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Autore: sweetnight    16/09/2010    1 recensioni
Un mistero da svelare, una giornalista intraprendente e determinata che dovrà fare i conti con ciò che le fa paura e dovrà fare appello a tutto il suo coraggio, un paesino sperduto tra le montagne inglesi della Cornovaglia e una dolcissima storia d’amore… Ecco gli ingredienti di questa fanfic, dove nulla è come sembra…
Genere: Romantico, Mistero, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Siamo arrivati all’ultimo capitolo! O meglio alla prima parte dell’epilogo conclusivo della storia! :-(

Spero comunque che vi piaccia e che riesca a trasmettere le sensazioni che avevo in mente quando l’ho scritto… mi raccomando, se vi va, fatemi sapere!

Ringrazio taaaaaaaaaaaaaanto taaaaaaaaaaaaaanto chi ha commentato fino ad ora, chi ha messo la storia tra le seguite e chi tra le preferite!!!

Posterò presto la seconda e ultima parte…

Va buò, basta sennò mi metto a piangere!!!

Buona lettura :-)

 MEGA KISS

 

Epilogo – Parte Uno

Un’Impresa Difficoltosa

 

 

POV BELLA

 

Ero ancora accasciata per terra quando d’improvviso, avvertii un rumore brusco, con fatica alzai lo sguardo e m’accorsi che la porta si era aperta sbattendo, rivelando un Edward sconcertato e agitato…

“Bellaaaaaaa!” gridò

Provai a rispondere, ma parlare sembrava così difficile in quel momento.

Intanto lui si avvicinò rapidamente a me continuando, intanto, a pronunciare il mio nome…

“Bella… Bella”

“Edward… aiu…aiutami…” fu tutto quello che mi uscii di bocca

“sono qui, non preoccuparti…”

Sentii le sue mani afferrarmi le braccia, sollevarmi e appoggiarmi contro il suo petto.

In quel momento, Edward, era a tutti gli effetti all’interno del cerchio, ma sentiva la magia? Le voci e tutto il resto? Non avevo forze per chiederglielo e rimasi per qualche istante immobile, poi lo vidi che si toglieva il suo ciondolo e lo depositava accanto al mio, proprio nel mezzo della stella.

Allora, accaddero più cose contemporaneamente: il ciondolo di Edward brillò, il vento ricomincio ad alzarsi e prese a vorticarci intorno, la luce azzurrina emanata dal pentalfa aumentò, cambiando colore fino ad assumere un’intensa sfumatura di blu cobalto.

Poi Edward raccolse il libretto nero, che ancora giaceva per terra, aperto nel punto in cui l’avevo lasciato e, mi sorpresi non poco, quando lo sentii cominciare a dire ad alta voce, una dopo l’altra, le parole della formula.

Mi teneva ancora stretta a sé, ma più Edward andava avanti con quella litania, più mi rendevo conto che stavo recuperando le forze…

Non seppi mai di preciso quanto tempo passò, ma ad un certo punto riuscii ad alzarmi e a rimettermi seduta al mio posto…

“metti le mani sulle punte destre” mi disse Edward con voce cupa

“subito” risposi; meglio non aggiungere altro

“devi pronunciare le stesse parole, insieme a me” disse e posizionò il libro tra noi due, di modo che anch’io riuscissi a leggerne la formula.

Ad un certo punto Edward si fermò e disse:

“aspetta un secondo – sembrava affaticato, a giudicare dal tono di voce, visto che fisicamente sembrava stesse bene – smettiamo per un istante”

M’interruppi; non parlai e rimasi in attesa…

Pensavo volesse riposarsi e invece… cominciò, mio malgrado, il rimprovero!

“sarei proprio curioso di sapere… COSA DIAVOLO TI E’ SALTATO IN MENTE!” gridò sprezzante

“Edward io…”

“ti avevo detto che non volevo più sentir parlare di questa storia e tu che fai? Addirittura attivi il cerchio!!!”

“non avevo altra scelta! Lo sai!”

“oh, bè! Scusa tanto se tengo alla tua vita!” ribatté sarcastico

“senti, tu hai deciso anche per me, ma i discendenti sono due, e ho tutto il diritto di prendere una decisione”

“prendere una decisione è un conto, cercare di ammazzarsi è ben più che differente!” era ancora molto arrabbiato

“ma se tu non volevi più parlarne, come facevo?!? L’unico modo per convincerti era quello di metterti di fronte al fatto compiuto” spiegai

“grazie a questo ‘fatto compiuto’ mi hai quasi fatto venire un infarto e tu sei quasi morta!”

“quasi! Hai detto bene. Non è successo nulla”

“nulla… nulla…” ripeté spazientito

“ti prego Edward, smettiamola di litigare, e portiamo a termine questa cosa”

“non so se ne ho la forza” ora era visibilmente sconfortato

“vedrai che insieme ce la faremo” lo incoraggiai

Fece una leggerissima risatina prima di rispondermi…

“eh… ho già capito che non lascerai questa stanza finché tutto non sarà finito, vero?”

“già”

“allora non mi resta che accettare… ma non credere che non sia ancora arrabbiato! Dovrai farti perdonare poi! Chiaro?” mi ammonì con fare scherzoso

“ma certo! Vedrai come ti riconquisterò!!!” esclamai sorridendo

“ah! Sempre la solita testarda!” borbottò lui

Così riprendemmo da dove eravamo rimasti…

Non ci era ben chiaro quanto dovesse durare il rito ma, dopo che furono trascorsi circa una decina di minuti, la situazione cambiò in maniera talmente repentina, che quasi non mi resi conto di cosa stava accadendo…

Di colpo il vento, le voci, la luce emanata dal pentalfa, ogni cosa cessò!

Un silenzio innaturale, cadde nella stanza.

Noi rimanemmo immobili.

Edward mi guardò con uno sguardo interrogativo, era perplesso, e, probabilmente vide che il mio viso trasmetteva la stessa cosa. Non sapevamo cosa ci attendeva, ma in realtà fu questione di pochi secondi…

“cosa succede?”  chiese Edward più a se stesso che a me

“non ne ho idea, cosa dice il libro?”

“non parla di pause o scomparsa del flusso magico, qui è scritto che una volta finito di recitare la formula, bisogna concludere con due parole dette a voce alta, ponendo le mani al centro del pentalfa, sugli amuleti”

“d’accordo, facciamolo. Quali sono queste due parole?”

Edward girò il libro verso di me, per poter farmi leggere. Poi ponemmo le mani, come indicato, e dopo uno sguardo d’intesa dicemmo all’unisono con voce alta e decisa…

“E’ COMPIUTO!”

Un rumore sinistro e acuto proruppe nella stanza, un’accecante luce bianca ci ferì gli occhi, costringendoci a girare il volto!

Quando la luce diminuì, vedemmo che i nostri medaglioni si erano uniti, ricomponendo l’antico simbolo del pentalfa, che ora potevamo vedere fluttuare nell’aria e in mezzo a noi.

Improvvisamente, il rumore divenne un vero e proprio boato, una strana forza costrinse me e Edward a piegarci sul pavimento, mentre una strana fiammella, di un vivo rosso acceso, si propagò al centro della stella, dove prima c’erano i medaglioni.

Poi successe: un bagliore fluorescente provenne dalla fiammella, si propagava verso di me e crebbe fino ad arrivare a coprire interamente il mio corpo! Allarmata cercai l’aiuto di Edward…

“che sta succedendo? Cos’è questa luce? Edward…”

“Bella, sta calma vedrai…”

Non feci neanche in tempo a sentire la sua risposta, che il bagliore esplose tutto intorno a me, prosciugandomi della mia energia e, inaspettatamente, venni sbalzata fuori dal cerchio, finendo per sbattere contro una delle pareti della stanza…

“Bella! Noooooooooooo!!!!!!!!!!!!!!”

Il grido disperato di Edward, fu l’ultima cosa che sentii, prima di chiudere definitivamente i miei occhi…

 

 

  
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