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Autore: Sara Saliman    08/09/2010    5 recensioni
"Non c'erano Goblin a brulicare per la stanza, questa volta, non c'erano risatine che facessero vibrare le ombre, nè tuoni fuori dalla finestra. Nessun temporale aveva spalancato le imposte con una folata di vento. Ma lui... al chiarore che entrava dall'esterno, lui costituiva la stessa visione allucinata di allora." A cinque anni dagli eventi narrati nel film, una minaccia grava sul Labirinto e sui suoi abitanti. Jareth e Sarah sono costretti a collaborare: lui per il bene del Labirinto, lei per la salvezza dei propri amici. Ma, come sempre, nulla è come sembra!
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Ovviamente: Questi personaggi non appartengono a me ma ai rispettivi proprietari; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro, per il solo divertimento di chi vorrà leggerla.



C'è un tempo negato e uno segreto
un tempo distante che è roba degli altri
un momento che era meglio partire
e quella volta che noi due era meglio parlarci.
(I.Fossati)



-Ciao, Sarah.-
Fu come se l'aria le si congelasse nei polmoni e il tempo si fermasse.
C'era stato un periodo in cui la sua vita, semplicemente, le era sfuggita di mano.
Sua madre l'aveva abbandonata per seguire il suo lavoro e un nuovo amore.
Suo padre e Karen l'avevano accolta in casa come un pacco scomodo e imbarazzante.
Quando le avevano annunciato che sarebbe nato Toby, Sarah li aveva guardati e aveva sentito un vuoto allo stomaco: suo fratello non era ancora nato, ma aveva già un posto dove stare e qualcuno che desiderasse prendersi cura di lui.
La sera, prima di addormentarsi, inventava storie di eroine coraggiose che sapevano sempre cosa fare. Poi aveva scoperto la recitazione e non l'aveva più abbandonata: quando recitava, la fantasia diventava realtà e la realtà diventava un sogno confuso.
La sensazione che provava adesso era simile: ecco, aveva dormito per cinque anni, aveva sognato di vivere la vita di una ragazza normale, e adesso, improvvisamente, si svegliava.
Si alzò in piedi e si girò.
Non c'erano Goblin a brulicare per la stanza, questa volta: non c'erano risatine che facessero vibrare le ombre, nè tuoni fuori dalla finestra. Nessuna folata di vento aveva spalancato le imposte.
Ma lui... al chiarore che entrava dall'esterno, lui costituiva la stessa visione allucinata di allora.
Un volto senza età, una carnagione così pallida da sembrare fatta di neve e di luce lunare. Capelli arruffati e biondissimi ricadevano come scaglie di luce sul mantello più scuro che si fosse mai visto.
Il mio demonio personale, il mio vecchio nemico.
Gli occhi spaiati del re scintillavano al buio come quelli di un gatto: Sarah barcollò per il sollievo quando vide che era vivo e stava bene.
Le sembrò così oscuro e intoccabile, avvolto com'era nell'armatura e nell'aura scintillante della propria malìa, che le parve impossibile che qualcuno potesse fargli del male.
-Re dei Goblin.- lo salutò.
Lui incrociò le braccia al petto, sollevando il mento in una posa arrogante.
-Mi hai chiamato?-
-Tu avevi bisogno che ti chiamassi.- puntualizzò Sarah con freddezza.
Il re le venne più vicino, le mani guantate puntellate sui fianchi: la ragazza dovette appellarsi a tutto il proprio orgoglio per non indietreggiare.
-Mi sbaglio?- rincarò in tono di sfida.
Jareth socchiuse gli occhi, le labbra incurvate in un sorriso insolente.
-Mia cara, il tuo coraggio sarebbe molto più credibile se le gambe non ti tremassero in quel modo.-
La sua voce era bassa e suadente: Sarah sentì il sangue affluirle al volto e pensò che se il serpente aveva una voce simile poteva capire perchè Eva avesse accettato la mela. Si chiese se Jareth sapesse che effetto faceva. A giudicare dalla sua aria divertita sì, lo sapeva benissimo.
-Dio, non posso credere di averti chiamato davvero!- proruppe seccata.
Il re si scostò da lei con indolenza.
-Quanta ostilità, mia cara! Eppure sono giunto qui con buone intenzioni.-
-Ho paura di scoprire quale sia, il tuo concetto di buone intenzioni.-
Per un attimo le sembrò di verderlo irrigidirsi a quell'affermazione.
No, decise: non era proprio possibile.
Il re le lanciò un'occhiata obliqua.
-Non vorresti notizie sul Labirinto? O sulle... condizioni dei tuoi amici?-
Qualcosa sta cambiando qui nel Labirinto.
Sarah dimenticò all'istante ogni cautela e mosse un passo verso di lui.
-Che condizioni?-
Jareth sollevò un sopracciglio.
-Le tue maniere sono molto peggiorate, lo sai?-
-Non sto scherzando, re dei Goblin!-
Jareth ebbe una secca risata di scherno.
-No, stai facendo qualcosa di molto più esilarante: stai cercando di intimidirmi!-
Sarah serrò istintivamente i pugni.
-Se hai fatto del male ai miei amici io...-
All'improvviso lui le fu troppo vicino: il volto a pochi centimetri dal suo, gli occhi spaiati pieni di collera.
-Tu cosa? Tu... cosa?-
Sarah indietreggiò di scatto, andando a sbattere contro la scrivania.
Jareth appoggiò le mani sul bordo del mobile, ai lati dei suoi fianchi. Si chinò su di lei abbastanza da imprigionarla, ma non tanto da toccarla.
-Hai idea di ciò che è accaduto nel mio Labirinto dopo che te ne sei andata? Hai anche solo una vaga idea della scia di distruzione che ti sei lasciata dietro?-
Sarah trattenne il fiato: la furia negli occhi del re era devastante.
-No, naturalmente tu non sai niente!-
Rapido come si era avvicinato, Jareth indietreggiò di un passo e la lasciò andare, come se la vicinanza di lei lo disgustasse oltremisura. Per qualche motivo che le sfuggì, Sarah si sentì ferita, ma lui non parve accorgersene, gli angoli delle labbra piegati all'ingiù, gli occhi ardenti di furia repressa.
-Che è successo?- mormorò la ragazza.
Jareth sistemò meglio i guanti neri. La sua rabbia era quasi palpabile, ma i suoi gesti e la sua voce erano mortalmente controllati.
-Cosa ricordi del nostro ultimo incontro?-
La ragazza serrò le labbra.
-Rifiutai la tua offerta, ti dissi che non avevi alcun potere su di me. In quel momento la stanza con le gradinate andò in pezzi, ed io cominciai a cadere e mi ritrovai nel soggiorno di casa.-
-Non fu solo la gradinata ad andare in pezzi. Tutto il regno subì la stessa sorte.-
Sarah scosse il capo.
-Non...-
-Sarò più chiaro: il Labirinto si regge sulla fascinazione, sul tacito patto che esiste fra ciò che viene immaginato e il mortale che lo immagina. Quando tu hai rotto quel patto, tutto il mio regno è stato danneggiato.-
-Stai dicendo che il Labirinto era tutto una mia illusione?-
Jareth rise sprezzante.
-Tutto una tua illusione? Mi dispiace deluderti, mia cara, ma non sei il centro del mondo! Il mio Labirinto esiste da molto prima che tu nascessi e certo farà a meno di te quando ci avrai lasciati. Ma è anche un'entità estremamente mutevole, che assume una forma diversa a seconda di chi lo immagina, di chi vi abita... di chi vi regna. Cinque anni fa la tua immaginazione era incontenibile, la tua capacità di credere stupefacente. Da quando ne varcasti le porte e per tutto il tempo in cui ti muovesti fra le sue mura,  il Labirinto fu soprattutto il tuo Labirinto. E, nella misura in cui la tua immaginazione lo ha plasmato, la tua piccola sceneggiata lo ha anche danneggiato.-
Sarah si sentì improvvisamente la bocca arida.
-Vai avanti. Cosa è successo dopo?-
-Il caos.- disse Jareth, asciutto. - I miei Goblin erano allo sbando, i sistemi di difesa del Labirinto compromessi. Qualcuno ne approfittò per attaccarci.- Esitò un istante, la lotta con il suo orgoglio fu chiaramente percepibile. - Io non ero in grado di combattere e fui costretto alla fuga.-
Sarah rivide i sogni che aveva fatto nelle ultime settimane: il re incatenato e orribilmente torturato, la creatura nell'ombra che la ringraziava.
(Senza di te tutto questo non sarebbe stato possibile)
Ma lui è qui, davanti a me. il peggio non è ancora accaduto, si può ancora evitare.
Strinse una mano dentro l'altra per nascondere il tremito che la scuoteva le dita.
-Io non credevo...-
Jareth ebbe un sorriso feroce.
-Naturalmente, tu non credevi!-
Sarah arrossì per la collera.
-Non puoi rimproverarmi di aver lottato per riavere Toby! Non mi hai lasciato scelta! E comunque ti ho battuto giocando secondo le tue regole!-
-Le mie regole? -Jareth rise di cuore. - Oh, mia preziosa, avevo dimenticato quanto potessi essere divertente!-
La ragazza lo guardò disorientata.
-Avresti potuto riprendere il bambino: queste erano le regole!- disse Jareth con improvvisa freddezza. -Quello che hai fatto tu va molto oltre!-
Sarah scosse il capo, incapace di capire.
-Hai parlato dei miei amici. Ludo e Sir Didimus hanno smesso di rispondermi settimane fa. Oggi Hoggle mi ha praticamente detto addio.-
Jareth annuì lentamente.
-Sono ancora nel Labirinto. Prigionieri. Come tutti gli altri.-
-Li hai abbandonati lì!-
Gli occhi di Jareth si ridussero a due fessure e Sarah si pentì immediatamente di non aver tenuto la bocca chiusa.
-Ti prego, mia cara, continua. Ho sempre bisogno di consigli su come gestire le crisi nel mio regno.-
La sua voce era miele, il tono perfettamente noncurante. Sarah lo aveva visto così una sola volta: nella galleria sotterranea, prima che le scagliasse contro gli Spazzini. Il re voltò il capo di lato, lineamenti puri alla luce tenue che arrivava dalla strada.
- Io non posso permettermi di agire come una ragazzina isterica, che prima mi chiede di prendere suo fratello e poi strilla per riaverlo indietro. Ho delle responsabilità: per assolverle devo restare vivo!-
Sara si mosse a disagio.
Avrebbe voltuo chiedergli scusa, ma temeva di peggiorare le cose. Decise di lasciar cadere il discorso.
-Perchè hai voluto che ti chiamassi? Cos'hai in mente?-
Jareth la guardò.
-Un accordo. Torna con me nel Labirinto, aiutami a riprenderlo. Io ti aiuterò a trovare e salvare i tuoi amici. Dovunque siano finiti. Qualunque cosa siano diventati.-
Qualunque cosa siano diventati.
Sarah si rigirò quella frase nella mente e non le piacque per niente.
-Perchè hai bisogno di me?-
Il volto di Jareth era una maschera inespressiva circondata di ombre.
-Voglio saperlo.- insistette Sarah.-Dimmelo o non se ne fa nulla.-
Un sorriso di derisione affiorò lentamente alle labbra del re.
-Lasceresti i tuoi amici in difficoltà solo per farmi un dispetto, Sarah?-
La ragazza non rispose.
-No, naturalmente no.- concluse il re pacatamente.
E Sarah provò l'impulso di schiaffeggiarlo, perchè sapevano entrambi che aveva ragione.
-Non li punirai per avermi aiutato, dopo che io sarò tornata a casa?-
Il re ebbe una smorfia spazientita.
-Se avessi avuto intenzione di far loro del male, cinque anni fa non avrebbero raggiunto il mio castello al tuo seguito.-
Sarah gli piantò in faccia gli occhi verdissimi.
-Questa non è una risposta, re dei Goblin.-
Lui scoppiò a ridere.
-Non li punirò per averti aiutata, Sarah. Contenta?-
Lei annuì lentamente.
-C'è un'altra cosa. Se decido di accettare dovrò fidarmi di te.- disse cauta.
-E io di te... per il tempo necessario.-
-Chi mi assicura che manterrai la tua parte del patto?-
Jareth le sorrise malizioso.
-Lo sai bene: il Sottosuolo ha le sue regole. Le parole hanno un potere. I Sidhe non mentono. Quel che è detto è detto. Cose così.-
Sarah avrebbe voluto replicare che nel Labirinto barare faceva parte delle regole, ma lo tenne per sè.
-D'accordo. Accetto il patto.-
Jareth scrollò le spalle, il suo mantello fremette attorno al suo corpo come se respirasse.
Fece un rapido gesto con la mano guantata. Una piccola sfera di vetro si materializzò fra le sue dita. -Ti ricordi di questo?-
Sarah ricordava la sfera e ricordava perfettamente anche le parole del re. Le recitò a memoria, la voce appena incrinata dall'emozione.
-E' un cristallo, niente di più. Ma se lo fai girare e ci guardi dentro, ti mostrerà i tuoi sogni.-
Jareth sorrise.
Un'elegante torsione del polso e la sfera rotolò sul dorso della sua mano; una flessione delle dita e scivolò nel palmo con un luccichio vagamente ipnotico.
-Allora andiamo.-
E la lanciò in aria.

****


Shinigami Noir: grazie a te per aver risposto alla mia domanda e per il commento! spero che anche questo capitolo ti piaccia. Interpretare Sarah è relativamente semplice, Jareth invece è molto più difficile: mi scivola da tutte le parti. :P

Zizzy: ma ciao! Come vedi il nuovo capitolo è arrivato presto :) Spero ti piaccia quanto gli altri.

Daydreamer: Adrian e Gillian resteranno decisamente sullo sfondo, o al più li riciclerò in qualche altra storia, chissà.
La descrizione della stanza di Sarah è decisamente un must e non vedo l'ora di leggere la tua versione :)
Infine complimenti per la capacità di saper gestire più storie contemporaneamente... e alcune pure in Inglese! io mi incarto già con questa, che è una sola e nella mia lingua -_-
Bacio!

Crow84: Grazie per il commento! Sono contenta che la storia ti abbia preso :)

   
 
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