Eccomi
qua, aggiorno subito perché ho paura che con la scuola che è appena iniziata,
poi non riuscirei più a postare nuovi capitoli, quindi finché posso mi porto
avanti.
Mi scuso
per il precedente capitolo, non ne ero molto convinta e non credo che sia
venuto un gran che bene, solo che è il preferito di mia sorella e mi dispiaceva
modificarlo. Spero comunque che non sia stato troppo brutto >.<
Comunque sia,
ecco il capitolo successivo. A voi, buona lettura!
5. IL TEMPO NON CAMBIA
-
Ce n’è ancora?
Chiese Edward,
spostando lontano da lui il terzo piatto di zuppa, ormai completamente vuoto e
pulito. Pinako lo guardò alzando un sopracciglio.
-
Se continui così non
ci rimarrà più niente da mangiare!
Si lamentò, colpendo
il giovane con l’indice della mano destra. Edward strinse i pugni intorno alla
tovaglia, ma poi si lanciò contro la vecchia, urlandole contro.
-
Beh scusa se ho
fame dopo due anni di viaggio!
-
Non hai mai
mangiato... fagiolino?
-
Certo che ho
mangiato, brutta vecchia! E.... chi sarebbe il granello di polvere così piccolo
che non si vede neanche con il microscopio?!
Winry appoggiò il
cucchiaio nel piatto e si alzò, per andare a riempire un’altra ciotola di zuppa
per l’ex alchimista.
-
Guarda che non ha
detto così...
Sbuffò, posando la
ciotola davanti al ragazzo. Edward la guardò malissimo, prima di avventarsi
sulla zuppa.
Winry sospirò,
producendo un piccolo lamento con la voce. Non era cambiato di una virgola. Era
sempre lui.
Certo, era cresciuto
in altezza, e adesso la superava di parecchi centimetri. Probabilmente non era
neanche più possibile chiamarlo “fagiolino”. Rise. Era comunque basso, per un
ragazzo della sua età.
Il suo viso si era
allungato, più simile a quello di un adulto. Gli era anche cresciuta una
barbetta biondiccia, che lo faceva sembrare ancora più irresistibile.
Anche i suoi muscoli
erano leggermente più accennati. Doveva essersi allenato molto in quei due
anni.
I capelli, biondi,
splendenti più dell’oro, erano raccolti in una morbida treccia bassa, che
scendeva sulla schiena, e il solito ciuffetto spuntava da sopra la sua testa.
I suoi occhi, fatti
d’oro liquido, erano ancora vispi e allegri come quando era bambino, e come
erano sempre stati. Solo, non c’erano ombre di paura o di sofferenza
all’interno delle iridi dorate.
Erano così limpidi e
puliti.
I suoi lineamenti
erano sempre gli stessi, forse un po’ più duri, più maturi.
Alla fine, era
sempre lui. Era sempre stato lui, il suo Edward, il suo fagiolino. Quel ragazzo
di cui era innamorata da sempre.
-
Win?
La richiamò Ed,
sventolandole una mano davanti agli occhi.
La ragazza scosse la
testa, tornando alla realtà. Lui le era davanti, con il viso chinato di lato, e
la fissava negli occhi con un’espressione interrogativa.
-
S-sì?
-
A che stavi
pensando?
-
A... a n-niente!
-
Perché
balbetti?pensavi a qualcosa di compromettente?
Sogghignò,
pregustandosi l’imbarazzo della sua amica.
Winry infatti divenne
tutta rossa. Scosse velocemente la testa facendo segno di no. Edward rise.
-
no, no, no, no!
-
sicura? Hihihi!
-
S-sicurissima!
Ora vai a mettere la tua roba nella stanza degli ospiti, io aiuto la nonna a
lavare i piatti.
-
D’accordo... poi
ti aspetto lì?
Winry arrossì
nuovamente, balbettando frasi incomprensibili. Ed si accorse di quello che
aveva appena detto e diventò paonazzo anche lui, scuotendo le mani davanti alla
ragazza.
-
C-cioè io
intendevo.. ehm...
-
Sì... per parlare
n-no?
-
Sì! Così ti
racconto tutto...
-
O-ok... hehem...
-
Ok... a... a
dopo?
-
Certo...
Edward infilò una
mano nella tasca, mentre con l’altra afferrò la valigia e salì le scale. Winry
rimase ferma immobile in mezzo alla stanza, ancora con i piatti sporchi in
mano.
Il rossore sulle sue
guance non era ancora del tutto scomparso.
Lei e Ed... in
camera... solo loro due... da soli?
Beh, a dire la
verità era successo già altre volte. Quando erano piccoli, o quando doveva
aggiustargli gli automail distrutti...
Perché al solo
pensiero si sentiva così tremendamente in imbarazzo?
-
Eh, l’amore...
Disse
Pinako, risciacquando una delle scodelle della zuppa di Ed. Winry si voltò
verso di lei senza dire una parola. Era inutile parlare con la nonna, ormai
l’aveva scoperta.
-
Ehm... Ed?
-
Winry? Sei tu?
-
Sì... posso
entrare?
-
Certo, entra
pure...
Winry spinse la
porta di legno ed entrò a piccoli passi nella stanza. Edward era lì, disteso
sul letto, con le braccia incrociate dietro la testa. La gamba sinistra, quella
col l’automail, era piegata sul letto, l’altra era distesa sul materasso.
Indossava un paio di
morbidi pantaloni blu del pigiama, e una leggera e aderente canottiera bianca.
I muscoli delle braccia, così forti ed evidenti, erano perfettamente delineati
dal chiaro-scuro formato dalla tenue luce della lampada da comodino.
I capelli dorati
erano sciolti e si disperdevano fluenti sul cuscino.
Era... bellissimo.
Winry deglutì e si
sedette sul letto accanto a lui. Ed le si avvicinò, sedendosi a gambe
incrociate davanti a lei. Rimasero in silenzio, i loro sguardi erano
incatenati.
Winry sentì dei
brividi percorrerle tutta la schiena. Erano così vicini... così vicini che
quasi potevano... BAM! Una nuvola di piume si alzò dal cuscino che Ed aveva
appena tirato in testa alla sua amica. Il ragazzo sorrise trionfante.
-
Cos’hai appena
fatto, Ed?
Grugnì Winry,
prendendo l’altro cuscino. Non fece in tempo a lanciarglielo che lui l’aveva
colpita nuovamente. Fingendosi arrabbiata, li lanciò su di lui, colpendolo più
volte.
Passarono dieci
minuti così, a giocare e a ridere come non avevano mai fatto. Dopo un ultimo
colpo, distrutti, si lasciarono cadere sul letto, pieno di piume.
Si guardarono per un
lungo istante, sorridendo. Era in quei momenti che Winry si rendeva davvero
conto di quanto fosse innamorata di lui.
Edward si avvicinò a
lei e le diede un bacio sulla guancia.
Il cuore sembrava
volesse uscirle dal petto. Perfetto. Se solo un piccolo bacio sulla guancia le
dava questo effetto...
Arrossì e distolse
lo sguardo da lui.
-
Allora...
Cercò di cambiare
discorso.
-
Perché sei stato
via così tanto?
-
Ho viaggiato un
po’... ho visitato molte città... e ho riflettuto...
-
Su cosa?
-
Su tutto... su
quello che era ci era capitato... a me ed Al intendo. A proposito, spero che
lui stia bene. Non è ancora tornato, giusto?
-
Giusto. È andato
a est.
-
Lo so. Comunque,
oltre a quello, ho riflettuto anche su altro.
-
Cioè?
-
Eheheh. Cara
Winry... mica ti posso dire tutto!
-
Umph. Sei sempre
il solito.
-
E perché dovrei
cambiare? Sono perfetto così.
Winry preferì non rispondere.
Sbadigliò sonoramente. Le sue palpebre spingevano verso il basso. Era stanca,
non riusciva più a tenere gli occhi aperti. Edward se ne accorse.
-
Win... hai
sonno.. vai a letto!
-
No! no non
sono... *yaaawn* stanca...
-
A chi la vuoi
dare a bere? Non riesci neanche a tenere gli occhi aperti...
-
Sì che riesco.
Sei appena tornato, non ti vedo da due anni. Fammi stare un po’ con te. Di
sicuro tra poco ripartirai...
Edward sorrise,
senza risponderle.
-
Quanto...
*yaaaaaawn* ti fermi?
-
Non lo so,
vedrò... intanto aspetterò il ritorno di Al. Per il resto, un motivo ci sarebbe
per rimanere di più...
-
E... quale...
sar...
Non riuscì a
terminare la frase. Scivolò nel sonno con un sorriso dipinto sul volto. Quando
Ed se ne accorse, Winry stava già dormendo profondamente.
Il biondo sorrise
dolcemente. Afferrò il lenzuolo che si trovava sul bordo del letto e coprì
entrambi. Si sdraiò accanto a lei, guardando il suo dormiente viso d’angelo.
-
Te...
Sorrise.
-
Buonanotte,
Winry.
Disse infine,
chiudendo gli occhi e entrando nel mondo dei sogni.
Ed ecco concluso anche questo capitolo. Edward è
tornato e Winry è davvero molto felice... non so se questo capitolo sia
accettabile... mi baserò sulle vostre
recensioni (se ce ne saranno) per scoprirlo! ^.^
Di nuovo, grazie di cuore a tutti quelli che seguono la
mia fanficiton, mi rendete felice!
Un bacio.
Ele_divina