Ciao
a tutte, ecco il secondo capitolo della storia. Questi primi due chappy sono i più corti e ank i più tristi, gli
altri saranno migliori ^.^
Vi
lascio al secondo capitolo =)
2. ERBA BAGNATA
Il profumo dell’erba
bagnata era una cosa che aveva sempre caratterizzato le verdeggianti campagne
di Resembool. Era bellissimo quando, dopo un violento acquazzone, i nuvoloni
neri lasciavano spazio a un sole caldo e splendente e l’erba cominciava a
disseminare il suo profumo per tutti i prati del paesino.
Winry era solita
distendersi sull’erba morbida, con la sua bandana rossa in testa, a guardare le
nuvole che si spostavano lente, e cercare di indovinare che forma avessero.
Inspirò
profondamente quell’odore, così familiare. Era l’aroma della sua terra, della
sua casa, del suo passato, dei suoi ricordi.
Sorrise, coprendosi
con una mano gli occhi, abbagliati dal sole.
Era così bello
ricordarsi delle sue corse a perdifiato con Edward e Alphonse. Quando erano
bambini, passavano tutta la giornata insieme a rincorrersi e a giocare tra quei
morbidi prati. Rotolavano giù dalle collinette e si lanciavano a terra,
divertendosi a fare “la lotta”.
Era divertentissimo
fare la lotta per finta, tra di loro. Negli ultimi anni, però, Ed e Al avevano
scoperto davvero cosa significassero la lotta, la guerra, la battaglia per la
sopravvivenza.
Dopotutto, con la
loro alchimia, avevano salvato il mondo.
Le tornarono alla
mente le sensazioni che aveva sentito quando l’anima stava uscendo dal suo
corpo, attirata dal “padre” di tutti gli homunculus, che voleva diventare
l’essere perfetto. Ricordò anche che, in quel momento, non aveva pensato a se
stessa.
L’unica
preoccupazione per lei in quel momento riguardava una persona sola. Forse era
stata anche egoista, ingiusta rispetto a tutte le altre persone che le volevano
bene. Ma in quel momento di assoluto dolore, il nome che animava i suoi
pensieri era soltanto uno. Edward.
-
Ed...
Sussurrò, chiudendo
gli occhi.
Dov’era Ed? Dov’era
il ragazzo del quale era innamorata da una vita?
Ormai erano passati
due quasi due anni dalla sua partenza alla stazione, e da quel giorno non
l’aveva più sentito. Forse, quell’ultimo abbraccio che si erano scambiati di
fronte al treno, era davvero stato l’ultimo.
Forse quello che
aveva sempre temuto essere un addio, lo era per davvero.
La sua mancanza era
troppo forte, sentiva come se le mancasse una parte di lei. La sua parte più
importante.
Strizzò gli occhi
sotto la potenza luminosa del sole. Li aprì comunque, cercando di resistere
all’impulso di chiuderli. Se avesse pianto con gli occhi aperti, avrebbe
facilmente potuto dare la colpa ai raggi del sole.
Non voleva ammettere
di essere così debole da piangere per la sua mancanza.
Ma non ci riuscì. Le
sue palpebre si chiusero, e sulle sue guance scesero due grandi lacrime, che
risplendevano alla luce del sole.
-
Me lo avevi
promesso...
Singhiozzò, mentre
le sue lacrime scendevano fino a incontrare i soffici ciuffi verdi d’erba.
Strinse i pugni intorno a dei ciuffi e li strappò con forza, alzandosi a sedere
e lanciandoli violentemente davanti a sé.
-
Mi avevi promesso
che saresti tornato!
Urlò, il viso rigato
dalle lacrime. Si passò nervosamente una mano tra i capelli biondi, e si lasciò
ricadere all’indietro.
L’ultimo ricordo che
aveva di lui era quello alla stazione. Le sue parole continuavano a rimbombarle
nella mente. “Mi sento molto meglio ora”, “Grazie”, “Tornerò indietro”.
Quella voce non le
usciva dalla testa, continuava a essere lì presente. Il suo ricordo non
svaniva, non se ne andava, rimaneva aggrappato a qualcosa nel suo cervello,
qualcosa che le impediva di dimenticarlo.
Inspirò a fondo
nuovamente.
L’aroma fresco le
inondò le narici e i polmoni, inebriandola di ricordi. Il suo cuore cominciò a
battere forte. Aveva capito per quale motivo quell’odore le stava tanto a
cuore.
Non era solo l’odore
della sua casa, della sua campagna, del suo mondo.
No.
Era anche il SUO
odore.
Era il profumo dei
suoi capelli. Dei suoi bellissimi capelli, così dorati e fluenti.
Era il profumo della
sua pelle, così morbida, ma anche così rigida quando tirava i muscoli.
Era il profumo della
sua voce. Sì, perché anche la sua voce, a modo suo, sapeva di erba bagnata.
Finalmente capì per
quale motivo non riusciva a togliersi il suo pensiero dalla testa, per quale
motivo era così difficile per lei liberarsene.
Perché lei non
voleva librarsene.
Il ricordo di Edward
non era nella sua mente.
-
Ti amo, Ed.
Era nel suo cuore.
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Eccolo a voi...
Grazie per aver commentato, sei stata l’unica xD
comunque i primi due capitoli sono corti, gli altri dureranno un po’ di più J grazie per seguire la mia fan fiction ^.^
Al prossiomo capitolo...
Ele_divina