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Autore: Rem95    16/09/2010    3 recensioni
La parte di Breaking Dawn narrata invece che da Jacob, da Bella. Le sue paure e le sue emozioni. Un amore infinito verso una creatura non ancora nata.
“Non potevo permettere che qualcuno li facesse del male. Anche se a chiedermelo fosse stato l'unica ragione della mia esistenza, Edward”.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Breaking Dawn
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Ta-Dà! Ecco a voi il secondo capitolo =)

Si parlerà dell'arrivo di Bella e Edward in aeroporto e di una discussione accesa in salotto tra.. bé, leggete e scopritelo ;)

Volevo ringraziare infinitamente le persone che hanno commentato, aggiunto tra i seguiti (preferiti o da ricordare) e letto questa fan-fiction =). Spero farete lo stesso anche con questa, le recensioni sono sempre molto apprezzate =)

Ah! Un'ultima cosa, poi la smetto di rompere (xD). Non so se potrò aggiornarla più così tanto spesso, perché la scuola chiama. Quindi posso solo dirvi che spero di rivedervi presto con il prossimo capitolo (sempre che i libri non mi abbiano mangiato viva prima e purtroppo non scherzo T.T)

Buona lettura =)

 

Decisioni

Camminavamo fianco a fianco, tenendoci per mano.

Mi venivano ancora i brividi a sentirlo così vicino, nonostante tutti i momenti passati sull'isola.

Edward aveva preso tutte le valigie, lasciandomi solo la mia borsa personale.

Camminava spedito, facevo veramente fatica a stargli dietro. Era così agile e veloce che mi sentii di nuovo la solita goffa e impacciata di sempre.

Ogni tanto si girava a guardarmi, per controllare. Nel caso fossi morta o annegata tra la marea di gente, nel frattempo. Che lui tra l'altro scansava abilmente.

Ogni volta i suoi cupi occhi sembravano urlare scusa, tormentati da un infinito dolore.

Non aveva motivo di sentirsi così pensavo, avere un bambino non è una colpa per cui bisognava sentirsi afflitti, in genere.

All'improvviso scorsi, in lontananza, la famiglia Cullen.

In effetti era difficile non notarli.

Anche se si trovavano in fondo alla sala, in disparte, vicino alle porte d'uscita.

Perfetti, immobili e bellissimi.

Sembravano statue, le persone che ci camminavano vicino li osservavano stupiti ed intimoriti.

Edward accelerò notevolmente il passo. Come se prima andasse piano, piagnucolai nella mia mente.

Sicuramente cercava di capire dai pensieri di Carlisle più informazioni possibili riguardo al bambino.

Riconobbi Rosalie tra loro, la sua bellezza mi mise a disagio. Mi ero quasi dimenticata di quanto fosse così incredibilmente.. immortale.

Ma non c'era tempo per farsi paranoie, dovevo raggiungerla al più presto.

Improvvisamente mi misi a correre, sperando con tutta me stessa di non cadere davanti a tutti.

Edward mi fissò sbalordito, quando lo superai tutta ansimante. Sapevo che se non ci fossero stati così tanti esseri umani mi si sarebbe già piantato davanti in un attimo. Interrompendo drasticamente la mia corsa.

Ma non fece altro che osservarmi curioso e preoccupato, non aveva ancora bene capito quale fosse la mia direzione. Forse credeva stessi cercando di scappare dall'uscita di emergenza. Era così concentrato su di me che evidentemente non aveva ancora incrociato i pensieri della sorella.

Si trascinava dietro faticosamente e buffamente i bagagli troppo carichi e pesanti per un uomo normale. Ovviamente nel suo caso si trattava solo di pura finzione, un teatrino elaborato alla perfezione nel corso degli anni.

Anche Rosalie si mise a camminare verso di me.

Quando ci trovammo una di fronte all'altra, non sapevo da che parte iniziare.

Per fortuna, o quasi, fu lei a precedermi: abbracciandomi!

Per poco non mi venne un colpo, non eravamo mai state così vicine.

Si stacco un po' impacciata, il suo comportamento diventava sempre più strano.

Poi sorrise, come se in realtà fosse tutto normale << Sono contenta di vederti >>

Il suo sguardo era fisso sulla mia pancia. Non mi aveva ancora guardato in faccia, a pensarci bene.

Ma non mi interessò più di tanto, né che fosse strana né che fosse concentrata solo sul bambino.

Io avevo bisogno di lei e sapevo mi avrebbe aiutato.

Questo è l'importante, pensai convinta, facendomi coraggio.

Intanto gli sguardi perplessi e innervositi di sei vampiri erano puntati su di noi.

Uno più di tutti, Edward avrebbe sicuramente ucciso volentieri la sorella.

***

Ero seduta sul quel divano da ormai un'ora, il tempo sembrava essersi fermato.

D'altra parte i vampiri non sentono particolarmente lo scorrere del tempo e evidentemente ero l'unica che stava morendo di fame.

Edward era immobile di fronte a me, il suo sguardo sembrava perso nel vuoto.

Rosalie invece era seduta al mio fianco, mi teneva per mano e sorrideva estasiata. Non mi ero ancora del tutto abituata alla sua presenza, però era la cosa più giusta. Io stessa le l'avevo chiesto, dopotutto.

Gli altri membri della famiglia erano sparsi per la stanza, nessuno aveva ancora emesso un suono o rumore.

Carlisle era fermo vicino al piano, fissava incerto prima me poi Edward, alternandosi. Stringeva Esme con un braccio, la quale sprizzava preoccupazione da tutti i pori. Cercava di contenersi, era evidente, ma mi sorrideva.. anche se fievolmente.

Alice era seduta sul primo scalino della scale, la testa tra le mani, cercava di capire cosa ci aspettasse nel futuro. Con un protettivo Jasper al suo fianco.

Emmett era posizionato dietro al divano, con una mano sulla spalla di Rosalie, lo sguardo posato su Edward. Sapeva che i pensieri del fratello non erano certo positivi verso la sua fidanzata ed era pronto a difenderla.

Il silenzio era davvero pressante e purtroppo sapevo anche il perché di quel silenzio.

La mia decisione non era piaciuta nessuno, eccetto a Rosalie ovviamente.

Infine Carlisle si decise a parlare, << Penso dovresti ripensarci, Bella. Stiamo parlando della tua vita >> disse sospirando. Parlava in modo molto lento, pacato.

<< Bella sa quello che sta facendo, non c'è bisogno che vi intromettiate >> rispose allegra Rosalie.

Era decisamente l'unica di quel umore, come se fosse una bambina appena tornata da Gardaland.

<< Non c'è bisogno che ti intrometti tu >> sibilò Edward di rimando.

Rosalie sogghignò << E' stata lei a chiedermi di intervenire. Quindi è inutile che ti scaldi tanto, Edward >>, pronunciando il suo nome con sfida, << Andrà tutto bene >> disse, senza scomporsi. Sapeva già in partenza di averla vinta.

Lo sapevo bene anch'io, per questo mi ero rivolta a lei.

<< Morirà.. >> sussurrò Edward. Non voleva farsi sentire da me, ma percepii lo stesso le sue parole.

<< Forse no, dobbiamo valutare tutte le possibilità, Edward >> disse Carlisle dolcemente, cercando di calmare il figlio.

<< Quella cosa non ha possibilità. Dobbiamo agire in fretta, prima che sia troppo tardi >> ringhiò mio marito.

Mio marito.

Il vampiro che amavo con tutta me stessa, incondizionatamente da tutto e da tutti.

Il vampiro che voleva uccidere nostro figlio.

<< Edward riflettici. Sai che sono d'accordo con te, ma non posso agire contro il volere di Bella >> ammonì Carlisle, sottintendendo ovviamente nel discorso Rosalie e di conseguenza anche Emmett e Esme.

<< Edward ti prego.. io.. lo amo >> sussurrai.

Ma lui non mi calcolava nemmeno.

<< Papà! Non ti ho mai chiesto niente, sono sempre stato un buon studente, un buon vampiro, ma soprattutto un buon figlio >> si fermò un attimo, << Non farmi questo, morirà >> aggiunse con voce rotta.

Ormai credo neanche si preoccupasse più del fatto che io sentissi o meno.

Era troppo addolorato e distrutto.

Carlisle sospirò di nuovo e si rivolse a me << Bella, lo so che è difficile. Ma devi lasciarci fare, è per il tuo bene. Non sappiamo ancora che cosa sia il.. >>, lo vidi deglutire a fatica, << ..feto. Potrebbe essere un vampiro, ti farà del male. Lascia che ti aiuti >>

Il mio labbro tremò per la rabbia e la disperazione, non glielo avrei permesso. Non potevano fare questo a mio figlio.

Al figlio di Edward, sopratutto.

Una lacrima rigò il mio viso.

Vidi Edward vacillare alla mia reazione, sapevo che stava morendo dentro.

Per fortuna Rosalie rispose per me << La decisione è stata presa >> disse sorridendo beffarda. << Ora, se vogliamo organizzarci per assicurare a Bella una gravidanza felice sarebbe anche l'ora >> proseguì.

Aveva vinto.

Avevamo vinto.

Edward la fulminò con lo sguardo, sperai davvero non la uccidesse quando lo vidi avvicinarsi.

Sentì che anche gli atri vampiri si erano irrigiditi alla sua reazione. Emmett ringhiò.

Ma Edward si andò semplicemente a posizionare vicino a me, in ginocchio. La sua mano nella mia.

Gemeva.

<< Allora Alice, vedi qualcosa? >> disse Carlisle rassegnato, voltandosi verso la prodigiosa figlia.

Alice alzò la testa, una smorfia di dolore le dipingeva il volto.

<< Niente >> mormorò << Buio totale >>

 

 

'Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Stephenie Meyer; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.'

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 



  
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