Serie TV > The Mentalist
Segui la storia  |       
Autore: rees    07/09/2010    5 recensioni
Cosa è accaduto prima dell'episodio pilota? Come è cambiata la vita degli agenti del C.B.I. da quando Patrick Jane è entrato nel team? E Van Pelt ha preso il posto di chi?
Quello che le telecamere non ci hanno detto del passato dei nostri eroi!!xD
Pairing? Un accenno (minuscolo) di Chisbon, di una Lisbon con un nuovo personaggio e una piccola (ma piccola) parte di Jisbon.^^
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
-Cho occupati di compilare i rapporti dell'ultimo caso. Rigsby fai una ricerca su tutti gli omicidi di John il Rosso. Monroe controlla i tabulati telefonici della bambina. Senza quelli non possiamo andare avanti nelle indagini.
-Capo scusi ma i fascicoli di John sono tutti in ordine nel suo ufficio.
-Non voglio i casi già controllati, ma quelli su cui non avete indagato. Quelli di cui si sono occupate altre squadre. I primi, insomma.
-Ok. Ci penso subito.
-Tess...Capo, ho controllato i tabulati. Piuttosto semplice se si considera che lo stesso numero si ripete circa trenta volte nel giro di poche ore.
-Quante ore?
-Cinque.
-Davvero poche, direi.
-Già.
Dovevo sistemare tutto entro quel giorno, in modo che la mattina successiva avremmo potuto iniziare ad indagare seriamente sul nuovo caso.
Entrai nel cucinino che si trovava di fronte al bullpen per farmi una tazza di caffè. Avevo bisogno di rimanere sveglia, sarebbe stata una lunga giornata.
-Capo, ho tre casi di John di cui non ci siamo occupati e Cho ha finito con il rapporto.
-Ottimo allora controlla se Monroe è riuscito a risalire al proprietario del numero, se si, vai con Cho ad interrogarlo.
-Va bene.
Attesi uscisse per parlare con Mark e Kimball, e a quanto pareva Mark aveva lavorato bene perché dopo nemmeno un minuto Cho e Rigsby uscirono dal bullpen diretti verso l'ascensore. Io invece dovevo dirigermi nel mio ufficio per studiare i casi del nostro caso più importante. Per fare questo dovevo passare nel bullpen. Dove c'era Mark. Solo. Non era affatto una cosa positiva. Decisamente no. Non per me. Per Mark.
Presi i documenti dalla scrivania di Rigsby e mi diressi nel mio ufficio, ignorando la sensazione di sentirmi osservata. Anzi, la sensazione di essere sotto uno scanner a raggi x. In quel momento se avessi avuto un solo, stupido, ossicino fuori posto, Mark lo avrebbe saputo.
Sentii anche i suoi passi alle mie spalle ma li ignorai. Finché non decise di bussare alla porta per intrufolarsi nella mia stanza. Alzai lo sguardo.
-Devi chiedermi qualcosa?
-Teresa, non possiamo tornare insieme? Fingeremo di esserci lasciati. Ti prego.
-No. Le regole sono regole.
-Non riesco a lavorare, penso solo a te.
-Eppure per eseguire gli ordini hai impiegato pochissimo tempo.
-Ma era solo perché...
-No. Discorso chiuso. E ora esci, grazie.
Fece due passi verso la porta mentre io mi alzavo per prendere i fascicoli dalla libreria vicino alla scrivania. E questa fu la cosa più stupida che potessi fare. Con due passi annullò lo spazio tra noi e avvicinò pericolosamente le sue labbra alle mie.
Ma non lo avrei baciato.
La mia mano partì prima che la mia mente potesse formulare il pensiero. Il suono sordo di un ceffone rimbombò nella stanza, lasciando sul volto del mio ex un bellissimo tatuaggio rosso rappresentante cinque dita esili. Le mie. Il suono del telefono mi salvò da una situazione ancora più imbarazzante della precedente.
-Lisbon.
-Lisbon è arrivato il consulente. Ti aspetto nel mio ufficio.
-Cosa? Ma capo...?
Inutile. Minelli aveva già attaccato. Uscii a passo di marcia dall'ufficio, lasciando Mark incredulo ancora imbambolato alle mie spalle.
Due colpetti alla porta di vetro del mio capo prima di entrare.
E improvvisamente la sensazione di imbarazzo svanì. Avevo visto Lui.
Non che fosse tutta questa bellezza, però di certo non mi aspettavo un uomo biondo sui quaranta, occhi azzurri, ben piazzato, fisico da...nuotatore, forse? Sorriso smagliante. Ok, era “tutta questa bellezza”, lo ammetto. Ma non era proprio il mio tipo. Solo che mi aspettavo qualcuno di più...maturo. Un po' come Minelli.
-Patrick Jane. Tu devi essere Teresa Lisbon. Posso darti del tu vero?
-Si, ovviamente.
-Ottimo.
La sua voce era suadente, calma, rilassata. O forse ero io che la percepivo in questo modo a causa della pacatezza del tono.
-Lisbon, porta il signor Jane a fare un giro e spiegagli come lavorate. Aggiornalo sul caso di John e...
-Oh, non serve. Su John conosco tutto. Ogni singolo omicidio, le vittime, il loro stato civile, le condizioni di ritrovo. Tutto.
E in quel momento mi chiesi se non fosse un maniaco. Chi cavolo poteva sapere tutti questi dettagli? Un maniaco, appunto.
-Bene, allora mi limiterò a farti fare un giro, mentre aspettiamo i tuoi colleghi. Stiamo indagando su un rapimento.
Uscimmo dalla stanza e ci dirigemmo verso il bullpen dove si trovava la scrivania del nuovo arrivato.
-Dicevo, caso di rapimento. A essere rapita è una bambina, Lilian Jones, dieci anni. Orfana di madre, tre fratelli, padre alcolizzato.
-Mmm.
-Che c'è?
-Perché pensi che sia fortunata? E non sospetti del padre?
-Che?
-Pensi che la bambina sia fortunata a non dover vivere con il padre, e che chiunque l'abbia rapita in fondo le sta facendo un favore. Non è un rapimento per soldi, dato che non sono molto ricchi.
-E questo...
-E sei convinta non si tratti del padre. Ma sei preoccupata perché... perché temi che il padre possa fare del male ai fratelli più piccoli
-Ma come...
-Sono un mentalista. Leggo le menti.
-Io direi sensitivo.
-Nah, i sensitivi non esistono. Sono solo truffatori in cerca di soldi.
Rimanemmo in silenzio per qualche secondo mentre io pensavo ai motivi che mi spingevano a ragionare proprio come aveva detto il mio consulente.
-Ah, perdonami.
-Per cosa?
-Beh, con il discorso di prima sono entrato nella tua privacy. Non immaginavo avessi passato un periodo come quello della piccola.
-Esci. Dalla. Mia. Testa.
Sibilai quelle parole proprio mentre entravamo nel bullpen sotto lo sguardo di un incredulo Monroe.
-Portalo nella sala interrogatori due.
Mi voltai verso l'ascensore per vedere i miei sottoposti tornare con una ragazza sui vent'anni, bionda, alta e magrissima, occhi verdi, pelle chiara.
-Capo, siamo stati fortunati. La bambina era con la ragazza, ora è con i servizi sociali, andranno a prendere anche gli altri fratelli.
-D'accordo. Jane, con me. Devo interrogare la ragazza, tu assisterai, per capire come lavorare.
-Va bene.
Sul volto del consulente si dipinse un sorriso da bambino che mi stupì, perché quel sorriso non riuscì a celare la tristezza negli occhi. Dovevo informarmi sull'uomo che avevo davanti.
Entrammo nella sala interrogatori.
-Come sta? Come sta Lilian?
-Ora è con i servizi sociali.
-Tornerà dal padre?
-No. Né lei né i fratelli. Credo verranno adottati.
-Posso chiedere io l'affidamento?
-Tu andrai in prigione per sequestro di minore.
-L'ho fatto per salvarla! A lei e ai fratellini!
-Salvarla?
-I servizi sociali non sono mai passati a vedere se le accuse sporte contro il padre alcolizzato sulla violenza verso i figli erano fondate. Dovevano notarla, conoscerla, per sapere che erano vere. E io rapendola l'ho fatta conoscere. Ora sanno che esiste e si occuperanno di lei. È stato tutto quello che mi è venuto in mente di fare.
-Curioso. La tua mente non mi dice questo.
-Jane?
-Scusi, ma sta bene?
La ragazza si rivolse a me con sguardo interrogativo.
-Non ne ho idea.
-Sto benissimo. Lisbon questo non è sequestro di minore.
-Come scusa?
-Lei è Marie Suzanne Harper, la zia della piccola. E... la madrina di battesimo. Ecco perché ha preso Lilian.
-Jane è comunque perseguibile per legge.
-Mmm. Ma se il padre, ubriaco, sapesse che è stata lei potrebbe pensare che si sia trattato di una visita dalla zia. E potrebbe chiedere l'affidamento dei bambini.
-Jane! È sbagliato! Le regole...
-Le regole sono fatte per essere infrante. Alcune, s'intende.
Mi guardò negli occhi, uno sguardo magnetico con quel velo di tristezza che li rendeva più profondi.
-Possiamo tentare...
-Grazie Lisbon.
Sapeva già avrei accettato, perché aveva conosciuto il mio passato. Non sapevo ancora come, ma lo conosceva.
Dopo due ore riuscimmo a far scagionare la donna. Jane era stato parecchio...convincente? Non capivo come, ma era riuscito a far calmare il padre della bambina semplicemente contando all'indietro da cento. Sembrava quasi ipnosi.
Ipnosi?
Impossibile. Nessuno poteva essere in grado di ipnotizzare qualcuno così, senza dire nulla, senza farsi scoprire. Però Minelli mi aveva detto che in passato l'ipnosi faceva parte del suo lavoro, magari lui ne era in grado?
-Si, Lisbon, l'ho ipnotizzato. È sbagliato?
-In effetti si. Sai, è contro la legge. Ah sei pregato di non entrare nella mia testa, grazie.
-Ma non sono io. È la tua mente che grida.
-Si e io sono Cleopatra.
-Magari lo eri, in una vita precedente...i capelli sono quelli, dopotutto.
-Già. Già.
Era il caso di far terminare quella conversazione. I miei sottoposti erano estremamente preoccupati: stavo sorridendo.
Ora, ero il loro capo da meno di ventiquattro ore, però uscendo con Mark li avevo frequentati qualche volta e mi ero sempre mostrata fredda e cinica. Come mio solito.
-Ter...Capo, tutto bene?
-Voi stavate insieme.
Non era una domanda, quindi non risposi.
-Ragazzi, lui è Patrick Jane, da oggi affiancherà il nostro team come consulente. Jane, loro sono Kimball Cho...
-L'uomo di ghiaccio.
Lo ignorai.
-Wayne Rigsby
-L'ingenuo.
Di nuovo tentai di ignorarlo.
-E Mark Monroe.
-Il tuo ex.
-Quella è la tua scrivania. Ragazzi se ci sono nuovi casi chiamatemi.
Uscii dal bullpen per chiudermi nel mio ufficio. In quella giornata avevo capito una sola cosa...
-Lisbon a che ora è la pausa pranzo?
-Inizia all'una.
-Dato che è l'una meno tre... Ci vieni a pranzo con me? Facciamo una chiacchierata.
-Va bene.
...L'uomo che mi aveva invitata a pranzo sarebbe stato il mio incubo.



Grazie per le recensioni del capitolo precedente.
Mi scuso immensamente con Doralice per averle preso l'idea per la nomenclatura dei capitoli ma mi è piaciuta troppo!!:)
Soarez, non volevo farti prendere un colpo...il pezzo Chisbon ci sarà più avanti. Un capitoletto tutto per te.
Sasita e Allanon, sono felice la troviate una bella idea, ero indecisa se scriverla o meno!
   
 
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > The Mentalist / Vai alla pagina dell'autore: rees