Film > Labyrinth
Segui la storia  |       
Autore: Sara Saliman    11/09/2010    4 recensioni
"Non c'erano Goblin a brulicare per la stanza, questa volta, non c'erano risatine che facessero vibrare le ombre, nè tuoni fuori dalla finestra. Nessun temporale aveva spalancato le imposte con una folata di vento. Ma lui... al chiarore che entrava dall'esterno, lui costituiva la stessa visione allucinata di allora." A cinque anni dagli eventi narrati nel film, una minaccia grava sul Labirinto e sui suoi abitanti. Jareth e Sarah sono costretti a collaborare: lui per il bene del Labirinto, lei per la salvezza dei propri amici. Ma, come sempre, nulla è come sembra!
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
 <<    >>
Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Grazie a tutti per le recensioni. Come sempre, le risposte a fine capitolo :)

Ovviamente: Questi personaggi non appartengono a me ma ai rispettivi proprietari; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro, per il solo divertimento di chi vorrà leggerla.

****


Il Labirinto si allargava sotto di loro come una ragnatela.
Da lontano era come Sarah lo ricordava: pareti di roccia e grovigli di siepi, percorsi che per interi chilometri si snodavano come serpenti e poi finivano in vicoli ciechi. In alcuni punti però le mura avevano un profilo irregolare, come fossero fatte di ossa accatastate piuttosto che di lastroni di pietra.
Il castello sorgeva ancora sulla collina, al centro esatto del Dedalo, ma non assomigliava per niente alla torre squadrata di cinque anni prima.
Era una massa nera e pulsante stagliata contro il cielo arancione. Guardando i suoi angoli impossibili e le sue strane propaggini, Sarah si rese conto che quella costruzione non poteva restare in piedi... eppure lo era.
Il vento sollevava manciate di polvere, la ragazza socchiuse gli occhi e si scostò una lunga ciocca di capelli dal viso.
- E' davvero cambiato!- mormorò assorta.
-Anche più di quanto sembri.-
La voce di Jareth la raggiunse da tergo e Sarah trasalì: si era dimenticata di lui.
Non riusciva a staccare gli occhi dal castello, acquattato al centro del Labirinto come un ragno nero.
-Ci sono esattamente le stesse cose. -notò.- Però hanno tutte un aspetto più sinistro.-
-Il Labirinto si è modellato nuovamente su di te. Se tu non fossi qui, il suo aspetto sarebbe molto peggiore!-
La voce del re era sopra la sua spalla, adesso.
Sarah rabbrividì nel sentire la sua guancia vicino alla propria. Si affrettò a spostarsi e si voltò verso di lui.
Gli abiti di Jareth erano cambiati: l'armatura e il mantello erano spariti; adesso portava stivali al ginocchio, pantaloni neri e un giustacuore di pelle, sotto il quale si intravedeva una camicia di mussola bianca.
Sulla spalla sinistra indossava uno spallaccio di metallo: era nero, di squisita fattura... e portava impresso in rilievo un verme bianco.
L'immagine del verme ornava anche la spalla destra della giacca e il polsino del guanto sinistro.
Sarah distolse subito lo sguardo, un deja vù la colpì con violenza.

(Jareth nella galleria sotterranea: aveva minacciato Hoggle e ora si avvicinava a lei con noncuranza.
Poggiava un braccio contro la parete e la fissava con occhi ridenti.
I capelli biondissimi gli circondavano il viso come un'aura di luce: Sarah si domandò come sarebbe stato affondarci dentro una mano, sentirne la morbidezza sotto le dita. Si chiese se le avrebbero lasciato un po' di quell'oro sulla pelle, come le ali delle farfalle.
Distolse lo sguardo perchè il re non le leggesse quel pensiero negli occhi.

-E tu, Sarah. Ti diverte il mio Labirinto?-
Il suo fascino era inebriante, quasi intossicante. Ma sotto quella facciata splendente strisciava, proprio come un verme, una nota di derisione che la riportò alla realtà.
-Un gioco da ragazzi!- disse in tono di sfida.)


Sarah ricacciò indietro i ricordi.
-Quanto tempo abbiamo questa volta?- chiese a disagio.
-Tutto quello che le circostanze ci lasceranno.-
-Be', allora cominciamo!- e si avviò lungo il pendio della collina senza attendere risposta.
Il sentiero era una scia di terra rossastra che serpeggiava tra blocchi di roccia e sterpi avvizziti. Jareth era una presenza di cui Sarah era acutamente consapevole, e che ogni tanto guardava con la coda dell'occhio. Notò che il pendente era ancora in suo possesso: gli ricadeva sul petto seminascosto dai pizzi della camicia.
Un'altra differenza con il mio sogno, pensò.
Nonostante la discesa fosse più ripida di come lei la ricordava, il re non perdeva la sua compostezza.
-Sai dirmi qualcosa in più sulle persone che hanno attaccato il Labirinto?- gli chiese a bruciapelo.
-Quali persone?-
Sarah si rimproverò mentalmente: aveva dimenticato che nel Sottosuolo le parole avevano un peso diverso che nel Sopramondo.
-Ok.-riformulò.- Puoi dirmi qualcosa in più della creatura che ha attaccato il Labirinto?-
-No.-
-No?- Per la sorpresa, Sarah mise quasi un piede in fallo. -Come sarebbe "no"?!-
-Sarebbe che non posso dirti nulla di più preciso.-spiegò Jareth senza guardarla e senza fermarsi.
La stava già distanziando nella discesa e lei si affrettò a raggiungerlo.
-Ma tu hai parlato di una minaccia! Hai detto che il Labirinto è stato attaccato! Che cosa è successo esattamente?-
-Ah, mia cara, questa è già una domanda diversa!- disse lui beffardo. - All'inizio sono comparsi nuovi elementi nel Labirinto. Per la maggior parte non erano minacciosi, ma si trattava comunque di cose che non ero stato io a creare o a lasciar entrare. Queste anomalie hanno cominciato ad estendersi, a cambiare le parti del Labrinto con cui entravano in contatto. Una, in particolare, raggiunse il castello e lo attaccò.-
Sarah vide le sue spalle irrigidirsi sotto la giacca di pelle.
-Come già detto -aggiunse Jareth tra i denti - non ero in grado di fare nulla e sono andato via, lasciando indifesi il castello e il Labirinto!-
La ragazza si sfiorò un fianco, e formulò la domanda con tutta la gentilezza di cui fu capace.
-Sei ancora tu il re?-
-Lo sarò finchè avrò il medaglione.- disse Jareth, asciutto.
-Quindi il Labirinto è ancora ai tuoi ordini! -esclamò la Sarah meravigliata.- Questa è un'ottima notizia: sarà un gioco da ragazzi arrivare al centro!-
-Ma davvero?- il re le scoccò un'occhiata obliqua. -Ti ricordo che su quelle anomalie io non ho alcun controllo, e non so quanto si siano estese in questi cinque anni!-
L'entusiasmo di lei si smorzò immediatamente.
-E' per questo che mi hai chiamato, allora. Vuoi che ti faccia da guida attraverso il tuo stesso Labirinto.-
Il re non rispose.
-Però non mi avevi detto che non conoscevi nemmeno la natura della minaccia!- disse Sarah.
-No? Ma che peccato!-
La ragazza gli passò davanti e gli sbarrò la strada, piantandogli in faccia gli occhi verdissimi. Jareth si fermò in mezzo al sentiero.
-Sì?-
-Puoi smetterla, per favore?-
-A cosa ti riferisci, mia cara? Ti vedo nervosa.-
Di nuovo quel sarcasmo strisciante sotto il tono suadente. Sarah non si lasciò scoraggiare.
-Puoi smetterla di distorcere, omettere, manipolare le infomazioni in tuo possesso? Pensi di poterti trattenere, almeno per il tempo in cui lavoreremo insieme ad un obiettivo comune?-
Gli occhi di Jareth si socchiusero, il suo volto era una maschera indecifrabile.
Sarah non riusciva a capire se fosse arrabbiato o divertito, ma pensò che in ogni caso le avrebbe risposto qualcosa di molto tagliente.
Invece il re strinse le spalle e continuò la discesa senza dire nulla.
-Siamo arrivati.- annunciò dopo un po', arrestandosi di fronte alle mura.
Erano più alte e irregolari di come Sarah le ricordava. Rampicanti filiformi, simili a sottilissimi capelli, si aggrappavano agli spazi fra un mattone e l'altro, gettando piccoli fiori di un rosa vorace.
Non c'erano fate che volassero da una corolla all'altra... soprattutto, pensò Sarah con una fitta al cuore, non c'era traccia Hoggle.
Jareth studiava le mura, sostenendosi il mento con una mano guantata.
Con un gesto automatico fece apparire un cristallo nell'altra mano e lo lanciò in aria. Quando lo recuperò era diventato un frustino e lui cominciò a batterlo distrattamente lungo la gamba.
Le porte del Labirinto si innalzavano proprio davanti a loro ed erano socchiuse, completamente coperte da quei rampicanti dai fiori rosa.
Sarah si diresse spedita in quella direzione.
-Non lo farei, se fossi in te.- commentò Jareth.
-Non è un gran problema, visto che non sei me!-
-Non sai riconoscere un buon consiglio nemmeno quando ti viene esposto in modo così semplice?-
Sarah si voltò di scatto, esasperata.
-Senti, io non so co...-
Jareth era così vicino che quasi andò a sbatterci contro. Aveva il frustino sollevato e lo calò violentemente verso il basso. Sarah gridò e si riparò istintivamente il viso, ma lui la mancò abbondantemente e strappò, invece, un grosso ciuffo di rampicanti che sporgeva sopra le loro teste.
Poi prese la ragazza per un braccio e fece un passo indietro, allontanandola dalle mura, senza mai distogliere lo sguardo dai ciuffi di foglie che erano caduti sul terreno.
-Guarda!- disse semplicemente.
Sotto gli occhi sgranati di Sarah, il ramo cominciò a contorcersi come un serpente, i fiori a pulsare. Dalle corolle rosate emersero file di denti che si chiudevano e si aprivano a scatti.
-Non avevi notato,- disse il re con voce flautata -che attorno alle mura non si vedono fate dei fiori?-
Allungò la punta del frustino contro il ramo. Quello lo serrò tra le proprie spire, i fiori azzannarono la superficie di cuoio riducendola a brandelli. Infine, con qualche altro spasmo, tutto il ramo avvizzì.
Sarah aveva le mani premute contro le labbra, il volto pieno di orrore.
Il volto di Jareth era un capolavoro di derisione.
-Pensi di poter provare a restare viva, almeno per il tempo in cui lavoreremo insieme ad un obiettivo comune?-
Senza attendere risposta, le voltò le spalle e cominciò a costeggiare le mura, mantenedosi a debita distanza.
Dopo un istante di esitazione, Sarah gli corse dietro.
-Ci sono altri ingressi?-
-Non che io sappia.-
-Allora come facciamo?-
-Non ne ho idea.-
Sarah esitò un istante.
-Comunque grazie... per avermi salvata.-
-Mi servi viva!- disse Jareth asciutto, senza guardarla.
Fiancheggiarono le mura per diversi metri, fino ad arrivare in un punto in cui erano completamente sgombre dai rampicanti. Sarah si fermò bruscamente.
-Aspetta, voglio fare una prova!-
Il re sollevò un sopracciglio.
-Qualcosa di brillante come poco fa?-
Per tutta risposta, Sarah frugò nella tasca dei jeans e ne trasse il rossetto.
-E' il secondo che faccio fuori nel Labirinto: sappi che mi aspetto un rimborso!-
Si avvicinò alla parete sgombra e vi disegnò un rettangolo. Fece un passo indietro e contemplò la propria opera.
-Grandioooso!- commentò Jareth con enfasi. -E ora?-
La ragazza vi aggiunse due cardini e una maniglia: il rettangolo sparì immediatamente e al suo posto si materializzò una porta.
Sarah levò un braccio verso l'alto e lanciò un gridolino di trionfo. Abbassò la maniglia e la spalancò.
Si voltò verso il re.
-Non vieni?- disse allegramente.
-E questo come ti è venuto in mente?- Jareth era visibilmente colpito.
-Be', mi è sembrato un trucco che potesse funzionare nel Labirinto. Il Labirinto che conoscevo io, almeno!-
Jareth la seguì attraverso il varco, che si richiuse dietro di lui con un tonfo sordo.
Si ritrovarono in un lunghissimo corridoio rettilineo, che sembrava la versione distorta di quello che Sarah aveva affrontato anni prima.
Le pareti erano così alte che alla sommità sembravano sfiorarsi, e così ravvicinate da consentire il passaggio di una sola persona per volta. La luce, che fuori dalle mura era di un caldo colore aranciato, nel fondo del corridoio era di un grigio inquietante.
-Fa venire i brividi...- commentò Sarah guardandosi intorno.
-E' giusto un po' smorto.- concordò il re, compassato.
La ragazza cominciò a camminare tastando il muro interno. Al tatto era umido e cedevole, come se i mattoni avessero una consistenza spugnosa.
-L'ultima volta c'era un passaggio dissimulato nella parete: magari lo trovo di nuovo.-
-Non penserai che il mio Labirinto si lasci giocare da te una seconda volta, allo stesso modo!-
Sarah continuò a procedere tastando il muro, il naso rivolto al cielo lontano.
-Continui a dire il mio Labirinto qua il mio Labirinto là. Se è davvero il tuo Labirinto, potresti chiedergli cosa fare per passare avanti! O almeno potresti trasformarti in civetta e volare al di sopra del muro, no?-
-Io non mi trasformo in una civetta!- precisò Jareth, seccato. -La mia seconda forma è quella di un barbagianni!-
Sarah si portò una mano alle labbra per nascondere un sorriso.
Terribilmente vanitoso.
-Be', comunque sia, perchè non lo fai?-
-Non servirebbe! Le mura sono magiche: continuerebbero a crescere verso l'alto per impedirmi di passare.-
-Capisco. -sospirò la ragazza. -Se almeno potessi rivedere il signor verme... Forse ci darebbe una mano!-
Si zittì di scatto e si voltò: il re la stava scrutando attentamente, le mani puntellate sui fianchi.
-Qualcosa non va?-
Per un lungo momento Jareth fece silenzio. Poi:
-Ho sempre trovato stupefacente il tuo ascendente sui miei sudditi.-
C'era qualcosa di sbagliato nella sua voce, o almeno di diverso. Sarah impiegò qualche istante per capire di che si trattava: non c'era sarcasmo.
Per obliquo che fosse, era il primo complimento di cui il re dei Goblin la omaggiava. Avvertì una sensazione di calore alle guance, e si sentì stranamente a disagio.
Si voltò e continuò a procedere lungo il muro.
-Una volta Hoggle mi disse che se ti avessi conosciuto come ti conosceva lui, non sarei stata tanto audace da sfidarti. Eppure gli hai permesso di aiutarmi. Perchè?-
Jareth ebbe uno sbuffo di derisione.
-Hoggle era vile, egoista e vigliacco: un servitore perfetto! All'inizio la sua affezione per te mi divertì, ma poi l'affezione divenne addirittura coraggio, e questo... mi soprese. Non sono molte le persone capaci di sorprendermi. Tendo ad essere insensatamente generoso con quelle che ci riescono!-
-Generoso...!- Sarah si rabbuiò.- Tu giochi con la vita delle persone come un gatto col topo: cosa c'è di generoso in questo?-
-Ognuno ha i suoi svaghi.- disse Jareth con sufficienza.
-Svaghi?!- Sarah si arrestò di scatto e si voltò. -Tu rapisci i bambini dai loro letti e li trasformi in Goblin! Come puoi chiamarlo svago?-
Una risata di superiorità fece vibrare le spalle del re.
- Ti stai confondendo, mia cara: quello è lavoro!-
-Sei un mostro!-
Il re ebbe un gesto spazientito.
-Mostro? Mostro? Mostro, tra-la-la?! Andiamo, mia cara, da te mi aspetto una definizione più precisa!-
Sarah scosse il capo.
-Dio, non posso crederci. Per te è tutto una specie di gioco!-
Jareth si appoggiò le mani sui fianchi, nella penombra il suo viso sembrava una maschera.
-Niente affatto! Io prendo ciò che mi viene offerto. Fa parte dei miei doveri!-
-Ma davvero? Anche manipolare i sogni delle persone fa parte dei tuoi doveri?-
-Temo di doverti deludere: inviare sogni ai mortali non rientra tra i miei pur notevoli talenti. Io posso solo materializzarli.- Chinò il capo da un lato, le ciglia abbassate. Sulle labbra sottili affiorò un sorriso carico di sottintesi. - Per cui, mia cara, se ti stai riferendo ad un certo sogno di cinque anni fa... forse dovrei essere io a chiederti qualche spiegazione. Ad esempio sul perchè tu sognassi di ballare avvinghiata a me!-
Sarah si sentì avvampare.
-Avvinghiata, eh?- Si puntellò le mani sui fianchi, in una posa quasi speculare a quella di Jareth.- Sai, caro re dei Goblin, secondo me ti stai confondendo con qualcuno dei tuoi sogni!-
E per dare enfasi all'affermazione, diede un colpo sulla parete.
Solo che, invece di offrire una resistenza, il muro la inghiottì.

****


Shinigami Noir: Wow, cara, sono felice che Jareth ti sia piaciuto! Ti assicuro che realizzarlo è stato davvero difficile, anche se sono molto felice che non si veda :)
Per quanto riguarda Didimus... ehm, confesso che fra gli amici di Sarah è quello che mi ispira meno :P
Se ti va e hai cinque minuti, mi dici perchè ti piace? Un punto di vista così diverso dal mio mi interessa moltissimo!

Daydream: ciao miss! Quella frase è volutamente ambigua, verrà spiegata più avanti! :)

Crow84: ciao Crow! non ho letto i romanzi della Hamilton, per cui non so in che termini ne parla lei. Per quel che so io "Sidhe" è il nome celtico del Sottosuolo, ma nelle FF inglesi lo vedo usare anche come un abbreviativo di "Daoine Sidhe", cioè le Fate, Faerie o Popolo Bianco o altri 50 nomi diversi che hanno :) Io lo uso come sinonimo di Fata, appunto. Spero di essere stata chiara e di non essermi ingarbugliata troppo con le parole :)

Zizzy: Sì, infatti è proprio la scena cui mi sono ispirata! :D
Sono felice sia venuta bene e ti sia piaciuta! Per Ludo mi chiudo, ovviamente, nel più assoluto silenzio u_u
Ah, ho commentato la tua originale... mi permetto di dirtelo in questa sede perchè ho visto che l'hai postata un po' di tempo fa e magari non controlli più le recensioni.

   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Labyrinth / Vai alla pagina dell'autore: Sara Saliman