quando feci per andarmene per lasciarla in pace, sentii la mano della ragazzina trattenermi.

“Per favore, potresti rimanere finchè non mi addormento?” mi chiese.

Fui colpito da un tuffo al cuore.  Non potei risponderle di no, e mi sedetti accanto a lei.

 

 

“Kakashi!” urlai entrando nella stanza dell’hokage senza nemmeno bussare.

L’uomo alzò lo sguardo dalle sue pratiche e mi guardò.

Mi chiese informazioni sulla mia allieva, a quanto pare Eichi lo aveva già messo al corrente di quanto accaduto.

“Sta tutto tranne che bene e sono intenzionato a scoprire cosa o chi tormenta quella povera ragazza. Volevo solo avvertirti e chiederti il permesso di dare una lezione a chi so io, se le mie supposizioni si rilevano esatte e di sbattere in prigione il colpevole!”.

Kakashi mi guardò attentamente. “Non so a quali supposizioni sei arrivato in due giorni che stai con lei, quando vari insegnanti le sono stati accanto per anni, ma mi fido di te!”

“A quanto pare nessuno dei suoi insegnanti si è mai preoccupato di lei, tranne che del fatto che andasse male a scuola. Ma qualcuno si è mai soffermato a un po’ parlarle e a capire il perché del suo comportamento schivo e chiuso?”

“Credo che tu la risposta la conosca! Per questo ho affidato quella ragazzina a te. Sapevo che non ti saresti fermato a insegnarle a diventare un ninja. Se volevo quello per lei, l’avrei affidata a Sasuke!”

“Tse!” dissi contrariato “ Comunque non ci vuole un genio a capire cosa possa averle procurato quelle ferite e spero vivamente che chiunque sia stato, si sia fermato li o non rispondo più di me stesso!”

“Se intendi risolvere questa situazione con questo spirito, non ti concedo il permesso di fare niente. Non vorrei che facessi pazzie!” mi disse serio Kakashi.

Scrollai le spalle “Oh darò solo fuoco al villaggio, niente di grave!” sospirai.

“Scherzi a parte cercherò di mantenere la calma. Ora devo andare a fare una cosa, con permesso!” dissi facendo un leggero inchino, ma prima di poter anche solo sfiorare il pomello della porta, Kakashi mi fermò “Se cerchi il fascicolo di Miiko Takada, è qui!” mi disse prendendomi alla sprovvista.

“Tsunade mi ha già informato su quello che avevi intenzione di fare!”

“Meno male che mi aveva detto di non farmi vedere, poi e lei che va in giro a raccontare tutto!” dissi sospirando.

“Quello che stavi per fare è un reato, per quanto tu stia cercando di aiutare qualcuno. Se ti intrufolavi di nascosto nella biblioteca e qualche membro del consiglio ti avesse visto, nemmeno io potevo tirarti fuori dai pasticci. Così almeno sono io che ti autorizzo a darci un’occhiata, ma fai in fretta e prima di andartene, dammi quella chiave che Tsunade avrebbe dovuto restituire da tempo!”.

Sorrisi e feci quello che mi aveva detto.

Ora avrei davvero capito cosa c’era dietro la sofferenza di Miiko.

 

 

  
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