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Autore: rees    17/09/2010    4 recensioni
Cosa è accaduto prima dell'episodio pilota? Come è cambiata la vita degli agenti del C.B.I. da quando Patrick Jane è entrato nel team? E Van Pelt ha preso il posto di chi?
Quello che le telecamere non ci hanno detto del passato dei nostri eroi!!xD
Pairing? Un accenno (minuscolo) di Chisbon, di una Lisbon con un nuovo personaggio e una piccola (ma piccola) parte di Jisbon.^^
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Incompiuta
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Entrai nel bullpen dopo nemmeno un'ora. Possibile che i casi fossero così tanti?
-Non sono i casi che sono tanti, è questo team che è in gamba e ne chiude parecchi, quindi li affidano a voi.
Riservai un'occhiataccia imbronciata a Jane.
-Bene, non avete bisogno di me, quindi. Io ci sono solo per John.
-Cosa ti dice che questo non sia un suo caso?
-Nah, lo avresti già detto, saresti più preoccupata e mi avresti lanciato infinite occhiate.
Cho ci guardava stupefatto.
-Capo, ci siamo persi qualcosa?
-Tu che dici?
-Rigsby!
-Avete finito?
Nell'ordine a parlare erano stati i miei tre sottoposti: Cho, Rigsby e Mark. Il primo aveva parlato per pura curiosità, credo. Come sempre non dava intonazioni di alcun tipo alla sua voce. Il secondo perché era un ingenuo cronico ed era impossibile non aspettarsi una battuta del genere. Il terzo semplicemente perché non voleva nemmeno pensare ad un'eventuale “approfondimento di conoscenza reciproca” tra me e Jane. Questa era la definizione che utilizzava Mark per spiegare la nostra storia all'interno del CBI. Io utilizzavo, appunto, la parola “relazione”.
-Si, capo.
Ermetico. Indovinate chi poteva essere? Appunto. Cho.
-Torniamo al caso. Uomo di trentacinque anni, ucciso nel suo appartamento, viveva da solo.
-Questo “uomo” ha un nome?
Mi rivolsi verso Jane. In effetti non capivo perché era l'ultima cosa che ero solita dire durante il resoconto, facevo così io, faceva così il mio vecchio capo Samuel Bosco. Facevano così un po' tutti.
-Omar Norris. A ritrovare il cadavere è stata la sorella che era andata a trovarlo. A prima vista sembra un suicidio ma...
-Ma stava per pubblicare un libro che aveva tutti i requisiti per diventare un best-seller quindi non si capisce perché...ops...scusa.
-Come diceva Jane, aveva ottenuto da un'importante casa editrice di pubblicare il suo libro, un sogno che, da quello che ci dice la sorella, aveva da quando era un bambino. Inoltre ci sono segni di scasso sulla serratura della porta ma la sorella aveva la chiave. Lei e la fidanzata del signor Norris.
-Come è morto?
-Avvelenato.
-La scientifica sa di che veleno si tratta?
-Non c'è stato bisogno di fare le analisi. La morte è stata istantanea, l'odore predominante era mandorla.
-Cianuro di potassio.
Guardai il coreano, possibile conoscesse anche tutti i vari tipi di cianuro? Certo in Oriente tre quarti degli avvelenamenti avvenivano con questo particolare tipo di cianuro che, se si esclude l'odore di mandorla, lascia pochissimi segni all'interno del cadavere. Solo che Cho era americano, non nato in Corea.
-Esatto. Cianuro di potassio. Cho, Rigsby andate ad interrogare la sorella, Natalie Norris. Jane io e te andiamo a vedere il luogo del delitto e poi ad interrogare la fidanzata.
-Lisbon io voglio lavorare solo su John.
-Sei un consulente del CBI. O lavori con noi sempre o sei fuori e non ti avvicini nemmeno ai casi di John il Rosso. Chiaro?
-Cristallino.
-Monroe tu occupati di indagare sul passato del signor Norris.
-Capo ma se ci sono segni di scasso perché dobbiamo indagare su loro due?
-Semplicemente perché un assassino qualunque avrebbe scassinato la porta e sparato. Dobbiamo ricostruire i movimenti del signor Norris per sapere con chi era all'ora del delitto...che non vi ho detto. Scusate. L'omicidio è avvenuto tra le 23 e le 24. Infatti la vittima fino alle 23 era al telefono con un amico e dalle 24 in poi si attiva il sistema di sicurezza della porta. Era spaventatissimo dei ladri ed aveva fatto istallare un sistema di allarme ogni volta che veniva aperta la porta dopo le 24. Se rientrava più tardi bastava spegnerlo, solo lui conosceva il codice e, ovviamente, era acceso. Quindi tra le 23 e le 24. Dopo sentiremo anche il suo amico.
-Ok, andiamo.
Cho e Rigsby partirono immediatamente, io mi limitai a dare un altro paio di direttive a Monroe prima di voltarmi per uscire solo che avevo perso il consulente.
-Jane? Jane?
-Oh, si, eccomi.
-Che diavolo ci facevi nel mio ufficio?
-Niente.
-Farò finta di crederci. Andiamo?
Ci dirigemmo verso l'appartamento del signor Norris. Appena entrati un forte odore di disinfettante uscì dalla stanza tanto che dovetti uscire. Quell'odore di candeggina mista a un qualche sterilizzante mi faceva lacrimare gli occhi. Sentii Jane alle mie spalle.
-Hey Lisbon, tutto ok?
-Si, solo l'odore mi ha investita troppo in fretta.
-Beh ora sappiamo che oltre che dei ladri aveva il terrore anche dei germi.
-Divertente.
Rientrammo ed iniziammo a cercare qualche indizio ma quella stanza sembrava una sala operatoria.
-Lisbon!
-Che hai trovato?
Uscii dalla cucina per dirigermi in camera da letto. Il consulente era sdraiato sul letto ed osservava il soffitto divertito.
-Sdraiati qui, vicino a me.
Lo guardai scettica.
-Su!
Serve proprio dirlo che alla fine mi sdraiai al suo fianco? No, vero? Comunque, appena poggiai la testa sul materasso indicò il soffitto in un punto imprecisato. E pretendeva anche che capissi cosa stava guardando.
-Hai visto?
-Visto cosa?
-La linea.
-Linea?! Jane ti rendi conto che è un muro perfettamente...oh. Vista.
Non era una “linea” era più che altro un solco, che indicava un'apertura.
-Ottimo.
Si tolse le scarpe e salì in piedi sul letto mentre io ero ancora sdraiata.
-Spostati o la polvere ti cadrà in faccia.
Mi alzai rapidamente, cosa che tra l'altro stavo già facendo.
Con un po' di sforzo aprì il soffitto. Ci mise un po' a trovare il gancio, ben mimetizzato con il resto del muro ma quello che scoprì fu rilevante per le indagini.
Nel soppalco quell'uomo teneva un laboratorio di metadone.
-Wow. Non aveva paura dei ladri. Doveva proteggere la sua “fabbrica”.
-Già. E ora?
-Ora indaghiamo comunque solo su sorella e fidanzata. Credo che la tua prima idea fosse giusta, i segni di scasso sono stati fatti apposta.
-Dici?
-Si. Si notano troppo, di solito bisogna osservarla con attenzione per distinguere i tipi di graffi. Qui sono messi a bella posta. Nessun ladro o omicida farebbe un errore così stupido.
-Quindi andiamo dalla fidanzata?
-Andiamo dalla fidanzata.
Iniziai a rendermi conto di quanta fiducia riponevo in quell'uomo appena conosciuto. Era assurdo. Che poi non era fiducia nei suoi confronti ma nella sua capacità di giudizio. Sentivo che era un tipo piuttosto in gamba quindi gli davo ascolto.
Chiamai Cho per sapere come era andato il colloquio con la sorella della vittima.
-Cho, come è andata?
-Dice che il fratello fabbricava metadone in casa e che è probabile che sia stato uno dei suoi clienti.
-Si, abbiamo trovato il laboratorio nel sottotetto. Una specie di mansarda, alta poco più di un metro e ottanta.
-Dice che sul tavolo dovrebbe esserci un taccuino con i nomi dei suoi clienti. Tutti conoscenti, non ne prendeva di nuovi per non farsi notare e destare sospetti dato che li riceveva in casa.
-Jane, dovrebbe esserci un taccuino sul tavolo.
Il consulente salì al piano superiore.
-Ta-dan!
Alzai gli occhi al cielo con un sorriso. Quell'uomo era un genio e allo stesso tempo una specie di persecuzione. Piacevole.
“Dio mio, Tess. A cosa vai pensando!”
Zittii la mia coscienza.
-Grazie Cho. Ci sentiamo.
-Allora?
-Ci sono una decina di nomi, ma...
-Cosa non ti convince?
-Stavo pensando...che i segni di scasso sono troppo evidenti, come hai detto tu, quindi potrebbero essere stati fatti per coprire reali segni di scasso...
-E quindi il campo si restringerebbe ai clienti...
-Oppure, e propendo per questa ipotesi, sono stati messi per farci credere che si sia trattato di qualcuno che aveva le chiavi e che ha finto di scassinare.
-E in questo caso chi lo avrebbe ucciso?
-Suicidio. Per far ricadere la colpa sulla fidanzata.
-Perché non sulla sorella?
-Tu a mezzanotte andresti da tuo fratello o dal tuo uomo?
-Presupponendo che io abbia un uomo? Da lui, credo.
-Appunto. Però non ci sono foto della sua donna qui. E questo fa pensare. Si è suicidato e voleva far ricadere la colpa su di lei.
-Ok, ma le prove?
-Beh il cianuro di potassio non si compra mica in farmacia, o lo si crea o lo si ruba in ospedale.
-E questo è un indizio.
Il mio telefono squillò mentre Jane si metteva carponi e iniziava a gattonare per la camera cercando non sapevo cosa.
-Lisbon.
-Capo?
-Dimmi, Monroe.
-Ecco, credo che l'ipotesi del suicidio non sia da escludere. A quanto pare due giorni fa la casa editrice ha annullato il contratto perché ha ricevuto un libro che potrebbe vendere ancora di più.
-Liiiiiiiiiiiiiiiisbon?!
Sentii Mark tossire dall'altra parte della comunicazione, il tono con cui Jane mi aveva chiamata era parecchio equivocabile.
-Grazie, Monroe. Devo lasciarti.
-Certo.
Chiusi la chiamata per dedicarmi al consulente.
-Cosa hai trovato?
-Il bicchiere con il veleno. Odora di mandorle. Possibile che la scientifica non l'abbia trovato?
-Quelli fanno quattro foto, pensano al cadavere e contaminano la scena del crimine. Portiamolo ad analizzare e vediamo. Intanto torniamo al CBI.
Chiamammo Cho e Rigsby per dire loro di tornare in ufficio e convocammo la donna. Venimmo a sapere che il libro che la casa editrice stava per pubblicare al posto di quello del signor Norris era della donna. La teoria di Jane reggeva, dovevamo solo aspettare i risultati della scientifica sul bicchiere contenente il veleno.
-Capo dov'è Jane?
Mi guardai intorno, ero certa fosse dietro di me. Almeno due secondi prima lo era.
-Sarà nel cucinino. Onestamente non...Che cosa sta facendo nel mio ufficio?
Mi diressi a passo di carica nella mia stanza per trovare il consulente seduto sul divano con un sorriso sornione sul volto.
-Che ci fai qui?
-Ti aspetto.
-Perché?
-Perché i tre agenti non li conosco ma a quanto ne so loro potrebbero conoscere me, dato che indagate su John.
-Non credo, ma comunque non direbbero nulla.
-Ne sei certa?
-Assolutamente. Cho non parla quasi mai e se lo fa sembra ti stia facendo un favore. Rigsby è così ingenuo che non te lo chiederà mai, soprattutto perché si sentirebbe in imbarazzo. E Monroe ti odia, anche se devo ancora capire perché.
-Oh, crede sia colpa mia se non vi sposerete.
-Eh? Come fai a saperlo? Cosa? Perché dovrebbe essere colpa tua?
-Una cosa alla volta. Primo, leggo le menti, te l'ho già detto, no? Secondo io lo avevo avvertito che non avresti accettato ma non mi ha dato retta.
-Sicuro che i sensitivi non esistono?
-Assolutamente certo.
-Ok.
-Ok.


*Pov Cho
Il capo e il biondo erano nell'ufficio di lei a chiacchierare. Lui sembrava preoccupato.
-Cho?
-Mmh?
-Scommettiamo venti dollari?
-Su cosa?
-Che il capo e il consulente finiscono a letto insieme.
-Entro quanto?
-Secondo me un anno.
-Mmm. No, direi un po' di più. Almeno due o tre.
-Due o tre?
-Tre.
-Andata.
Avrei vinto sicuramente. Quell'uomo era ancora troppo devastato per la fine che aveva fatto la sua famiglia.
-Sono arrivati i risultati dalla scientifica.
Monroe mi passò il foglio. Le impronte erano solo della vittima.
Il biondino ci sapeva fare.


Eccomi con il nuovo capitolo!
Questo è stato difficilissimo! Non riesco proprio a scrivere di omicidi! >.<
Grazie a tutte per le recensioni ma dato che erano solo tre...qui ne voglio minimo cinque, oppure attendete fino a domenica 26 (ovvero poco più di una settimana) o se sono buona fino al 25 (il 26 devo vedere the mentalist *-*)
Ebbene sì ragazze, Mark nel cervello ha la segatura, ma tranquille, potrete insultarlo quanto vorrete nei prossimi capitoli!! (:
Dedicato a Serena il POV Cho, dato che per il Chisbon devi attendere che non riesco a inserirlo nella situazione adatta...devo ragionarci un po' su...
Recensitemi per favore!!
Alla prossima,
Giuls
   
 
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